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Invincibili - Il Grande Torino
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Invincibili - Il Grande Torino

Author: Diego Fornero

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Invincibili è il podcast che racconta la Leggenda del Grande Torino, la squadra di calcio che ha fatto sognare l'Italia e il Mondo negli anni '40 e che ha perso la vita nella Tragedia di Superga del 4 maggio del 1949. Invincibili è scritto e prodotto da Diego Fornero. Colonna sonora: SensoUnico. Media partner: ToroNews. Artwork: Marta Galli. Art Direction: Francesco Grandazzi.
30 Episodes
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C'è stato un momento, sul finale della lunghissima stagione 1945-1946, in cui il Grande Torino era ormai ad un passo dal cedere il titolo di Campione d'Italia ai rivali di sempre della Juventus. Tra un Derby perso e un'umiliazione subita a Milano, travolti 6-2 dall'Inter, i granata erano considerati ormai fuori dalla corsa per il secondo Scudetto consecutivo, il primo del dopoguerra. Eppure, nell'estate del 1946 - perché quello Scudetto si assegnò in estate inoltrata - successe qualcosa di decisamente inaspettato, che consacrò definitivamente quello che sarebbe diventato il ciclo più glorioso della storia del calcio italiano.
Questo è un episodio speciale di Invincibili, registrato a braccio dopo la mezzanotte del 4 maggio 2023 a Superga, di fronte alla lapide commemorativa del Grande Torino, a esattamente 74 anni dalla tragedia. Un momento intimo e necessario per me, da condividere con chi ama e chi sta seguendo con passione questa storia.
A Guerra conclusa, torna finalmente il Campionato di Calcio, seppure in una formula inedita: per la stagione 1945-1946, il Grande Torino affronterà prima un Campionato dell'Alta Italia per ottenere la qualificazione alla Fase Finale Nazionale. La squadra granata si presenta ai nastri di partenza come una squadra ricca di talento, ma ancora da affinare e da sgrezzare, tanto che in molti osservatori non la vedono come la favorita, contro le apparentemente più attrezzate Inter e, soprattutto, Juventus. Proprio il Derby, del resto, inaugura la stagione e il Torino parte nel peggiore dei modi: con una sconfitta contro i rivali di sempre. Sarà, però, proprio un altro Derby, quello del ritorno, a dare la svolta definitiva a un'annata che si concluderà in trionfo.
Dopo la Liberazione, nell’estate del 1945 il calcio italiano si prepara a vivere quella che gli storici chiamano “una seconda unità nazionale”, con il campionato di Serie A pronto a ripartire. Il Grande Torino arriva alla stagione ‘45-’46 forte dei nuovi rinforzi - Bacigalupo, Ballarin, Castigliano su tutti - e dei rientri dei prestiti - Maroso e Rigamonti - ed è chiamato a confermare il titolo del ‘43, ultimo campionato nazionale. Scopriamo insieme come i granata di Ferruccio Novo arrivano a questo appuntamento, tra match amichevoli, trasferte internazionali e una nuova realtà giornalistica pronta a narrarne le gesta: Tuttosport, creatura di Renato Casalbore, che sarà, insieme alla squadra, a bordo dell’aereo che si schianterà quattro anni dopo a Superga.
Nel 1945 arriva al Torino un giovane portiere ligure destinato non solo a fare la storia, ma anche a cambiare, con la sua modernità nell'interpretazione del ruolo, l'idea stessa di un estremo difensore. Quel giovane di Vado si chiama Valerio Bacigalupo, e la sua diventerà una delle storie più iconiche tra quelle che hanno costruito la leggenda del Grande Torino.Twitter: https://twitter.com/diegoforneroInstagram: https://www.instagram.com/diegofornero/
Nel 1945 il Grande Torino si assicura, con una cifra record, il più forte difensore italiano in circolazione: Aldo Ballarin, nato a Chioggia e prelevato dalla Triestina per avviare la rifondazione della difesa granata. Due anni dopo, lo seguirà il fratello Dino, portiere di riserva che in granata non giocherà neppure un minuto in gare ufficiali, ma che seguirà il fratello maggiore nel tragico destino di Superga, su un aereo sul quale non avrebbe neppure dovuto salire.
