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Lei ha bisogno di un Padre
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Lei ha bisogno di un Padre

Author: Filippo Ruggieri

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Siamo sul suo letto, ci baciamo. In sottofondo una canzone che le ho scritto. Lei è sopra e mi guarda. Che dolore nel ricordo di quello sguardo, l’avevo quasi rimosso completamente. Mi stava abbandonando come io avevo fatto con lei, non c’era più nulla che io potessi fare per riprendere la sua fiducia. Colleziono mancanze, tra queste, la sua è quella più preziosa che ho nei miei ricordi. Un ultimo abbraccio consapevole e presi l’autobus verso casa. Col passare del tempo l’ho vista passare dalle braccia di un poco di buono all’altro, impotente davanti al sua farsi sempre più bella, forte e probabilmente autodistruttiva. Da lei ho imparato che certi cuori non si tradiscono mai, perché anche volendo non sanno perdonare fino in fondo. Come il mio, del resto. In qualche modo stavo scegliendo me stesso, ma non immaginavo che me stesso sarebbe stato per sempre.

Scritto, prodotto e interpretato da Filippo Ruggieri
@ Monologato Podcast Production
13 Episodes
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Non parlatemi di lealtà. Non fatelo. Io sono sempre stato leale, dal primo momento. Dall'ossessione all'idea di dare il primo bacio all'ultimo. Dall'estenuante attesa della prima volta, al più recente momento d'intimità che ho vissuto. Direi proprio dalla prima coccola di mia madre, fino all'ultimo abbraccio di una perfetta sconosciuta.L'attenzione delle donne è probabilmente l'unica costante che mi ha fatto sentire vivo anche quando la vita per me non aveva valore. Bramarle il mio credo.Io non ho mai tradito anche se razionalmente lo farei, ma una donna alla volta mi basta e mi avanza.Le donne mi usano, mi studiano, si divertono con me, s'illudono di amarmi ma non mi amano. In questi ultimi dieci anni sono diventato esperto nel gestire la loro condotta, nel muovermi nell'ombra per incontrarle, nel decidere passo passo il loro destino attorno ai miei interessi che combaciano con i loro. Non sono uno stratega, non sono un talento, anzi non ci ho mai saputo fare. Ho imparato col tempo, tra le delusioni e il dolore, pur mantenendo una grande correttezza morale, difatti vivo i miei rapporti con loro attraverso principi di libertà, lasciandole sempre libere di scegliermi quando lo desiderano e libere di abbandonarmi quando sono sature.Ho sperimentato decine di comportamenti con diverse ragazze: alcune simili, altre completamente differenti, ma il risultato è stato sempre lo stesso. Mi sono colpevolizzato come si colpevolizza una donna che ha subito una molestia, sono entrato nella loro ottica, ho perfezionato la tecnica e sono diventato molto bravo a capire cosa vogliono e come vogliono vivere l'aspetto sessuale. Ho vissuto serate magiche e degne di nota, ma anche notti tragiche a ricordarle. Ho amato brave ragazze acqua e sapone, giovincelle alternative, puttane da salotto, troioni da strada, tutte allo stesso modo, perché credo che l'amore sia nell'istante e anche una sconosciuta può essere amata in una notte ed io così ho fatto. Le ho amate tutte.Quando i miei bisogni sono stati troppo irruenti sono stato giustamente invitato ad andare altrove ma allo stesso tempo, quando mi sono privato del necessario per dedicarmi completamente ai bisogni di una donna, questa si è sempre spaventata, additandomi come l'uomo perfetto che non merita e fuggendo via dal primo stronzo che capita.Sono stato io lo stronzo, oggetto di perversione. La persona usata dalle ragazzine per ferire i propri genitori, anche quando meritavo l’appellativo di buon esempio.Ragazze meravigliose, ragazze intelligenti, ragazze brutte che però mi piacevano, ragazze stupide da far schifo. Ho cercato sempre di far funzionare i rapporti anche quando sapevo che questi non meritavano di continuare. Sento sempre parlare di parità di sessi e io sono d'accordissimo, ma sono parole più false del clickbating, in quanto non ci sarà mai parità dei sessi finché una fottuta e lugubre scrofa non avrà alcun problema a trovare qualcuno che le dia importanza su di un social network, mentre un operaio grasso e privo di autostima è destinato a scopare solo a pagamento. Ho trattato sempre le donne come principesse e con la garbatezza che meritano, ho messo da parte l'orgoglio per amarle e imparato dai miei errori quando me lo hanno fatto notare. Ho speso tutta la mia vita allo studio di comportamenti spesso banali e sempre uguali nel loro essere completamente privi di logica. Se non provassi un forte disgusto all'idea di baciare un uomo o di prendere un fottuto cazzo in bocca, diventerei gay all'istante, risolvendo l'unico problema reale della mia vita. Vi domandate perché ci sono sempre più trans? Perché molti hanno capito che è molto meglio essere una donna a metà che un uomo di merda intero.Continuo a vedere le poche coppie che sopravvivono al delirio di questi tempi, la maggior parte di esse coniate attraverso una logica punitiva reciproca, come due linee parallele che non possono incontrarsi, ma che vanno per la stessa strada e anche io, fino a che ero un pazzo egocentrico, egoista e narciso totalmente inconsapevole vivevo di questi equilibri, a cui sono grato.Donne tanto capaci di farci sentire in alto quanto di ridurci in miserabili pezzenti, imbottiti dal panico e dal rancore. Tanto belle da togliere il fiato, senza lasciare un po d'aria nei nostri polmoni affinché ci sia concesso sopravvivere. Sempre donne: oggetto dei miei desideri, ossessione delle mie notti, obbiettivo primario della mia esistenza. Non parlatemi di lealtà, io lo sono sempre stato e sempre lo sarò: per attitudine, per educazione, per principio, perché per me la fiducia è il valore primario e questo vale per tutti i rapporti, non solo per gli amori. Non fatelo perché io non ho mai sentito l'esigenza di tradire quando avrei potuto. Non fatelo, perché ho sempre avuto molto meno di quanto ho dato, senza un lamento, al massimo con qualche capriccio.Sempre, comunque e incessantemente donne: vi amo con tutto me stesso, ma questo libro è la mia resa.
Cosa mi ha attratto di lei? La sua inquietudine. Era una ragazzina, sembrava già adulta dal corpo ma doveva compierne sedici ed era ben raccontato dal suo giovane visetto. Io ne stavo per fare diciotto. A quell’età ti vergogni perché agli occhi esterni hai a che fare con una bambina, ma quella bambina in verità ha già esperienze che la rendono più levigata di te. In me vedeva sicurezza, il fratello maggiore che la capiva, la ascoltava, la coccolava. Le volevo bene da morire e quel rapporto era perfetto per avviare la fase di chiusura con quello che per anni ho creduto fosse l’amore della mia vita, come tutti i primi grandi amori. Io giocavo molto a fare il duro e lei voleva proprio un pazzo pronto uccidere per lei, infatti con gli anni ha frequentato spesso delinquenti, affascinata dai loro deliri di onnipotenza. Ascoltavamo il Rap underground e ci confrontavamo sulle nostre emozioni. Mi regalò il libro di Mondo Marcio, che la mia ex, durante una scappatella poco prima delle fine notò in camera mia, costringendomi a restituirlo. Quando glielo riportai le spezzai il cuore, la ricordo bene quella mattina. Non andava mai a scuola e fu proprio durante uno dei suoi filoni che passammo la prima mattinata insieme. Mi raccontò ogni cosa che la riguardasse. Parlava sempre di suo padre. So tutto di quell’omone che temeva forse più di quanto gli volesse bene, ma questo non la fermava dal fare cose che poi l’avrebbero messa in cattiva luce ai suoi occhi, compreso marinare la scuola con me, ovvio. Se si parlava di soldi, suo padre era stato molto ricco, per poi perdere tutto come ogni grande imprenditore. Se si parlava di rispetto, suo padre era il più temuto del paese. Nessuno poteva mettersi contro lui. Se si parlava di tradire la sua fiducia, nessuno poteva sopravvivere alla sua vendetta.Ma se si parlava di bontà d’animo, nessuno ha aiutato le persone come quell’uomo quando è stato nelle condizioni di farlo. Insomma una sorta di eroe con un lato oscuro molto pronunciato, lei era ossessionata da questa figura, la confrontava con chiunque, anche il sottoscritto.Io detesto i padri delle ragazze che frequento, a priori, perché entro sempre in una prospettiva di relazione futura e so che se una storia va avanti devi comunque sottometterti all’autorità del vecchio di turno e questa è una cosa che mi infastidisce molto, sopratutto se si parla di questi personaggi vecchia scuola, gente che viene da una differente cultura del lavoro. A me? Io non ho mai lavorato un giorno in vita mia e ne vado fiero. I miei interessi l’ho sempre curati da me e ad oggi sono un libero professionista. Mai stato sotto padrone e lavorare per me vuol dire tirare fuori denaro dalle mie passioni, piuttosto faccio la fame. Piuttosto metto la mia vita in serio pericolo. O almeno così è stato fino a qualche tempo fa.L’idea della fabbrica è la cosa che più mi spaventa, mi viene da piangere quando penso a un giovane ventenne che si chiude in fabbrica, pronto a diventare un automa che passa il suo week end ad alcolizzarsi, annullando i suoi talenti e il padre di lei ne aveva addirittura una di fabbrica, che poi è fallita, facendolo sentire un uomo finito, depresso. La sua famiglia ne stava pagando il duro scotto. La prima mattinata con lei fu un annusarci a vicenda fino a delle tenere coccole intorno all’ultima ora di lezione non fatta, concluse con un bacio che sapeva tanto di errore, da parte di entrambi.C’era una voce nella mia testa che mi diceva che lei era troppo piccola fondamentalmente, ma non era un problema mio, era un problema degli altri. Non volevo passare per quello che approfittava di una ragazzina ingenua, ma c’era qualcosa di grande che ci ha legato per anni.Mi raccontò che i suoi primi rapporti sessuali li aveva avuti con i suoi cugini. Anche insieme. La cosa mi turbò molto, avrei preferito non sapere, ma lei era così: metteva continuamente alla prova, faceva di tutto per farsi abbandonare e io restavo lì eh, per carità divina, ma non potevo evitare di giudicarla. Nonostante la durata della nostra amicizia, con incontri che si verificavano a cadenza mensile, confermando ogni volta la forza del nostro rapporto nonostante il tempo, non ci ho mai fatto sesso. Per anni mi è sembrato un grosso rimpianto, più o meno, ma quello che c’è stato tra noi, valeva molto più di una scopata. Avremmo potuto farlo in ogni momento, ma avevamo paura di perderci, sapevamo di essere preziosi per noi stessi. Eravamo sempre al limite tra l’amicizia e la love story, probabilmente se non avessi avuto una relazione di quasi tre anni alle spalle le cose sarebbe andate diversamente. Com’è finita? Suo padre è morto. Incidente d’auto, una triste notte avvolta dal mistero. Non la vedevo da tantissimo tempo e la settimana prima ci eravamo incontrati e giuro sulla mia testa che per la prima volta sembravamo pronti per un nuovo e vero inizio insieme. Ci eravamo accordati per un pranzo a casa sua, sarebbe stato il pranzo che ci avrebbe coronato come coppia, lo sapevamo entrambi.Ero in un pub, ero felice quella sera, era un bellissimo momento. Stavo per partire per Praga, in gita con l’ITIS di Giulianova, avevo già pagato. Non potevo non partire, ma fu per lei l’atto conclusivo, la prova che non poteva fidarsi di me. Mi chiese di andare alla veglia funebre, di farle compagnia in quelle terre dove lei passava ore a soffrire ascoltando musica. Mi chiese di stare con lei giorno e notte ma io rimandavo. Avevo paura di cadere in un circolo di emozioni così forti e violente da distruggere definitivamente la mia psiche. I miei si erano separati da poco, ero appena uscito da una relazione dolorosa e certe corde dell’animo umano non potevo permettermele. Tutte stronzate. La verità è che sono stato un vigliacco, ed è l’unico episodio della mia vita in cui posso essere definito propriamente così. L’aggettivo che più disprezzo, il lato opposto al mio orgoglio. Vigliacco… Il nostro ultimo incontro da amici intimi fu a casa sua, al ritorno della mia fottuta vacanza. Lei