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il posto delle parole

Author: livio partiti

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Conversazioni intorno ai libri, insieme con gli autori.
"ascoltare fa pensare"

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Loredana Cella"Le torinesi ribelli"Diciannove storie per ricordarleNeos EdizioniDiciannove racconti che danno voce ad una galleria di torinesi “ribelli”: protagoniste più o meno conosciute che hanno superato convenzioni, luoghi comuni e discriminazioni per affermare la loro autonomia di pensiero e di azione. Un libro che è al tempo stesso antologia e romanzo, reale e immaginifico. Ritratti di donne capaci e caparbie, che apparentemente nulla hanno da condividere se non il fatto di essere libere nel bene e nel male, nel giusto e nell’errore.  Troviamo le storie delle Tabacchine della Manifattura Tabacchi, che con le loro battaglie hanno segnato una nuova cultura del lavoro, e delle Caterinette, le giovani sartine o modiste, molto numerose quando Torino era la capitale della moda italiana e chiamate così perché in Francia le apprendiste sarte avevano scelto come patrona santa Caterina di Alessandria (il racconto trae spunto dalla triste vicenda di Mariuccia Ferrero, morta a 16 anni dopo essere rimasta ustionata nell’incendio dell’atelier in cui lavorava: possedeva un canarino di nome Ciribiribin, che divenne una canzone che fece il giro del mondo)Nobildonne come la regina senza corona Adelaide di Susa, che ebbe un ruolo fondamentale in una delle vicende della Lotta per le Investiture, accompagnando Enrico IV dal Moncenisio a Canossa (era il gennaio del 1077), e la madama reale Maria Giovanna Battista di Savoia Nemours, denigrata come donna ambiziosa e amante del potere, madre senza amore, spendacciona e scialacquatrice amante lasciva, ma che in realtà seppe preservare il regno da guerre sanguinose. Donne che sono state pioniere nei loro campi, come Maria Velleda Farnè, la prima donna a laurearsi in medicina all’Università di Torino e la seconda in Italia (era il 1878), unica donna presente con un suo ritratto marmoreo nel palazzo del rettorato dell’Università di Torino.Alessandra Re Boarelli, detta Nina, nobildonna borghese che nella seconda metà dell’Ottocento sfidò convenzioni e pregiudizi e scalò il Monviso nell’agosto del 1864, prima alpinista italiana; la  “signora al volante” Ernestina Prola Macchia, prima donna a prendere la “licenza per guidare” nel 1907.Ada “Sayonara” Pace, unica donna a correre in macchina negli anni Cinquanta, vincendo e infischiandosene delle invidie (vinse, tra le altre corse, la Torino-Sanremo nel 1951, il Rally di Sestriere nel ’59, la Targa Florio nel ’60. Nello stesso anno vinse la Coppa d’Oro Aci Modena e il secondo e terzo classificato disertarono la premiazione per non salire sul podio dietro a una donna).Lidia Poët, che si laureò nel 1881 in Giurisprudenza a pieni voti e che nel 1883 divenne la prima donna italiana “ammessa all’avvocatura.Camilla Ravera, prima donna a diventare segretaria di un partito politico (il PCdI nel 1927) e donna nominata senatrice a vita nel 1982.Artiste come la pittrice Evangelina Gemma Alciati, prima donna ammessa all’Accademia Albertina, una vita passata a rompere catene.La scandalosa Carol Rama, Leone d’oro alla carriera a Venezia nel 2003; la traduttrice e talent scout Fernanda Pivano, che ebbe un ruolofondamentale nel far conoscere la letteratura d’oltreoceano (nel libro si raccontano i suoi difficili esordi durante il fascismo a causa delle traduzioni di autori considerati scomodi).Il Trio Lescano (le tre sorelle Alexandrina, Judith e Katharina Leschan), i cui scanzonati motivetti segnarono un’epoca della canzone italiana rimanendo nell’immaginario collettivo nonostante una carriera molto breve; la soubrette Isa Bluette, al secolo Teresa Ferrero, star dell’operetta e della rivista negli anni Venti e Trenta. E poi il Premio Nobel Rita Levi Montalcini; Ada Prospero, staffetta partigiana, medaglia d’argento al Valor Militare, vicesindaco di Torino, cofondatrice dell’Anpi e moglie di Piero Gobetti.Helen Konig Scavini, soprannominata Lencina, fondatrice nel 1919 della prestigiosa fabbrica Lenci. Il volume si chiude con una ribelle dei nostri giorni, la “ragazza del fiume” Elisabetta Brugo, campionessa di canottaggio, insegnante e allenatrice.  Sono molte le donne che hanno contribuito a costruire la Storia di Torino.Alcune si sono trovate eccezionalmente in posizioni di potere e hanno saputo determinando il futuro della loro città. Ma tante battaglie sono state condotte in famiglia o in società, per difendere le proprie scelte personali contro il pregiudizio o un ordine costituito, per uscire dai ruoli attribuiti dalla tradizione, per essere libere di seguire la propria vocazione, per affermare se stesse, aprendo la strada che altre donne hanno percorso dopo di loro. È così che hanno dato una svolta non solo alla loro vita, ma alla storia. Gli autori e le autrici di queste pagine ne restituiscono, ciascuno con il proprio stile, la vitalità, il coraggio, la determinazione che ha permesso loro di affermare diritti e desideri oltre ogni difficoltà, e di diventare oggi un esempio da non dimenticare.A cura di Loredana CellaRacconti di: Athena Barbera, Bruna Bertolo, Graziella Bonansea, Loredana Cella, Monica Cerutti, Graziella Costanzo, Silvia De Francia, Aurora Frola, Dario Lessa, Antonella Manduca, Ezio Marinoni, Eva Monti, Patrizia Monzeglio, Eros Pessina, Laura Pompeo, Franca Rizzi Martini, Elena Rossi, Caterina Schiavon, Alessandra Zanettini. Schede biografiche delle protagoniste a cura di Cinzia Ballesio.Prefazioni di Silvia Garbarino, giornalista e Segretaria dell’Associazione Stampa Subalpina, e di Ornella Toselli, Presidente della Consulta Femminile della Regione Piemonte.Copertina di Giovanna BinelloI diritti d’autore saranno devoluti a International Help onlus a sostegno delle sue attività. IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Augusto Romano"La memoria interrotta"Manni Editoriwww.mannieditori.itQuella di Augusto Romano è una poesia che si nutre di scarti: gli scarti della vita quotidiana, il non detto e l’indicibile, l’informe che l’esistenza diurna relega nei ripostigli della notte, ciò che non si può mostrare se non per accenni, segni equivoci, melodie interrotte. Sono versi che si aggirano attorno a temi comuni – sesso, amore, tempo, perdita – e mescolano stupore, malinconia, furia, qualche paralitica estasi e ironia.Ne risulta un costante combattimento con le parole, un labirinto inconcluso, che si disfa già mentre viene disegnato.Augusto Romano, nato nel 1934 a Bari, vive e lavora a Torino.Psicoanalista di orientamento junghiano, è socio ordinario della IAAP (International Association for Analytical Psychology) e analista didatta dell’AIPA (Associazione Italiana di Psicologia Analitica).È stato docente di Fondamenti di psicologia analitica all’Università di Torino e ha pubblicato numerosi saggi con Aragno, Bollati Boringhieri, Bompiani, Marsilio, Moretti & Vitali, Raffaello Cortina.