Conclusa la seconda guerra mondiale, nel 1945 il calcio italiano riparte. Il primo volto nuovo per il Grande Torino è Eusebio Castigliano, il mediano-goleador di Vercelli che si rivela subito uno dei leader naturali della squadra, nonché il completamento perfetto di un centrocampo leggendario.Twitter: https://twitter.com/diegoforneroInstagram: https://www.instagram.com/diegofornero/
Nel giugno del 1946 gli italiani (e le italiane) vanno al voto per scegliere la forma dello Stato, tra Monarchia e Repubblica. Un referendum al quale partecipano, e per il quale si espongono, anche i giocatori del Grande Torino, che finalmente sono pronti a ripartire dopo l'orrore della Seconda Guerra Mondiale. Un percorso che vede, ancora una volta, strettamente connessi il calcio, la politica e la società.Twitter: https://twitter.com/diegoforneroInstagram: https://www.instagram.com/diegofornero/
Nel 1944 l'Italia è divisa in due tra il centro-sud liberato dagli anglo-americani e il centro-nord in preda alla Guerra Civile tra Resistenza e nazi-fascisti. In questo contesto, in qualche modo, la Federazione riesce a organizzare il Campionato di Guerra dell'Alta Italia, l'unico campionato nel quale il Grande Torino dovrà rinunciare alla vittoria, conseguita dai Vigili del Fuoco di La Spezia. Una sconfitta da analizzare e da scoprire.
Nell'estate del '43, la caduta del Regime Fascista e l'armistizio dichiarato dal nuovo Governo Badoglio trascinano l'Italia nella Guerra Civile e inaugurano ufficialmente la stagione della Resistenza. Tra i grandi protagonisti, c'è anche un ex centrocampista, antifascista da sempre, che era stato tra i protagonisti degli albori del Torino che si apprestava a diventare grande: Bruno Neri, che cadrà in un'imboscata tedesca il 10 luglio del 1944. In quei mesi, inevitabilmente il calcio cambia e anche il Torino di Ferruccio Novo, fresco di Scudetto e Coppa Italia, è costretto a cambiare piani. Il campionato Nazionale viene sospeso, ma - dopo una serie di vicissitudini - nella Repubblica Sociale Italiana, lo stato fantoccio di ciò che restava del Regime - viene organizzato un Campionato di Guerra dalla formula peculiare, ma per evitare che i giocatori vengano chiamati ad adempiere ai loro doveri militari sarà necessario escogitare uno stratagemma che coinvolgerà da vicino il colosso cittadino della FIAT.
Il 30 maggio 1943, dopo aver vinto il campionato, il Grande Torino diventa la prima squadra italiana a centrare la doppietta conquistando anche la Coppa Italia, superando in finale un sorprendente Venezia. Quella Coppa si troverà quasi sessant'anni dopo, nel 2002, al centro di un intrigo internazionale, finendo misteriosamente all'asta da Christie's a Londra, in circostanze ancora oggi piuttosto misteriose, per poi essere riacquistata dall'allora patron granata Franco Cimminelli. Il 13 luglio 1943, poco dopo la fine di quella gloriosa stagione, Torino sarà devastata dal peggiore bombardamento di sempre per una città italiana, con quasi 800 morti e danni incalcolabili, anche per lo Stadio Filadelfia. È il preludio dell'estate che vedrà la caduta del regime fascista, l'armistizio dell'8 settembre 1943 e l'avvio della fase storica della resistenza, ma anche lo stop al calcio italiano come lo abbiamo conosciuto finora.
Il primo Scudetto del Grande Torino arriva a tre minuti dalla fine dell'ultima partita della stagione 1942/1943, quando Valentino Mazzola trova in mischia il goal della vittoria contro il Bari, che vale un punto di vantaggio su un sorprendente Livorno, agguerrito rivale dei granata per tutto il campionato.Quel 25 aprile, il Toro scrive il primo vittorioso capitolo di un cammino incredibile, in un anno segnato dai bombardamenti su Torino e dalle difficoltà della guerra, dopo aver raccolto non poche critiche e dopo che anche i grandi campioni scelti da Ferruccio Novo sono stati messi in discussione. Dopo quel successo, però, il Grande Torino non si fermerà più.
Il 20 settembre 1942 il Torino scende in campo al Filadelfia per il primo turno di Coppa Italia contro l'Anconitana. Per la prima volta, scendono in campo tra i granata Valentino Mazzola, Ezio Loik e Giuseppe Grezar, in quella che si può definire a tutti gli effetti la "Prima" del Grande Torino, negli ultimi scampoli di leggerezza e disillusione per la città. Alle porte, infatti, c'è un autunno fatto di bombardamenti e devastazione, che causerà oltre 600 morti e 250.000 sfollati.