era un’altra persona e anche se facemmo ciò che ci eravamo promessi di fare, quell’incontro aveva tutti i presupposti di un freddo addio e così è stato. Siamo sul suo letto, ci baciamo. In sottofondo una canzone che le ho dedicato. Lei è sopra e mi guarda. Che dolore nel ricordo di quello sguardo, l’avevo quasi rimossa completamente quell’immagine. Mi stava abbandonando come io avevo fatto con lei, non c’era più nulla che io potessi fare per riprendere la sua fiducia. Colleziono mancanze, tra queste, la sua è quella più preziosa che ho nei miei ricordi. Un ultimo abbraccio consapevole e presi l’autobus verso casa.Qualche anno dopo le scrissi una lettera per scusarmi e lei mi liquidò con un cuore. Col passare del tempo l’ho vista passare dalle braccia di un poco di buono all’altro, impotente davanti al suo farsi sempre più bella, forte e probabilmente autodistruttiva.Fino a questa sera, quella in cui sto scrivendo, il mio ultimo ricordo di me e lei era al funerale del padre. Andai col mio amico Luca, ce ne siamo fatti parecchi di funerali di genitori di amici e conoscenti. Non ce ne perdevamo uno a dirla tutta. La verità della morte è qualcosa che cerchiamo sempre di vedere da vicino quando ne abbiamo la concreta possibilità. Lei uscì dalla Chiesa, ci vide in quel piazzale. Avevamo gli occhiali da sole ma sotto eravamo strafatti davanti a tutti i presenti, vi parlo di centinaia di persone che la conoscevano da sempre e che non aveva la minima idea di chi fossimo noi.Mi abbracciò e scoppiò in lacrime. Una stretta forte, un grido disperato. Una richiesta d’aiuto troppo grande per me. Tutti mi guardavano straniti, nella mia psiche malata mi sono sentito così speciale in quell’istante: la figlia del morto che piange disperata tra le mie braccia, le uniche da cui voleva essere consolata davvero e lì decisi che era arrivato il momento di chiudere quel rapporto.Mi vergogno di me stesso. Quella persona mi avrebbe portato a fondo con sé, ma non era quello il modo e il momento di pararsi il culo.Stava iniziando il biennio del delirio: due anni della mia vita dove mi sono perso in panico, depressione, droghe di ogni tipo, psicofarmaci, spaccio. Ho pagato il prezzo della mia vigliaccheria. Da lei ho imparato che certi cuori non si tradiscono mai, perché anche volendo non sanno perdonare fino in fondo. Come il mio, del resto.
Quando la vidi ebbi la sensazione di aver finalmente trovato il lieto fine che cercavo da sempre. Capii che dovevo alzare l’asticella del mio ego, perché una così non si conquista con le insicurezze.Il caso unì i nostri gruppi, lei non usciva mai, era sempre al lavoro: infermiera sotto pandemia, vi lascio immaginare. Single da poco più di tre giorni, provarci era una follia, ma quella notte non c’era nulla da razionalizzare. C’era solo da agire.- Ti accompagno alla macchina. - Fulminai l’amica con lo sguardo, prima che potesse dire qualcosa di sbagliato – Tranquilla, non me la mangio. Un colpo da bomber, diretto, senza pensarci, nel momento giusto e vidi che si accese. Nel corso della serata qualche messaggio l’aveva rattristata e feci leva proprio su quel momento di fragilità.Camminando mi sentii veramente dove volevo essere e anche se a sua detta odiava camminare, quei 500 metri volarono, cinque minuti in cui ci dicemmo tutto. Un colpo di clacson come ultimo saluto, io alzo la mano di spalle come fossi B-Rabbit nell’ultima scena di 8 Mile. Cotte ne ho avute, anche troppe, ma quella sera avevo riprovato qualcosa che mancava all’appello da più di 10 anni: il colpo di fulmine.Quando amo divento più spirituale, il problema delle generazioni di oggi è che non sono in grado di sentire e quindi non hanno gli strumenti per capire la fede che è una forma d’amore molto individuale. Così entrai in casa, mi inginocchiai nella mia camera e mi rivolsi verso Dio:- Ti prego, dammi una possibilità con questa persona, fa che la tua volontà coincida con il suo amore verso di me. - E passai la mia nottata felice ascoltando musica e addormentandomi lentamente pensandola. Patetico magari, però ripeto, è stato come se tutto combaciasse perfettamente. Ci stavo credendo, credendo davvero, come non ci avevo creduto mai.Il giorno dopo le inviai un messaggio, beccai il momento preciso in cui era in pausa e rispose subito.Io le dicevo che stavo sbagliando a scriverle perché stava uscendo da una relazione ma che con lei valeva la pena rischiare. Lei dal suo canto mi disse che aveva avuto piacere della mia conoscenza, ma che non era il momento. Due settimane più tardi, sto guardando Juventus – Roma, si intravedono i primi segni della prima stagione fallimentare dopo dieci anni di dominio in serie A. Nei giorni seguenti sarei partito per la capitale a caccia di nuove opportunità, quando arriva un messaggio che cambia i miei piani.- Hai la macchina? - Era lei. - No, ma ho un posto dove stare. - Risposi con convinzione. - Ok, ma non parliamo di nulla che sia personale. - Cosa voleva dire? - Dico a me stesso. Mi faccio la doccia e mi preparo, esco di casa per raggiungere l’abitazione di mio padre, quella domenica sera casualmente vuota. Nel tragitto metto November Rain dei Gun’s Roses. So a cosa sto andando incontro: sarò l'oggetto dei desideri di una notte, nulla più che uno dei tanti torti di una relazione non mia. Devo tirarmi indietro…. Ma non posso farlo. La raggiungo in un parco nei pressi della casa, non un parco qualunque, lo stesso del primo appuntamento col mio primo amore. Che cazzo ne sa la gente dei richiami, dei riti e del romanticismo con sé stessi, della follia metodica e razionale di un povero disperato che vuole solo vivere un sogno che non esiste. Andiamo a casa avvolti dal silenzio, dunque è vero, vuole solo scoparmi. Per metterla a suo agio le verso del limoncello e all’improvviso diventa un fiume in piena di parole ed emozioni. Mi racconta tutto di lei, mi chiede di cantarle una mia canzone. Io le canto “Ricordo in Estate” che avevo appena presentato al Festival di Sanremo dopo che l’anno precedente passai le selezioni per poi venire squalificato, ma questa è un’altra storia. Aveva un problema. Un problema di salute, nulla di apparente ma che da un momento all’altro poteva distruggerla. Mi accorsi di avere davanti una persona che aveva un grande bisogno di vivere il momento.Ci sediamo sul divanetto finalmente, dopo esserci girati attorno letteralmente, muovendoci nella stanza. Ci sembrava di conoscerci da una vita. Allora arriva la mia frase di rito.- Posso darti un abbraccio?La chimica era così tangibile che nel giro di pochi minuti stiamo facendo l’amore perdutamente, spiritualmente. Non c’era peccato, non c’era malizia, non c’era nulla se non la connessione di due anime che hanno gli stessi bisogni.Raggiungiamo l’orgasmo praticamente insieme, era tutto perfetto. La ragazza più bella con cui sono stato, nel vederla nuda avrei voluto dipingerla. Mi ero dimenticato ogni cosa, tra me e lei c’era già la complicità di una coppia. Interrompo il secondo round, cosa mai accaduta, non mi interessava neanche scopare, non mi ero mai sentito in quel modo. - Nessuno mi aveva mai stretto così. - Con chi credevi di avere a che fare? - Pensai.Il giorno dopo le scrivo in serata, mi sentivo come se fossi risorto. Lei era lì ad aspettarmi, pronta a un nuovo bellissimo appuntamento. Io la volevo e lei voleva me, nessuna guerra, nessuna lotta, nessuna ridicola strategia per comunicare. Una brava ragazza normale che ha occhi solo per me. Parto per Roma, ma mi rendo conto che le motivazioni che mi avevano spinto a partire si erano annullate e nel giro di 36 ore ero già a casa. Ci rimetto 300 euro di caparra, sti gran cazzi. I miei guadagni online erano stabili e in crescita, non avevo bisogno di inventarmi nulla, volevo dare priorità all’amore.Ci sentiamo ogni giorno quando va al lavoro, lunghe chiamate. Lei è sempre così felice e cortese, poi all’improvviso spunta un argomento che non andava affrontato: il suo ex ragazzo. Un pazzo rompipalle che non voleva accettare il fatto che lei aveva già voltato pagina. Dei miei anni da dimenticare, mi restano parecchi contatti nella malavita locale e se era per me, la situazione si poteva risolvere senza troppo chiasso. Un messaggio da parte della persona giusta, una dentro al giro, perché quando sei fuori la tua minaccia non vale un cazzo, come il prezzo per spaccare le gambe a uno che non ha reati alle spalle. Volevo, ma non potevo arrivare allo scontro, non potevo permettere che lei mi vedesse violento. Per carità, non pagherei mai un sicario per pestare qualcuno ad oggi, ma voi non immaginate quante rotture di scatole si risparmiano con un’intimidazione ben calibrata. Non feci nulla di tutto questo. Non aveva senso scomodare certe persone per una questione privata e non di affari, ma sopratutto i miei contatti erano tutti in galera e pagare qualcuno per un messaggio ha comunque un prezzo e fare quella scelta voleva dire mostrare un lato di me che ero determinato a soffocare, che da anni era sopito. Purtroppo quando c’è di mezzo il cuore, mi sembra tutto plausibile.Una sera esce per la mia città e ci incontriamo, nel vederci la gente ci ferma, ci dice che sembrano molto innamorati. Era vero, ma non c’è peggior bugiardo di chi crede ad ogni suo istinto.La notizia si sparge in fretta e il suo ex viene a sapere di questa frequentazione, facendo quello che non aveva mai fatto: un passo indietro. Scoppia a piangere davanti all’abitazione di lei, chiedendole pietà. Lei in quel momento ha già scelto che io sono fuori dalla sua vita e anche se ci vuole una settimana per definire la situazione, in piena domenica pomeriggio durante Inter – Lazio, capisco due cose: una che l’Inter probabilmente vincerà lo scudetto, l’altra che il mio idillio è finito, così ho una crisi di pianto, pazzesco, non mi succedeva da tantissimo tempo. Desideravo molto piangere e svuotarmi, ma fu veramente doloroso. Mia madre mi guardò e mi disse: - Com’è possibile che l’amore ti riduca sempre così?Silenzio necessario, specchio, nemico immaginario, la lama da cui puoi lasciarti ferire, scrissi sulle mie note del cellulare.Dovevamo vederci ancora una volta, avevo preparato un appuntamento da capogiro, ma lei non verrà. Non verrà perché lui ha avuto una crisi epilettica probabilmente generata dallo stress della situazione. Qualche giorno dopo le mandai la cosiddetta “Lavanda Gastrica”, un messaggio che mando alle donne quando il mio orgoglio prende il sopravvento, in cui faccio un’analisi della loro situazione psicologica e cerco di distruggere il loro vissuto emotivo. In altre occasioni lo facevo per punire, in questa, volevo rianimare i suoi sensi dell’abbandono, farle capire che io ero in grado di capirla, ferendola. Un logica folle, sbagliata. Una chemioterapia della sfera emotiva, che ti distrugge dentro, ma il cancro della nostra relazione era all’ultimo stadio e non c’era più niente da fare. - Come hai potuto tirare fuori mio padre così? - Una risposta agghiacciante, mi guarda delusa, non sono più il tenero amante di qualche notte prima, sono solo uno che sta per sparire dalla sua vita, ma io non voglio. Io la sto amando come non mai in quel momento, volevo solo ricordarle che le avevo offerto una prospettiva di amore sano e lei è fuggita per il suo istinto da crocerossina. L’ultimo pomeriggio insieme è stato in compagnia delle sue amiche. Il fidanzato della sua migliore amica quasi distrusse l’abitazione per litigarci, volevo chiarire con la mia presunta amata e mi sono ritrovato a fare da baby sitter in un contesto che mi ricordava me dieci anni prima. Se ne vanno tutti, lei deve andare al lavoro. Mi avvicino, metto in sottofondo i Tiromancino e la bacio. Non riesco a dimenticare il suo sguardo mentre vado via, quello di chi vorrebbe ma non può e triste come chi deve, come Piero di De Andrè chiudo la porta con diverse sgradevoli certezze.Nello stesso comodino dove l’ho posata, il giorno dopo trovo una storia instagram con la foto di lei e il suo lui insieme. - Hai la mia benedizione. Quello che c’è tra noi, qualunque cosa sia, è finita. - le scrivo e non ottengo alcuna risposta. Fu un ultimo gesto di amore, volevo liberarla dal mio peso. (Continua nell'audio)
I giorni successivi

