La TRISTE storia di ADRIANO l'imperatore
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La TRISTE storia di ADRIANO l'imperatore
“Adriano! O garoto de 17 anos entrou no jogo e no primeiro lance empata a partida no Morumbi!”. Il telecronista brasiliano si esalta perché sul prato del Morumbi di San Paolo è nata la classica stella, il diamante grezzo ma purissimo, i cui margini di miglioramento si vedono a occhio nudo, e uno s'immagina il massimo. Qualcosa che forse può andare persino oltre Ronaldo il Fenomeno, che nel 2000 si trova nel pieno del suo personale calvario e qualcuno inizia a sospettare che ormai sia il passato. Il 6 febbraio 2000 Adriano debutta con la maglia rubro-negra del Flamengo in una partita valida per il Torneo Rio-Sao Paulo, lanciato in campo al posto di Mauro Fonseca detto Maurinho – con la A. L'idea dell'allenatore Paulo Cesar Carpegiani si ripaga all'istante, dopo pochi minuti, con il primo gol della carriera da professionista del non ancora Imperatore. Gli addetti ai lavori già lo conoscono, perché tre mesi prima, novembre 1999, ha fatto parte dei 18 convocati del Brasile ai Mondiali Under 17, in Nuova Zelanda, Mondiali vinti proprio dal Brasile in finale contro l'Australia: lui non ha mai segnato, ma è stato l'attaccante titolare della Seleçao in semifinale e in finale, in un'edizione senza grosse stelle, in cui il capocannoniere, il ghanese Ishmael Addo, avrà una carriera anonima spesa tra Israele, Cipro e India. E il numero 10 del Brasile si chiama Cacà, ma non è quello che pensate voi: si scrive con due C, c-a-c-a, e nemmeno lui farà grossa strada.
Questo Adriano lo conosce anche l'Inter, che in Nuova Zelanda ha spedito un osservatore, Adelio Moro, che l'ha prontamente segnalato alla società. Potrebbe arrivare già nel gennaio 2001, su spinta ulteriore di Salvatore Bagni, ma la crisi economica in Sudamerica rallenta le operazioni e a quel punto l'Inter di Marco Tardelli, piuttosto male in arnese, preferisce puntare sull'usato sicuro, Marco Ferrante. Ma adesso, per immaginare i primi sei mesi dell'anno solare 2001, pensate a un montaggio alternato in cui, mentre il convalescente Ronaldo non gioca un solo minuto in partita ufficiale, e mentre l'Inter arranca tra risultati umilianti, contestazioni e motorini lanciati dal secondo anello, Adriano scala alla velocità della luce il suo personale Pan de Azùcar, il Pan di Zucchero che domina Rio de Janeiro. Sulla panchina del Flamengo è seduto ora una leggenda come Mario Zagallo, 70 anni, che addestra Adriano a diventare qualcosa di spaventoso. Al Mondiale Under 20 in Argentina, estate 2001, fa cose eccezionali: segna due gol all'Iraq, uno al Canada, due all'Australia, uno al Ghana. L'Inter capisce che non si può più aspettare e impalca col Flamengo un'operazione di fantasia carioca: una triangolazione con il Paris Saint Germain con cui detiene le due metà del brasiliano Vampeta, un pacco epocale che nell'Inter ha fatto in tempo a giocare otto partite ufficiali prima di sprofondare nell'oblio. Ma ecco che Vampeta torna utile: il Flamengo lo acquista scambiandolo con due giocatori. Così al PSG va l'attaccante Reinaldo, 22 anni, e all'Inter, appunto, va Adriano.