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Il Podcast di Leonardo Cascio - Marketing e Comunicazione
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Il Podcast di Leonardo Cascio - Marketing e Comunicazione

Author: Leonardo Cascio

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I migliori articoli dal blog di Leonardo Cascio, consulente di web marketing e di comunicazione, in versione audio. Parlo di comunicazione, web marketing, business digitale, motivazione, grafica, SMM, branding, ecc.
Per ascoltarmi invece "in presa diretta", cerca e segui su Itunes "OraLegale Podcast", dedicato al mondo legale e tecnologico (in collaborazione con l'Avv. Francesco Raccagna).
Per ulteriori informazioni sulla mia professione, visita www.leonardocascio.com
12 Episodes
Reverse
Sapevi che “essere imprenditore”, diversamente da ciò che comunemente si pensa, non è una prerogativa di una singola categoria ma di TUTTI i proprietari d’azienda, di qualsiasi dimensione e genere? In effetti è bene ricordare che la distinzione tra “imprenditore” e altre figure “a partita iva” come “libero professionista”, “artigiano” e “commerciante” non è reale ma solo di natura fiscale (una convenzione tutta italiana che all’estero non esiste). Questa ambiguità però purtroppo ha generato nel business una percezione sbagliata, che è la seguente: Chi non ha un inquadramento fiscale imprenditoriale solitamente si ritiene estraneo a determinate dinamiche di business (quelle appunto legate all’attività dell’imprenditore) che, invece, potrebbero aiutarlo. Voglio intanto sfatare questo mito: la verità è che chiunque abbia un’attività è SEMPRE un imprenditore, senza alcuna distinzione e a
Chiudi gli occhi ed immagina: Un robottino ti sveglia la mattina con il tuo brano preferito, e poi dolcemente ti invita ad alzarti. Allora lasci che sia lui a consigliarti cosa metterti, e mentre lo fa proietta sulla parete le ultime notizie ed il meteo. Un altro robottino ti prepara la colazione e, mentre la consumi, ti ricorda gli impegni della giornata. Esci in macchina. Questa ti porta (essendo a guida autonoma) ad una partita di golf con gli amici. In effetti avresti potuto giocarla in live da casa con il tuo visore di realtà virtuale, ma tu sei un tradizionalista, e allora decidi di spassartela con loro tutto il giorno alla vecchia maniera. In serata il tuo robottino, a casa, ti fa un report accurato della tua giornata lavorativa. Una giornata lavorativa svolta dalle macchine, senza di te. Ora ti basterà dedicare poco tempo per impartire le istruzioni successive: sono le idee strategico/creative che hai pensato per far fatturare la tua azienda anche il giorno dopo. No, non è un
Ci fu un tempo in cui il marketing e la comunicazione iniziarono a farsi strada nella società: mi riferisco al secolo scorso, a partire soprattutto dagli anni ’50, periodo in cui dagli USA iniziarono a diffondersi concetti e strumenti come pubblicità, promozione, marketing e comunicazione. In Italia fu però soprattutto dagli anni ’60 che queste “novità” presero piede tra i cittadini, che iniziarono ad essere definiti “consumatori”, sulla spinta dell’economia nostrana che sfruttò i mezzi di comunicazione, in particolare la TV, per reclamizzare i prodotti. Va detto che la cosiddetta “anima del commercio”, la pubblicità, fu così che iniziò a farsi conoscere e valere, mostrando a tutti il suo potenziale. Ma va anche detto che, nonostante molte aziende la sfruttarono pienamente come mezzo di espansione, molte altre aziende continuarono a pensare che la pubblicità fosse solo un optional, in pratica uno strumento non essenziale. Specialme