I giorni successivi

2021-04-2605:45

L'idea che possa non volermi più mi uccide, ogni volta che mi innamoro si apre una fragilità che riesco a tenere sopita per mesi. Riesco a piangere, a commuovermi, a entrare in viaggi mentali e pensieri che stimolano corde malinconiche. Mi sveglio prima con l'adrenalina addosso ma non è una bella sensazione, poiché generata dal dolore, dal fastidio.Fatico a respirare, non riesco a godermi niente, vorrei solo che finisse. Una parte di me viene rubata letteralmente, da un momento all'altro. Devo curarmi, ricrearla. Perché faticare così tanto per poi sentire questo senso di abbandono che mi attanaglia in ogni momento? Per ogni sorriso un sussulto spiazzante, per ogni momento di gioia uno stato di sfiancamento che può durare ore.La verità è che mi sono sentito sbagliato così a lungo nella mia vita da non riuscire a sentirmi più meritevole di affetto, amabile. Col tempo, con i successi personali e i cambiamenti ci si dimentica della merda che siamo e che ci hanno buttato addosso, ma quella torna in superficie violentemente. So di valere, so di meritare, ma emotivamente sono sicuro di saperlo? Quale storia mi racconto per sopravvivere a questa condizione? Le scriverò domani, domani con una banale scusa le chiederò di fare due passi... Dov'è finita quella sicurezza da scacchista che sento nel momento della seduzione? Perché mi sento così piccolo adesso? Le scriverò, le scriverò domani perché lei abbandona per non essere abbandonata. Le dirò che mi è mancata e che mi mancherà ogni giorno di più. E se non dovesse rispondere?Allora forse domani è meglio aspettare... Non posso permettermi altri colpi al mio ego. Le scriverò, le scriverò domani, con una banale scusa cercherò di strappare una risposta che la riguarda. Cercherò di capire se è ancora interessata a incontrarmi. Se anche lei sente qualcosa.Spero non quello che sto sentendo io, perché altrimenti avrebbe più motivi per odiarmi che per desiderarmi. Io semplicemente ci sono abituato. Io sono nato sbagliato, non merito amore e sapere che non è così, non cambia la sorte delle mie emozioni. Le scriverò, le scriverò domani… Domani… Domani…. Domani… Domani? Silenzio. Solo un altro nome nella lista e qualche femminista dirà che sono uno stronzo. Certo… Come no. A me bastava un nome soltanto, gli altri cento li hanno scritti loro.Ogni volta che ti penso, ti idealizzo. Ho qualche saluto tra i miei ricordi che mi permette di dire a me stesso che ti conosco, ma non ti conosco affatto. Mi piaci senza dubbio, ma questo dubbio non mi piace: vorrei conoscerti a fondo... Ma se diventassi realtà, a chi penserei ? Le scriverò, la chiamerò... Stasera è il momento giusto... A volte me lo impongo ma non lo faccio mai. Preferisco avere l'idea di poterti avere, piuttosto che accettare la verità. Non sei quella che penso che tu sia e non c'è in te quello che vorrei ci fosse. Eppure tu ci sei... Se non ci fossi non ti parlerei. Non sai quante volte mi hai salvato senza neanche alzare un dito. Chissà se mi hai sentito mentre ti cercavo. Chissà se hai colto i miei segnali di fumo, privi di forma ma non di consistenza. Oggi è il giorno, l'ho deciso, è l'occasione giusta. La domenica è perfetta per sperare di incontrarti nei deliri della mente. La felicità è una miscela chimica di sostanze che rilascia il nostro corpo, forse sei più presente ora di quanto potresti esserlo dopo che avrò inviato uno dei migliaia di messaggi che ho preparato per te. Ma tutto ciò che è preparato non è mai giusto in un rapporto. Se tu diventassi realtà, avresti un odore diverso dal profumo che emani in superficie. Avresti troppa insicurezza davanti a certi miei concetti e troppa paura delle mie di insicurezze.Ma la verità, seppur sempre relativa, è che il tuo esistere potrebbe combaciare con l'indifferenza nei miei confronti. A quel punto il mio orgoglio mi priverebbe di quel poco che ho di te, ovvero nulla. "Ci incontreremo in altre vesti" ti dissi, non lo ricordi, vero? Tu esisti nella mia testa e questo è molto più di quanto possa fare in un' istante. Non voglio dirti addio ma sono costretto a farlo.Questa è l'ultima lettera a me stesso prima del nostro inizio, un unico faticoso passo. Hai sancito la nostra fine con la tua presenza. Questi anni hanno annebbiato l’istinto.
Per lei ero una cosa sbagliata che sentiva di voler fare. Certe cose puoi comprenderle solo a distanza di anni. Dicono che sia impossibile entrare nella testa di una donna, io credo che invece bisogna solo essere disposti a scendere un po' più a fondo. Esiste un mondo lontano dalla razionalità che non può essere controllato. Puoi prevederlo se impari a conoscerlo ma è una roulette russa, in tutti i suoi aspetti. Come si scopa una donna? D'un tratto mi rendo conto che con lei avevo sbagliato tutto... Ora capisco come si sentiva quando le davo appuntamento con il chiaro intento di assaporare il suo corpo. Anche se non era solo quello e lei lo sapeva.- Perché piangi? - Le chiedevo dopo che ero venuto. Le prime volte appena intravedevo le lacrime mi fermavo, poi ho capito che era un suo modo di godere e allora per lo meno soddisfavo parte dei miei bisogni prima di provare a comunicare con lei. Sapeva che la amavo, però stava capendo che le mie insicurezze affettive la portavano a sposare dei compromessi che non tutti i giorni poteva sopportare. A quelli come me, non importa un cazzo di niente se non della costanza. Non ci sentiamo sicuri,mai. Quando amiamo diamo tutto e tutto deve essere ricevuto. Poverina, costretta ogni giorno a scegliermi per sempre. Non c'era un vero motivo per cui non riusciva più a scopare con me, le dava fastidio il fatto che programmassi tutto come un tossico che non riesce a dormire se non ha la certezza di potersi fare il giorno dopo. La gente parla di coerenza, dimenticandosi che veniamo al mondo con l'istinto della verità e che i più grandi nemici della storia sono i compagni fedeli di una vita. Siamo noi stessi il problema e la soluzione. Ero troppo incentrato su di me, il mio cercare sempre di darle il massimo non aveva valore per lei perché non era gratuito. Era un ricatto.Una delle tante volte in cui uscì il suo lato da zoccola, preso dalla foga, la misi a pecora e fingendo di cercarle la figa con le dita, calcolai il territorio e mi infilai rapidamente nel suo retto anale. Non mi aveva neanche mai fatto un pompino prima di allora. Lei non disse niente, andò bene così. Quando tornò dal bagno dopo essersi fatta un bidè era amorevole e soddisfatta. La cosa si è ripetuta per un mese e mezzo circa, ormai la figa neanche la valutavo più come ipotesi... Mi ricordo l'ultima scopata puramente anale che feci con lei: ci sedemmo vicini e ci abbracciammo nudi, in silenzio. C’era qualcosa di squallido, il clima era veramente torrido, come se ci fossimo fatti una pera di eroina insieme ed era appena finito l’effetto. Non so come sia farsi una pera di eroina, però mi sono sentito come in Requiem for a Dream in quel momento, in ogni caso non lo facemmo e non ne parlammo più. Stavamo vivendo uno dei tanti tentativi di accendere la luce in una grotta desolata e per anni continuammo ad amarci manovrati dal rancore. Abbiamo avuto dei genitori difficili. A essere sincero, nel ricordare quel momento, nel descriverlo... Deve essere stato proprio romantico, almeno lo sembra da fuori... Basta vederlo dalla prospettiva di chi non la sta vivendo in quel momento.Basta farsi una risata, perché ci stavamo volendo bene veramente e non è una cosa che accede spesso nella vita.Col tempo iniziò a tradirmi, giustamente mi viene da dire, ma non è mai giusto un tradimento. Per avere conferme le hackerai il PC e trovai delle mezze verità a cui non sapevo credere. Minacciai chiunque stesse parlando con lei, incontrai decine di ragazzi quell'estate per risolvere i conti. Odiavo il bar che oggi frequento assiduamente tralaltro, perché il patto era che quando c'era lei non mi era consentito l'accesso. Col tempo queste tresche presunte iniziarono a distruggermi dentro e cambiarono la mia prospettiva su di lei.In quasi tre anni contiamo la bellezza di 14 test di gravidanza effettuati, inutile dire che a livello inconscio stavamo cercando di avere un figlio e lei lo ha avuto del resto qualche anno dopo, ma non con me.Ricordo l'ultima sera con lei. Io stavo uscendo con un paio di amici che facevano sempre serata e non c'ero mai, questo la portò ad avvicinarsi a me di sua spontanea volontà, forse per la prima volta in tre anni.Quella sera la vidi e scappai, me ne andai per la spiaggia verso casa, non volevo incontrarla. Nel cammino sento picchiettarmi la spalla, mi aveva raggiunto. Bella sensazione essere raggiunti, ma non quella sera.Io non riuscivo a guardarla in faccia, avevo capito che era finita, non poteva essere l'unica e per sempre, dovevo fare le mie esperienze come lei diceva sempre del resto, ma stavolta avevo io il coltello dalla parte del manico.Mi salta addosso, mi bacia. Un bacio salato, intriso di lacrime e davanti alla mia chiusura decide di andare nel suo posto, dove sa che l'avrei raggiunta per fare pace.Per la prima volta da quando l'ho conosciuta non lo feci. Ricordo perfettamente l'immagine di lei seduta che guarda il mare ed io che le volto le spalle. Negli anni mi sono sempre chiesto se ho fatto bene a lasciarla da sola in quel pontile, stavo scegliendo me stesso… Ma non immaginavo che me stesso sarebbe stato per sempre.
Il nome sapeva già di sentito dire e non era una buona cosa. La sessione di tre like agli ultimi tre post non è un comportamento degno della donna che vorrei come abbordaggio, però comunque la lusinga resta. Vivevo in un residence, ero con tutti i miei amici quando chiedo di informarsi su questa ragazza. Nel giro di pochi secondi la verità esce fuori: di lei c’era un video che avevamo visto, il video di un nostro amico che la sculacciava durante un rapporto e finalmente ho capito di chi si trattasse, ma non mi fermai, iniziai a parlarle.Dopo una ventina di giorni in cui ci sentiamo, mi rendo conto che non stavo parlando con la ragazza che mi era stata dipinta, cioè, stiamo parlando di una persona che frequentava gli uomini solo per un’ora ma che non aveva avuto una relazione e in fondo non posso negare si sia dimostrata già dai primi messaggi una bravissima persona. Decisi di incontrarla.Studiava, o meglio fingeva di studiare ad Ancona e così presi il treno e la raggiunsi. Non avevo alcuna aspettativa, probabilmente ci saremmo fatti una scopata e arrivederci, ma quando scendo alla stazione la riconosco tra le folla e vedo il mare nei suoi occhi. Non sto scherzando, in quell’azzurro vedo il mare. Aveva un’innocenza che mi ha portato a mettere subito in discussione le cose che sapevo di lei. Tremava, era così timida, silenziosa. Cerco di metterla a suo agio, racconto qualche pagliacciata delle mie ed entriamo subito in confidenza. Del resto sono l’uomo degli inizi, l’abbordaggio è il mio forte. Sono quello che brucia tutto subito, quello che vive una vita intera in un attimo e che si sente sempre dire la frase “sembra che ci conosciamo da sempre” e quel sempre passa così in fretta, così inesorabile.Entriamo a casa e ci facciamo una briscola con le sue coinquiline, io ai tempi fumavo in continuazione così faccio subito una canna che la stende. Non faceva freddo ma iniziamo a tremolare entrambi, così mi avvicino a lei e le offro una calorosa stretta per poi sussurrarle all’orecchio:- Andiamo dilla.Nel momento in cui chiude la porta della camera, l’unica cosa che renderebbe il concetto sarebbe proprio dire: la scopo con foga. Avete presente il commissario Scialoja di Romanzo Criminale quando riceve l’ennesima batosta dalla coppia Patrizia\Dandi e va con una prostituta? C’è una scena iconica che mostra perfettamente quello che accadde in quella stanza. La sua finestra ridà direttamente sulla strada e le pareti sono sottili…. Facciamo un casino assurdo, senza pudore cazzo. Del resto cosa me ne importava? Se stava a bene a lei. Mi dispiaceva solo per una delle due coinquiline, ragazza palesemente più bisognosa di affetto, più intelligente e interessante della ragazza che stavo martoriando senza sentimento.Viviamo tre giorni tipo coppiettina. Mi cucinava una pasta con gorgonzola e speck favolosa. Guardiamo la TV, fumiamo, beviamo e brindiamo alla vita. Se io mi stranisco lei cerca di capirmi, se lei è sulle sue, io le do affetto. Lo facciamo nove volte in neanche 48 ore, e considerando che ingoiava ogni volta, la cosa inizia a pesarle e mi dice: - Ma davvero vuoi farlo ancora? E io…. - Ma tu non sei quella che è stata con tanti uomini?- Sì ma cosa credi… Io finita la mezz’ora esco dalla stanza. Non ho mai parlato davvero con nessuno di loro.Considerando che non faceva nulla a livello sessuale, ero solo io che cercavo di guidarla, la storia iniziava ad essere plausibile. Allora le chiedo: - Ti sembro bravo a letto?E lei mi dice che fondamentalmente è la prima volta che ha così tanti rapporti con la stessa persona e sono l’unico da cui ha potuto attingere a una certa creatività a livello sessuale e che mi reputa molto esperto. Sicuramente più di lei, che oltre che prenderlo in silenzio, non ha mai fatto.Che tristezza nella sua apatia. Nel vederla guardare la televisione mentre cerca di trovare un senso alla sua vita. Girava già la pubblicità di Vieri, quella “Like a Bomber”, porca miseria la stanno passando ora in TV, che razza di contratto gli hanno fatto al Bobone? Due settimane dopo sono ritornato. - Se mio padre sapesse tutto questo, mi ammazzerebbe.- Cosa? Che per la prima volta ti stai frequentando con una ragazzo che vuole una storia con te?- Sì ma fondamentalmente chi sei? Uno spacciatore che mi scopa?Capirai… Mi alzavo due spicci col fumo mentre cercavo la svolta vera in attività legali. Svolta che poi è arrivata a dirla tutta, però vallo a spiegare a una che viene da un paesino e che vorrebbe fidanzarsi col figlio di qualche imprenditore del cazzo. Ma lei questo vedeva in me… Uno sbaglio in cui crogiolarsi per non affrontare la verità, ovvero che non stava studiando un cazzo e nello scopare con me riusciva a nascondere quel senso di colpa che la condannava. Eppure io cercai di stimolarla, l’aiutai a capire sé stessa… E non fu tempo perso. Fu veramente bello camminare insieme verso la stazione, c’era un gran sole e ridevamo. Un ultimo bacio davanti alle porte del treno che si aprono, un invito a risentirci. Fondamentalmente è lì che ci diciamo addio, perché anche se la nostra frequentazione è continuata per un paio di mesi, una volta lasciata quella casa, ci portavamo addosso solo gli stralci di quello che abbiamo vissuto lì. In qualche modo le ho fatto venire voglia di avere una storia, ma non con me e per quello che so è ancora felicemente fidanzata con qualcuno che ha sfruttato il mio lavoro su di lei. Non eravamo adatti per stare insieme, ma ogni tanto ci sentiamo in amicizia. Col tempo è diventata una persona molto matura, raffinata e più aperta alla sua emotività. Ogni volta che le parlo mi complimento. Con lei mi sentivo al sicuro, prendevo quel treno e sapevo che mi aspettavano tre giorni in un’oasi di pace e tranquillità, una sorta di equilibrio pseudo famigliare dove mangiare, bere e divertirsi come una famiglia. Abbiamo letteralmente giocato a fare il marito e la moglie. Mi ha insegnato la calma in un rapporto, da lei ho imparato il distacco dalla foga. Le voglio bene e le auguro il meglio, perché è stata sempre corretta, sincera ed ospitale con me. E poi a dirla tutta… Che pompini che mi ha fatto.
P. (Aprile 2016)

