DiscoverPUERTO SEGURO - la geopolitica, la storia, le storie di Africa e Medio Oriente
PUERTO SEGURO - la geopolitica, la storia, le storie di Africa e Medio Oriente

PUERTO SEGURO - la geopolitica, la storia, le storie di Africa e Medio Oriente

Author: Alberto Bertini, Giacomo Casandrini, Giacomo Cecchin

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Puerto Seguro è il podcast che ogni martedì esplora il Mediterraneo allargato attraverso il punto di vista di esperti e professionisti. Alberto Bertini, consulente per i mercati esteri specializzato nell’area, è affiancato dal reporter Giacomo Casandrini e dall’esperto di comunicazione Giacomo Cecchin. Insieme, analizzano storia, economia e geopolitica per comprendere come passato, presente e futuro si intrecciano in una delle regioni più strategiche del mondo. Unisciti a noi per scoprire nuove prospettive su Medio Oriente, Nord Africa e Paesi del Golfo.
48 Episodes
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Non è solo una questione di sicurezza marittima: la presenza americana nel Mediterraneo mostra i nuovi equilibri.Da Napoli a Souda Bay, gli Stati Uniti controllano snodi strategici che collegano Europa, Nord Africa e Medio Oriente, assicurando rotte energetiche e contenimento dell’influenza russa e cinese.Dalla guerra in Libia alle basi in Grecia, passando per il sostegno a Israele e la cooperazione con l’Italia, Washington ha trasformato il “Mare Nostrum” in un laboratorio militare e politico dove si testano nuove forme di deterrenza e diplomazia.Ma la potenza americana, oggi, è più contestata che mai: la Turchia gioca da alleato ambiguo, l’Egitto guarda anche a Mosca, e le opinioni pubbliche europee chiedono autonomia strategica.Gli USA restano il garante della sicurezza mediterranea o un impero in ritirata tattica?Ne discutono Alberto Bertini e Giacomo Casandrini in un nuovo episodio di Puerto Seguro.
Non è solo una questione di geografia: l’Italia vive al centro del Mediterraneo, ma da decenni oscilla tra ambizioni da potenza regionale e limiti strutturali che la rendono dipendente da alleati e mercati esterni.Porti, basi militari, rotte energetiche, filiere industriali: Roma dispone di asset strategici che potrebbero farne un attore decisivo. Ma la politica estera frammentata, la scarsa capacità di proiezione e il peso ridotto della spesa per la difesa frenano ogni velleità di leadership.Siamo davvero in grado di influenzare gli equilibri nel Mediterraneo allargato, o resteremo un hub logistico e industriale senza vera autonomia? E cosa significa questo per l’Europa e per le imprese italiane?Ne discutono Alberto Bertini e Giacomo Casandrini in un nuovo episodio di Puerto Seguro.
Non è solo l’Africa che cresce: è soprattutto l’Africa Orientale ad essere al centro dei giochi globali. Porti, ferrovie, basi militari, investimenti miliardari: la Cina ha scelto questa regione come piattaforma strategica per consolidare la sua influenza sul continente e oltre.Dall’Etiopia a Gibuti, passando per Kenya e Tanzania, si ridisegnano rotte commerciali, equilibri politici e rapporti di forza. Ma cosa vuole davvero Pechino? E noi, Italia ed Europa, che ruolo possiamo giocare in questo scacchiere?Ne parliamo noi: Alberto Bertini (consulente sui mercati esteri africani e mediorientali) e Giacomo Casandrini (reporter e documentarista, con esperienza diretta in Nord Africa e Medio Oriente).Obiettivo? Portare al centro dell’attenzione il Mediterraneo Allargato e il suo legame sempre più stretto con l’Africa Orientale, dove si gioca una delle partite decisive del XXI secolo.