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Sandro Moiso, Giulia Strippoli"Riti di passaggio"Cronache di una rivoluzione rimossa. Portogallo e immaginario politico 1974-1975Mimesis Edizioniwww.mimesisedizioni.itRiti di passaggio non vuole essere una cronaca della cosiddetta “Rivoluzione dei garofani”, che portò nel 1974 alla fine del più antico regime fascista europeo, all’instaurazione della democrazia e alla fine del colonialismo portoghese in Africa. Tutti questi fatti non sono solo ripercorsi dal saggio, ma vengono compresi all’interno di un più ampio discorso intorno alle speranze e all’immaginario politico che questo sommovimento repentino suscitò anche al di fuori del Paese, tanto da far scrivere al “Financial Times”, nell’estate del ’75, che “il capitalismo è morto in Portogallo”. La reazione agli eventi superò i confini geografici e accese soprattutto i militanti di Lotta Continua, che si trovarono catapultati in quell’esperienza per conto della stessa organizzazione extraparlamentare. Il saggio, infatti, prende avvio da un’introduzione che spiega le radici culturali dell’immaginario di quei giovani (e come queste si adattassero alla nuova situazione politica e di lotta cui dovettero far fronte), ma riflette anche sull’azione “ribelle” dei soldati, per rovesciare i governi, invertire il colonialismo e lo stesso militarismo. A seguire, il memoriale di uno dei due autori che visse quei giorni in prima persona, “pericolosamente” in terra lusitana (e non solo). Completano il volume due scritti di Giulia Strippoli, che valutano le riflessioni del giornale “Lotta Continua” intorno a quel periodo e le esperienze dei suoi militanti di quegli anni, raffrontate a quelle degli attivisti portoghesi.Sandro Moiso è redattore di Carmillaonline e autore di La guerra che viene (2019); coautore di Immaginari alterati (2018, con L. Cangianti e A. Daniele); curatore di All That Mattered Was Sensation (2019, di James Ballard), L'epidemia delle emergenze (2020, con J. Orlando), Guerra civile globale (2020) e L'insurrezione immaginaria. Valerio Evangelisti autore, militante e teorico della paraletteratura (2023, con A. Sebastiani). Storico ed esperto di questioni belliche e di politica internazionale, nonché di storia, letteratura, cultura e musica del Nordamerica.Giulia Strippoli è storica, ricercatrice presso l'Istituto di Storia Contemporanea dell'Universidade Nova di Lisbona. Ha svolto ricerca sui partiti comunisti dell'Europa occidentale, i movimenti studenteschi, la storia del lavoro, la militanza di sinistra, la storia delle donne e dei femminismi. Tra le sue pubblicazioni più recenti: Arriving from the revolution (2023), Women's Transnational Activism against Portugal's Colonial Wars (2022). Con Lorenzo D'Amico de Carvalho ha pubblicato il saggio Lotta Continua, the Carnation Revolution and the uses of the past in documentary cinema (2022). È autrice del documentario Vita di Lionel (2020) sul regista Lionello Massobrio e sul suo film girato in Angola nel 1970, La Vittoria è certa.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Virtus Zallot"Un Medioevo di abbracci"Non solo d'amore, non solo umaniLe edizioni del Mulinowww.mulino.itUn affresco inconsueto. Il linguaggio silenzioso di un gesto dell’anima.Abbracci di madri, amanti, bambini, amici, peccatori e santi; a persone, animali, cose, figure dipinte o evocate in sogno; intimi e sociali, umani e divini, metaforici e reali. Gesti che accolgono, congedano, proteggono, consolano, aggrediscono, sostengono il corpo e l’anima. Questo volume li indaga nell’arte e nella letteratura del Medioevo, dove sono eloquenti ed eclatanti poiché in tale epoca, e ancor più nel suo immaginario, il linguaggio corporeo integrava fortemente, e spesso sostituiva, le parole. Pur messi in scena entro contesti apparentemente lontani, gli abbracci medievali sono una sorta di specchio entro cui osservarci, scoprendo che ci appartengono e parlano di noi.Virtus Zallot è docente di Storia dell’arte medievale all’Accademia di Belle Arti SantaGiulia di Brescia.Studiosa di iconografia sacra, collabora con istituzioni culturali ed enti pubblici a progetti di ricerca e di valorizzazione del patrimonio artistico. Per il Mulino ha pubblicato «Con i piedi nel Medioevo. Gesti e calzature nell’arte e nell’immaginario» (2018) e «Sulle teste nel Medioevo. Storie e immagini di capelli» (2021). Scrive per «Il Giornale dell’Arte».IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Alessandro Maurizi"Gli invisibili di San Zeno"Mondadori Editorewww.mondadori.itVerona, 1880. Un grande esodo sta svuotando le campagne: l'America è la Terra Promessa, e migliaia di contadini oltre la soglia della povertà vendono tutto per correre a Genova, e lì imbarcarsi sui grandi piroscafi della speranza reclamizzati dalla Casa Generale di Spedizioni Marittime del ricco Isaia Bordignon. Federico Giorio, giovane procuratore legale e fervente repubblicano, non è riuscito a incastrare il losco faccendiere e per punizione è assegnato a un caso minore: il brutale omicidio di un esattore male in arnese. Il declassamento, però, per un incredibile incrocio del destino si rivela provvidenziale per la vicenda degli emigranti: per proseguire le indagini Federico dovrà muoversi in segreto, assieme al fedele appuntato Venier, al piccolo Bacchetto, all'affascinante prostituta Emilia e a Ginevra, una ragazza che vuole diventare medico. Una squadra bizzarra: gli invisibili di San Zeno. Fino a che punto Giorio sarà disposto a spingersi mettendo in pericolo la vita di chi gli sta accanto? Ispirandosi alla vera storia di Federico Giorio - procuratore legale che difese la povera gente contro le sopraffazioni, arrivando a denunciare la corruzione della pubblica sicurezza - Alessandro Maurizi debutta nel Giallo Mondadori con un personaggio dimenticato e scovato negli archivi, un detective indomito che dovrà fare i conti anche con il proprio cuore e le convenzioni più lise di una società in cui non sempre si riconosce.Alessandro Maurizi è nato nel 1965 a Tuscania. Ispettore della Polizia di Stato, vive e lavora a Viterbo.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Marco Bonacossa"Per il tuo bene"Scatole Parlantiwww.scatoleparlanti.itTante storie diverse ma tutte connesse dalla stessa sorte: finire a Villa Azzurra, istituto torinese per il trattamento delle malattie mentali negli anni Sessanta. Impossibile rimanere indifferenti al racconto asciutto, privo di retorica, di queste vite. Siamo all’alba della rivoluzione guidata dal dottor Basaglia che ha ridato dignità ai malati e ha finalmente riportato umanità nelle loro esistenze. È la storia del processo subito dal professor Giorgio Coda, che dirigeva Villa Azzurra, per i trattamenti disumani imposti ai suoi pazienti: un processo che ha cambiato l’Italia negli anni delle grandi manifestazioni di piazza, delle lotte sociali e politiche e del terrorismo.Marco Bonacossa è nato a Pavia nel 1987 dove si è laureato prima in Filosofia e poi in Storia moderna e contemporanea. Ha pubblicato Sicherheits. I disperati del fascismo (Effigie Edizioni, 2016), saggio sulla polizia speciale fascista nell’Oltrepò Pavese dopo il 1943. Ha collaborato con BBC History Italia e ha presentato molte conferenze con il patrocinio dell’Università di Pavia sul tema delle mafie e della storia repubblicana con esponenti di primo piano di politica, magistratura, società civile e cultura italiana. Attualmente si occupa di ricerca e selezione del personale.