P. (Aprile 2016)

2021-04-2605:39

In quel tempo io e tutti i miei amici eravamo vittime di un sistema che girava attorno al mercato della cocaina. La situazione si stava facendo pesante e uscirne non era diventata una questione solo individuale, per questo decisi di andare in Spagna per qualche tempo, per disintossicarmi e per non ritrovarmi coinvolto.Ero in casa con altri due fratelli che lavoravano lì, a Sevilla, e mi chiamavano “L’eremita del Trullo” in quanto stavo nella mia stanzetta tutto il giorno a combattere la mia guerra. Onestamente sono partito con l’idea di restare, c’era anche la possibilità di fare un lavoretto ma lo stipendio era basso e avevo un mese di tempo per imparare la lingua. Della Spagna porterò sempre dentro la mentalità e la pace di quei luoghi, oltre a una bellezza architettonica che mi lasciò a bocca aperta. Tuttavia esprimermi era l’esigenza più importante per me, soprattutto in quell’età: pur imparando lo spagnolo, i miei concetti sarebbero stati complessi da convertire e quando ho provato ad abbordare qualche ragazza, non riuscivo a farmi capire come volevo. Perdere la lingua voleva dire perdere la mia identità, una cosa a cui non avrei mai rinunciato e ancora oggi non sono minimamente interessato ad una prospettiva di vita all’estero per questa ragione.Dato che lì era quasi legale, decisi di elemosinare un po' di affetto attraverso il contorto mondo della prostituzione.Per molti non si può considerare una storia il rapporto sessuale con una mestierante, ma si sbagliano: nel mentre vivi a fatti concreti un’esperienza in prima persona con un’altra persona e anche se c’è un accordo verbale che si basa su una retribuzione, questo non toglie il confronto con un altro essere umano.Presi due autobus in compagnia di uno dei miei due amici e andammo in questa villetta che altro non era che una casa chiusa. Si chiamava “El Blanco y Negro” e ciò che mi sorprese a primo impatto fu che il pappone era una donna. Una signorotta un po' gobba che sprizzava energia da tutti i pori e al nostro ingresso ci fece accomodare in una stanzetta accogliente, per poi tornare gridando: Las Chicas!Entrarono una alla volta queste donne, alcune bellissime, altre veramente inquietanti, ma il listino prezzi rientrava nel mio budget e subito ho capito dove avrei indirizzato la scelta. Paula, di soli 26 anni, sembrava uscita da un film. Mi porta in una camera igienizzata e tenuta con una professionalità sconvolgente. Mi spoglia, mi mette a mio agio e fa volare il tempo. Provo a toccarla ma lei indica le mie parti intime e mi intimidì:- Solo con Esto! Te mato!- No està problema. - rispondo.Terminato il tutto, ero ovviamente proiettato al ritorno, ma lei, desiderosa di spellarmi altro denaro che non avevo, inizia a parlarmi. Io non la calcolo proprio e questa dinamica la porta ad aprirsi. Mi raccontò delle cose di lei, io ovviamente non capivo molto ma percepivo che la compra vendita era finita e che quello che stavamo vivendo iniziava ad avere le sembianze di un rapporto umano.Mi chiede cosa stessi facendo lì dall’Italia e io con sincerità le dissi che stavo smettendo di drogarmi. Mi dice che se voglio può aiutarmi a trovare un po' di droga di ogni tipo, ma fuori di lì. Io cerco di spiegarle che non ero affatto interessato. Usciamo dalla stanza, la pappona mi domanda come sono stato e io la ringrazio dicendo che la professionalità di quel luogo è sorprendente. Accade qualcosa che mi è rimasto, qualcosa che mi ha portato a raccontare questo racconto, Paula mi abbraccia con affetto e dichiara:- Mi amor.La cosa mi tocca in qualche modo, non sono stupido, so che è il suo lavoro ma non posso negare che sia stato un bel momento e che mi porto dietro un bel ricordo di lei, ancora oggi.Uscito da quel villino, ho raggiunto il mio amico che si è divertito a sentire i miei racconti, ma la verità è che mi sentivo ancora più vuoto di prima e con qualche soldo in meno.Quella notte decisi che sarei tornato a casa, in Italia, avrei detto no ad ogni offerta proveniente dal mondo da cui fuggivo e che non avrei mai più usato droghe pesanti in vita mia. Partii qualche giorno dopo. Che bella Roma vista dall’altro, la guardavo ascoltando La Cura di Battiato in versione live con l’orchestra. Toccai terra a Fiumicino, non solo metaforicamente, la tocca con le mani: baciai l’asfalto. Il mio esilio era finito. Era l’inizio della mia nuova vita, nel paese che amo e che non lascerò mai. Nel viaggio verso la mia Roseto mi sentivo così felice. Qualche anno dopo sono andato diverse volte con delle prostitute in un’unica mesata, ne ho fatto indigestione e poi ho smesso. Nessuna come Paula e anche se mi sono divertito con ognuna di loro, nessuna mi ha mai nominato suo padre.
Diario Narcisistico

