La BUGIA di TRUMP sul VENEZUELA: ecco perché vuole la GUERRA (il narc0traffico non c'entra)
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Una barca che esplode nel buio dei Caraibi accende la crisi più pericolosa degli ultimi anni: gli Stati Uniti schierano portaerei, bombardieri, basi riattivate e operazioni segrete della CIA, dichiarando che “qualsiasi Paese collegato alla droga può essere attaccato”. Ma dietro la narrativa della guerra ai cartelli si muove un piano molto più grande: la Dottrina Monroe che torna a ridisegnare l’America Latina, la Cina che ha investito miliardi in Venezuela, le riserve di petrolio più grandi del mondo, la tensione con la Guyana e un regime che sopravvive grazie a un sistema di potere fragile e corrotto. Mentre Washington minaccia raid e blocchi aerei, si moltiplicano le barche distrutte senza processo e i segnali militari puntano tutti verso Caracas, in un gioco di forza che ricorda l’Iraq ma con rischi ancora più elevati. E mentre la geopolitica si infiamma, i mercati reagiscono: il petrolio diventa immediatamente sensibile a ogni movimento navale, l’oro sale come rifugio, il VIX si impenna, le valute sudamericane si indeboliscono e gli investitori rivalutano la probabilità di un conflitto che cambierebbe i prezzi globali di energia, materie prime e rischio finanziario. Tra minacce militari, strategia, propaganda e silenzi di Cina e Russia, il Venezuela diventa la scacchiera su cui si gioca una partita di potere che non riguarda solo Caracas, ma gli equilibri del mondo. E la domanda finale è quella che nessuno vuole affrontare: cosa succede quando una superpotenza decide che non vuole più aspettare?