Il Mediterraneo sempre più al centro? Non solo i Paesi nordafricani, ma tutta l'Africa sta crescendo: demograficamente, economicamente, culturalmente. E insomma, insieme al Medioriente con le Monarchie del Golfo, l'Iran e la Turchia, stanno spostando il baricentro sul Mar Mediterraneo, su cui si affaccia un'Europa ancora ricca ma molto stanca. Canale di Suez, Russia, rotte commerciali, pirati somali, economie crescenti danno forma ad un nuovo affasciante equilibrio. Ne parliamo noi: Alberto Bertini (mi occupo di mercati esteri africani e mediorientali) e Giacomo Casandrini (un documentarista e fotoreporter, specializzato in Nord Africa e Medioriente).Obiettivo? Portare al centro dell'attenzione il Mediterraneo Allargato, con la sua economia, le sue dinamiche geopolitiche e tutto il suo fascino.
C’è un nome che attraversa la storia del Novecento arabo e africano come un’ombra lunga, fatta di carisma, lotte e misteri irrisolti. È quello di Mehdi Ben Barka: leader marocchino, intellettuale, stratega del Terzo Mondo.Dalla lotta per l’indipendenza alla guida dei movimenti panafricani e tricontinentali, Ben Barka è stato al centro di una rete globale che univa Casablanca a Cuba, il Cairo ad Hanoi. Una sfida frontale ai poteri coloniali e alle nuove egemonie.In questo episodio di Puerto Seguro ricostruiamo la parabola di un uomo diventato simbolo, e di un caso internazionale rimasto senza verità definitiva: il suo rapimento a Parigi nel 1965.Chi voleva farlo sparire? Perché la sua figura continua a pesare su Marocco, Francia e oltre? E cosa ci dice oggi la sua storia sulle relazioni tra Nord e Sud del mondo?A guidarci tra dossier segreti, memorie e geopolitica:Alberto Bertini, consulente per i mercati esteri e l’area MENAGiacomo Casandrini, reporter e autore sul campoGiacomo Cecchin, esperto di comunicazione e storia pubblicaPuerto Seguro è il podcast che ogni martedì esplora il Mediterraneo allargato tra storia, economia e geopolitica.
C’è un settore che cresce più velocemente della moda tradizionale, guidato da milioni di consumatori giovani, digitali e globali. È la moda halal, dove spiritualità e strategia commerciale si incontrano. Non è solo un codice di abbigliamento. È identità culturale, è potere d’acquisto, è soft power islamico.In questo episodio di Puerto Seguro esploriamo come il modest fashion stia ridisegnando gli equilibri dell’industria del lusso, tra valori religiosi, nuove élite femminili, piattaforme e-commerce e strategie geopolitiche. Dalla Turchia all’Indonesia, dal Golfo a Milano, la moda halal è un fenomeno globale che parla anche all’Italia.Cosa significa oggi produrre, vendere e indossare moda “conforme” alla fede?Quali sfide e opportunità si aprono per i brand europei?E quanto vale davvero questo mercato, in piena espansione tra Africa, Medio Oriente e Asia?A guidarci tra tessuti, simboli e strategie:Alberto Bertini, consulente per i mercati esteri e l’area MENAGiacomo Casandrini, reporter e autore sul campoGiacomo Cecchin, esperto di comunicazione e storia pubblicaPuerto Seguro è il podcast che ogni martedì esplora il Mediterraneo allargato tra storia, economia e geopolitica.