Diario Narcisistico

2021-04-2606:45

Arriva sempre prima o poi il giorno in cui un bambino si stanca di essere adulto. Uno studio antropologico potrebbe teorizzare il perché ma sarebbe comunque una mezza verità. Non esiste una spiegazione reale che conduce al come mai dalle radici di un seme cresca il fiore in un determinato tempo, ma è solo questione di attimi e c'è chi verrà a nutrirsi della sua essenza. Il limite che un cuore può sopportare prima di fermarsi è meno interessante del racconto delle azioni che lo hanno spinto a battere fino a quel momento. Nell'epoca dove si è perduta la libertà di vivere la solitudine germoglia rabbia: genesi di vita che diventa malsana quando si va disperdendo la scia dell'impatto che l'ha generata; da qui lo stupore quando dal pozzo del rancore emerge un bizzarro ometto sorridente che fa sorridere e ricorda, a chi è in grado di osservarlo, che non è mai davvero troppo tardi.Credo che la fine della vita e la fine del matrimonio dei miei genitori siano fatti strettamente collegati in un senso logico, se il filo che li lega è quello dei miei problemi sentimentali e affettivi. Non riesco ad accettare che una cosa finisca ma non ho alcun dubbio sul fatto che nulla possa durare per sempre, e l'idea di dover lasciare la stanza mi fa intendere ogni luogo in cui mi appoggio come un albergo e non come casa, compromettendo duramente il mio senso di proprietà e le mie possibilità.Del resto la vita è una questione di stimoli, vince chi sa fare a meno, ma vince che cosa? Io so fare a meno, questo l'ho imparato tristemente col tempo, chi dura in un rapporto è chi finge di saper fare a meno e si lega a chi invece a meno non può fare. Utopica la visione di un rapporto sano e reale in questa vita, tutti quelli che ho stretto si sono infranti, l'unico amore reale è l'amicizia.L'amore dovrebbe essere una grande amicizia, sincera e onesta ma questo non è possibile perché un amore per essere tale non deve conoscere limite o confine. L'amore esiste, ma è come la felicità, una rapida sensazione, un'illusione reale. Tuttavia... Come posso, come potrei.... Ah. Mi vergogno di quello che sto per scrivere. Vorrei girarci attorno ma come si fa a non offuscarsi dentro davanti alle ingiustizie del mondo? Non sto parlando di guerre che non mi toccano, tanto meno di malati che non mi competono. Queste sono tragedie che non mi offuscano, mi annientano a tal punto da riuscire a guardare oltre. Quello che tocca, quello che mi compete è vedere tutti i giorni la legge dei rapporti sbattuta in faccia al mio cuore. Ragazze e donne bellissime, intelligenti e così vivaci, consumare la propria esistenza a caccia di attenzioni di bambocci immaturi, devastatori di se stessi e del prossimo. Da quando ho preso consapevolezza delle verità dei comportamenti umani mi sento fuori dalle dinamiche della società, non riesco a inserirmi in un legame sano quando il contesto è malato. Rivedo parti di me stesso quando ero in declino essere normalità in altri, vedo il vittimismo prendere il sopravvento attraverso persone che danno importanza a cose inutili. Il mio Io si affanna, vorrei diventare violento, dire a chi di dovere. Non sanno cosa meriterebbero di perdere. Il mio modus operandi è sempre lo stesso, mi comporto come un re e attorno a me voglio regine ma nessuna ha mai tollerato il peso di una corona a lungo, sono rimaste solo quelle a cui ho sventolato lo scettro da giullare, costringendomi ad andare via per riprendere la stima di me stesso.Ci sono periodi in cui ho forti crampi all'intestino e dormire è impossibile, nessuna posizione è comoda e allora sono costretto a digiunare per ripulirmi un po dallo stress che causa il gonfiore. Senza nulla in corpo iniziano a uscire fuori le verità. Erano le 7 del mattino ormai e non riuscivo a spegnermi, senza forza per alzarmi ma troppo agitato per dormire prendo altra melatonina, ma non arriva il sonno senza tranquillità. D'un tratto, in un flash vedo tutte le ragazze che mi hanno lasciato nella vita e mi rendo conto che ognuna di queste ha omesso il motivo ma ha detto le stesse cose.Conservo in un vecchio hardisk foto ricordo di quasi tutte le mie conquiste. Alcune bellissime, altre interessanti. Nessuna delle ragazze con cui sono stato era completamente banale. Foto che non rivedo mai tranne quelle delle donne che ho amato e in certi scatti vedo aspetti che sembrano sempre così distanti tranne quando li vivo: precisamente tre mesi all'anno circa, compreso il dolore della perdita, incessabile per ventuno giorni e poi via via svanendo. Ventuno giorni, lo stesso tempo che sono durato gli ultimi due lavori che ho fatto sotto padrone. Lo stesso tempo che sono stato in Spagna per disintossicarmi autonomamente dalla cocaina anni fa. Io non credo al caso. Fossi nato negli anni '60 sarei sposato e avrei dei figli, ad oggi ho tutto tranne una famiglia. . Poi ci sono gli anni ‘70, ‘80… Un completo disastro dal punto di vista sociale. Eroina, BR, assalti, attentati, la Mafia al massimo regime. Giravano un sacco di soldi. Ai tempi se ti drogavi morivi: overdose, AIDS, epatite. Sensi colpa. Oggi si muore molto meno per droga, oggi si vive di droga morendo dentro. I problemi? Genitori ovviamente. Molti rifiutano questa realtà ma in fondo erano solo incapaci di gestire quello che stava succedendo e che sarebbe successo poi negli anni a venire, così ci hanno trattato come strani, sbagliati.Non importa se adolescenti o già adulti, se vogliamo completare le generazioni moderne dobbiamo mostrar loro Toy Story, Red e Toby, Re Leone. Ricordo la mia maestra delle elementari che ci leggeva La Gabbianella e il Gatto. Lo faceva con tenerezza e noi capivamo tutto seppur annoiati. Ne ricordo un’altra che per spiegarci la morte ci fece ascoltare Samarcanda, per farci capire la pace Imagine di John Lennon. Dobbiamo mostrarci fragili mentre assistiamo inermi a certi aspetti delle emozioni, coltivare il bambino che è in loro affinché cresca. Liberarli da quella maledizione che li porta a essere la caricatura dei finti adulti che imitano. Sarei un buon padre, ma a quanto ho capito è molto probabile che non lo sarò mai.
Non c’è cosa più bella che vivere un anno in una scuola o in un’accademia di teatro. La magia che si crea in quel contesto è inimitabile nel mondo fuori. Sicuramente il mio anno in accademia a Roma è stato tra i più i intensi, belli, emozionanti e anche tristi della mia vita, in quanto vivere le emozioni dalla radice genera quel gelo di cui parlava Eduardo De Filippo, per citarne uno. Non racconterò però di quell’anno di accademia da cui fui cacciato talaltro, ma per farvi capire quanto fosse entusiasmante per me, voglio assicurare che spesso facevamo esercizi di intesa intima tra coppie e io personalmente ho baciato tantissime ragazze a scopo di esercitazione emotiva attoriale e questo mi esaltava da paura. La più intensa fu quando mi rifiutai di fare determinati esercizi con uomini, ovviamente, non perché mi infastidisse sperimentarmi a livello omosessuale, cosa che non ho mai fatto, ma perché mi fanno proprio schifo gli uomini. Poi certe cose anche se sono sperimentazioni su un palco creano comunque intimità e non voglio quell’intimità con un mio compagno di corso. Questa tipologia di esercitazione non è un semplice bacio scenico per intenderci, ma qualcosa di molto più sessuale.La buona notizia è che quel giorno poi mi misero in coppia sempre con una ragazza, per renderle difficile l’esercitazione ci misero davanti al suo fidanzato e io dovevo praticamente scoparla senza scoparla davanti a lui. Grande esercitazione, temo che lui mi abbia odiato e devo ammettere che la ragazza in questione mi ha mandato sguardi per tutto l’anno ma nulla di fatto, non sono riuscito ad andare oltre e non me la sono neanche sentita di forzare la mano. Era da sfigati tramutare l’esercitazione in vita vera. In ogni caso, l’esperienza di cui voglio parlare adesso riguarda il mio primo anno di Teatro, in una scuola pomeridiana nelle mie zone, dove ho messo basi solide che mi accompagnano ancora oggi e dove ho vissuto la vera magia di quel mondo, grazie anche al regista Silvio Araclio, un uomo immenso che mi ha fatto innamorare della recitazione. Un uomo che invitava all’amore e all’amare. Tutto l’anno mi concentrai nella seduzione di una ragazza che non era neanche così carina, però mi sembrava proprio lo stereotipo della brava ragazza, ero ancora stupidamente a caccia della donna giusta. Purtroppo aveva un problema alla pelle e emanava un odore che non mi piaceva proprio e allora fui costretto a rinunciare. Decisi all’ultimo di cambiare preda: una ragazzina carinissima, tanto bella quanto scrausa sul palco e allo stesso tempo sempre imbottita di profumo ma un tantino minorenne. Ormai era maggio, le margherite sbocciano e pavoni tirano fuori la coda. Dopo averle dato una buona dose di attenzioni le do appuntamento nella sua città dove passiamo un pomeriggio piacevole a conoscerci. Pomeriggio che si conclude con un romantico bacio di cui conservo ancora una foto e con l’incontro fortuito con suo padre. Una branda di un metro e novanta che faceva il buttafuori e di cui lei era perdutamente innamorata. Mi squadra un po' ma capisce che comunque sono un bravo ragazzo, anche se mi guarda con lo sguardo di chi sta capendo che la sua bambina sta per diventare adulta.La madre di lei invece mi amava, si fidava di me, nonostante la frequentassi da giusto qualche settimana voleva conoscermi e io tirai la corda dicendo che non era il caso. Non perché non volessi, ma perché le mamme sono pericolose. Fuggendola però la sfidai letteralmente e questa si è rivelata una pessima mossa.In ogni caso, era il mio compleanno e lei il giorno dopo è venuta da me con una maglia in regalo, ma il vero regalo volevo farglielo io.La portai nel cosiddetto “scopatoio”, una sorta di piazzale all’aperto fronte mare dove appunto ci si perde in attività promiscue o nell’abuso di sostanze e lì io mi rendo conto che lei ha avuto pochissime esperienze. Lentamente la bacio e inizio a toccarla, captando un’eccitazione spropositata. Per la prima volta in vita mia mi sono sentito un cazzo di pedofilo. In fondo aveva 17 anni, io 22, lei era completamente consenziente e l’ho corteggiata per un mese buono con parole dolci e carezze prima di arrivare al punto. Volevo vivere un ultimo sprazzo di adolescenza attraverso lei. Fu l’ultimo, poi la vita adulta venne a bussare alla mia porta violentemente. Come spesso accade mi faccio prendere la mano… La inondo della mia passione, procurandole una crisi ormonale che la porta ad avere un ritardo di un mese, diverse ascesso e un cambio proprio fisico. Lei si spaventa e i medici le dicono che è tutto normale a seguito della frequentazione di un ragazzo più grande e più esperto di lei. Pazzesco. Iniziai a farmi qualche domanda sul fatto che stessi sbagliando qualcosa trattandola come una mia coetanea.Finito il saggio, apparte un paio di incontri di natura puramente sessuale ci perdemmo di vista. Ricordo quando le tornarono finalmente, eravamo nel mio garage sopra al pianoforte dove sbattevo la mia ex e vedendo una goccia di sangue che colava la bendai così che non si accorgesse di nulla e quando finimmo mi disse:- C'è il sangue! Ma te n'eri accorto?- Se te lo dicevo ci saremmo fermati?- Sì...- Ecco perché non te l'ho detto.Dovevo andare a trovarla e io notavo che qualcosa era cambiato in noi. Non so spiegare bene cosa accade, avevo la sensazione di averla letteralmente consumata. Andai una sera e lo facemmo in spiaggia... C'era altra gente ma a me non fregava un cazzo, lei stette al mio gioco perverso ma oltre al solito stupore eccitato di chi stava trasgredendo per le prime volte, riconobbi in lei vergogna e compassione per sé stessa, tanto che le dissi a fine serata che io giocavo ma che per me andava bene tutto, mi bastava stare insieme. Lei mi tranquillizzò, ma alle sue parole non combaciano i suoi sentimenti.Un giorno andai nel pomeriggio, lei aveva cambiato look ed era completamente svuotata a livello emotivo. Apatica. Fu uno dei pomeriggi peggiori della mia vita: quella splendida giovane ragazza piena di vita si era trasformata in un cadavere ambulante. Non sapevamo dove andare, cosa fare, di cosa parlare. Presi il treno consapevole che sarebbe stata una delle ultime volte e difatti da lì iniziò a evitarmi. Io andai in escandescenza, iniziai a pretendere delle risposte, così mi consentì un incontro.Scendemmo in spiaggia, mi disse che non sapeva come dirmelo ma che non potevamo più vederci. Io la ascoltai... Mi guardava con le lacrime agli occhi, era sinceramente dispiaciuta e un po forse ancora innamorata, ma probabilmente aveva ricevuto pressioni dall'alto e anche lei si era convinta che quello che stavamo vivendo non era giusto per la sua età. Le nostre esigenze non combaciavano. Aveva ragione. Fu di una maturità spiazzante in quell'incontro. Quando l'ho conosciuta l'ho approcciata come un uomo, in pochi mesi ero diventano un bambinone bisognoso e lei, iniziava ad avere dei tratti da vera donna. Non potevo crederci che quella ragazzina mi stava scaricando, guardavo il mare ferito nell'orgoglio, mi sentivo un fallito.- Non voglio ricordati come una delle tante...Mi limitai a dire questo e poi la abbracciai. Sapevo che stava facendo la scelta giusta. Ci ho messo i soliti ventuno giorni per dimenticarla, ovvero il ventiduesimo mi alzai dal letto senza sofferenza addosso. Mi sembrò un'eternità e finita l'agonia capii che un infatuamento fa male sempre e con chiunque. Iniziai a preservarmi più spesso il cuore, ma non ci sono riuscito quasi mai a essere sincero. L'ultimo ricordo di quella sera? Andai io da mio padre, che vedendomi a terra mi disse:- Lo so come ti senti. Non c'è sofferenza più triste di quella per un amore perduto.
C.F. (Novembre 2019)

C.F. (Novembre 2019)