Come ripeto spesso ai miei clienti, il lavoro di web marketer è spesso associato alle professioni digitali del web designer e del web developer: figure che per progetti non complessi possono anche coincidere, ma che, è bene sottolineare, da sole non sono affatto sufficienti per ottenere risultati. Un sito web infatti da solo non basta, è infatti necessario, a monte, pianificare una solida e ben studiata strategia di marketing che coinvolga non solo il sito, ma altri strumenti, come i social, il SEO, il copy, la digital pr, ecc… Lo scopo del consulente di web marketing è insomma quello di incrementare il giro d’affari di un’impresa sul web, ed il primo passo per raggiungerlo è certamente quello di portare traffico, purché “targettizzato” (cioè in linea con i prodotti e servizi offerti) al sito dell’azienda o, in generale, del progetto in questione. In questo post elenco quelli che sono, per me, i 7 sistemi più affidabili che, applicati, possono porta
Questa è la seconda parte dello speciale articolo “I dieci comandamenti dell’imprenditore ai tempi del web marketing”, il mio personale elenco di regole che ogni titolare d’azienda che si rispetti dovrebbe rispettare (scusando il gioco di parole!). Nella prima parte, che se ti sei perso puoi leggere qui, avevo parlato dei primi 5 punti: “non sentirti mai arrivato”, “non prenderti troppo seriamente”, “non fare tutto da solo”, “non temere di sbagliare” e “non rifiutare le critiche”. Ecco i restanti comandamenti… buona lettura, e se vuoi confrontarti con me nei commenti, rivelandomi i punti di riferimento per la tua vita ed attività d’impresa, o quelli che ancora non riesci a seguire, ne sarei assolutamente felice. 6) Non venerare il denaro I soldi sono importanti, non a caso un’azienda è un’organizzazione a scopo di lucro, ed il controllo dei flussi di denaro è quindi è qualcosa d
Prendendo spunto da alcune letture interessanti sul tema dell’imprenditoria e della motivazione che ho fatto di recente, desidero sintetizzarle in una sorta di mia personale lista di regole che ogni imprenditore assennato dovrebbe, a mio parere, rispettare per ottenere indubbi vantaggi nella sua attività. Senza voler apparire una sorta di “Mosè dell’era digitale”, desidero in parole povere mettere un po’ ordine tra i tanti contenuti motivazionali rivolti al business che ho finora scritto sul mio blog, aggiungendo anche altri argomenti che, senza dubbio, saranno oggetto di ulteriori e futuri approfondimenti. I miei “10 comandamenti dell’imprenditore ai tempi del web marketing” sono dei consigli da cercare a tutti i costi di seguire per il bene non solo della tua attività, ma anche di te stesso. Mi auguro che possano davvero tornarti utili e che possano in qualche modo “illuminare” il tuo cammino specialmente nell’attuale
Comunicare, sul web così come nell’offline, coinvolge quasi tutti i nostri sensi. Tra questi la vista è senza dubbio fondamentale, perché “vedere” ci consente di compiere il più importante passo per fissare una prima bozza delle idee nella nostra memoria. Il colore è un elemento altrettanto importante, perché ciascuna tonalità stimola soggettivamente nel nostro cervello un sentimento ed un’emozione. Se scrivo “soggettivamente” è proprio perché l’evocazione avviene in base anche a fattori culturali. Se infatti ad esempio il nero, nella cultura occidentale, può rappresentare il lutto, in Cina è il bianco a simboleggiarlo. Ma esistono anche degli accostamenti “naturali”. L’azzurro, ad esempio, è il colore del cielo e del mare, e rappresenta in generale la vita, il mondo, il nostro pianeta. Ma ogni colore va valutato anche in base al contesto, perché ad esempio il blu, che non è altro che il colore da cui deriva l’azzurro,
Il verbo che ultimamente leggo e sento più spesso negli ambienti digitali dagli addetti al marketing ed alla comunicazione, ma anche in generale dagli imprenditori online, è “verticalizzare”. Ma cosa significa, esattamente, verticalizzare? Nell’economia classica ha un significato ben preciso derivante dal termine “verticalizzazione”. Fatte salve alcune mie semplificazioni, ne riporto la definizione da Wikipedia: La verticalizzazione è quel processo che un’impresa compie quando acquisisce le funzioni precedentemente svolte a monte e a valle dalla filiera produttiva, in altre parole quando acquisisce imprese in precedenza fornitrici di materie prime o semilavorati, oppure imprese in precedenza clienti delle materie e dei semilavorati prodotti dall’azienda che si verticalizza. Il processo di verticalizzazione è concettualmente diverso come logica dal processo di espansione orizzontale, quando invece di acquisire il controllo diretto dei fornitor