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Enrica Simonetti"Le donne della Dichiarazione Universale dei Diritti UmaniManni Editoriwww.mannieditori.itCosa hanno in comune otto donne che hanno sventolato la bandiera dei diritti umani? A prima vista, ma solo in apparenza, Eleanor Roosevelt, Hansa Jivraj Mehta, Lakshmi Menon, Minerva Bernardino, Begum Shaista Ikramullah, Bodil Begtrup, Marie-Hélène Lefaucheux ed Evdokia Uralova non si somigliano.Sono nate in luoghi diversi del mondo, anche lontani fra loro. Hanno estrazioni sociali differenti, vivono in contesti umani dissimili. Eppure, nel 1948, sono tutte lì, attorno ad un documento che ha cambiato la storia dell’umanità.Il 10 dicembre del 1948 viene firmata la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, un documento sui diritti della persona adottato dall’Assemblea generale dell’ONU, alla base di molte delle conquiste civili del Novecento.Alla sua stesura contribuiscono anche otto donne da tutto il mondo, figure straordinarie per vicende personali e statura politica: Eleanor Roosevelt dagli Usa, Hansa Jivraj Mehta e Lakshmi Menon dall’India, Minerva Bernardino dalla Repubblica Dominicana, Begum Shaista Ikramullah dal Pakistan, Bodil Begtrup dalla Danimarca, Marie-Hélène Lefaucheux dalla Francia, Evdokia Uralova dalla Bielorussia.Enrica Simonetti racconta l’esistenza, anche avventurosa, di queste donne, e il contributo che portarono alla Dichiarazione, ognuna secondo la propria specificità: l’attenzione all’ambito del lavoro, alle questioni di genere, all’infanzia, alle fasce più povere, ai diritti della donna nel matrimonio, ai temi del linguaggio sessista...Sono trenta articoli, con una forte impronta data da queste donne eccezionali, articoli che è importante conoscere, di cui è fondamentale ricordare la storia. Ancora oggi, questi diritti non sono scontati in molte parti del pianeta.A corredo del libro è riportato il testo integrale della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.Fascia d'età dei lettori: +12.Enrica Simonetti vive a Bari. Giornalista professionista dal 1987, è caposervizio alla “Gazzetta del Mezzogiorno”. Appassionata di arte e di storia del mare, ha pubblicato tre libri sui fari italiani, tutti con Laterza, e due sulla Puglia con Adda. È studiosa di tematiche femminili, di storia dei diritti e del lavoro. IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.it Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Gianni Abbate"Palagione"Scatole Parlantiwww.scatoleparlanti.itGabriele è stato incaricato dalla sorella Adriana di andare a verificare che il loro fratello Cesare, ritiratosi in un casolare in Toscana, stia bene, perché da sei mesi non ne ha notizie. Nel tragitto da Roma a Volterra Gabriele ricorda, ripensa, riflette sulle vicende familiari, sulla personalità di Cesare che è sempre stato fuori dagli schemi. E piano piano i pensieri si ingarbugliano, si intrecciano, sfociano in teorie e poi in altre che diventano ai suoi occhi realtà. Chi e che cosa troverà Gabriele? La sua mente è un fiume in piena, così come quella di Cesare, sebbene siano su livelli diversi. Ma chi sono questi due fratelli? Riusciranno a comunicare? Due flussi di coscienza che diventano riflessione sul senso della vita, sulle parole, sulla loro importanza, la loro vitalità e la loro… inutilità.Gianni Abbate, napoletano, vive da oltre trent’anni nella Tuscia. È attore professionista dal 1976. Viene dal teatro d’avanguardia, passato poi attraverso la tradizione del teatro napoletano, Luca De Filippo, Pupella Maggio e i fratelli Aldo e Carlo Giuffré. Ha fatto anche cinema, televisione e radio. Ha recitato al fianco di grandi attori, fino ad arrivare alla scrittura e al suo teatro. È stato direttore artistico dell’officina culturale della Regione Lazio “I Porti della Teverina”, ha creato e diretto il Teatro dei Calanchi a Lubriano, e ha ideato diverse rassegne teatrali. Durante il periodo del lockdown ha fondato il podcast del Teatro Null, www.spreaker.com/user/teatronull, e il laboratorio sul radiodramma. Ha pubblicato Ballate sul mondo, Ballate sul mondo 2 e Un’altra vita.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Maddalena Fingerle"Pudore"Mondadori Editorewww.mondadori.itDopo Lingua madre - premio Italo Calvino, premio Comisso under 35, premio Flaiano under 35, premio di Girifalco, premio Fondazione Megamark e premio POP - arriva in libreria Pudore, un romanzo che ha una voce potente ed estremamente riconoscibile: quella di Maddalena Fingerle, autrice giovane e talentuosissima.La protagonista di questa storia è Gaia. La sua ragazza, Veronica, l'ha lasciata, e Gaia non sa proprio cosa fare. Per superare la sua prima, cocente delusione amorosa, cerca di trasformarsi nella sua amata, che per lei ha sempre rappresentato un modello irraggiungibile. Veronica, infatti, non è solo la persona di cui si è innamorata, ma anche la donna che lei vorrebbe diventare – come accade nei primi, furiosi innamoramenti.Grazie al suo monologo ora arrabbiato e rivendicativo, ora masochistico, ora spaurito, ostaggio di una miriade di sublimi ossessioni, Gaia arriverà a conoscersi meglio, fino a comprendere davvero che per rinascere dalle proprie ceneri è inevitabile appiccare un incendio.Maddalena Fingerle ha studiato germanistica e italianistica ed è ricercatrice universitaria. Nel 2021 pubblica Lingua madre (Italo Svevo) che vince il premio Italo Calvino, il premio Comisso under 35, il premio Flaiano under 35, il premio Città di Girifalco, il premio Fondazione Megamark e il premio POP. Nel 2022 esce la monografia Lascivia mascherata. Allegoria e travestimento in Torquato Tasso e Giovan Battista Marino (De Gruyter).IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Paola Scrolavezza"Shinhanga"La Nuova Onda delle Stampe GiapponePer la prima volta in Italia una mostra sull’arte degli shinhanga, una straordinaria opportunità di immergersi nella bellezza e nella malinconia di un movimento artistico che all'inizio del XX secolo ha rivoluzionato la tradizionale stampa giapponese ukiyoe, fondendo elementi classici con la sensibilità modernista. L’esposizione vanta oltre 80 opere originali di alcuni dei più celebri maestri shinhanga, tra cui Itō Shinsui, Kawase Hasui e Hashiguchi Goyō,    che ritraendo paesaggi dai colori vibranti e splendide figure femminili hanno saputo catturare l'essenza del paesaggio e dei fermenti del Giappone di quegli anni con quel tocco di nostalgia che accompagna la scomparsa di un mondo minacciato dal progresso.   