C’è una forza che attraversa il Medio Oriente, silenziosa ma presente. Non è un esercito convenzionale, non è un trattato, non è una bandiera. È l’influenza iraniana.In questo episodio di Puerto Seguro raccontiamo come l’Iran, da Teheran a Beirut, da Damasco a Sana’a, abbia costruito un sistema di potere fondato su milizie, ideologia e appartenenza religiosa. Una strategia di lungo corso, plasmata dalla Rivoluzione Islamica del 1979 e nutrita dalla convinzione profonda che la Repubblica Islamica sia l’erede di un destino imperiale.Dai Pasdaran a Hezbollah, dagli Houthi ai proxy iracheni, l’Iran si muove attraverso reti sciite e alleanze informali. Non ha bisogno di confini per esercitare potere: ha bisogno di identità. Quella sciita, quella persiana, quella rivoluzionaria.Chi comanda davvero oggi in Iran? Che ruolo gioca la religione nel disegno geopolitico? E quanto pesa l’idea, antica e persistente, di essere il cuore di una civiltà che non ha mai accettato di diventare periferia?A guidarci tra teocrazia, dottrina, aspirazioni regionali e potere simbolico:Alberto Bertini, consulente per i mercati esteri specializzato nel Mediterraneo allargato,Giacomo Casandrini, reporter e autore sul campo,Giacomo Cecchin, esperto di comunicazione e storia pubblica.
Nel cuore dell’Asia occidentale c’è un Paese che non assomiglia a nessun altro: l'Iran. È isolato, sanzionato, escluso dalle grandi rotte finanziarie. Eppure è vivo. E resiste.Dalla rivoluzione del 1979, l’Iran ha costruito un’economia alternativa, resiliente, profondamente legata alla propria identità: persiana, islamica, ma anche sorprendentemente globale. Un sistema fondato sull’autosufficienza strategica, sulle reti informali, sul commercio parallelo e su una visione del mondo che sfugge a ogni modello occidentale.In questo episodio di Puerto Seguro raccontiamo la potenza sommersa dell’economia iraniana: dai bazar alle raffinerie, dai porti segreti del Golfo Persico agli accordi con Cina e Russia.L’Iran non cresce, non attrae capitali, ma non implode.Teheran resta in piedi. E forse è proprio questa la sua forza.A guidarci tra embargo, resilienza e identità imperiale: • Alberto Bertini, consulente per i mercati esteri specializzato nel Mediterraneo allargato, • Giacomo Casandrini, reporter e autore sul campo, • Giacomo Cecchin, esperto di comunicazione e storia pubblica.Puerto Seguro è il podcast che ogni martedì esplora il Mediterraneo allargato tra storia, economia e geopolitica.Dai tempi di Ciro il Grande all’Iran del 2025, l’identità persiana non ha mai smesso di sfidare l’ordine globale.Ascolta l’episodio per capire come un’economia bloccata può restare in equilibrio. E perché l’Iran resta, in potenza, una delle chiavi del futuro.
Cosa hanno in comune Cristiano Ronaldo, il Red Sea Film Festival e le borse di studio islamiche distribuite in Africa? Sono tutti strumenti del nuovo soft power dell'Arabia SauditaIn questo episodio di Puerto Seguro esploriamo come Mohammed bin Salman stia riscrivendo le regole dell’influenza globale: dallo sport al turismo religioso, dalla cultura all’economia, l’Arabia Saudita investe miliardi per costruire una nuova immagine di sé e conquistare spazio nel Mediterraneo allargato.Parliamo di numeri, strategie e opportunità per l’Italia in uno scenario che va ben oltre il petrolio.Con Alberto Bertini, Giacomo Cecchin e Giacomo Casandrini.
