Stiamo vivendo uno dei momenti più difficili di sempre per chi entra nel mondo del lavoro. Per la prima volta nella storia, la disoccupazione tra i laureati supera quella generale e le offerte per i lavori entry-level sono crollate in modo drammatico. Mentre i giovani faticano a trovare un posto, l’intelligenza artificiale sta scalando una montagna verticale: i modelli migliorano ogni mese, il loro costo scende e il lavoro cognitivo sta perdendo valore più velocemente di quanto il sistema educativo riesca ad aggiornarsi.

In questo video analizzo la “Jobpocalypse”, l’apocalisse del lavoro prevista dagli esperti, spiegando perché nei prossimi mille giorni il valore economico di molte professioni potrebbe andare verso lo zero. Dal sorpasso dell’AI nelle classifiche professionali citate da Sam Altman alla crescita super-esponenziale dei modelli, passando per il crollo degli entry-level, il mismatch di competenze e la fuga dei giovani dall’Italia, emerge un quadro chiaro: il mercato sta cambiando più velocemente delle persone.

Parliamo di skill mismatch, aziende che non trovano competenze, neolaureati che non vengono valorizzati, un sistema che forma piloti di Formula Uno per poi metterli a guidare un taxi. Ma parliamo anche dell’unica direzione che può trasformare questa crisi in un’opportunità: spostare il proprio valore dalle attività ripetitive alle competenze profondamente umane — creatività, strategia, leadership — e usare l’intelligenza artificiale come leva, non come nemico.