Lo ammetto. Per un po’ di tempo, per un paio d’anni e fino a qualche tempo fa, sono stato anche un grafico incallito immerso nel favoloso “business dei biglietti da visita”. Ne producevo e vendevo tanti, ogni giorno, manco fossero “baguette appena sfornate da una panetteria parigina”. Ricordo che ogni giorno creavo decine di grafiche piene di nomi, titoli, indirizzi, numeri di telefono e soprattutto loghi. Era come una catena di montaggio in cui mi occupavo anche di girare le grafiche, mie o fornite dai clienti previo controllo, alle tipografie per stamparne volumi anche importanti. Come non ricordare chi ha optato anche per il maxi-formato da diecimila pezzi, con dimensioni poco più grandi degli otto centimetri per cinque e carta patinata lucida o opaca da 350 grammi. Tutto bello, anche se un po’ ripetitivo. Ma, che vuoi farci, faceva parte del mio modello di business di allora, un modello totalmente diverso dall’attuale, ma che va dett
Il blogging è un fenomeno sociale che dura ormai da diversi anni, affermandosi a partire dall’avvento del web 2.0, cioè da quando la comunicazione su internet passò gradualmente da essere uno strumento mono-direzione ad uno multi-direzionale. In realtà la multi-direzionalità iniziò con l’avvento stesso del web, ma nei primi anni non fu sfruttata pienamente semplicemente perché, per questioni soprattutto tecniche, non si erano ancora diffusi strumenti in grado di consentire di pubblicare per proprio conto i contenuti in modo semplice, immediato e senza avere conoscenze di HTML (per i profani Hyper Text Meta Language), il linguaggio ancora alla base del funzionamento delle pagine web. Fu l’avvento dei primi sistemi CMS (Content Management System) a consentire a chiunque di poter scrivere e diramare contenuti, e la ciliegina sulla torta fu poi la possibilità per chiunque di poter commentare gli articoli. Nacque così il blog: una sorta di diario online (il termine blog,
Lo sai che mantenere e fidelizzare i tuoi attuali clienti è sempre più redditizio che acquisirne di nuovi? Lo dimostrano recenti studi per i quali ottenere un nuovo cliente costa ben 7 volte di più di uno esistente. Per questo motivo, fermo restando che non dovresti mai interrompere la ricerca di nuovi clienti, perché non concentrarti soprattutto sul mantenimento dei clienti abituali? Ciò ti consentirebbe di prevedere il tuo flusso di ordini, di lavoro, il tuo reddito potenziale e quindi diventerebbe più facile fornire loro i tuoi prodotti e servizi per via di una già acquisita conoscenza dei loro interessi che hai accumulato nel tempo. Sarai certamente d’accordo, oltre tutto, sul fatto che trascurare, al contrario, i tuoi clienti, ti esporrebbe ad un enormemente maggiore rischio di perderli. Ecco il mio elenco con le 10 strategie più utili da applicare per fidelizzare i tuoi clienti e allo stesso tempo ridurre il fenomeno del customer loss. 1) Crea una banca dati dei tuoi cli
Sembrerebbe un controsenso, ma nel mercato globale una delle strategie più fruttuose, e molto in voga anche tra i marchi più blasonati, è quella del personal branding. Wikipedia ne da una definizione molto lucida: Il Personal Branding è il processo attraverso cui un’azienda, o una persona, definisce i punti di forza che la contraddistinguono in modo univoco, creando un proprio marchio personale, che comunica poi nel modo che reputa più efficace. Pensiamo ad esempio alle grandi aziende, come Rovagnati ed i suoi tortellini, o alle griffe dell’alta moda, come Giorgio Armani e Valentino, che hanno saputo far leva sulla forza comunicativa individuale per elevarsi a leader del loro mercato. La grande azienda che punta tutto su un volto, su una personalità, su un capo che sappia rappresentare con forza la propria identità, elevandone l’impatto. Chiaramente non basta questo per affermarsi nel mercato, ma è una forte base. Perché? Il motivo è psicologico: per il pubblico, ov
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