DiscoverRadio Onda d`UrtoVENEZUELA: IN ATTESA DELLA POSSIBILE AGGRESSIONE USA, OLTRE 500 INTELLETTUALI SI APPELLANO A “PACE E GIUSTIZIA SOCIALE”
VENEZUELA: IN ATTESA DELLA POSSIBILE AGGRESSIONE USA, OLTRE 500 INTELLETTUALI SI APPELLANO A “PACE E GIUSTIZIA SOCIALE”

VENEZUELA: IN ATTESA DELLA POSSIBILE AGGRESSIONE USA, OLTRE 500 INTELLETTUALI SI APPELLANO A “PACE E GIUSTIZIA SOCIALE”

Update: 2025-11-03
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Prove di sbarco dei Marines con esercitazioni a Porto Rico da parte degli Stati Uniti, davanti alle coste del Venezuela. Attaccata un’altra presunta imbarcazione di narcos venezuelani nei Caraibi, tre persone sono rimaste uccise.


Il Venezuela è il nuovo nemico giurato degli USA e la Russia replica parlando di possibile invio di missili a Caracas. Per Trump, “Maduro ha i giorni contati”, ma non svela – ancora – i piani di attacco al Paese del presidente Nicolas Maduro


Sulla crisi in corso nel mar dei Caraibi, abbiamo intervistato Giulia De Luca, giornalista Rai Radio 3 Mondo. Ascolta o scarica


Oltre 500 tra intellettuali, docenti, attivisti e giornalisti, hanno firmato un “appello a difesa del Venezuela bolivariano e dei popoli del mondo, per la pace e la giustizia sociale”. Tra i firmatari Angelo d’Orsi, docente e storico del pensiero politico all’Università di Torino. Ascolta o scarica


Riportiamo qui di seguito l’appello degli oltre 500 intellettuali italiani per il Venezuela.


[ Per aderire inviare una mail a: appellovenezuela@gmail.com ]


A difesa del Venezuela bolivariano e dei popoli del mondo, per la pace e la giustizia sociale.


Contro la Repubblica Bolivariana del Venezuela e il suo popolo si fa sempre più grave e concreta la minaccia di un intervento militare, una vera e propria aggressione armata, da parte degli Stati Uniti.


Prima le minacce, sempre meno velate, di “sistemare” ora il Venezuela per poi “fare i conti” con Cuba e il Nicaragua.


Poi, il dispiegamento di quattro navi da guerra e ora perfino delle portaerei in assetto di guerra davanti alle coste venezuelane.


Poi ancora, i ripetuti attacchi armati contro le piccole imbarcazioni da pesca, attacchi che hanno già portato ai primi morti e feriti tra i pescatori venezuelani.


Addirittura, l’incredibile “taglia” arbitrariamente messa sul capo del Presidente legittimo, da poco rieletto a larghissima maggioranza, della Repubblica Bolivariana del Venezuela, Nicolas Maduro.


E, ultime solo in ordine di tempo, le notizie di un nuovo mandato alla Cia per sviluppare azioni sotto copertura e piani di guerra per rovesciare le autorità liberamente elette dal popolo venezuelano.


La “menzogna di guerra”, questa volta, non è una provetta di presunte armi di distruzione di massa da agitare alle Nazioni Unite, come contro l’Iraq, né la presunta difesa dei diritti umani violati dal nemico di turno, come tante volte è successo alla vigilia di “rivoluzioni colorate” in giro per il mondo.


La “menzogna di guerra”, il pretesto per l’aggressione, in questo caso è il presunto narcotraffico attraverso il Venezuela.


Una menzogna falsa quanto tutte le altre, se è vero che le Nazioni Unite in prima persona hanno confermato che il Venezuela non ha nulla a che fare con il narcotraffico, che questo non avviene lungo le coste del Venezuela, e che anzi le autorità venezuelane sono attivamente impegnate per contrastarlo.


Ciò che gli Stati Uniti vogliono è infatti ben altro.


Intanto, mettere le mani sul petrolio, che è sempre più una risorsa fondamentale nella crisi energetica internazionale, e del quale il Venezuela dispone in quantità copiose, tanto è vero che detiene le riserve accertate di petrolio più vaste del mondo, oltre 300 miliardi di barili.


E poi, porre fine alla rivoluzione bolivariana, un vasto processo di trasformazione politica e sociale a ispirazione bolivariana, socialista e umanista, che, inaugurato da Hugo Chavez nel 1999, prosegue oggi con Nicolas Maduro, e che ha portato alla nazionalizzazione delle risorse di petrolio e di energia, reinvestito gli introiti in politiche sociali, migliorato la condizione sociale (istruzione, salute, welfare) della popolazione e mantenuto una politica estera indipendente, sovrana e antimperialista.


Per gli Stati Uniti, il fumo negli occhi. E oggi, il tentativo di aggressione armata contro il Venezuela non è solo una minaccia gravissima alla libertà e alla autodeterminazione del popolo venezuelano, e quindi alla libertà e alla indipendenza di tutti i popoli del mondo, ma è anche una minaccia diretta alla pace e alla sicurezza dell’intera regione, che può portare a una escalation di vasta portata e al rischio di un’ulteriore accelerazione della guerra su scala planetaria.


Una minaccia alla pace e all’autodeterminazione, una minaccia alla giustizia e al diritto internazionale.


Non possiamo restare a guardare.


Tutti e tutte, cittadini, intellettuali, attivisti democratici, antimperialisti, pacifisti, avvertiamo l’esigenza di attivarci e di mobilitarci.


Portiamo la nostra solidarietà presso le sedi diplomatiche della Repubblica Bolivariana del Venezuela in Italia e, con le organizzazioni impegnate nella solidarietà internazionalista, moltiplichiamo le iniziative per fare conoscere la verità del Venezuela e per difendere le indiscutibili conquiste politiche e sociali della Rivoluzione bolivariana.


Attiviamo la nostra solidarietà concreta, a difesa della pace e della libertà dei popoli, con immagini, post, contenuti, su tutti i canali online e i media sociali, per la pace e i diritti, contro l’imperialismo e le sue guerre.


Definiamo insieme le modalità di una mobilitazione unitaria, di massa, a Roma e in tutte le città, a difesa del Venezuela bolivariano e di tutti i popoli in lotta, che resistono, a difesa della propria libertà e della propria autodeterminazione, per la pace e la giustizia sociale.

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