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il posto delle parole

Author: livio partiti

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Conversazioni intorno ai libri, insieme con gli autori.
"ascoltare fa pensare"

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Marco Ciriello"Sulla qualità"Robert M. PirsigA cura di Wendy K. PirsigTraduzione di Svevo D'OnofrioAdelphiwww.adelphi.itIn Lo Zen e l’arte della manutenzione della motocicletta, il protagonista-narratore si chiedeva: «qual è la differenza fra chi viaggia in motocicletta sapendo come la moto funziona e chi non lo sa?». E varrà la pena ricordare la sua risposta: «Il Buddha, il Divino, dimora nel circuito di un calcolatore o negli ingranaggi del cambio di una moto con lo stesso agio che in cima a una montagna o nei petali di un fiore». A quel pensiero sarebbero seguite altre domande e altre risposte, che avrebbero trasformato quella grande avventura on the road in un libro-simbolo, un «itinerario della mente» in cui si sarebbe riconosciuto, e ancora oggi si riconosce, un numero altissimo di lettori. Questa antologia, che per la prima volta raduna lettere, conferenze, saggi, aforismi, appunti personali, coprendo un arco temporale di quasi cinquant’anni, illustra con chiarezza e incisività il tema centrale dell’opera di Pirsig e l’evoluzione del suo pensiero, dai sommessi esordi sino alla formulazione di una vera e propria Metafisica della Qualità. Ma che cos’è la Qualità? Ognuno di noi sa che esiste, e istintivamente sappiamo riconoscerla, eppure non riusciamo a definirla. Questo perché, secondo Pirsig, la Qualità non è una «cosa» ma un «evento». Per avvicinarsi a comprendere di quale evento si tratti, non resta che leggere questo piccolo libro – taccuino privato di una vita trascorsa in un’incessante riflessione filosofica. Una lettura obbligata per chi ama Pirsig e la perfetta introduzione per chi ancora non lo conosce.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Alessandro Vietti"Cosmopedia"Zona42www.zona42.it"Pianta un seme oggi, perché domani il Mondo potrebbe anche non finire."Oggi: cosa succederebbe se la scienza scoprisse che l’umanità può realizzare qualsiasi cosa, purché miliardi di persone si concentrino nello stesso momento sulla stessa intenzione? Si potrebbe guarire – o uccidere – chiunque, modificare il corso della Storia. E quali implicazioni avrebbe una simile scoperta se anche le intelligenze artificiali sviluppassero la capacità di sfruttare lo stesso potere?Domani: la Caduta della Volta costringe tre giovani quyr a lasciare la forestavivente, alla ricerca di un luogo da chiamare Casa. Accompagnate dalla saggezza di Madrechesa e dalla protezione della bastet Njm, incontreranno il terrore e la meraviglia, toccheranno la morte e le stelle, impareranno cosa significa ramificare e ascolteranno dalla Terra le storie fantastiche che hanno plasmato le loro radici.Affrontando i temi cruciali del nostro presente, dal cambiamento climatico all’impatto delle intelligenze artificiali sulle nostre vite, Cosmopedia parla della responsabilità che abbiamo nel dare forma al futuro che ci aspetta.La scrittura nitida e immaginifica di Alessandro Vietti ci accompagna in un viaggio iniziatico pieno di orrore e speranza attraverso un mondo che dovremmo imparare a desiderare, perché quel mondo siamo noi.Alessandro ViettiNato giusto in tempo per assistere alla conquista della Luna, Alessandro Vietti, ingegnere, vive e lavora a Genova nel settore dell’energia e si occupa di divulgazione scientifica e speculative fiction.Ha esordito con il romanzo Cyberworld, (Nord, 1996) seguito tre anni dopo da Il codice dell’invasore (Nord, 1999). Per Zona 42 ha pubblicato Real Mars, Premio Italia 2017, e Il Potere.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Saliha Sultan"La bambina di Kabul"Una storia veraEdizioni Piemmewww.edizpiemme.itQuando i talebani tornano al potere nell'agosto del 2021, Saliha vive in Italia da molti anni. È nata e cresciuta nel nord dell'Afghanistan sotto il regime dei mujaheddin e anche se è passato diverso tempo non ha dimenticato la sua infanzia, funestata dalla guerra. La restaurazione del regime, oggi come ieri, rappresenta un'enorme minaccia per i diritti delle donne e comporta la chiusura immediata delle scuole: una condanna nei confronti delle bambine e delle ragazze del Paese, a cui viene tolta la possibilità di istruirsi e costruire un futuro libero. Mentre osserva il ritorno di un governo oppressivo, Saliha decide di rompere il silenzio e raccontare la sua esperienza. Un percorso difficile, a cavallo tra l'Afghanistan, una terra di continue e feroci lotte, e l'Italia, là dove da straniera, da esclusa, ha dovuto lottare per non perdere un'identità. Dentro di sé ha serbato il coraggio di Sultan, suo padre, e la forza d'animo di Adee, sua nonna, fino a costruire uno spazio per sé e per sua figlia. A fare da bussola, nel corso di anni complicati, i preziosi libri di Khaled Hosseini, di Antonia Arslan e la voglia di non rinunciare a esprimere la propria voce. Ripercorrendo l'intensa esperienza della sua vita, Saliha costruisce un dolce e appassionato canto di libertà, un'esortazione a non abbassare mai la testa, a non accettare l'imposizione del silenzio.Saliha SultanNata in Afghanistan nel 1988, vive in Italia da vent'anni ma non ha mai dimenticato il suo Paese. La bambina di Kabul è la sua storia.