GAZA: “SI CERCA LA PACE SENZA I PALESTINESI, SENZA TENER CONTO DEL LORO DIRITTO ALL’AUTODETERMINAZIONE”
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“I bombardamenti si sono fermati e c’è una tregua fragile che è l’unico risultato tangibile. Ma l’accordo ha una impostazione fortemente neocoloniale, è calato dall’alto e si cerca la pace senza i palestinesi, senza tener conto del loro diritto all’autodeterminazione.” Nella giornata in cui si è concluso lo scambio dei prigionieri, con il rilascio dei cosiddetti 20 ostaggi israeliani e dei quasi 2000 detenuti palestinesi (non c’è però l’autorevole leader Marwan Bargouthi), la professoressa Rosita Di Peri analizza i 20 punti del “piano di pace ” Trump sottolineando come “non sia di tutela per i palestinesi, non si citino elezioni, si indichi una partecipazione apolitica e non ci sia da nessuna parte la menzione alla creazione di uno stato palestinese.”
Inoltre, prosegue la docente di Storia del Medio Oriente all’Università di Torino, ci sono molti altri punti deboli (l’accordo prevede anche che una porzione non minima della Striscia rimanga sotto il controllo di Israele e queste zone corrispondono con le terre coltivabili) e non sarà l’alba di un nuovo Medio Oriente o la strada che porterà ad una pace regionale universale come pomposamente annunciato da Trump, anzi: “le accuse interne contro Netanyahu possono creare una situazione in cui si apre un nuovo fronte, quasi quotidianamente ci sono attacchi nel Sud del Libano e sullo sfondo cìè l’Iran.” La studiosa si interroga sulle necessità di Netanyahu di “mantenere attivo il suo mandato attraverso la guerra, fatto che ha caratterizzato il suo premierato.”
L’intervista alla professoressa Rosita Di Peri, docente di Storia del Medio Oriente all’Università di Torino Ascolta o scarica
Sullo scambio di prigionieri la corrispondenza di Michele Giorgio del Manifesto e direttore di Pagine esteri Ascolta o scarica