Il Grande Torino non sarebbe stato lo stesso senza le geometrie di Giuseppe Grezar, il silenzioso centrocampista triestino che completa la campagna acquisti di Ferruccio Novo nell'estate del 1942.Questa è l'ultima estate di relativa quiete prima che l'autunno porti con sé una forte accelerazione della Seconda Guerra Mondiale, e un impatto sempre più devastante sulla vita dei torinesi e degli italiani, proprio mentre il Torino si avvia, con una rosa completa e nettamente superiore a quella delle rivali, alla sua prima stagione di grandi successi.Twitter: https://twitter.com/diegoforneroInstagram: https://www.instagram.com/diegofornero/
Come nasce un Capitano? La storia di Valentino Mazzola ha dell'incredibile: un'infanzia e un'adolescenza complessa, segnata dalla povertà, e l'approdo al grande calcio soltanto a vent'anni. Ma il talento di "Tulén", come tutti lo chiamano a Cassano d'Adda, lo porterà a diventare il più grande giocatore italiano di tutti i tempi, approdando al Grande Torino nel 1942 in compagnia di Ezio Loik, con il quale comporrà per sempre una formidabile coppia di mezzali.Twitter: https://twitter.com/diegoforneroInstagram: https://www.instagram.com/diegofornero/
Nell'estate del 1942, il Presidente del Torino, Ferruccio Novo, acquista dal Venezia, nella più onerosa operazione di calciomercato mai vista fino ad allora, le due mezzali più forti del campionato: Ezio Loik e Valentino Mazzola. Con la maglia granata, Loik dimostra subito di essere molto di più del semplice "completamento perfetto" di Valentino Mazzola: quella mezzala cresciuta a Fiume tra mille difficoltà, diventa infatti la solida colonna su cui costruire la macchina perfetta del Grande Torino.Twitter: https://twitter.com/diegoforneroInstagram: https://www.instagram.com/diegofornero/
Per completare la campagna acquisti dell'estate del '41, il Torino ingaggia il sedicenne Virgilio Maroso: un ragazzino che sarebbe diventato di lì a breve il difensore più forte e ammirato del mondo. Nella stagione 1941-1942, dopo la grande opera di rinforzo da parte di Ferruccio Novo, si vedrà per la prima volta qualcosa che assomiglia molto al Grande Torino, anche se la lotta Scudetto sarà vinta dalla Roma, complice una brutta sconfitta granata a Venezia nel finale di stagione. Ma sarà proprio a Venezia che cambierà per sempre il corso della storia.Twitter: https://twitter.com/diegoforneroInstagram: https://www.instagram.com/diegofornero/
Nel 1941 il Torino completa, su raccomandazione di Mario Sperone, l'acquisto del diciottenne Mario Rigamonti dal Brescia: fa il mediano, è ancora da sgrezzare, ma di lì a poco diventerà lo stopper per eccellenza del Grande Torino e della Nazionale, sempre rigorosamente in sella alla sua moto, tra fughe, ritardi e grandi risate.Twitter: https://twitter.com/diegoforneroInstagram: https://www.instagram.com/diegofornero/
Nel 1941, Ferruccio Novo completa la campagna acquisti per la prima squadra del Torino con un tris di giocatori della Juventus: Guglielmo Gabetto, Felice Borel e Alfredo Bodoira. I bianconeri li reputano non più necessari, eppure tutti e tre - chi in un modo, chi nell'altro - lasceranno il segno della storia granata, contribuendo a rendere Grande il Torino.Twitter: https://twitter.com/diegoforneroInstagram: https://www.instagram.com/diegofornero/
Nell'estate del 1941, Ferruccio Novo avvia una campagna acquisti sontuosa per rinforzare il suo Torino. Dalla Fiorentina, torna in granata Giacinto Ellena e porta con sé Romeo Menti, giovane ala destra che ha fatto innamorare Firenze e che porterà sempre con sé un giglio viola al bavero della giacca. Sulla sinistra, invece, arriva dall'Inter il campione del mondo Pietro Ferraris.Twitter: https://twitter.com/diegoforneroInstagram: https://www.instagram.com/diegofornero/
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