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Emanuele Aldrovandi"Il nostro grande niente"Einaudi Editorewww.einaudi.itPuoi ancora amare sapendo che sei sostituibile per chi ti sta accanto? La storia di un'ossessione che ci sfiora, o ci ha sfiorati, tutti. Un romanzo d'esordio che spiazza, manda in crisi, commuove.Tra pochi giorni lui avrebbe sposato la ragazza con gli occhi grandi, se non fosse morto in un incidente stradale. E adesso la vede tornare in quella che era la loro casa, trovare il suo computer sul tavolo e le ciabatte che lei gli aveva regalato in corridoio, dove lui le ha lasciate. La tazza invece è sul bordo del lavandino: lei ci infila il naso dentro e scoppia a piangere. Non vuole mangiare, anche se la madre insiste, ha perso la fame. Poi però, distrattamente, beve un sorso di caffè, morde un biscotto, e si stupisce di trovarlo buonissimo, come prima che lui morisse, come sempre. Forse è in quel momento che inizia il suo faticoso ritorno alla vita, ed è la voce di lui a raccontarlo. Giorno dopo giorno, vede scorrere l’esistenza di lei – che cambia città, si sposa, ha figli – catturando le istantanee di un tempo che non gli appartiene; le alterna ai ricordi di un amore che credeva unico. Ma se avesse l’occasione di vivere ancora, come reagirebbe alla certezza che del suo grande amore, nel giro di un attimo, potrebbe non restare niente? Con leggerezza e disincanto, Emanuele Aldrovandi si interroga sulla natura delle relazioni, mettendo in scena il desiderio indicibile che il mondo finisca con noi.«Se l’universo restasse fermo, anche solo per un secondo, la gravità lo farebbe collassare su sé stesso. Per questo motivo, nonostante io sia appena morto, i pianeti continuano a roteare intorno alle proprie stelle, le galassie procedono nel loro costante allontanamento le une dalle altre e tu giri la chiave nella porta di quella che fino a qualche ora fa era casa nostra».Emanuele Aldrovandi (Reggio Emilia, 1985) è autore e regista per teatro e cinema. Il nostro grande niente è il suo primo romanzo.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Cettina Caliò"Memorie di un pazzo"Nikolaj Gogol'Traduzione di Serena VitaleAdelphiwww.adelphi.it«Nikolaj Gogol’, il più strano poeta in prosa che la Russia abbia mai prodotto»(Vladimir Nabokov).«Confesso che da qualche tempo ho cominciato a vedere e sentire cose che nessuno ha mai visto o sentito». Così scrive nel suo diario il consigliere titolare Popriščin – funzionario di rango non elevato ma di grandi ambizioni, roso dal senso di inferiorità, dall’invidia verso più altolocati colleghi al servizio dello Stato –, che ritiene un privilegio l’incarico di temperare, una volta alla settimana, le penne d’oca di un superiore della cui figlia è segretamente innamorato. Nelle pagine che accolgono le sue frustrazioni e i suoi sogni di gloria si insinuano le sempre più assurde fantasie che lo abitano: mucche che comprano il tè, il carteggio tra due cagnoline dal quale apprende che la giovane amata andrà in sposa a un altro. Lo sdegno e un’impotente rabbia lo precipitano definitivamente nella follia («burocratica» questa, priva del demoniaco romanticismo che caratterizza l’insania del pittore nel Ritratto, un altro dei «racconti pietroburghesi» di Gogol’). Persa del tutto la ragione – ora si crede Ferdinando VIII, re di Spagna –, Popriščin viene rinchiuso in un manicomio, dove si occupa degli «affari di Stato» e si angoscia per la sorte della Luna. Dinanzi al suo delirio, alle grida strazianti per le «cure» brutali che gli vengono inflitte, anche a noi non resta che ripetere, come Popriščin: «Vabbè, vabbè, silenzio!». Un silenzio che verrà riempito dalla voce stridula e penetrante dell’Uomo del sottosuolo di Dostoevskij.Cettina Caliò è nata a Catania nel 1973. Scrive poesia e prosa. Cura libri. Traduce dal francese. Ha pubblicato: Poesie (1995), L’affanno dei verbi servili (2005), Tra il condizionale e l’indicativo (2007), Sulla cruda pelle (2012), La forma detenuta (2018), Di tu in noi (2021).IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Angelo Mincuzzi"Europa parassita"Come i paradisi fiscali dell'Unione Europea ci rendono tutti più poveriChiareletterewww.chiarelettere.itL’evasione fiscale in Italia raggiunge quasi cento miliardi di euro l’anno. Sono i soldi che mancano per migliorare le scuole, gli ospedali, le strade, per ridurre le bollette e che finiscono, attraverso oscuri meccanismi finanziari, nelle banche dei cosiddetti paradisi fiscali. Ma qualcosa, negli ultimi anni, è cambiato. Con questa magistrale inchiesta scopriamo che quanto credevamo fosse limitato ad alcuni piccoli stati tropicali è oggi possibile anche in paesi molto vicini a noi, nell’Unione europea, Italia inclusa, grazie a imposte di successione tra le più basse al mondo o ai benefici concessi ai multimilionari stranieri. Le storture del sistema economico europeo, infatti, permettono alle élite economiche di arricchirsi sempre più, con un conseguente, drammatico aumento di disuguaglianze e ingiustizie.E i cittadini onesti finiscono per pagare anche le tasse di chi non le versa. Il giornalista finanziario Angelo Mincuzzi ci accompagna tra le vie delle capitali europee dove oligarchi, dittatori, trafficanti – ma anche molti vip, imprenditori e professionisti della porta accanto – si nascondono dietro l’impenetrabilità del segreto fiscale. E scopriamo che il rischio che corriamo non è più soltanto economico. Perché se le tasse sono il prezzo da pagare per costruire una società giusta e solidale, allora in Italia e in Europa esiste un serio problema di tenuta sociale, e proprio per questo è quantomai urgente un drastico cambiamento di strategia per rinnovare quel patto che i paesi membri dell’Unione europea hanno sottoscritto scegliendo di condividere il proprio domani. Ne va del futuro delle nostre economie e, soprattutto, delle nostre democrazie.Angelo Mincuzzi è caporedattore e inviato del «Sole 24 Ore», dove si occupa – tra gli altri argomenti – di società italiane ed estere, indagini giudiziarie, paradisi fiscali, evasione fiscale e criminalità economico-finanziaria. Negli ultimi anni ha scritto dai Balcani, dai Paesi baltici, da Dubai e dalla Cina. Da caporedattore ha guidato per alcuni anni la redazione di «Economia Italiana». Per Chiarelettere ha pubblicato La cassaforte degli evasori, con Hervé Falciani.