2021-04-2608:07

Che fastidio pazzesco avere in casa due lesbiche che ti scopano in faccia. Per uno come me è la forma massima dell'impotenza, l'espressione più fastidiosa del non sentirsi desiderati. Siamo chiari: non ce l'ho con le lesbiche, io adoro le lesbiche, vorrei essere una donna lesbica sotto certi punti di vista ma non voglio averne attorno, per ovvi motivi. Tutto è iniziato qualche settimana prima. Presi una singola a Roma, in un appartamento nuovo e molto appariscente, volevo provare a giocarmi la carta “qualità” per poter attirare a me fortune e buoni affari, cosa che non accadde. Mi ero illuso che per fare contatti dovevo investire sulla mia figura, ovviamente mi ero dato un tempo limitato, non avendo una lira, però a fatti concreti fu l’ultimo tentativo vano, prima di mettermi al lavoro su qualcosa che avesse come obbiettivo base il mio benestare economico, mettendo da parte ogni mio ideale, sulla quale stavo già sputando inconsciamente da un pezzo. Per chiudere con stile la mia carriera da idealista organizzai un’intervista-evento a un ex sicario della Mala del Brenta dopo 36 anni di carcere, un’esperienza che mi sfinì intellettualmente, ma questa è un’altra storia. In ogni caso fu l’inizio di una fase strettamente mirata alla mia indipendenza economica.Presi questa casa e inizialmente c’eravamo solo io e una ragazza. Lei non la vidi subito, ma mi resi conto dal suo bagno che era abbastanza disordinata, probabilmente alla prima esperienza fuori casa e questo non era di certo un problema, se gli invasivi sono gli altri, tu sei quello che si lamenta, di conseguenza per una volta non avrei dovuto subire le lamentele di persone che non sanno che vanno trovando nella vita, bensì mi sarei potuto godere il privilegio di quel ruolo. Era tipo la seconda sera, quando la sento rientrare, ero in bagno e avevo appena detto a me stesso che non avrei dovuto pensare alle donne per concentrarmi sui miei interessi e i miei obbiettivi.Esco dal bagno e me la trovo davanti. Sicuramente non una bella ragazza, non grassa ma in carne ma con il volto ingenuo di chi è facilmente manipolabile.Tre giorni e sarebbero arrivati gli altri coinquilini…Un rapporto sessuale era quello che ci voleva per la mia autostima, riuscire a conquistarla avrebbe placato i miei bollenti spiriti e mi sarei potuto concentrare su quello che davvero mi interessava. La saluto cordialmente scambiando due chiacchiere di circostanza e poi mi rifugio in camera, era un po' alticcia ma non ero pronto per darle confidenza, attendo il giorno successivo. Verso le 18.00 la sento muoversi in cucina: è il momento. Mi dice subito che studia per il cinema e io le dico qualsiasi cazzata da artista che potevo dire in quel momento, prendendo la sua attenzione e facendola sentire capita. Cucino una carbonara per due che lei apprezzò molto in quanto non sapeva ancora cucinare e non le andava neanche di farlo, poi le offro un paio di cannette condite con del sano alcool. Lei è un fiume in piena di parole, inonda ogni discorso col suo bisogno di essere ascoltata e io l’ascolto fingendo interesse. Erano le 23.00 circa e lei mi aveva già raccontato ogni cazzata sulla sua vita e sulla sua famiglia, così tira fuori una chitarra e inizia a cantare. Faccio un po' di show, un po' di freestyle utilizzando qualche mia strofa che spaccio per improvvisazione e lei si fa scappare il fatto che ultimamente aveva avuto delle esperienze sessuali con una donna. Si professa bisessuale. Non captai il pericolo, anzi, la cosa mi eccitò.Erano le 3.00 e lei non accusava nulla delle sostanze che aveva ingerito, continuava a suonare e a cantare come fossero le 21.00 ed io stanco decisi di approcciarla. Con il piede inizio ad accarezzarle la gamba lentamente fino a salire alle zone intime e come se nulla fosse le sto facendo “piedino” sulla sua vagina, ottenendo in cambio la più totale indifferenza.Nessun sospiro, nessun colpetto, nessun accorgimento, davvero come se nulla fosse. Non mi era mai successo che toccando una ragazza ricevessi in cambio una reazione così apatica. Stupefatto le chiedo se per caso i miei tentativi di abbordaggio la infastidiscono e lei mi dice no, ancora come se nulla fosse. Ma neanche le fanno piacere evidentemente.Così parlo chiaro, le faccio sentire la presenza e le dico:- Tra due giorni vengono gli altri, valorizziamo questa serata e poi ognuno per la sua strada.Lei mi dice che siamo coinquilini e la cosa potrebbe recare problemi in futuro e così tento un approccio sessualmente egoista ma lei nuovamente non prova nessuna forma di eccitazione. Rinuncio e vado in camera, ringraziandola ugualmente della bella serata e chiedendole di dimenticare l’ultima frazione.Due giorno dopo mi bussa alla stanza per ricordarmi l’appuntamento che ci eravamo dati, per andare a fare delle riprese in giro. Mi sembrava un ottimo modo per lasciarci alle spalle quello che era accaduto così mi preparo e la porto in giro un po' a Trastevere.Devo dire che siamo stati proprio bene quella mattinata… L’ho conquistata con il mio fare da pseudo uomo di mondo qual non sono e al nostro ritorno a casa ho cucinato una semplice pasta col pesto che comunque lei gradì parecchio. A quel punto la sbattei al muro e le dissi: - Oggi è tutto. Se hai voglia ok, altrimenti da domani, non si può fare più nulla.Lei mi dice che vuole ma che ha paura, ma poi invita in camera sua per vedere una cosa e lì le chiedo:- Perché credi che tu mi abbia fatto venire qui?Chiudiamo la porta e finalmente ci diamo dentro, ma fondamentalmente roba di preliminari, non avevo né preservativi né desideri inconsci di rischiare e quindi mi infilai giusto per raccontare a me stesso di averlo fatto, ma fondamentalmente l’atto in sé fu qualcosa di breve.Con lei capii che a luci spente le ragazze sono quasi tutte uguali, e che qualche kilo in più a livello sessuale è meglio di qualche kilo in meno, cosa che a luci accese invece a me crea differenza. Ora sto per dire una frase orribile ma con le ragazze in carne ho avuto rapporti più animaleschi e sessuali, con le ragazze che io reputavo bellissime invece, percepivo di farci l’amore e questo la dice lunga su quanto sia confuso il mio modo di vedere i sentimenti. Nei giorni successivi il nostro piccolo fuoco si è spento perché lei ha iniziato a frequentare una coinquilina lesbica che l’ha completamente portata nella sua sponda e in fondo percepivo che il cambiamento era in atto già da me.La cosa mi diede molto fastidio, mi sentivo come sconfitto da una donna in uno sport per uomini. Ma per tornare al momento della nostra unione, guardavo il soffitto da quella stanza con lei abbracciata a me. La sentivo un po' a disagio, come se avesse appena fatto sesso con un amico mentre io ero completamente a mio agio. Adoro quel momento, quello in cui per almeno dieci minuti non ho nessun complesso da risolvere. Quello dove sospiro liberamente guardando in alto senza pensare al futuro. Lei accende la luce riportandomi al presente. D’un tratto mi rendo conto che sopra la mia testa c’era appesa una foto di lei da piccola con niente poco di meno che suo padre.
Diario Narcisistico #2

