A inizio anno il World Monuments Fund, la principale organizzazione indipendente che si occupa della salvaguardia dei siti a rischio nel mondo, ha inserito la Luna nella sua lista. È la prima volta che accade per un luogo al di fuori del nostro pianeta. Una decisione motivata dalla crescente attività spaziale che in un prossimo futuro potrebbe minacciare le oltre novanta aree storiche presenti sulla superficie lunare a testimonianza dei primi passi dell’umanità oltre la Terra. Tra questi, il Tranquility Base, luogo dell’allunaggio dell’Apollo 11, dove si trova anche l’impronta del piede di Neil Armstrong, il primo uomo a calpestare il suolo del nostro satellite.Ma cosa accadrà nei decenni a venire qualora dovesse davvero diventare la metà di un inedito turismo spaziale? La Luna, con la sua aura di mistero, continuerà ad affascinare poeti ed artisti di ogni genere? Simbolo di romanticismo, esplorazione o inquietudine, di sicuro ha fin qui saputo lasciare il segno nel nostro immaginario collettivo e, qualunque sia il suo destino – una cosa è certa – la Luna continuerà a vegliare su di noi, misteriosa e silenziosa, così come ha sempre fatto fin dalla notte dei tempi.Ospiti di Charlot per raccontarci della Luna fra cinema, televisione e musica, il critico cinematografico Michele Tetro, co-curatore del saggio “La luna nell’immaginario. Storia, letteratura, cinema” (Odoya, 2019); Filippo Ulivieri, fra i maggiori esperti italiani di Stanley Kubrick e autore del libro “Sulla luna con Stanley Kubrick. Miti, leggende e verità sul mostro sacro del cinema” (StreetLib, 2024) e la giornalista musicale Paola De Angelis.
Dopo una lunga tournée nelle grandi città italiane ed europee, l’ultimo lavoro del rivoluzionario artista e coreografo Alessandro Sciarroni, Leone d’oro alla carriera nel 2019, arriva a Bellinzona, al Teatro Sociale. Questo grazie alla presenza, all’interno del prestigioso cast di 7 performer-cantanti, dell’artista bellinzonese Raissa Avilés.Lo spettacolo si chiama “U.” – potrebbe stare per “Un canto” – ed è una sorprendente performance musicale che a partire dal repertorio musicale corale italiano dà vita a un inno alla bellezza del creato e della vita. In questa puntata bipartita, Charlot racconta della forza con cui la tradizione del canto popolare può irrompere nella contemporaneità, interpellandoci nel nostro presente. Dopo il palco teatrale di “U”. ci sposteremo infatti al cinema, con il film A complete unknown, l’ultimo biopic su Bob Dylan, il cantore che, attingendo dalla tradizione dei folksingers nordamericani, ha saputo raccontare un’intera generazione. Nostri nostri ospiti Alessandro Sciarroni e Raissa Avilés, Franco Fabbri – fra i massimi esperti in Italia della cosiddetta popular music – e la giornalista musicale Paola De Angelis.undefined
Cosa definisce l’essere umano? Un robot che ha coscienza di sé è “vivo”? L’arte creata da un’AI è autentica? E fino a che punto è corretto delegare le nostre azioni e decisioni alle macchine? Robot e Intelligenza Artificiale (AI) sono metafore potenti per interrogarci sulla condizione umana. Non sono soltanto strumenti tecnologici avanzati, ma anche lo specchio attraverso cui osservare le nostre aspirazioni e le nostre inquietudini più profonde. Robot e AI sono al centro di una riflessione e di un dibattito filosofico sulla nostra umanità e il nostro ruolo. La loro esistenza mette in discussione concetti fondamentali come la coscienza, l’identità e il libero arbitrio, costringendoci a ridefinire i confini stessi che esistono tra umano e artificiale, tra creatore e creazione, tra autonomia e dipendenza.Una dialettica tra uomo e macchina che si esprime potentemente anche attraverso le arti performative. E cinema, teatro e danza sono ancora una volta strumenti privilegiati per esplorare le nostre paure, desideri e limiti. Da Metropolis a Blade Runner, dal teatro postmoderno alla danza contemporanea, le rappresentazioni artistiche danno voce alle nostre incertezze e meraviglie di fronte a un futuro sempre più permeato dalla tecnologia.Ospiti di Charlot, per indagare l’umano oltre l’umano, il