comunicato stampa Vertigo Syndrome con il patrocinio del Comune di Torino e del Consolato Generale del Giappone a Milano, è orgogliosa di presentare “Shinhanga. La Nuova Onda delle Stampe Giapponesi", la prima mostra mai realizzata in Italia sull’arte degli shinhanga, a cura Paola Scrolavezza, che si terrà a Torino, a Palazzo Barolo, dall’8 Marzo al 30 Giugno 2024. “Shinhanga. La Nuova Onda delle Stampe Giapponesi”, attraverso l'esposizione di opere magistrali mai viste in Italia, provenienti da collezioni private e dalla Japanese Gallery Kensington di Londra, ma anche preziosi kimono, fotografie storiche e oggetti d’arredo, celebra la continuità e l'evoluzione della tradizione artistica giapponese, mostrando come il movimento shinhanga abbia saputo preservare le tecniche secolari dell'incisione su legno pur introducendo prospettive innovative e influenze d’oltreoceano. UN VIAGGIO VERSO LA MODERNITA’Dai grandi soggetti dell’ukiyoe ai paesaggi suburbani e ai nuovi modelli femminili Pigmenti brillanti, atmosfere malinconiche e silenziose, sospese tra un legame profondo con la tradizione e l’avanzare inesorabile del progresso. Questo è lo shinhanga, letteralmente “la nuova xilografia”, movimento nato ufficialmente nel 1916 grazie all’opera di artisti come Itō Shinsui e Kawase Hasui, che allontanandosi dai soggetti della corrente dell’ukiyoe – iconici paesaggi raffiguranti località celebri, famose geisha o personaggi legati al mondo dei teatri più in voga – prediligono invece scorci caratteristici della provincia rurale o dei sobborghi cittadini, non ancora raggiunti dalla modernizzazione, quali rovine, templi antichi, immagini campestri, scene notturne illuminate dalla luna piena e dalle luci dei lampioni. A queste vedute impressionistiche si aggiungono ben presto nuovi tipi di bijinga, i ritratti femminili, adesso non più dedicati a modelli celebri e irraggiungibili, ma alle donne dei tempi moderni, ritratte nella loro quotidianità, mentre si acconciano i capelli o si applicano il trucco, giovani dai cui occhi trapelano emozioni, sogni e rimpianti. UN SISMA NELL’ARTELe stampe prima e dopo il grande terremoto del 1923: un nuovo Giappone, un nuovo shinhanga   Il percorso espositivo, pensato per appassionare e incuriosire il più vasto pubblico, procede proprio attraverso l’abbinamento di paesaggi e bijinga, e trova il suo fulcro centrale e punto di snodo nel grande terremoto del Kantō del 1° settembre 1923, il peggiore nella storia del Giappone. Seguito da violenti incendi che divamparono per ben due giorni, alimentati dai venti di un tifone, causò oltre 100.000 morti e rase completamente al suolo una vasta area attorno alla capitale: dalle ceneri nasceva una nuova Tokyo, sempre più proiettata verso il futuro, e con lei una società all’avanguardia e aperta allo stile di vita occidentale.  Dopo il sisma, la produzione delle incisioni shinhanga si intensifica al ritmo frenetico della ricostruzione urbana, assorbe la nuova atmosfera e la racconta in una produzione sempre più diversificata. Agli scorci caratteristici si aggiungono angoli metropolitani con strade deserte, case dalle cui finestre filtra un’illuminazione densa e artificiale; nelle opere si nota adesso l’assenza di figure umane, prevalgono pioggia e neve a simboleggiare la lotta dell’umanità con gli elementi naturali. Tutto, nelle xilografie prodotte dopo il disastro, racconta il senso di smarrimento e la solitudine dell’individuo di fronte alla fragilità dell’esistenza. Allo stesso modo, nei bijinga si affievolisce ulteriormente, fino a scomparire del tutto, il nesso con il mondo dell’intrattenimento notturno tipico dell’ukiyoe. Le ragazze immortalate nelle illustrazioni non soltanto sono donne comuni, ma iniziano a muoversi anche al di fuori delle mura domestiche, nelle vie o nei locali dei quartieri alla moda: sono cameriere, insegnanti, infermiere e dattilografe, giovani indipendenti e istruite, emancipate, pronte a cogliere le numerose opportunità che il nuovo Giappone offre loro. L’EPOCA DELLO SHINHANGATra urbanizzazione e fermento culturale Affermatosi all’inizio della democrazia Taishō (1912-1926) e proseguito fino agli anni Quaranta del Novecento, lo shinhanga è il riflesso artistico di un periodo straordinario del Giappone contemporaneo, che sulla scia del rinnovamento già avviato in epoca Meiji è caratterizzato da un’atmosfera di estrema libertà e fermento culturale. Sullo sfondo dell’urbanizzazione, le principali città divengono i centri di un’arte e di una cultura sempre più alla portata di tutti, aperte alla nuova borghesia e al nuovo pubblico che dalla provincia affluisce nelle metropoli, attratto dalla prospettiva dell’ascesa economica e sociale e dallo stile di vita anticonformista e moderno. È in questo contesto che alcuni editori e stampatori illuminati, tra i quali spicca la figura emblematica di Watanabe Shōzaburō, danno impulso allo sviluppo del movimento, intenzionati a produrre un’arte autoctona e innovativa servendosi però del processo tradizionale dello hanmoto, ovvero l’“atelier” – lo stesso utilizzato dai maestri dell’ukiyoe – che vede l’artista occuparsi dell’ideazione e del disegno, affidando all’incisore, al tipografo e all’editore le fasi successive della produzione e diffusione delle stampe.  IL VENTO BORGHESE DEL CAMBIAMENTOLa seduzione del fascino dell’estremo, esotico oriente Con l’aiuto di scatti, video e riviste d’epoca, abiti femminili che ricordano la tradizione giapponese ma nei quali già si intravede l’influenza modernizzatrice d’oltreoceano, “Shinhanga. La Nuova Onda delle Stampe Giapponesi” ricrea l’atmosfera densa di aspettativa e nostalgia di inizio secolo e presenta al pubblico un’incredibile corrente artistica ancora sconosciuta in Italia, raccontandola in maniera affascinante e coinvolgente e dipingendo, attraverso di essa, uno spaccato vivido e intenso del Giappone tra le due guerre. Dalle stampe dominate dai toni più cupi del blu – dove l’unica nota di luce è la luna – alle marine bagnate dal sole al tramonto o dalla luce delle lanterne delle imbarcazioni, fino alle pagode che svettano sui ciliegi in piena fioritura, quello che viene alla luce è un paesaggio ideale, emozionale e simbolico, uno sfondo sul quale spiccano le silhouettes femminili, icone malinconiche e inquiete della conquista della modernità. La mostra “Shinhanga. La Nuova Onda delle Stampe Giapponesi" è curata da Paola Scrolavezza, esperta di Cultura e Letteratura Giapponese e docente presso il Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture Moderne dell’Università di Bologna, con la consulenza artistica di Marco Fagioli, collezionista, storica autorità dell’arte giapponese e autore di numerose pubblicazioni,  che l’ha affiancata nella selezione di ogni opera esposta per guidare i visitatori in un viaggio attraverso la bellezza e la trasformazione del paesaggio e della cultura giapponese nei primi decenni del Novecento. La mostra è corredata da un catalogo edito da Skira Editore a cura di Paola Scrolavezza.   