Diario Narcisistico #2

2021-04-2608:08

Pur essendo in grado di vestire i panni della società, come un lama che parte dal cuore e scava da dentro, sospiro dopo sospiro, arriva quel momento. Quello che cala la maschera, strappa il velo di Maya e già da quel soffio di lucidità iniziale, da quel aver seguito fino in fondo il proprio istinto, ci si rende conto che si è recitati goffamente una parte senza motivo. Il tempo di guardarsi in faccia, anche i migliori attori non si possono nascondere al riflesso dei proprio occhi. Si può implodere a lungo, ma non per tutta la vita. Non è ciò che ho vissuto che mi da pensiero, ma quanto non l’abbia fatto. Essere quello che non senti di essere è come cercare di capire l’amore con la razionalità, ma al brivido non c’è ragionamento che tenga. La cosiddetta memoria emotiva, quella che regola la paura, che ci porta a non amare fino in fondo consapevoli che prima o poi ritornerà il dolore, che è l'unica certezza. Odio la retorica da film, quella che porta a fare mille metafore per far capire, ma chi vuol capire sa farlo con poco, allora perché continuare? Vanità, bisogno di essere ascoltati, bisogno di esibirci nella vita di tutti i giorni. Vedo la civiltà più evoluta di tutti i tempi e ho come una sensazione di sprecato che mi terrorizza. Mi vedo giorno dopo giorno svegliarmi tardi, libero senza una vera libertà. Guardo fuori dal balcone senza esibizionismo, sperando che piova, così da non sentirmi in colpa nel restare a casa. Così da non dover ricevere ricatti emotivi sotto forma di messaggi da persone che non hanno necessariamente bisogno di me, ma sembra sempre che io abbia bisogno di loro. Vi piace la verità? Complimenti. Quando hai nobiltà d’animo certe persone si vergognano a vivere con te, sanno che a lungo andare ti deluderanno. Conoscono solo la facciata, non lo sanno che dentro la mia casa sto crollando a pezzi e che ho così timore che si veda a primo acchito, pur non aspettando altro che l’occasione giusta per rivelarmi. Ti vedo, bellissima ragazza profumata, a caccia della mia inutile stima. Ti vedo che mi mostri il tuo personaggio e pur non essendo nulla di così rilevante sono pronto a pendere letteralmente dalle tue labbra per stare al tuo patetico gioco. Ti vedo raccontarmi cose banali che non mi interessano e quali sforzi che faccio nel dirti la mia sincera opinione senza offenderti.Ho girato attorno alla moralità per mettermi alla prova, ho distrutto il mio corpo, l'interiorità di persone fragili. Mi sono confrontato con uomini e donne che decidono senza parlare, dei veri mostri che hanno agito per difesa.Ho riso di gusto della disgrazia delle persone come fossi il giudice del loro inferno, sguazzando come una pantegana nel mio. Non ti è concesso di guardarmi come fossi un santo, come se il male che ho fatto in questi anni fosse stato espiato. Adesso hai paura? Hai paura perché hai visto solo chi ha fatto finta. Non conosci la cattiveria che si prova quando sei una persona violenta che sta picchiando qualcuno che si meritava quelle botte, e non conosci il dolore del rimorso che si prova sperando di non averlo ucciso. Hai vissuto le viscere dell’animo umano solo attraverso le stronzate che ti raccontano per scoparti. Hai scelto per senso di colpa, volutamente schiava di una visione distorta e malata dei sentimenti. Vittima delle tue mancanze e dei tuoi vuoti interiori immensi, incapace di elaborarli. Hai optato per una comoda bugia, illudendoti del fatto che un carnefice possa cambiare, credendola una prospettiva più rosea piuttosto che affrontare la verità. La verità che vivi in una fuga, la verità che sei esperta solo nel mettere alla prova, la verità che fai di tutto per far sì che chiunque possa offrirti una spiraglio di soluzione deve dimostrare di essere pronto a cadere con te, rinunciando a sé stesso, diventando un pupazzo. La verità che bisogna danzare attorno al limbo per amarsi. Oh mio Dio…. Quanto bisogno ho io… Di raccontarmi. Io non lo so come ci si comporta con una donna, non ci sono riuscito mai. Per me è solo rimandare il casino il più possibile e poi esplodere per rimanere solo. Purtroppo l'esperienza fa capire chiaramente che meno la tiri avanti una cosa quando senti che sta finendo e più facile sarà liberartene. Non si può vivere il sentimento della libertà con timori e regole, ma non si può vivere la vita senza cognizione di causa e questo mi porta a non capire chi sono, tra quello che dovrei e quello che potrei essere. Mi manca la curiosità che precede la scoperta, mi vien da giudicare tutto alla partenza... Sono stufo di scegliere l’anima, ho il cuore pazzo e ogni volta che lo seguo perdo anche la testa. Non riesco a lasciarla andare. Non a livello pratico, non è più nei paraggi da un pezzo, ma nella mia mente resta la protagonista dei miei tormenti. Vorrei tanto rivederla, ma a cosa servirebbe? Ogni giorno in cui vive in me in qualche modo si allontana, ma se dovessi avere un nuovo contatto, andrei a rianimare una situazione che è già finita. L’ha detto lei stessa: quello che è stato è stato, ma non fraintendiamo. Perché mi è così difficile prendere per verità quest’affermazione? Le credo certo ma è così brava a mentire a sé stessa e quello che abbiamo sentito in quel momento lo sappiamo entrambi ed entrambi lo fuggiamo. La differenza è che io sono disposto a scendere all’inferno per quell’istante, lei no e fa bene. Ho così paura di forzare le cose, non è solo essere patetici, è passare per chi pensa solo a sé stesso. Prima non me ne fregava niente, cercavo di portare a casa i miei bisogni soddisfatti, oggi no, oggi non voglio che lei si senta oppressa da me e tengo le distanze con con un silenzio elegante. Perché continui a a vagare tra i ricordi? Perché non posso ascoltare un tot di canzoni che mi riportino a te? Perché non riesco ad accettare che non esisti più, neanche se io lo volessi davvero.Resto in attesa di riprendermi del tutto, ci vorrà anche tempo purtroppo. Poi un giorno quando meno me lo aspetto tornerò ad essere pronto ma non devo dimenticare una cosa stavolta: non conta quello che pensano quando le seduci e via dicendo. Qualunque persona può cedere al contatto. Quello che conta è ciò che pensano quando sono libere, la facilità con la quale si attraggono svanisce quando il rapporto va mantenuto. Il mondo è pieno di crocerossine pronte a salvare i casi umani, ma noi che ci siamo salvati da soli, chi ci salva? Ancora senza di te, io che ho sentito le tue urla… E non poterti dire nulla.
Lei era fatta di cocaina e alcool, anche se io non approvavo e difatti avevo giusto bevuto un po ma ero completamente lucido. Lei è al bordo del divanetto, un po a disagio, ma se era lì un motivo c'era. Io ero sbracato completamente a mio agio, ho uno schema preciso su come agire in quella situazione, per questo il contesto non mi desta preoccupazione. Finalmente il mio amico se n'era andato, anche lui aveva abusato di alcool e sostanze e la cosa non era un problema fino a quando non stava diventando molesto, creando una sorta di competizione con me, ingiusta, in quanto l'obbiettivo della serata era proprio darmi la possibilità di stare un po da solo con lei. Era un secondo appuntamento e per la prima volta siamo soli in un contesto intimo. Già nell'estate precedente avevo messo delle basi su di lei, ma non era pronta. Come ho già detto, la ragazza ha problemi di droga, ma se nel momento del racconto l'uso è sporadico, nel corso dell'estate era una costante, per questo decisi di farmi da parte, in attesa di giorni migliori e lei mi confermò che nel periodo estivo aveva passato un brutto momento. Luca mi disse di lasciar perdere e che raccogliere i cocchi non era una buona idea ma da tempo mi intrigava quella ragazza i suoi giorni sembravano arrivati. Il seme è maturo e lei è consapevole del fatto che io posso garantirle le tre certezze che una donna vuole: 1- Chimica 2- Risposte e confronto sulle sue passioni3- Una certezza economica (fattore acquisito per la prima volta nella mia vita, in quei mesi)Non la definirei una persona opportunista, ma io ho ben lavorato affinché non le mancasse nulla, perché onestamente provo un grande piacere nel dare a una donna e quello che volevo darle in quel momento era una ventata di passione che probabilmente in vita sua non aveva ancora vissuto, causa anche la sua giovane età (22 anni, per la cronaca).In sottofondo abbiamo i Cure, gli Smiths, qualche classicone come Hotel California. Quello che amo di lei è proprio la possibilità di vivere in un immaginario culturale indie e di qualità, così che anche i discorsi sono comunque fuori dalla noia del qualunquismo. Mi piace molto questo fatto che le sue stranezze sembrano le mie, si sente a casa una parte di me che non riesco a mostrare al mondo.Sto bene, sono felice, guardo il soffitto e sospiro per godermi il momento mentre lei, preda delle sostanze, parla a velocità che solo Paolo Bonolis è in grado di eguagliare. Va bene così, è molto carina, sembra una puffetta. I capelli sciolti la fanno bambina, ma d'un tratto li lega ed è subito donna. Come in Gohan contro Cell, sento la voce del mio amico Sisar risuonare nella mia mente, è quello il momento: “Avanti Les Jì (come mi chiamano alcuni amici), adesso!”