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Marco Daffra"Un mare di porti lontani"Un mare di porti lontani – Omaggio di verità a chi tende le braccia ai naufraghi del Mediterraneo è il potente film del regista fiorentino Marco Daffra che “smentisce i luoghi comuni sulle navi umanitarie” (Avvenire). Il film presenta le testimonianze di capitani, marinai, medici, infermieri, macchinisti, interpreti e mediatori culturali, nonché quelle del dr. Pietro Bartolo, “il medico di Lampedusa” che visitò 350mila sbarcati in 30 anni, e di Padre Bernardo Gianni, Abate di San Miniato a Monte. Presentato in anteprima a Firenze, alla presenza di Marco Tarquinio, già direttore di Avvenire, da Monsignor Gian Carlo Perego, Arcivescovo di Ferrara e presidente della Fondazione Migrantes, e da Valentina Brinis, portavoce Open Arms, il film inizia adesso il suo tour internazionale toccando città come a Roma, Vienna, Zurigo, Ginevra, Parigi, Bruxelles; ed anche a Bogotà, Città del Messico, Guadalajara e Tijuana, centro nevralgico della emigrazione sudamericana, ossia in città di paesi dove il tema delle migrazioni è molto sentito. A Firenze il film tornerà il 22 aprile, sempre allo Spazio Alfieri, alle ore 19. Le altre date già in programma sono il 18 aprile alle 21 al Cinema Santo Spirito di Ferrara, il 2 maggio alle 21 al CRC dell’Antella (Fi) e il 4 maggio alle 21 a Greve in Chianti. Nel 2023 Marco Daffra e la sua cinepresa hanno navigato da Carrara a Siracusa per più di mille chilometri sulla nave Open Arms. Daffra è poi volato in ricognizione di naufraghi con Pilotes Volontaires. Il regista ha infine intervistato tanti protagonisti a Lampedusa, centro nevralgico degli sbarchi di migranti, come testimonia il monumento  “Porta di Lampedusa – Porta d’Europa”. Tra le interviste, spiccano quelle del dottor Pietro Bartolo, “il medico di Lampedusa” e eurodeputato, e quella di Padre Bernardo Gianni,  Abate di San Miniato a Monte.Dice Bartolo, che visitò 350mila sbarcati a Lampedusa: “Si parla ancora di “emergenza sbarchi” quando invece da decenni c’è un fenomeno strutturale. Hanno criminalizzato i migranti. Dicono: sono alieni, vengono a rubare il lavoro, c'è l'invasione, portano malattie. Hanno propagato “un'informazione tossica” che diffonde pregiudizio e rancore. Dicono questo perché non hanno mai visto negli occhi il terrore di queste persone. Allora bisogna fare una contro narrazione, raccontare la verità.” “San Bernardo di Chiaravalle – osserva Padre Bernardo Gianni nel film - diceva che la misura dell'amore è non avere misura. E così sento di poter dire su un altro versante analogo all'amore, la misura del salvare è non aver misura. Qualsiasi legge, disciplina, regolamento che intenda contenere questo impeto del cuore che fa grandi le persone che si dedicano al salvataggio di vite altrui (….) è davvero un attentato alla dignità.” L’azione umanitaria è ora ostacolata da leggi e ingiunzioni perentorie che impongono alle navi umanitarie “porti lontani” anche oltre mille chilometri e molti giorni di navigazione - ulteriori giorni in mare che gli scampati, già stremati e in cattive condizioni sanitarie e psicologiche, devono subire, spesso nel maltempo. La “politica dei porti lontani” è aggravata dalla proibizione di soccorsi plurimi, da processi, multe, blocchi delle navi in porto, e da sanzioni draconiane e spesso illegittime contro gli equipaggi delle navi umanitarie. Questa politica ha sottratto al soccorso più di 300 giornate-nave nel solo 2023. Quante vite avrebbero potuto essere salvate, se invece le navi umanitarie fossero rimaste operative a Sud dell’Italia, là dove sono più necessarie? Come ha scritto Avvenire “il film smentisce i luoghi comuni sulle navi umanitarie”, accusate di favorire l’immigrazione clandestina e di complicità con i passatori marittimi, spesso con argomentazioni che in tribunale si rivelano inconsistenti, come nel caso delle navi Ocean Viking, Sea Watch 5, Humanity 1,  e come nel clamoroso maxiprocesso alla nave umanitaria Juventa, nel quale la stessa accusa ha richiesto l’assoluzione, dopo 8 anni di udienze, 3 milioni di euro di spese, il sequestro e la rovina della nave, e la perdita di più di 2000 giornate-nave di soccorso. In effetti, le navi umanitarie hanno sbarcato ultimamente meno del 10% dei superstiti, mentre la grande maggioranza degli sbarchi si deve ai meritevoli soccorsi di Guardia Costiera, Guardia di finanza, Marina militare e navi commerciali, nonché a imbarcazioni autonome. In 30 anni le morti di migranti accertate in Mediterraneo sono 50mila, ma in realtà sono ben di più perché è testimoniato che molte imbarcazioni, con migliaia di migranti, sono partite ma mai arrivate. Per fortuna, però, molte più vite sono state salvate, un grande miracolo che continua a ripetersi ogni giorno grazie anche ai volontari che “tendono le mani ai naufraghi del Mediterraneo”, persone che il documentario di Marco Daffra ci permette di conoscere e di ascoltare, dando così voce ad una verità che dovrebbe essere gridata ma che, purtroppo, viene travisata.  IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Stefania De Pascale"Agricoltura spaziale"Biennale TecnologiaSabato 20 aprile 2024, ore 10:30Politecnico di Torinowww.coltivato.comColtivato, il Festival Internazionale dell’Agricoltura,propone un nuovo appuntamento in vista dell’edizione 2025 che si inserisce nel programma di Biennale Tecnologia 2024, organizzata dal Politecnico di Torino.L’incontro Agricoltura spaziale si terrà sabato 20 aprile alle ore 10.30 al Politecnico in Aula 6 (Corso Duca degli Abruzzi 24). Stefania De Pascale, professoressa ordinaria presso il Dipartimento di Agraria dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, e Maria Lodovica Gullino, fitopatologa, imprenditrice e responsabile scientifico di Coltivato, dialogheranno sulla possibilità di creare un ecosistema artificiale in cui le piante avranno un ruolo centrale, al fine di rendere possibili missioni spaziali di lungo periodo su Luna e Marte, e su come i risultati della ricerca di soluzioni per la vita umana nello spazio possano aiutarci a produrre tecnologie utili per la coltivazione delle piante in ambienti estremi sulla Terra.  Stefania De Pascale negli ultimi 25 anni ha dedicato la sua attenzione allo studio degli effetti della microgravità e delle radiazioni ionizzanti sulle piante, allo sviluppo di un modulo serra per la Stazione Spaziale Internazionale (ISS) e alla coltivazione di piante in sistemi di controllo ambientale biorigenerativo per supportare la vita nello spazio. Dal 2019 dirige il Laboratory of Crop research for Space, che si occupa della caratterizzazione delle piante per i sistemi rigenerativi di supporto alla vita, ed è membro del Comitato Tecnico Scientifico dell'Agenzia Spaziale Italiana.Maria Lodovica Gullino si occupa di salute delle piante all’Università di Torino, dove è stata professoressa ordinaria di Patologia vegetale e Vice-Rettore, e dove ha fondato e diretto per più di vent’anni il Centro di Competenza Agroinnova dell’Università di Torino. Nel 2021, con Ilaria Borletti Buitoni e Ilaria Capua, ha fondato weTree, associazione che ha lo scopo di valorizzare le piante, l’ambiente e le donne, e nel 2023, con Antonio Pascale, ha organizzato a Torino la prima edizione di Coltivato, il Festival Internazionale dell’Agricoltura. IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Gianluca Lopresti"Arte sacra e teologia"Una finestra su arte, storia e chiesaEDBwww.dehoniane.itAttraverso le sue rappresentazioni, l’arte sacra ci proietta in alcuni momenti della vita di Gesù, di Maria e dei santi, aiutandoci a trovare e a mantenere il giusto raccoglimento. Guardando un’opera d’arte abbiamo la possibilità di superare le barriere del tempo e dello spazio ed essere presenti lì, con Cristo, nei luoghi della sua passione; lì, con Maria e Giovanni, sotto la croce; lì, con la Maddalena, a piangere di gioia davanti al sepolcro vuoto. Grazie all’arte sacra abbiamo la possibilità non tanto di guardare quello che è avvenuto in un tempo lontano, ma di rivivere oggi, di partecipare ora, in prima persona, agli eventi che le scene rappresentano. Secondo sant’Ignazio di Loyola, nella preghiera è necessario immaginare le scene evangeliche oggetto di meditazione, facendosi aiutare dalle immagini dei testi biblici, per poi entrarvi a far parte e divenire contemporanei al mistero.Gianluca Lopresti ha conseguito la laurea in Giurisprudenza e in Scienze religiose, approfondendo gli studi nell’ambito della storia e dell’arte cristiana; è stato docente di Diritto ecclesiastico, con particolare riferimento al Diritto dei beni culturali, presso l’ISSR San Pietro di Caserta e attualmente insegna Religione cattolica presso le scuole superiori di II grado. È autore di saggi e di pubblicazioni scientifiche relative ad argomenti storici, giuridici e teologici.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Paolo Casadio"Giotto coraggio"Manni Editoriwww.mannieditori.itQuando finalmente un medico tedesco lo afferrò il morso fu istantaneo, viperino. Il malcapitato urlò imprecazioni intraducibili e lo lasciò, stringendosi la mano azzannata. Giotto ripartì, il cuore a scoppiare nel petto, dentro la canottiera imbrattata di sangue. Nella solitudine della testa rapata si gridava una parola: Coraggio!Giotto, orfano di 10 anni originario della Romagna, e Andrea, giovane dottoressa, si sono scelti e, nel caos anche legislativo della guerra, Andrea riesce a portare il bambino con sé e di fatto ad adottarlo.Rientrati sul Lago di Garda, dove vivono i genitori della donna, Andrea e Giotto trovano la casa di famiglia requisita, e devono vincere le diffidenze del paese e dei parenti verso una genitorialità non canonica. Attorno nasce la Repubblica di Salò, e l'occupazione nazifascista si insinua in ogni aspetto della quotidianità. Dichiarata zona ospedaliera, la riviera è in apparenza tranquilla, ma la Resistenza è attiva, e Andrea utilizza la propria posizione professionale per aiutare i partigiani, raccogliendo informazioni riservate mentre lavora presso un ospedale militare tedesco e come medico aziendale per un'officina aeronautica. Un romanzo appassionante in cui alla tragicità della guerra fa da contraltare la simpatia esuberante di Giotto e l'amore tra una madre e un figlio, una storia avvincente sulla Seconda Guerra Mondiale e la lotta partigiana di una giovane donna.Paolo CasadioÈ nato a Ravenna nel 1955, vive nella Bassa ravennate. È studioso della lingua e della storia del suo territorio. Ha pubblicato La quarta estate (Piemme 2015) e Il bambino del treno (Piemme 2017), che hanno ottenuto numerosi premi.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