Per tutto il periodo di apertura la mostra proporrà un fitto calendario di eventi collaterali, tra laboratori, conferenze, presentazioni di libri e molti altri incontri dedicati al tema dell’esposizione. IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Franco Brancaccio46a mostra nazionale dell'antiquariato di SaluzzoA Saluzzo dal 13 al 21 maggio 2023, nell’ambito della 7ma edizione di  START/SToria e ARTe Saluzzo ritorna la Mostra Nazionale Antiquariato di Saluzzo, curata da Franco Brancaccio, giunta  quest’anno alla sua 46ma edizione. Sede espositiva sarà uno spazio di grande fascino, la Castiglia, il Castello dei Marchesi di Saluzzo, che si candida per diventare uno dei luoghi dell’Antiquariato italiano. Inaugurazione venerdì 12 maggio alle ore 18.Per la quinta edizione consecutiva, il curatore si propone di raccontare storie di antiquari e oggetti pregiati e antichi, proseguendo, e anzi rilanciando, la scia del successo che la storica manifestazione saluzzese, anno dopo anno, ha saputo ottenere. Il gusto e la definizione di “bellezza” cambiano negli anni, ma Saluzzo resta una nicchia dove la tradizione ha radici che affondano nel secolo scorso e l’attenzione all’arte antica non è mai venuta meno. Tante le meraviglie che il pubblico potrà ammirare grazie alla selezione di case Antiquarie che ancora una volta scommetteranno sulla manifestazione piemontese, capace di consolidarsi negli anni come piccolo scrigno che unisce l’innovazione dell’Antiquariato di oggi alla storia che permea la Città e a quel secolo, il Novecento, l’ha resa celebre a livello internazionale. Durante il 2022, grazie all’intuizione e alla caparbietà del curatore Brancaccio, è stata proposta una curiosa novità introducendo l’Antiquariato da giardino: attraverso la costruzione di uno spazio nel bellissimo cortile della Castiglia curata da Paolo Pejrone, storico del giardino e architetto. Si è così sviluppato un nuovo ambito di interesse che ha offerto uno sguardo anche sulla bellezza degli spazi esterni, da sempre oggetto di un vero e proprio mondo di oggetti in pietra, marmo, ferro battuto. In mostra, fra gli altri, un pozzo in marmo statuario del 1480 circa e una fontana genovese in marmo bianco del 1500. Anche il 2023 proporrà una rivisitazione in questa chiave per continuare a sorprendere.  La Mostra Nazionale dell’Antiquariato si conferma fiore all’occhiello di START / Storia Arte Saluzzo, manifestazione che per un mese racconta la cultura, la storia, la bellezza di Saluzzo. Antiquariato come narrazione del bello senza tempo, del lavoro di gallerie che caparbiamente portano l’arte in tour offrendo al mondo la possibilità di ammirare, acquistare e comprendere il procedere della storia e con esso l’evoluzione dell’arte. Per l’edizione 2023 in programma anche una collaterale che ci farà viaggiare in Asia insieme al curatore Anacleto Spazzapan, che propone MAJAPAHIT | 1295 – 1450/1500, terrecotte provenienti da Trowulan e Jombang (provincia di Mojokerto), Java centro-orientale, in Indonesia. Anacleto Spazzapan ha con l’Indonesia e in particolare con Giava orientale un rapporto molto personale. Tale rapporto non sembra appartenere a questo secolo, quanto piuttosto al novero dei “viaggiatori incantati” dei cinque secoli passati, capaci di immergersi con meraviglia e in profondità nelle culture, nei patrimoni e nell’ambiente di terre lontanissime da noi, senza perdere nulla della propria personalità di osservatori esterni dell’occidente – e senza esserne, in fondo, minimamente scalfiti. Le opere che la mostra presenta tornano in luce, nei territori visitati da Anacleto Spazzapan, in circostanze che ben poco hanno a che fare con la ricerca archeologica tradizionale, come è puntualmente documentato dalla scrittura e dalla ricca documentazione fotografica di accompagno. Queste statue in terracotta sono poco studiate da archeologi e storici dell’arte, ancor meno dagli specialisti in archeometria; e non sono per nulla note al grande pubblico.    IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Valeria De Cubellis"I racconti della Terra"Neos Edizioniwww.neosedizioni.itDopo il fuoco, l’aria e l’acqua, Valeria De Cubellis porta a termine la tetralogia dedicata agli “Elementi” con questa antologia dedicata alla terra. Diciassette racconti che esplorano le tante declinazioni dell’elemento più materno, concreto e arcaico, mappandone la pelle e sprofondando nelle sue viscere.La terra ci nutre di storia e di cibo, ospita le nostre case; ci accoglie, infine, per l’eternità. Sa nascondere insidie, misteri e tesori, scatenare catastrofi improvvise e spietate.Molti sono i personaggi e le situazioni che popolano i territori di questo libro sorprendente: la tenace pellegrina a Compostela, i dialoghi dietro un carro funebre, le scoperte archeologiche e i ricordi. E poi il bambino scomparso nel nulla e la miniera che non perdona, la cura della tomba e i messaggini rivelatori, la nave spaziale e l’avvistamento nella notte. La madre mostruosa e l’argilla salvifica. La mucca e l’oca, chi resta e chi parte, chi si trasforma.Gli Autori, nella grande varietà di stili personali, riescono a stimolare riflessioni e sorrisi, memorie e fantasia.  In Finis Terrae il viaggio fisico verso Santiago di Compostela diventa anche e soprattutto interiore. Mirela è la storia di un amore autentico tra ragazzi che assume nel corso del racconto significati diversi e via via più intensi.Il vecchio e l’oca è una breve favola con protagonisti un vecchio contadino, un’oca e un’amicizia senza parol. In Linea continua, la linea è quella di una strada che impedisce di sorpassare un carro funebre, e l’intoppo porta la coppia in auto a riflettere sulla vita, sulla morte e sul valore dei legami affettivi. Scrivere è un racconto sulle ragioni profonde che spingono alla scrittura.Girotondo è il racconto di un’anima solitaria che ritrova i giorni d’infanzia.Redenzione è un racconto poliziesco che vede un poliziotto deluso dalla vita indagare sulla scomparsa di un bambino.Una rotta per Nadir è un racconto di pura fantascienza, dove la Terra è la casa a cui ritornare per l’equipaggio di una nave spaziale coinvolta in un incidente.Silenzio ci porta al Cimitero Monumentale davanti a una tomba, che la protagonista pulisce e tira a lucido, mentre a casa l’attende il marito e un progetto da completare.In Un punto e una linea una donna torna nei luoghi della sua infanzia, in un paese che ha conosciuto la violenza di un terremoto, e il suo passato ritornerà attraverso un numero di telefono trovato su una vecchia tavoletta di legno.In Bibi le protagoniste del racconto sono la voce narrante e una creatura, che non parla con voce umana, ma capisce ogni parola e ogni gesto della sua compagna di vita.Diana, la dea della terra, della caccia e della Luna, è la protagonista di Sopra Sotto, che comincia in una chiesetta di campagna e si conclude con un brano del gruppo dark austriaco, i Dargaard.Gero ci porta nella Sicilia di inizio Novecento e alla tragedia della miniera di zolfo di Casteltermini.I guerrieri delle terre bianche ci conduce a Mestre, in una stanza d’ospedale, dove “due uomini sentono il piacere di ritrovarsi per caso, come due compaesani che si incrocino in una terra straniera”.Sulla nera terra ci porta al parco archeologico di Selinunte, dove un’archeologa ritrova il passato nascosto attraverso le parole che rivela a suo figlio nelle quali la terra diventa la protagonista; Un po’ d’argilla per cominciare racconta di un ragazzino che vive dentro i suoi sogni e i suoi disegni e grazie all’argilla riesce a dare sfogo alle sue fantasie e al suo talento.Tutti giù per terra ci porta in una dimensione onirica e metaforica, con una Madre mostruosa e ributtante che rappresenta la terra deturpata dagli uomini.  