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Al 4° piano con Alessandro Fugnoli
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Al 4° piano con Alessandro Fugnoli

Author: Kairos Partners SGR

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Alessandro Fugnoli, Strategist di Kairos, analizza l’attuale scenario economico/finanziario e gli impatti sui portafogli di investimento. Segui l'episodio mensile.
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Vendere la bolla o comperare il futuro? Il mondo è già deluso, forse perché sta ancora imparando ad usarla, o siamo solo all'inizio di un processo che cambierà tutto? L'importanza di un atteggiamento equilibrato e qualche criterio per gestirlo nei portafogli.
Se è vero che il dollaro si rafforza quando il mondo è in crisi o quando l’America brilla più di tutti e si indebolisce nel resto del tempo, come sarà la sua evoluzione nei prossimi 18 mesi? Prevarranno gli effetti dei tagli dei tassi o quelli della riaccelerazione americana? Perché le borse potrebbero rafforzarsi comunque.
Il difficile processo di separazione economica dalla Cina, tra dazi, terre rare e diplomazia continua: una tensione strategica che, contro ogni previsione, sta rassicurando i mercati globali.
Tra dazi, tregue e tassi in calo, si fa largo l’idea che il peggio sia passato — ma la stabilità resta un bene fragile.
Qualche rischio di stagflazione temporanea, ma una recessione globale sarà impedita da una forte crescita cinese e dai programmi di spesa europei.
Troppa America nei portafogli globali. La diversificazione indebolirà il dollaro e Wall Street, ma i Tresuries non avranno problemi. Per quest’anno, in borsa, meglio Europa e Cina.
Sovrappesare cash, bond indicizzati, azioni europee e cinesi, materie prime industriali. Neutrale la borsa americana. Sottopesare il dollaro e il tasso fisso lungo.
Cauti e diffidenti, i mercati obbligazionari chiedono rendimenti più alti. L’inflazione effettiva non sembra però così preoccupante.
La crescita è l’obiettivo prioritario per il 2025 in America, Cina ed Europa. In America ci sarà però attenzione anche all’inflazione, che potrà indurre la Fed alla prudenza. Le borse, cogliendo questa scala di priorità, saranno orientate al rialzo, ma saranno anche più volatili rispetto al 2023-24.
Buona crescita e inflazione vicina agli obiettivi sono buone premesse per un 2025 costruttivo. Ma non sarà una passeggiata. La geopolitica rimarrà un problema formidabile e l’inflazione che resta sullo sfondo indurrà di nuovo la Fed e i mercati a una certa prudenza.
Ottobre soleggiato, novembre nuvoloso variabile, dicembre in miglioramento. Con il voto americano del 5 novembre i mercati, finita la fase di nirvana, dovranno prendere le misure del nuovo quadro politico. A dicembre una valutazione di sintesi concluderà un anno molto positivo.
L’impatto della Cina sull’inflazione globale, sulle materie prime, sull’oro e sulle scelte europee di politica industriale. Che cosa accadrà alle nostre azioni e ai nostri bond il giorno, probabilmente non lontano, in cui la Cina deciderà di rilanciare seriamente la sua economia.
I mercati provano sempre ad anticipare gli esiti elettorali, ma i Trump trade del 2016 e i Biden trade del 2020 fecero perdere soldi. Meglio rimanere agganciati ai fondamentali, che in questo momento suggeriscono bull steepening sui bond e diversificazione sull’azionario.
La situazione francese è tesa e aggrovigliata. I partiti, incluso il centro macroniano, cercano consenso attraverso programmi aggressivi di spesa che preoccupano i mercati. La correzione dei mercati europei può però creare opportunità di acquisto, ma vanno usate prudenza e gradualità
Come nel 2021, le Banche Centrali si mostrano più sensibili alla crescita che all’inflazione. Come nel 2021, i mercati finanziari mostrano entusiasmo per questa situazione. Lo dimostrano espandendo il loro interesse dalla tecnologia agli altri settori e dall’America al resto del mondo.   Anche le materie prime industriali, l’oro e l’argento (e le criptovalute) sono coinvolti nel rialzo. È giustificata questa attenzione? C’è ancora spazio di apprezzamento?