eo Righetto"Il sentiero selvatico"Feltrinelli Editorewww.feltrinellieditore.itPiove da più di un mese a Larcionèi. Nel paesino ai piedi delle Dolomiti gli anziani giurano di non aver mai visto cadere dal cielo tanta acqua. E sotto l’acqua gli abitanti del villaggio si riuniscono il 2 novembre del 1913 per la messa del Giorno dei Morti. Ci sono tutte le famiglie della zona, anche i Thaler, con la loro unica figlia di dieci anni, Katharina. Nel mezzo della liturgia, la bimba sparisce nel nulla: il paese intero la cerca tra i boschi per tutta la notte, invano.La piccola Tina riappare da sola il giorno dopo, proprio quando finalmente cessa la pioggia. Sta bene, ma non ricorda nulla di quel che le è accaduto, e tra i paesani cominciano a correre strane e malevole voci. Presto per tutti Tina diventa la strìa, la strega che è stata rapita dai morti, che ha conosciuto il diavolo. Per lei l’unico rifugio, il luogo dove trova pace e sicurezza, è il monte Pore con i suoi boschi, i torrenti e gli animali selvatici.La sua è una vita di misteri e scelte coraggiose, che la porteranno – da adulta – a diventare una leggenda, la guardiana della natura dolomitica, uno spirito antico che, proprio come gli animali selvatici, si lascia vedere solo se è lei a deciderlo. L’ultima lupa delle Dolomiti.Torna il personaggio più amato de La stanza delle mele, Tina Thaler. Matteo Righetto, con il suo stile poetico, ci porta a Larcionèi, in quel drammatico momento in cui le foreste venivano drasticamente abbattute, la Grande guerra falcidiava i soldati e l’identità ladina veniva lacerata. In un intreccio di magia e arcaiche tradizioni locali, Il sentiero selvatico celebra la potente connessione tra piante, animali, donne e uomini.Matteo Righetto vive tra Padova e Colle Santa Lucia (Dolomiti). Ha esordito con Savana Padana (TEA, 2012), seguito dai romanzi La pelle dell’orso (Guanda, 2013), da cui è stato tratto un film con Marco Paolini, Apri gli occhi (TEA, 2016, vincitore del Premio della Montagna Cortina d’Ampezzo; Feltrinelli UE, 2024) e Dove porta la neve (TEA, 2017). Per Mondadori ha scritto la “Trilogia della Patria” – che comprende i romanzi L’anima della frontiera (2017), L’ultima patria (2018), La terra promessa (2019) – e, insieme a Mauro Corona, il “sillabario alpino” Il passo del vento (2019). La sua trilogia è diventata un caso letterario internazionale con traduzioni in molti Paesi, tra cui Stati Uniti, Gran Bretagna, Canada, Australia, Germania, Olanda. Per Feltrinelli ha pubblicato I prati dopo di noi (2020) e La stanza delle mele (2022). Per il teatro ha scritto Da qui alla Luna, prodotto dal Teatro Stabile del Veneto e portato in scena da Andrea Pennacchi. Nel 2019 ha ricevuto il Premio Speciale Dolomiti Unesco. È Presidente della Sez. Livinallongo - Colle Santa Lucia del Club Alpino Italiano.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Gianfranco Pancino"Ricordi a piede libero"L'Autonomia Operaia, l'esilio, gli studi sull'HIVMimesis Edizioniwww.mimesisedizioni.itRicordi a piede libero è un avvincente autobiografia che si muove tra la passione rivoluzionaria e l’impegno scientifico. Gianfranco Pancino ripercorre il sentiero tortuoso della sua vita, un percorso cominciato nell’azione politica con il movimento studentesco nel 1967, durante gli studi di medicina a Padova, e poi proseguito a Milano con la militanza nell’area dell’Autonomia operaia e l’esperienza del giornale “Rosso”; sullo sfondo la strategia della tensione, gli anni di piombo e l’insorgenza della lotta armata. Imputato nel Processo 7 aprile, nel 1979 Pancino è costretto alla latitanza, alla fuga e quindi all’esilio. Prima Messico, poi Parigi dove, tra precarietà, attentati subiti e arresti per richieste di estradizione, riuscirà a imboccare l’appassionante strada della ricerca scientifica, acquisendo fama internazionale per i suoi studi sul cancro e sull’HIV fino a ricoprire la carica di direttore di ricerca all’INSERM e a far parte dell’équipe di Françoise Barré-Sinoussi, futuro premio Nobel per la Medicina, all’Istituto Pasteur di Parigi.Gianfranco Pancino, laureato in medicina a Padova nel 1971 e successivamente medico del lavoro a Milano. Fa parte di Potere Operaio, poi contribuisce alla fondazione dell’Autonomia operaia. In Francia si dedica alla ricerca sul cancro e poi sull’HIV, come direttore di ricerca dell’Istituto Pasteur.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Carlo Patriarca"La curva di sopravvivenza"Neri Pozza Editorewww.neripozza.itCarlo Patriarca, medico che da sempre scrive romanzi, popola queste pagine di corpi che chiedono riparazione, di emozioni che chiedono riconoscimento, di figure che chiedono compassione e, sopra ogni cosa, salvezza.Vittorio S., professore di Storia in pensione e ipocondriaco di lungo corso, dopo reiterate prove generali di malattia, un giorno si trova a fronteggiare una vera diagnosi. Quella diagnosi, oltre a risospingerlo nella realtà, riallaccia i fili della vita di due giovani medici, il nipote Aldo e il suo amico di sempre, Bruno. Bruno, dall’indole riservata e riflessiva, è diventato anatomopatologo, mestiere che lo porta a confrontarsi in solitudine con malattie insidiose, spesso camuffate dietro false apparenze, com’è il caso del male di Vittorio. Aldo, invece, chirurgo carismatico dal robusto autocontrollo, dopo tanti successi si trova inaspettatamente a convivere col sapore amaro dell’errore, ossessionato dal perfezionismo tradito. Le vicende dei due amici si snodano lungo trent’anni di amori, rimpianti, ricordi, colpe, inganni, ambizioni e brucianti invidie, fino alla linea d’ombra della maturità. Peripezie umane e professionali in cui non mancano eroiche ascese in bicicletta, discese rompicollo sugli sci, fughe dalle fiamme e voli prometeici in compagnia di un fegato da trapiantare. Ma la sfida più dura è quella che vede Aldo in battaglia contro un nemico esterno, questa volta, incarnato in un medico in malafede, alle cui terapie viene sottoposta anche Margherita, l’unica donna che lui abbia amato davvero. Ma se un male reale guarisce lo zio Vittorio consentendogli di riconciliarsi col fratello perduto, per Aldo e Bruno, invece, la vita è una colluttazione quotidiana con la malattia, da cui non è mai concesso distogliere lo sguardo.Carlo Patriarca (Sondrio, 1960) vive a Milano. È