L'Italia di Willy tra provincia, marginalità e patriarcato - con Christian Raimo
Update: 2023-09-05
Description
Ci sono storie di cronaca nera che trascendono in un’altra dimensione, nelle quali cerchiamo verità generali. Vale per gli stupri di gruppo di Palermo e Caivano, nell'estate del 2023, e per tante altre precedenti. Come quella di Willy Monteiro Duarte.
Willy muore nella notte tra il 5 e il 6 settembre 2020, a Colleferro, una cittadina vicino Roma. Lo picchiano a morte alcuni ragazzi, in una rissa da sabato sera degenerata all’improvviso.
Segue la solita traiettoria mediatica: cronache piene di dettagli evitabili, foto rubate dai social - sorridente la vittima, truci gli assassini, qualche hashtag di solidarietà e molta sociologia da salotto, quella che porta scrittori ed esperti a pensose considerazioni di carattere generale a proposito di vicende che non conoscono, accadute in posti dove non sono mai stati, e i cui dettagli sono ancora ignoti perfino agli investigatori e ai magistrati. Ogni tanto c’è un’eccezione a questo schema ripetuto e usurante, che consuma una tragedia dopo l’altra, sminuzzandole fino a renderle rumore di fondo.
L’eccezione è il podcast Willy - Una storia di ragazzi e il libro omonimo che esce ora per Rizzoli. Il podcast lo firmano Christian Raimo, Teho Teardo, Claudio Morici, Alessandro Coltré e Alberto Nerazzini, per Dersù e Storielibere, il libro è di Christian Raimo con Alessandro Coltré.
In questa lunga estate di storie terribili, dove ogni episodio viene preso non come un evento singolo, prodotto di scelte individuali e ambienti sociali specifici, ma come il dettaglio che illumina una verità generale, tanto che stupratori e assassini efferati vengono innalzati al rango di involontari ricercatori sociali. Sono loro che ci dicono la verità su noi stessi (o forse siamo noi che scegliamo i “mostri” come specchio per sentirci migliori, in una competizione che siamo sicuri di vincere).
Contestare questo approccio, nell’epoca dei social, sembra spesso impossibile, perché chi non aderisce al linciaggio del cattivo e non pubblica un indignato post a difesa della vittima diventa immediatamente complice.
Il rispettoso silenzio - o il diritto a tacere su cose che non si conoscono bene - non è contemplato. Christian Raimo e gli altri co-autori di Willy - Una storia di ragazzi indicano che un altro approccio è possibile. Ascoltare, e raccontare. Rigorosamente in quest'ordine.
Ne discuto con Christian Raimo, un gradito ritorno su Appunti.
Willy muore nella notte tra il 5 e il 6 settembre 2020, a Colleferro, una cittadina vicino Roma. Lo picchiano a morte alcuni ragazzi, in una rissa da sabato sera degenerata all’improvviso.
Segue la solita traiettoria mediatica: cronache piene di dettagli evitabili, foto rubate dai social - sorridente la vittima, truci gli assassini, qualche hashtag di solidarietà e molta sociologia da salotto, quella che porta scrittori ed esperti a pensose considerazioni di carattere generale a proposito di vicende che non conoscono, accadute in posti dove non sono mai stati, e i cui dettagli sono ancora ignoti perfino agli investigatori e ai magistrati. Ogni tanto c’è un’eccezione a questo schema ripetuto e usurante, che consuma una tragedia dopo l’altra, sminuzzandole fino a renderle rumore di fondo.
L’eccezione è il podcast Willy - Una storia di ragazzi e il libro omonimo che esce ora per Rizzoli. Il podcast lo firmano Christian Raimo, Teho Teardo, Claudio Morici, Alessandro Coltré e Alberto Nerazzini, per Dersù e Storielibere, il libro è di Christian Raimo con Alessandro Coltré.
In questa lunga estate di storie terribili, dove ogni episodio viene preso non come un evento singolo, prodotto di scelte individuali e ambienti sociali specifici, ma come il dettaglio che illumina una verità generale, tanto che stupratori e assassini efferati vengono innalzati al rango di involontari ricercatori sociali. Sono loro che ci dicono la verità su noi stessi (o forse siamo noi che scegliamo i “mostri” come specchio per sentirci migliori, in una competizione che siamo sicuri di vincere).
Contestare questo approccio, nell’epoca dei social, sembra spesso impossibile, perché chi non aderisce al linciaggio del cattivo e non pubblica un indignato post a difesa della vittima diventa immediatamente complice.
Il rispettoso silenzio - o il diritto a tacere su cose che non si conoscono bene - non è contemplato. Christian Raimo e gli altri co-autori di Willy - Una storia di ragazzi indicano che un altro approccio è possibile. Ascoltare, e raccontare. Rigorosamente in quest'ordine.
Ne discuto con Christian Raimo, un gradito ritorno su Appunti.
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