Inizialmente, le guerre generano crescita economica e riduzione della disoccupazione tramite riarmo e mobilitazione, ma i costi diventano rapidamente elevati, specie per lo schieramento perdente, con inflazione durante e dopo il conflitto.   Le attuali tensioni geopolitiche sono tra le più alte del dopoguerra, con discussioni aperte sull'uso di armi nucleari. Alimentano una corsa al riarmo finanziata da deficit pubblici crescenti. Le Banche Centrali lottano per contenere l'inflazione, ma il ritorno alla stabilità sarà complesso. Questo scenario influenzerà profondamente gli investimenti, favorendo i bond brevi e settori azionari come quello minerario, energetico, militare, aerospaziale e tecnologico, che dovrebbero guadagnare peso nei portafogli.
Il mercato azionario, in un ciclo di crescita protratto, potrebbe richiedere una pausa per consolidarsi, specialmente con valutazioni elevate e posizioni speculative cariche.  Tale correzione potrebbe manifestarsi attraverso una fase laterale con aumentata volatilità anziché una brusca caduta dei prezzi. Prevedere il momento esatto di tale correzione è difficile, ma il mese di maggio spesso vede vendite significative.  Nonostante un aumento dei tassi di interesse, l'azionario ha beneficiato principalmente dalla crescita degli utili, specialmente nel settore tecnologico. Gli investitori dovranno diventare più selettivi, concentrandosi sulle singole società all'interno di ogni settore.
Le bolle finanziarie sono rischiose ma possono essere molto redditizie; è cruciale mantenere la prudenza e la responsabilità per evitare di farsi travolgere quando queste inevitabilmente scoppiano.L'attuale scenario di crescita economica globale e tassi di interesse in discesa, attesi per i prossimi due anni, offre un terreno fertile per le bolle, con l'Intelligenza Artificiale come tema ideale.È importante però comprendere che tutte le bolle hanno una fine. Mantenere un'esposizione moderata al settore porterà a miglioramenti nel portafoglio, purché si eviti l'avidità.
L’ottimismo generalizzato induce a credere che le cose andranno molto bene nel 2024. Un anno che il mercato si aspetta come una “routine profittevole”, solido e senza instabilità. Ma sarà davvero così? Sicuramente ci sono fattori di rischio da considerare: l’inflazione sempre in agguato, le Banche Centrali che potrebbero non avere fretta di tagliare i tassi e possibili improvvise esplosioni di volatilità dei mercati Per attraversare con successo l'anno, è importante non esporsi eccessivamente, contenendo le aspettative senza sottovalutare eventuali imprevisti.
A differenza di quanto avvenuto un anno fa, oggi assistiamo ad una grande dispersione di pareri riguardo alle previsioni sul prossimo anno. Le cinque scuole di pensiero principali che si stanno facendo largo immaginano vari scenari per il 2024 più o meno rosei per inflazione, tassi di interesse e crescita economica, ipotizzando il conseguente effetto che la somma tra questi fattori potrà avere sui mercati azionari e obbligazionari. Quello che è certo è che il prossimo sarà un anno elettorale in America, in Europa e nel Regno Unito. Per cui è probabile che la spesa pubblica resti molto elevata e che questo impedisca una recessione, il che indurrebbe le Banche Centrali ad allungare i tempi per effettuare i primi graduali tagli sui tassi. Se così fosse, i bond dovranno avere pazienza e, nell'attesa, godere comunque di un rendimento molto interessante. L’azionario dovrà fare i conti con valutazioni piuttosto elevate ma ci sarà comunque spazio per un apprezzamento in alcuni settori. Materie prime e valute, dal canto loro, saranno stabili, ad eccezione del dollaro che si manterrà forte.
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