A cura di Valeria De CubellisRacconti di: Elisabetta Baldisserotto, Elena Biondo, Irene Canova, Enrico Chierici, Valeria De Cubellis, Rosella Di Marco, Arrigo Geroli, Monica Ippoliti, Consolata Lanza, Giovanni Lavia, Giorgio Macor, Cinzia Montagna, Floreana Nativo, Francesco Paloschi, Laura Pompeo, Luisa Ramasso, Caterina Schiavon.Prefazione di Giovanni CasalegnoCopertina di Giorgio Enrico Bena IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Romana Petri"Tutto su di noi"Mondadori Editorewww.mondadori.itMarzia, "dall'andatura marziale", si racconta con furia, violenza, spudoratezza. La sua è una prima persona che morde e che si muove dentro lo spazio asfissiante di una famiglia malata, tremenda, cattiva. Cresce nella periferia di Roma, con un padre crudele e codardo e una madre devota, sino allo strazio, al coniuge infedele. Mentre il fratello, cuffie sulle orecchie, si estrania sino all'indifferenza, Marzia combatte, e nulla le viene risparmiato. Educa il suo fisico asciutto alla lotta greco¿romana e impara a mettere fra sé e il mondo la barriera del suo corpo. Ma non basta. Non può sfuggire al conflitto, alla strategia del ragno che padre e madre, in maniera diversa, le tessono intorno. Ha creduto e continua a credere che esiste la perfezione: l'ha vista in un cane che non è riuscita a difendere e l'ha vista in un ragazzo incontrato su un sentiero di montagna. L'ha vista ma la sa perduta, minacciata dalla volgarità di una pernacchia. Per arrivare a una via d'uscita sono necessari un sacrificio, una svolta, una chiusura di conti. Sul sentiero sgretolato degli affetti, Marzia avanza impavida al di là della scuola di rabbia, rimpianto e morbosa dedizione in cui si è formata. Avanza come un cowboy o ancora meglio come la donna libera che ha sempre voluto essere. Romana Petri accompagna l'io martellante della sua Marzia sull'orlo di un abisso. Eppure l'inferno che ci mostra appartiene a un "tutto" che, quanto più sente l'ustione del mosaico guasto dei sentimenti, tanto più apre a una esistenza possibile.Romana Petri vive a Roma. Tra le sue opere, Ovunque io sia (2008), Ti spiego (2010), Le serenate del Ciclone (2015, premio Super Mondello e Mondello Giovani), Il mio cane del Klondike (2017), Pranzi di famiglia (2019, premio The Bridge), Figlio del lupo (2020, premio Comisso e premio speciale Anna Maria Ortese-Rapallo), Cuore di furia (2020), La rappresentazione (2021) e Mostruosa maternità (2022). Traduttrice e critico, collabora con “Io Donna”, “La Stampa”, “il Venerdì di Repubblica” e il “Corriere della Sera”. I suoi romanzi sono tradotti in Inghilterra, Stati Uniti, Francia, Spagna, Serbia, Olanda, Germania e Portogallo (dove ha lungamente vissuto).IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Linda Tugnoli"Art Night""Il volto e l'anima. Indagine sul ritratto"Mercoledì 24 aprile 2024 alle 21.15 su Rai 5Art Night Il volto e l'anima. Indagine sul ritratto Il volto umano: la prima forma che si distingue, appena nati. La prima che si cerca di rappresentare. Un soggetto che ha attraversato tutta la storia dell‟arte occidentale. In tempi molto recenti, però, è stato però varcato un confine invisibile. Lo racconta “Art Night” in onda mercoledì 24 aprile alle 21.15 in prima visione su Rai 5 con Neri Marcorè, con un documentario di Linda Tugnoli prodotto da Mark in video. Uno studio recentissimo dell‟Australian National University ha messo in luce come, nei ritratti fotografici, i volti prodotti dall‟Intelligenza Artificiale siano ormai percepiti come più veri del vero. E‟ la soglia di una nuova era? Anche nell‟arte la rivoluzione è già iniziata. Il collettivo Obvious ha creato il primo ritratto creato con l‟Intelligenza Artificiale battuto all‟asta da Christie‟s a più di 400.000 dollari e il ritratto è stato generato da un algoritmo che per produrlo ha analizzato circa 15.000 ritratti di varie epoche storiche. «Siamo stati creati per guardarci l‟un l‟altro» scriveva Edgar Degas che, a Parigi, prendeva l‟omnibus ogni giorno per potersi immergere quotidianamente in una folla di volti. E nel ritratto, ogni epoca ha espresso l‟idea che l‟uomo aveva di sé stesso. Per questo, interrogarsi sull‟interesse dell‟arte occidentale per il ritratto, cioè per la sua attitudine introspettiva, prevede delle domande che, se da una parte spaziano dalla pittura alla scultura, alla fotografia, alle opere realizzate con l‟ausilio dell‟intelligenza artificiale, dall‟altra si collocano necessariamente al confine tra storia dell‟arte, scienza e filosofia. La speculazione sul profondo attraverso la raffigurazione del volto significa innanzitutto analisi delle emozioni. All‟origine del ritratto moderno, nel senso appunto di questa capacità introspettiva, possiamo collocare Leonardo Da Vinci, con i suoi studi di fisiognomica e la sua raccomandazione di rappresentare i moti dell‟animo attraverso i tratti del volto: dal suo Trattato della Pittura: «Farai le figure in tale atto, il quale sia sufficiente a dimostrare quello che la figura ha nell‟animo.» Ma la geniale intuizione di Leonardo, ripresa da Degas nella sua idea che osservarci l‟un l‟altro sia l‟essenza dell‟umano, non riecheggia forse anche nelle recenti ricerche delle neuroscienze, tra cui un‟importantissima scoperta tutta italiana: quella dei neuroni specchio? Giacomo Rizzolatti, neuroscienziato di cui già più volte è stato fatto il nome per il Nobel, ha scoperto che il cervello risponde alle emozioni che legge sul volto di un altro con delle configurazionineuronali che non si limitano a “leggere” quelle emozioni ma, incredibilmente, le mimano, le riproducono. Il racconto di “Art Night” procede per suggestioni e per nuclei tematici, ma si appoggia anche a una solida linea del tempo che conduce dai volti quasi assenti nell‟arte rupestre del Paleolitico alle maschere funerarie egizie per poi riflettere sull‟originalità e la forza della ritrattistica romana nel campo della scultura. Si indagherà lo sviluppo della fisiognomica a partire dagli studi anticipatori di Leonardo al trattato cinquecentesco del Della Porta fino a Le Brun e agli sconfinamenti nello studio della follia e dell‟antropologia criminale di Lombroso. Parallelamente, si seguirà la ricerca della verità nel ritratto a partire dal „400, dove un punto di partenza può essere individuato nei sorrisi eternizzati dell‟Ignoto marinaio di Antonello da Messina e la sua più celebre controparte femminile, la Gioconda. La storia del ritratto si imbatte poi alla bizzarra vicenda umana e artistica di Lorenzo Lotto, che prelude alle vette della ritrattistica di Rembrandt, Velasquez, Vermeer, fino alla tappa definitiva della psicanalisi, che con Freud nel 1900 svela l‟esistenza di profondità fino ad allora insondate a pittori come Modigliani, Klimt, Schiele e poi ai surrealisti. Con la fotografia, che soppianta il ritratto e ne riprende all‟inizio certe caratteristiche (per esempio l‟assenza di sorriso, almeno fino all‟apparecchio portatile della Eastman-Kodak alla fine dell‟800) si entra in una nuova era, fino agli approdi più recenti che aprono nuove dimensioni nel futuro, dall‟arte digitale al deep fake. Nel programma intervengono Amy Dawel, Associate Professor, The Australian National University; l‟artista Pierre Fautrel, Obvious Ai & Art, Parigi; Francois Debrabant, Direttore Museo Preistorico La Sabline a Lussac- Les-Chateaux e Oscar Fuentes, archeologo del Centre National De Préhistoire; Anna Oliverio Ferraris, scrittrice e psicologa. Christian Greco, direttore del Museo Egizio, e Stefania Mainieri, ricercatrice del Museo Egizio, Fabrizio Paolucci, responsabile Collezione Antichità Classiche delle Gallerie degli Uffizi; Vincenzo Garbo, presidente della Fondazione Mandralisca a Cefalù e Antonella Tumminello, restauratrice; Flavio Caroli e Enrico Dal Pozzolo, storici dell‟arte; Giacomo Rizzolatti, del Dipartimento Medicina e Chirurgia dell‟Università di Parma, Simona Turco, funzionario archivista dell‟Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione e Michele Smargiassi, giornalista.