- Ti posso dare un abbraccio? - le chiedo con disinvoltura. Una domanda di rito per me in quella fase, ogni donna ha una sua reazione, ma davanti a quello che Masini chiama "il tenero abbraccio del padre sognante" generalmente si sciolgono.Io personalmente in questi casi la stringo forte a me e faccio un sospiro cercando acquisire la sua energia, mostrandole attraverso una stretta convinta e bisognosa il mio grosso vuoto interiore. Con lei l'abbraccio è rapido, non riesco a farmi sentire o a sentirla e mi comunica che ha grossi problemi a gestire l'aspetto fisico, però avevo fatto breccia su di lei, il marchio di Orochimaru era stato immesso.Nel 90 % dei casi, dopo l'abbraccio ci sono dei minuti di avvicinamento e poi almeno scatta il bacio. Con lei siamo distanti da quella prospettiva, per questo mi gioco la carta d'emergenza.- Soffri il solletico? Lei no, ma io si, per questo inizia lei a farmelo e io rido a crepapelle, adesso siamo fisicamente uniti. Tuttavia, vedo che non è ancora convinta. Non si fida ancora di me e forse non si fida di se stessa, mi dirà in futuro: - Una parte di me vuole restare, un’altra andare via.Mi chiede dov'è finito il nostro amico, probabilmente sentiva l'esigenza di farsi un'altra riga. Dannata droga. A lui avevo detto di dire che sarebbe tornato, ma anche di scomparire, in ogni caso la richiesta di lei mi infastidisce e devo correre ai ripari. - Sono stato io a dirgli di andare, perché mi piaci e voglio stare solo con te.Vedo la lusinga nei suoi occhi ma anche qualcosa che non mi convince, allora decido di chiamarlo mentre la guardo con quello che possiamo chiamare "lo sguardo severo del padre assente".Lui non risponde, lo farà più tardi dicendo che ormai è a casa. - Ho spesso confuso l'amore con la violenza.Questa frase mi colpisce e mi genera compassione allo stesso, quello che vorrei è solo riempirla di coccole.D'un tratto accade una cosa che non mi era mai successa in vita mia: inizia un gioco strano e violento nei miei confronti, praticamente comincia a mordermi. Non morsetti, non c'era nulla di erotico, nel momento in cui scrivo, ho ancora i segni addosso, temo diverranno cicatrici. La ragazza inizia a mordermi violentemente e cerca anche di spegnermi una sigaretta addosso.La cosa pare divertirla e io sto al gioco, cercando di staccarla dalla mia pelle quando il dolore diventa estenuante. Mi tolgo la maglietta perché non voglio che me la rovini e questo le stimola finalmente una pulsione sessuale, che io capto all'istante.Rimase molto colpita dalle mie braccia da ex pallanuotista e da quello che ha definito un profumo di aghi di pino che emanava il mio Tesori d’Oriente evidentemente. La cosa si fa un po più violenta e allora infastidito uso la tecnica che usavo con i miei fratelli più piccoli quando durante le lotte dovevo sottometterli: l'ho messa all'angolo del divanetto con i miei piedi sopra le sue braccia e muso a muso le chiedo:- Che vuoi fa?Lei è stanca, la lotta le ha tolto un po il fiato, forse perché fuma 75 sigarette al giorno.Deve andare in bagno, ovviamente la lascio andare. In quei minuti rifletto sul da farsi. Ero molto shockato e pieno di segni, ma non avevo dubbi sulle mie intenzioni.- Non so se muoio dalla voglia di rincontrarti o se non voglio vederti mai più. - Le dico ironicamente.Uscendo dal bagno avviene la trasformazione. Lei mi salta addosso, mi abbraccia. Finalmente mostra la sua tenerezza, ma nel farlo dice frasi del tipo "devo andare a casa." Il suo corpo e le sue parole entrarono in completa contraddizione, io seguo l'istinto e c'è finalmente il primo bacio. Ne segue una pomiciata selvaggia di circa mezz'ora, anche se io ne ho percepito qualche minuto tanto ero immerso nel tutto e la invito a restare, stimolando le sue parti intime. Mi ero dimenticato del fatto che lei non era una che viveva la sessualità in maniera libera, anzi da quelle poche informazioni che avevo captato chiedendo un po' qua e un po' là, sapevo che anche i suoi ex fidanzati erano spesso tenuti all'asciutto e quindi certe stimolazioni ad oggi le reputo azzardate, però a fatti concreti con la maggior parte delle donne in quel caso è giusto. Sono felice del fatto che non me l'abbia data e onestamente nel vedere le sue reazioni violente in contrapposizione al mio affetto ho riflettuto molto, ho sentito un’insana voglia di approfondire. La bacio all'uscita del mio studio e all'uscita del cancello. Le dico che se vuole può scrivermi, lei mi assicura che non lo farà. Un ultimo bacio molto passionale e poi la vedo andare via. Ho provato a contattarla nei giorni seguenti. Ho cercato di farle capire che in me poteva trovare in primis un amico fidato, e mentre le scrivevo, aspettando il giusto numero di giorni, già sentivo il dolore della perdita e il mio senso dell'abbandono animarsi. L’ho rivista, in verità ho cercato di incontrarla nuovamente e anche se sulle prime non è sembra una buona idea, dopo ho capito che in fondo voleva rivedermi anche lei. Abbiamo passato una splendida serata insieme, da soli. Ci siamo chiariti e capiti. Lei sta prendendo nuova fiducia in me e io sto riuscendo a farmi capire un po'. Non so quando ci rivedremo, non so se questa amicizia diventerà mai un amore e non so quanto mi converrebbe. Sono consapevole del fatto che quello che mi piace di lei è che riesce ad animare qualcosa di fortemente autodistruttivo in me e che inseguirla non è un gioco inconscio che mi ricorda tanto il matrimonio dei miei genitori. In fondo lei è solo una versione un po' drogata di mia madre. Quello che so è che lei a me piace molto e che questa storia, almeno nel contesto del libro non vorrei buttarla in mezzo alle altre. Perché c’è una differenza tra questa storia e le altre, che questa a fatti concreti non ha ancora una fine.Voglio lasciare l’illusione, la speranza. Sì è la ragazza più strana che conosca e l’episodio che ho raccontato magari non è proprio il primo appuntamento perfetto però io voglio crederci, almeno l’io che sta scrivendo, l’io drammaturgo. L’io che vuole un lieto fine, anche se un lieto fine non esiste. Esiste la fine della storia, e ho scelto che questa è la fine della storia: la storia di io che inseguo quello che non arriva mai. Una storia che smette di puzzare di rassegnazione e inizia a profumare di speranza. Un profumo che sa di ago di pino appassito. Chi è lei non lo so, chi sono io forse ancora meno, ma dovessi perderla domani, in questi fogli la mia storia non sarà mai iniziata o finita, sarà qualcosa che non possiamo sapere. Sarà un lieto fine. Io che guardo verso il futuro e che forse ho accettato un po' quello che sono. Io che annoiato e disperato dalla mia solitudine, cerco di far risalire la china a una ragazza che è chiaramente sul fondo. Sono il Vincenzo Muccioli di queste pupette. Una sera aveva fatto serata con le amiche e mi scrisse. Le ho dato un passaggio. Non l’ho guardata neanche in faccia, ma mi faceva piacere passare cinque fottuti minuti con lei ed esserle d’aiuto.Quando ho iniziato col prologo ero molto incazzato, poi nel descrivere questi anni ho provato tante emozioni contrastanti fino a dimenticare la rabbia. (Continua in audio)
Può una madre uccidere il proprio figlio? La parabola di Sid Vicious è l'ultima pagina.
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