medico e dirige un reparto di Anatomia Patologica. Il campo di battaglia è il cuore degli uomini è il suo primo romanzo. Ha pubblicato anche La Sfida (BEAT) e Shock (Neri Pozza).IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Antonio Iovane"Il carnefice"Storia di Erik Priebke, il boia delle Fosse ArdeatineMondadori Editorewww.mondadori.itC’è un uomo a Bariloche, ai piedi delle Ande, che ogni mattina raggiunge la scuola tedesca dove insegna, fa lezione ai ragazzi e per pranzo torna a casa dalla moglie. Vive lì da quasi cinquant’anni, è perfettamente integrato, rispettato, ha una solida rete di amicizie.Un giorno, fuori dalla porta trova ad attenderlo una troupe televisiva americana. «Signor Priebke?» gli chiede un giornalista. «Lei era nella Gestapo nel ’44, giusto? A Roma?» L’uomo rimane impassibile, sembra non capire. Poi annuisce.Come ha fatto Erich Priebke, il capitano della polizia tedesca che il 24 marzo 1944 chiamava i nomi dei 335 uomini da condurre all’interno delle Fosse Ardeatine per essere fucilati, a fuggire in Argentina e vivere indisturbato per mezzo secolo senza che nessuno gli chiedesse ragione dei suoi crimini?Attraverso un monumentale lavoro di ricerca, un’appassionata serie di interviste ai protagonisti della vicenda e materiale del tutto inedito. Il carnefice racconta tre storie: quella della cattura del vecchio nazista grazie al lavoro di agenti internazionali, l’estradizione e i processi in un Paese profondamente diviso tra chi chiedeva giustizia e chi invocava clemenza per un uomo ormai anziano. La storia della carriera di Priebke a Roma, del suo ruolo di predatore di partigiani e della fuga rocambolesca in Argentina dopo la caduta del Reich. Infine la storia di radici, quelle dell’Italia di oggi, con le sue contraddizioni e i suoi antagonismi mai superati, e di Antonio Iovane, che mentre scriveva, indagava ed entrava nel cuore nero della Storia, si è trovato davanti a una verità perturbante.Antonio Iovane è nato il 18 maggio 1974 a Roma, dove vive. Giornalista, realizza podcast d’inchiesta per il gruppo Gedi. Con minimum fax ha pubblicato il romanzo Il brigatista (2019), che ha riscosso un ampio successo di critica e pubblico, e La seduta spiritica (2021). Per Mondadori, sempre nella collana Strade blu, è uscito invece nel 2022 Un uomo solo, il racconto immersivo e rutilante delle ultime ore di Luigi Tenco.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Raffaele Ascheri"Giacomo Leopardi. Una biografia (non autorizzata)Edizioni Cantagalliwww.edizionicantagalli.itQuesta biografia di Giacomo Leopardi – basata anche su fonti di fine Ottocento tralasciate dai biografi degli ultimi decenni – offre un’immagine del grande intellettuale recanatese per molti aspetti diversa da quella che si è venuta a creare nel Novecento, soprattutto dal 1947 in poi.Siamo di fronte ad una ricostruzione rigorosamente documentale, la quale si basa in primo luogo sullo Zibaldone e, ancora di più, sull’epistolario leopardiano, fonte inesauribile di informazioni sulla vita del recanatese.Ne emergono, del tutto confermati, alcuni tratti già assai noti del poeta-scrittore, ma il lettore vi potrà trovare svariati passaggi biografici poco noti, censurati da molti studiosi per non fare emergere aspetti poco edificanti dell’uomo e della sua postura intellettuale.Questo è un libro scritto da un appassionato di Leopardi, da uno che ammira la bellezza di quasi tutti i suoi versi e la profondità delle sue riflessioni. Ma le zone d’ombra ci sono, e Leopardi lo si ama anche mostrandole, senza ipocrita pietas.Raffaele Ascheri è scrittore di libri d’inchiesta (La Casta di Siena, Mussari Giuseppe: una biografia (non autorizzata), Le mani sulla città) e di romanzi (Gli scheletri nell’armadio, Il Professor Ugo Popolizio). Di formazione storica, è anche gestore di un blog (l’eretico di Siena). Docente per vent’anni nelle scuole medie, dal 2018 è Presidente della Biblioteca Comunale di Siena, in cui anima eventi culturali.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Francesco Ferracin"La leonessa"Linea Edizioniwww.lineaedizioni.itLa Leonessa è ispirato a una storia vera. Berlino Est, 1964. La ventiduenne Friederike “Rike” Beck è una studentessa dell’Università di Potsdam. Madre di una bambina di sette anni, avuta da una relazione con Klaus, il suo primo marito, un uomo violento e pericoloso, a Berlino conosce Alexander Onyemo, uno studente di ingegneria nigeriano. I due non potrebbero essere più diversi tra loro. Contro ogni convenzione sociale, Rike e Alex cominciano a frequentarsi e la loro relazione sentimentale li porta alla nascita di una bambina. Decidono di sposarsi e, una volta terminati gli studi, di andare a vivere a Enugu, in Nigeria, dove Alex sarà destinato a ricoprire una posizione di prestigio presso la più importante compagnia mineraria del paese. L’impatto con l’Africa è al principio traumatico, ma in pochi mesi Rike entra a far parte dell’élite locale, composta soprattutto da bianchi provenienti dai più diversi paesi occidentali: uomini d’affari con le loro mogli, diplomatici, spie. Ed è proprio all’interno dei club da essi frequentati che Rike si rende conto che il paese è sull’orlo di una guerra civile.Francesco Ferracin nasce a Venezia nel 1973. Il suo debutto letterario avviene nel 2008, con il romanzo hard-boiled Una vasca di troppo (Fanucci). Nel 2009 comincia la sua collaborazione con Franco Battiato con il quale ha co-sceneggiato il film Handel e portato in scena il melologo L’incubo della farfalla, liberamente tratto dal suo omonimo poema. Per Linea Edizioni ha scritto i romanzi Technoshock (2018) Venezia Sunrise (2019) L’incubo della farfalla (2022) e Feroce (2023). Francesco vive fra Berlino e Venezia e si dedica allo sviluppo e alla scrittura di romanzi, film, serie televisive, opere teatrali, videogame e progetti trans-mediali.