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Riccardo Infante"Sotto la coperta d'oro"Edizioni Ensemblewww.edizioniensemble.itSotto la coperta d’oro dà forma al dramma epocale delle migrazioni globali attraverso il fitto contrap punto tra il mito di Odisseo e l’esperienza di apolide e sradicato dell’autore stesso, punto di incontro e cassa di risonanza di un’antica, attualissima, vicenda umana: la ricerca del proprio destino.Sale, preme le tempiequasi bianche un desideriopiù forte, un bisogno:procedere oltre, partire, la ruotache gira, altrove spingere la pruadi questa vecchia nave;le vele ad altri ventisciogliere di altri mari,tentare nuove rotte -mai fermarmi;cercare un'altra Itacapiù vera, più verde, più remota,più ripostae più mia.Riccardo Infante è nato in Italia da famiglia mista italo-canadese, ha trascorso infanzia e adolescenza in Iran. Ha insegnato Storia e Filoso fia in licei privati e statali di Milano e provincia. È autore di numero se pubblicazioni scolastiche (con Mondadori, Einaudi, Minerva Italica, Garzanti). Nel 2021 ha pub blicato la sua prima silloge poetica, L’estate dei cani (Gattomerlino).IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Anna Paola Cavalieri"Senza paura di cambiare"Mondadori Editorewww.mondadori.itAncora troppe donne, avvicinandosi alla menopausa, vivono mutamenti profondi e provano la tristezza di «non essere più come prima», ma spesso si sentono impossibilitate a parlarne. Il periodo che segue quello della fertilità rimane taciuto, quasi un tabù, alimentato dal retaggio culturale che impone alle donne di adattarsi alle imposizioni del corpo senza lamentele.Tuttavia, in altre culture, la menopausa è vista come una fase di rinascita ed esplorazione, in cui la conquista del proprio spazio diventa prioritaria. Anna Paola Cavalieri, ginecologa con più di venticinque anni di esperienza, guida le lettrici ad accogliere questo cambiamento non come una malattia da combattere in silenzio, ma come una fase di rinnovamento e cura di sé, in cui le «gioie e le pene della gioventù lasciano spazio a una trasformazione cui è necessario dare ascolto». Come l’ascolto che l’autrice da anni presta alle sue pazienti, dalle cui storie trae ispirazione per offrire consigli preziosi su come fronteggiare sintomi e difficoltà per vivere al meglio il presente. Perché se è vero che il corpo cambia, noi possiamo imparare a conoscerlo con una consapevolezza più piena, e scoprire così un modo nuovo di piacerci.Vampate, disturbi dell’umore, nebbia mentale, dolore articolare, calo del desiderio: sono alcuni dei problemi affrontati in questa fase, spesso con scarsa conoscenza ma troppi dubbi e timori. Sostenuta dai più recenti studi scientifici, Cavalieri esplora l’importanza della nutrizione, dell’attività fisica e del sonno, aprendo le porte sul mondo degli ormoni, permettendoci di comprendere la vasta influenza che hanno sul nostro corpo e l’aiuto che possono offrire alle donne per affrontare questo momento delicato della vita con serenità e determinazione.Anna Paola Cavalieri, ginecologa, si occupa di menopausa da oltre venticinque anni. Ha un dottorato di ricerca in Psiconeuroendocrinologia della riproduzione e della sessualità. Attualmente lavora da libera professionista a Roma, dove ha creato un ambulatorio dedicato al benessere ormonale delle donne. Da sempre la passione per la medicina si accompagna alla cura e all’amore verso l’altro. Tra gli altri, ha prestato aiuto all’Hotspot di Lampedusa e si dedica ad attività di volontariato per la comunità di Sant’Egidio.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Alessandra Battaglia"La tua voce è un drago alato"Mondadori Editorewww.mondadori.itLa voce può far innamorare, può incoraggiare, rassicurare e spaventare, può convincere, muovere un esercito e cambiare il corso della storia: la voce è un superpotere. Del resto è lo strumento principale che l’essere umano utilizza da sempre per trasmettere emozioni, intenzioni e contenuti. Per questo è necessario imparare a utilizzarla al meglio delle sue potenzialità.Il libro è una mappa del meraviglioso mondo della voce. Con spiegazioni ed esercizi pratici (compresi audio interattivi) ti guiderà verso la scoperta e lo sviluppo della tua vera voce. Le attività proposte ti aiuteranno ad arricchire la tua espressività vocale, imparare a modularla a piacimento, cambiare il timbro e il tono a seconda della situazione, gestire il volume, le apnee e l’affaticamento, migliorare la comunicazione con gli altri e sentirti a tuo agio ogni volta che dovrai parlare in pubblico. Con queste tecniche, insomma, potrai finalmente abbandonare la voce monotona e monocorde, quella che ti lascia scioccato ogni volta che la senti registrata e che ti fa dire “Ma questo non sono io!”La tua voce è un drago alato perché conosce luoghi che non puoi nemmeno immaginare, ha una forza incredibile, una potenza antichissima e un sapere che è altro da te e che puoi apprendere solo da lei. Questo libro è un percorso per chiunque desideri cambiare, per chi vuole gestire meglio emotività e paure, per chi vuole esplorare davvero le proprie potenzialità e trovare l’autentico io. La voce, infatti, non è solo uno strumento di comunicazione, ma è un ponte tra la tua interiorità e il mondo che ti circonda. La tua voce parla di te. È inconfondibile, unica al mondo, è il vascello dei tuoi pensieri, delle tue emozioni e dei tuoi desideri. Finalmente ora potrai utilizzarla con amore, consapevolezza ed eleganza.Alessandra Battaglia è attrice, poetessa, speaker, divulgatrice e docente di uso della voce, dizione, arte oratoria e lettura interpretativa. Cofondatrice de “Il Melograno”, Centro di Formazione per le Arti e la Comunicazione, è esperta in formazione e training della voce e ha fondato il metodo Le Meraviglie della Voce®. Cura la formazione vocale e la comunicazione in pubblico insegnando in campo accademico e universitario e per professionisti e aziende in ambito politico, militare e medico.