6 ottobre 1981. In diretta televisiva, durante una parata militare, il presidente egiziano Anwar Sadat viene assassinato da un commando interno all’esercito. Bastano pochi secondi, pochi colpi, per riscrivere la storia del Medio Oriente. Ma chi ha davvero ucciso Sadat? E perché?In questo episodio di Puerto Seguro, esploriamo l’omicidio politico più simbolico del mondo arabo nel XX secolo. Un’esecuzione pubblica, trasmessa in mondovisione, che non è solo la fine di un uomo, ma la fine di una visione.Sadat aveva osato troppo.Aveva osato firmare la pace con Israele.Aveva osato rompere il fronte arabo.Aveva osato trasformare l’Egitto da nemico a interlocutore dell’Occidente.Il suo assassinio non fu solo un atto terroristico. Fu un giudizio storico espresso a fuoco e sangue, una condanna contro chi aveva deciso di camminare in direzione ostinata e contraria. Ma chi erano i veri mandanti di quell’omicidio? Solo i jihadisti interni all’esercito o anche una parte del mondo arabo che non accettò mai la pace con Israele?Oggi il nome di Sadat divide ancora.In Egitto, è celebrato con monumenti e strade intitolate. Ma resta un personaggio scomodo, difficile da inquadrare. La pace con Israele regge tuttora, ma al prezzo di decenni di ambiguità, normalizzazione incompiuta e tensione interna.Sadat è stato il precursore di quella che oggi chiamiamo "normalizzazione araba": dagli Accordi di Abramo tra Israele ed Emirati, alla diplomazia silenziosa tra Tel Aviv e Riyadh. Ma nel suo tempo, fu l’unico a uscire dal coro, e lo pagò con la vita.In questo episodio di Puerto Seguro ti accompagniamo dentro una delle svolte più drammatiche e meno comprese della storia moderna del Medio Oriente. Tra Islam politico, intelligence egiziana, giochi di potere e soft power israeliano, riascoltiamo l’eco di un omicidio che non fu solo personale, ma geopolitico.
Il vino è prima di tutto una questione di potere.In questo episodio di Puerto Seguro ci muoviamo insieme in un viaggio che parla di vino, di competizione, di posizionamento, di potere e di culture lontane.Puerto Seguro lo racconta con le voci di:• Alberto Bertini, consulente export;• Giacomo Casandrini, reporter e documentarista;• Giacomo Cecchin, esperto di comunicazione e divulgatore.
C'è una Turchia che non si ferma più: un Paese che stringe i pugni all'interno e allarga le mani all'esterno.Dopo oltre vent'anni di potere, Recep Tayyip Erdoğan guida una Turchia instabile ma ambiziosa: un attore che si muove su più tavoli — dalla NATO ai BRICS, dall’Europa all’Africa — senza accettare più regole altrui.In questo episodio entriamo nel cuore delle contraddizioni turche:repressione politica interna e rischio destabilizzazione,crescita economica spinta e bolle di rischio,diplomazia aggressiva nel Mediterraneo, nel Caucaso, nel Golfo.Opportunità o minaccia?La Turchia può essere partner o competitor. Dipende da chi saprà leggerla in tempo.Noi proviamo a farlo.Con uno sguardo strategico, senza pregiudizi. Perché capire Ankara oggi significa capire parte del futuro di tutta l'area euro-mediterranea.
In questo episodio il Mediterraneo incontra l’America del “ritorno”.Un'America che alza barriere, impone dazi, riscrive le regole del commercio globale.Dopo una lunga stagione del libero scambio, gli Stati Uniti tornano a giocare la carta della pressione economica. Ma questa volta non solo contro i “nemici” geopolitici. A farne le spese sono anche alleati storici come l’Unione Europea e l’Italia.Alberto Bertini, insieme a Giacomo Casandrini e Giacomo Cecchin, indaga le ragioni dietro la nuova ondata di dazi voluta dall’amministrazione americana: dai settori strategici (meccanica, farmaceutico, automotive, agroalimentare) al tentativo di rilanciare il “made in USA” con misure protezionistiche sempre più aggressive.Tra numeri, scenari e retroscena, l’episodio analizza il rischio stagnazione per le imprese italiane, l’assenza di una risposta comune europea, e il possibile spostamento dell’asse commerciale verso altri interlocutori: Golfo, Nord Africa, Sud-Est Asiatico.Cosa succede quando il libero mercato smette di essere “libero”?Quali strumenti hanno oggi le PMI italiane per difendersi, reagire, rilanciare?E soprattutto: quali alleanze restano ancora in piedi, dopo che la fiducia reciproca sembra essersi incrinata?In questo episodio, Puerto Seguro approfondisce il nuovo protezionismo americano e su ciò che potrebbe significare per l’Europa e per il futuro dell’export italiano.