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Emanuela Anechoum"Tangerinn"edizioni e/owww.edizionieo.itIl romanzo di una generazione che sa di dover partire ignorando la destinazione. In un mondo governato dall’incertezza e da falsi idoli, una giovane donna viaggia tra la grande metropoli, il paesello d’origine sul mare, il Marocco fantastico di un padre adorato ma sfuggente.Mina ha trent’anni e conduce a Londra una vita costruita con grande attenzione e poca spontaneità, nel tentativo spasmodico di sentirsi finalmente “giusta”. Una sera riceve una telefonata da sua madre: il padre è morto. Mina torna a casa per i funerali, ma finisce per restare a lungo. Casa è la periferia di un paese sul mare in cui suo padre gestiva un piccolo bar sulla spiaggia frequentato per lo più da immigrati. Omar aveva cercato con quel bar di creare una piccola comunità per tutti coloro che non si sentivano accolti da quella nuova terra. In quello strano luogo dove nessuno sembra essere al suo posto, dove le persone troppo spesso appaiono come fantasmi che passano e svaniscono, Mina ritrova la famiglia, gli amici e soprattutto i ricordi del padre, questo mitico, inafferrabile, eterno migrante con un misterioso passato in Marocco.In quest’avventura sensuale ma a tratti quasi metafisica, Mina scoprirà che le radici sono solo un sogno sfuggente, un desiderio di ritrovarsi in una storia comune, in un affetto profondo che ci faccia dimenticare, almeno a tratti, la ferocia del mondo e le ferite dell’abbandono.Emanuela Anechoum è nata a Reggio Calabria nel 1991 e vive a Roma. Dopo gli studi ha iniziato a lavorare nel mondo dell’editoria a Londra, e successivamente si è trasferita in Italia. Ha scritto per Vice, Doppiozero, Marvin Rivista. Tangerinn è il suo primo romanzo.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Rick Dufer"Critica della ragion demoniaca"Quali forze sono al comando della tua vita?Feltrinelli Editorewww.feltrinellieditore.itFin dall’antichità il famoso motto “Conosci te stesso” corrispondeva alla ricerca del proprio daimon, ovvero di quella forza (o serie di forze) che agita la nostra esistenza, impossessandosene. Secondo Eraclito, questi “demoni” sono nostri alleati; Cartesio, invece, li considera temibili avversari.La storia della filosofia e della letteratura è costellata di filosofi “indemoniati”. Socrate è posseduto dal demone della maieutica e della curiosità; il demone di Spinoza è la libertà d’espressione; Kafka è ossessionato dal demone del dubbio e dell’incapacità.Poi ci siamo noi, ormai non più felici né infelici, ma disfelici: da quali demoni siamo stati invasi? Come possiamo riconoscerli e, mettendoli a nudo, sconfiggerli?Oggi i demoni formano una moltitudine: quello dell’attenzione, per esempio, cerca di catturare la nostra vita in un gorgo di contenuti che ammutolisce la nostra vera essenza; o il demone della dopamina da popolarità ci spinge alla soddisfazione di bisogni sempre più effimeri; moderni odradek infestano i social network, spingendoci verso una condizione anestetizzante di illusoria amortalità.Ma se è vero che ogni demone porta con sé caratteristiche e punti di forza peculiari, è altrettanto vero che tutti hanno in comune un tallone d’Achille e questo ci permette di riconoscerli per evitare di caderne vittima.Con il tono diretto e il gusto per la provocazione che lo contraddistinguono, Rick DuFer cerca di scandagliare le molte entità che oggi prendono possesso della nostra vita, e segnala anche precise vie di fuga dalle nevrosi cui non siamo affatto condannati.Dal filosofo più irreverente del web, un libro che scandaglia e scardina le entità che oggi penetrano le nostre difese, invadendo con subdola costanza la nostra esistenza.Rick DuFer, alias Riccardo Dal Ferro, porta avanti da anni un progetto di divulgazione letteraria e filosofica sul web attraverso il suo seguitissimo canale YouTubee il suo podcast Daily Cogito, che raccoglie oltre un milione e mezzo di ascolti mensili. Nel 2024 espande l’attività divulgativa fondando la Cogito Academy, la sua scuola di pratica filosofica volta a trasformare la vita di chi la segue.È autore e interprete di monologhi teatrali a sfondo letterario, filosofico e satirico, tra cui Seneca nel traffico (2019), Quanti giga pesa Dio? (2021) e Le vite di Spinoza (2022). Ha scritto racc nti, romanzi e i saggi Elogio dell’idiozia (Tlon, 2018; Poliniani, 2021), Spinoza e popcorn (De Agostini, 2019) e, più di recente, editi da Feltrinelli, Seneca tra gli zombie (2022), La parola a don Chisciotte (2023) e Critica della Ragion demoniaca (2024).Per Audible ha pubblicato, con Roberto Mercadini, il podcast Parole preziose, mentre per Storytel ha firmato i podcast A mente libera e Cose serie.www.dailycogito.com IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Mirko Casadei con Zibba"Il figlio del re"Storia e storie di Raoul CasadeiBompiani Editorewww.bompiani.it“Mio padre era un mare, un luogo speciale nel quale convergevano una serie di fiumi; profondo e immenso, inesplorabile, pieno di vita”: così Mirko Casadei, figlio di Raoul, suo successore sul palco e da oltre vent’anni al comando dell’orchestra più famosa d’Italia, ricorda suo padre. E nel farlo ci porta in un viaggio caldo e avvincente nel mondo del Re del Liscio, tra musica, avventure e idee geniali, intrecciando le esperienze personali con il racconto del mito che Raoul ha fatto di sé stesso. La storia del Figlio del re è una specie di matrioska: una serie di esperienze una nell’altra, un racconto che ne racchiude altri cento, e che svela le cose che pochi sanno e che molti si sono chiesti, l’universo di un figlio d’arte che ha scelto di difendere il nome e la tradizione di famiglia, di continuare a costruire attorno alla musica da ballo, il nostro folk, un genere sempre in evoluzione, di lasciare che il nuovo frughi nel passato per creare la propria versione di qualcosa, non solo nella musica. Scritto con Zibba, produttore e coautore delle nuove canzoni di Mirko, il libro è una collezione di ricordi ed episodi condivisi, fatti e racconti di quei fatti, montati con taglio cinematografico e organizzati rivisitando luoghi, ripescando dettagli, secondo il disordine ordinato della memoria.