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Laura Forti"La figlia inutile"Guanda Editorewww.guanda.it«In fondo è questo la memoria: incarnare lo scomparso, entrare nelle sue scarpe e muovere le dita dei suoi piedi stranieri, sentire al suo posto attivando i sensi. Solo così il ricordo si scongela e rivela i suoi tesori, come una gemma che nasce nel ghiaccio e lo rompe in primavera quando fiorisce e il sole consente alla vita di riprendere.»Un’urna riposa solitaria in una tomba vuota, nella zona del cimitero ebraico destinata ai suicidi e ai casi ambigui. Elena avrebbe desiderato che le sue ceneri fossero sparse nella Mosella, il fiume che amava. Ma la famiglia non ha rispettato la sua volontà e la nipote, a distanza di anni, capisce che in quel mistero c’è un nodo da sciogliere, un conto in sospeso con la memoria.Nata in una famiglia di esuli russi che ­l’avevano lasciata a balia in Francia nei primi anni di vita, Elena era cresciuta ribelle e anticonformista, dispotica e generosa, amante dei gatti e delle tradizioni. Per ricomporre le tante facce della sua identità, la nipote deve ripercorrere il cammino dei Dresner, le tappe di una integrazione di successo in Italia: le amicizie con il sionismo nascente dei Rosselli e dei Sereni ma poi perfino con Mussolini, la scalata del Credito Italiano. Quando nel 1938, con le leggi razziali, i Dresner sono costretti di nuovo all’esilio, Elena, l’elemento emotivo, sensuale e vitale, dannoso per una famiglia che considera i sentimenti un lusso inutile, viene di nuovo abbandonata, proprio nel momento in cui il fascismo sta mostrando il suo volto più feroce.La scrittura riempie la tomba vuota, restituisce fisicità e verosimiglianza a un fantasma, narrando una storia che attraversa l’Europa del Novecento ma è tutta italiana.Laura Forti, scrittrice e drammaturga, è una delle autrici italiane più rappresentate all’estero. Insegna scrittura teatrale e auto­biografica e collabora come giornalista con radio e riviste nazionali e internazionali. In ambito editoriale, ha tradotto per Einaudi I cannibali e Mein Kampf di George Tabori. Con La Giuntina ha pubblicato L’acrobata e Forse mio padre, romanzo vincitore del Premio Mondello Opera Italiana, Super Mondello e Mondello Giovani 2021. IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Daniele Petruccioli"Qui il sentiero si perde"Peské MartyAdelphiwww.adelphi.itUno di quei libri in cui solo raramente si ha la fortuna di imbattersi. Un romanzo ammaliante, irresistibile, felice.Traduzione di Daniele PetruccioliEsistono alcuni libri, scrisse una volta Leonardo Sciascia, che assomigliano alla felicità. L’isola del tesoro, Il conte di Montecristo, Kim, Michele Strogoff: chi di noi potrebbe dimenticare le ore trascorse fuori dal mondo, immersi in una di quelle letture che ci spalancavano universi di cui neanche immaginavamo l’esistenza? Ecco, inoltrandosi fra le pagine di questo libro, ogni lettore ancora in grado di meravigliarsi vivrà alcune di quelle ore incantate. Non importa se il nome dei due autori non gli dirà niente, perché grazie a loro verrà trascinato, insieme al misterioso protagonista – forse lo zar Alessandro I, il vincitore di Napoleone, che secondo una leggenda non sarebbe morto nel 1825, ma per altri quarant’anni avrebbe condotto una vita segreta di vagabondo, prima monaco, poi schiavo, cercatore d’oro, mendicante, discepolo di un Lama –, in un viaggio vertiginoso e senza fine. Dall’Ucraina al Caucaso, dagli splendori di Samarcanda e di Bukhara alle tende dei nomadi kirghisi, dai deserti della Persia alle pianure innevate della Siberia: quel «Far East» che fu a lungo il territorio stesso dell’Avventura. E come in ogni vero romanzo d’avventura, il lettore incontrerà la più straordinaria accozzaglia umana che si possa sognare: saltimbanchi, cacciatori di orsi, mercanti di pelli, ladri di cavalli, bari, assassini, zingari, ubriaconi, puttane, pellegrini, dervisci, sciamani – e naturalmente demoni. Ma il «desiderio troppo grande di solitudine» del protagonista lo condurrà insieme a lui fuori dalle carte geografiche e dalla galera del mondo, là dove «il sentiero si perde». E alla fine non potrà che chiudere queste pagine con un sentimento di profonda gratitudine verso quei due ignoti scrittori, per tutta la meraviglia che hanno saputo regalargli.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Emily Mignanelli"L'età dimenticata"Libera il bambino che sei statoFeltrinelli Editorewww.feltrinellieditore.itA chi sostiene che tutti avremmo bisogno di andare in terapia Emily Mignanelli risponde che dovremmo affidarci ai migliori terapeuti in circolazione: i bambini.Loro, che sono profondamente ancorati alla vita, sanno illuminare le vie da indagare. Loro, che non hanno sovrastrutture, riescono a trovare le soluzioni più efficaci. Gioco, parola, verità le loro carte vincenti.Loro siamo noi. Il piccolo precede il grande e tutti siamo nati dal bambino che eravamo.Questo libro è un viaggio per ricostruire la nostra storia familiare e personale. Prendendo in prestito vicendedi bambine e bambini percorreremo i sentieri che possono permettere a tutti noi di giungere alla guarigione intima, profonda, delle nostre esistenze.Questo libro è anche un rito iniziatico al contrario: tornare bambini significa recuperare le nostre infanzie, riscrivendole con le giuste coordinate. I bambini saranno i nostri pazienti e al tempo stesso i nostri terapeuti.In questo gioco dello specchio cammineremo sul filoche separa l’illusione dalla consapevolezza.Nella tregua del giudizio, nel luogo sospeso dove non ci sono vittime né carnefici, ma solo eventi, dati e situazioni, troveremo gli equilibri dell’identità e della sua cura.Perché cercarli?Perché tutti meritiamo di vivere bene e rimanere connessi alla vita, perché tutti dobbiamo preservarla per chi verrà.Emily Mignanelli, maestra e pedagogista, da un piccolo progetto sperimentale avviato nel cuore di un giardino pubblico nel 2009 ha creato Serendipità, una scuola per bambini e ragazzi dai tre ai quattordici anni basata sui principi della Pedagogia dinamica, un approccio educativo sistemico da lei sviluppato che coniuga didattica innovativa, ricerche neuroscientifiche e lavoro autobiografico.Pedagogiadinamica.com è inoltre il nome della piattaforma online che ospita una community di genitori in dialogo, uniti dal desiderio di benessere personale e familiare. Dopo un viaggio in giro per il mondo sulle tracce della pedagogia adottata nelle diverse culture, Mignanelli ha fondato il centro Corallo, dove si riabilitano gli adulti alla loro infanzia per accogliere i bambini presenti che oggi ci chiedono sostegno nella loro crescita.Tutto ciò che sa, Emily Mignanelli lo deve ai bambini. Dedica gran parte del suo tempo a quella che defi nisce “pedagogia preventiva”, ossia a diffondere strumenti educativi semplici, fruibili e popolari, con l’obiettivo di rendere la pedagogia un tema collettivo. Di giorno lavora nel centro, la sera tiene corsi e webinar per la sua piattaforma, la notte sogna libri e articoli che scrive alle prime luci dell’alba.Con Feltrinelli ha pubblicato Non basta diventare grandi per essere adulti (2020), Genitori a scadenza (2022) e L'età dimenticata (2024).IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
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Comments (2)

Sienna Maraboli

Ciao a tutti leggendo questo, sono sienna di Roma e voglio ringraziare questo grande incantatore che mi ha aiutato a ricongiungermi con mio marito, la parte scioccante di tutto è stata che questo incantesimo è stato fatto in meno di 3 giorni senza alcuna delusione o ritardo e consiglio a tutti avendo problemi di separazione a drwava3@gmail.com o whatsapp lui +12162022709 o viber +12066713285 non mi ha deluso e non deluderà te. contattalo oggi e ottieni le soluzioni al tuo problema

Feb 28th
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PieTro Giunta

ti GHz la zolla gr p tu ne h un u un u GHz un un ha una tuju5 ztzzzz6 sa un 0 un u un un g tu per u

May 3rd
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