Nel 1945, durante una storica visita a bordo dell’incrociatore USS Quincy, il presidente Franklin Delano Roosevelt sigla un accordo segreto con il re saudita Ibn Saud, destinato a cambiare per sempre il corso della storia. L’accordo, un patto di “energia in cambio di protezione”, ha avuto ripercussioni globali che ancora oggi influenzano le dinamiche geopolitiche e commerciali nel Mediterraneo allargato e oltre.In questo primo episodio di Puerto Seguro Seconda Stagione, Alberto Bertini, insieme al documentarista Giacomo Casandrini, esplora la nascita di un’alleanza strategica che ha legato gli Stati Uniti e l’Arabia Saudita per decenni. Un incontro che, partendo dalle acque del Canale di Suez, ha portato a una partnership che ha segnato l’ingresso dell’Occidente nel cuore del Medio Oriente.Ma cosa resta oggi di quel patto? E come le Visioni 2030 dell’Arabia Saudita e l’evoluzione della politica americana si intrecciano con le sue conseguenze storiche? Oggi, il mondo sta facendo i conti con un’America che ha cambiato rotta, ma il legame tra l’Occidente e l’Arabia Saudita rimane cruciale per comprendere la geopolitica globale.In questo episodio, ci immergiamo non solo nella storia dell’accordo di Quincy, ma anche nelle implicazioni economiche, politiche e culturali di questa alleanza che ha avuto il potere di modellare il futuro di una regione strategica. Tra energia, diplomazia e conflitti, l’accordo di Quincy è un capitolo fondamentale per chi vuole comprendere come il Mediterraneo, il Golfo Persico e il Medio Oriente si siano trasformati in teatri di scontro e di alleanze strategiche che continuano a plasmare il mondo di oggi.
La crisi del Canale di Suez mette in luce i grandi cambiamenti del Dopoguerra: la fine dell'Impero Britannico e l'inizio dell'egemonia americana. La storia della crisi permette di comprendere meglio la sicurezza del Mar Rosso e le complesse dinamiche che ancora oggi agitano il Medio Oriente.
Meta turistica di grande richiamo, la Tailandia è un Paese relativamente sicuro. La distanza culturale, geografica, economica e amministrativa comportano però notevoli rischi per chi si muove nelle terre del Siam, da Bangkok a Chang Mai, dalle isole all'entroterra. Oggi vediamo come tenerci al sicuro durante i nostri viaggi tailandesi.
Le truffe online funzionano bene: sono redditizie e il malvivente è al sicuro, in un luogo lontano da te. Molte truffe si basano su fantomatici grandi affari in Paesi stranieri e no, non è sempre facile riconoscerle. Oggi ne vediamo alcune. E scopriamo come proteggerci.
Come puoi fare per informarti sulla sicurezza nel mondo? Oggi approfondiamo alcuni canali di informazione, per capire meglio le dinamiche che coinvolgono e sconvolgono intere regioni.
A cosa vai incontro quando ti connetti a internet? Quando sei all'estero, ti connetti alle reti wifi pubbliche? Oggi vediamo cosa rischi e come proteggerti, con particolare attenzione a quello che può succederti all'estero, mentre viaggi. Nello specifico, vediamo tre cose da fare per essere sempre al sicuro quando ti connetti.
Viaggiare può comportare rischi per la sicurezza digitale. In un mondo sempre più connesso, i nostri dispositivi sono essenziali per rimanere in contatto, navigare su internet e gestire informazioni sensibili. Tuttavia, esporre i nostri dispositivi a reti Wi-Fi non sicure o cadere vittima di minacce informatiche può mettere a repentaglio la nostra sicurezza e privacy. Oggi vediamo come proteggerci.
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