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Francesco PalmieriRicordando la figura di Grazia MarchianòStudiosa di estetica, di religioni e di filosofie orientali, ultima compagna di Elémire Zolla di cui teneva accesa la memoria e curava l’eredità intellettuale e spirituale, Grazia Marchianò aveva compiuto 83 anni il 13 marzo scorso e agli occhi di chi la conosceva sembrava sempre salda, infaticabile e accesa da dinamica curiosità. Gli amici che non riuscivano a contattarla da alcune settimane s’erano preoccupati del silenzio: Grazia non possedeva un telefono mobile e non rispondeva a quello di casa né alle e-mail. Oggi nella tarda mattinata, a quanto apprende Il Foglio (che la intervistò il 7 agosto 2021), una libraia romana alla quale la studiosa era molto legata s’è decisa a chiamare i carabinieri di Montepulciano, che hanno forzato la porta di casa e hanno rinvenuto il corpo esanime.Stando alle prime constatazioni, probabilmente Grazia già da alcuni giorni aveva raggiunto il suo Elémire, scomparso nel 2002, in quell’altra dimensione cui entrambi per l’intera vita avevano dedicato anima e cuore, viaggi in giro per il mondo e per il tempo. Era stato un grande amore che aveva unito la coppia, riverberato nell’imponente biografia antologica ‘Il conoscitore di segreti’, in cui Grazia nel 2006 riconnetteva per il pubblico i variegati fili del pensiero zolliano. Non fu mai succube né gelosa delle opere di Elémire e non trascurò la sua attività intellettuale all’ombra dell’altro, ma ne riflesse la luce con la generosità morale dimostrata anche nei confronti di altri studiosi che assieme al marito predilesse e orientò, come il geniale pensatore romeno Ioan Petru Culianu.La lezione di Grazia Marchianò si può forse riassumere nelle parole con cui introdusse la biografia di Zolla: “Non sono tanto gli spostamenti nello spazio fisico, le letture sulla carta o sul video del computer, gli incontri prevedibili o imprevisti a dispensare occasioni di conoscenza, ma il modo nel quale ci si rapporta ad essi, si fanno filtrare e lievitare dentro di noi, suscitano connessioni, dischiudono orizzonti al di là dell’ovvio, istigano a dubitare e ad accendere nuove domande, senza porre limite alcuno alla fame e alla sete di cercare, indagare, apprendere, ricordare, dedurre, analizzare, argomentare, immaginare ma anche contemplare, meditare, coltivare il silenzio, espandere la consapevolezza, crescere dentro – quali che siano le circostanze in cui ci si trovi a vivere, nella buona e nella mala sorte come si diceva un tempo”.articolo apparso sul quotidiano "il Foglio", autore: Francesco PalmieriElémire Zolla"Minuetto all'inferno"Edizioni CliquotChe cos’è la cattiveria? Cosa significa contemplare ed esplorare il male? A volte, semplicemente, si tratta di non trovare agio nel conformismo imperante, e percorrere una propria strada a dispetto di tutto e di tutti. Anche nel grande teatro della Torino e dell’Italia del Ventennio c’è un copione da recitare (a cui chiunque si adegua: dal gerarca zelante all’antifascista arrabbiato; dal borghesuccio meschino al contadino superstizioso) e quando i destini dei protagonisti, Lotario e Giulia, si incrociano sul finire della guerra, i due si accorgono che, nel condurre la loro esistenza indipendente e disordinata, forse hanno comunque interpretato un ruolo.E lassù, dal cielo, Belzebù e un baffuto dittatore onnisciente si godono la recita dell’umanità, elargendo tiri mancini a profusione; e constatando con sottile piacere che, alla fine, chi non supera le prove della vita è solamente chi conduce quella più normale.Uscito per la prima volta per Einaudi nel 1956, Minuetto all’inferno è un libro controverso, difficile da inquadrare. Elio Vittorini, che pure lo pubblicò nei suoi Gettoni, ne scrisse una quarta di copertina che era quasi una stroncatura, e lo definì con spregio – in un’epoca in cui la letteratura si interessava soprattutto di sondare il reale – come «cupamente fantasticante: un incubo puramente libresco». Eppure il romanzo vinse il Premio Strega opera prima e anche oggi, a distanza di tanti anni, si ha l’impressione che questa osservazione profonda della bassezza dell’animo umano e questo addentrarsi, a mo’ di favola gnostica, nel regno del fantastico, lo rendano una lettura di valore imperituro.Prefazione di Grazia Marchianò.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
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Comments (2)

Sienna Maraboli

Ciao a tutti leggendo questo, sono sienna di Roma e voglio ringraziare questo grande incantatore che mi ha aiutato a ricongiungermi con mio marito, la parte scioccante di tutto è stata che questo incantesimo è stato fatto in meno di 3 giorni senza alcuna delusione o ritardo e consiglio a tutti avendo problemi di separazione a drwava3@gmail.com o whatsapp lui +12162022709 o viber +12066713285 non mi ha deluso e non deluderà te. contattalo oggi e ottieni le soluzioni al tuo problema

Feb 28th
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PieTro Giunta

ti GHz la zolla gr p tu ne h un u un u GHz un un ha una tuju5 ztzzzz6 sa un 0 un u un un g tu per u

May 3rd
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