Ep. 45 - Lo guarda per primo (Zaccheo)
Update: 2023-10-18
Description
Mentre avveniva la guarigione del cieco Bartimeo, a meno di cento metri di distanza, un uomo giovane piuttosto basso di statura, avvolto in abiti lussuosi, lasciava la sua abitazione per scendere in strada. Uno dei suoi servitori gli aveva appena detto che Gesù era entrato in città. L’uomo si chiama Zaccheo. È il capo dei pubblicani, cioè di coloro che riscuotono le imposte per conto dei romani. È considerato un peccatore, odiato proprio da tutti in città. L’uomo non avrebbe saputo spiegare il perché di quel suo desiderio di vedere questo profeta viaggiatore di cui molti parlavano. Zaccheo teme la folla, per riuscire a vederlo, sale su un sicomoro, si assesta fra i rami, credendo di non essere visto. Ma quel suo gesto non è certo passato inosservato. Alcuni suoi concittadini, fermi sul ciglio della strada si accorgono della mossa e cominciano a sghignazzare. Quando giunge sul luogo, Gesù alza lo sguardo e gli dice: “Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua”.
Era bastato un istante. Gli occhi del Nazareno si erano posati sul capo dei pubblicani goffamente abbarbicato nel ventre verde della pianta. Lo sguardo di amore e misericordia del Nazareno lo invade. Non soltanto Gesù si è fermato per lui e ha guardato proprio lui. Ma si è anche invitato a casa sua. In quella dimora evitata da tutti, a quella mensa che tutti schifavano, con quella compagnia alla quale nessuno dei suoi concittadini si sarebbe associato. Quella dei peccatori, dei ladri, dei collaborazionisti.
Durante il pranzo, Zaccheo, alzatosi, dice a Gesù: “Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto”. Fino a due ore prima Gesù era per lui soltanto il nome di un personaggio. Due ore dopo essere stato guardato da lui, Zaccheo si sente perdonato. Il Maestro gli risponde: “Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto”.
Era bastato un istante. Gli occhi del Nazareno si erano posati sul capo dei pubblicani goffamente abbarbicato nel ventre verde della pianta. Lo sguardo di amore e misericordia del Nazareno lo invade. Non soltanto Gesù si è fermato per lui e ha guardato proprio lui. Ma si è anche invitato a casa sua. In quella dimora evitata da tutti, a quella mensa che tutti schifavano, con quella compagnia alla quale nessuno dei suoi concittadini si sarebbe associato. Quella dei peccatori, dei ladri, dei collaborazionisti.
Durante il pranzo, Zaccheo, alzatosi, dice a Gesù: “Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto”. Fino a due ore prima Gesù era per lui soltanto il nome di un personaggio. Due ore dopo essere stato guardato da lui, Zaccheo si sente perdonato. Il Maestro gli risponde: “Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto”.
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