giornalista e saggista Fabio Malagnini autore del libro Horror ex machina. Intelligenze artificiali, robot e androidi nel cinema dell’orrore tecnologico (Odoya, 2024); Ester Fuoco, studiosa di teatro e ricercatrice in discipline dello spettacolo allo IULM di Milano, autrice del saggio Deviazioni nell’antropologia teatrale contemporanea: nuovi miti e rituali performativi tra realtà aumentata, robot e intelligenza artificiale (Routledge, 2024) e infine il giornalista e saggista Antonio Dini sulla nuova serie animata Goldrake U ispirata alla serie storica della fine degli anni Settanta UFO Robot Goldrake.undefined
Un’edizione importante e un compleanno che vede molte novità per le Giornate cinematografiche di Soletta che tagliano il traguardo della 60. edizione. Una ricorrenza e un compleanno speciale che “Charlot” sottolinea con una puntata a sua volta speciale in onda in diretta dal Landhaus, cuore pulsante del festival. Ad avvicendarsi al microfono saranno i protagonisti davanti e dietro le quinte del festival perché oltre ad ospitare alcuni registi che con i loro lavori danno corpo a titolo diverso al focus incentrato sui film biografici, saranno presenti anche il direttore artistico Niccolò Castelli, la direttrice operativa Monica Rosenberg e David Wegmüller membro del comitato di selezione. Insieme, oltre a raccontare le linee che li hanno guidati nel programmare la selezione, ci parleranno del taglio originale che hanno voluto dare alla Retrospettiva, incentrata quest’anno non su una personalità o una corrente cinematografica ma su di una regione e sul suo paesaggio: il Jura e le sue montagne che da più di un secolo sono meta per il tournage di produzioni internazionali e naturalmente anche svizzere. undefined
Abbiamo dovuto aspettare quasi sessant’anni perché gli eredi della famiglia Márquez acconsentissero a un adattamento audiovisivo del romanzo capolavoro del premio Nobel per la letteratura colombiano Gabriel García Márquez.È uscita prima di Natale sulle piattaforme Netflix di tutto il mondo la prima stagione della nuova serie “Cent’anni di solitudine”. 16 ore, suddivise in altrettanti capitoli, per raccontare l’intricata saga della famiglia Buendía nel favoloso villaggio di Macondo e, soprattutto, per provare a trasporre su schermo la scrittura immaginifica di Márquez, considerato il padre del realismo magico latino-americano. Si tratta della più imponente operazione mai svolta da Netflix in Sud America.Charlot si mette sulle tracce del real maravillloso, per interrogarsi su cosa s’intenda con questa etichetta, troppo spesso abusata dalla critica europea, e per indagare i suoi influssi nella produzione audiovisiva e teatrale.Punto di partenza e di approdo: l’opera di Gabriel García Márquez, di cui nel 2024 ricorrevano i dieci anni dalla scomparsa. Dalla serie Netflix “Cent’anni di solitudine” a uno spettacolo teatrale italiano ispirato a un racconto breve di Márquez. Con Emiliano Guanella, corrispondente RSI dall’America latina; Luz Mariela Santofimio, sceneggiatrice audiovisiva colombiana; Alessandro Cassol, docente di Letteratura e teatro spagnoli e ispano-americani presso l’Università di Milano; Elena Delithanassis, attrice-autrice teatrale in scena con lo spettacolo “María”.undefined
Il 19 gennaio Donald Trump si insedia per la seconda volta alla Casa Bianca. Nel corso del suo primo mandato gli sceneggiatori di Hollywood avevano attinto a piene mani dagli spunti della cronaca e dell’attualità per raccontarci su piccoli e grandi schermi i dietro le quinte della politica americana.Difficile immaginare ora cosa sortirà da questo secondo giro di Trump alla Casa Bianca almeno in termini cinematografici, ma è una buona occasione per occuparci di come la politica americana sia stata raccontata su piccolo e grande schermo a partire da The West Wing la serie creata nel 1999 da Aaron Sorkin, uno dei più talentuosi sceneggiatori statunitensi.La politica americana però non è l’unica ad essere raccontata e anche sul palco a volte i meccanismi del funzionamento della democrazia danno ottimi risultati, è il caso ad esempio di De Gasperi L’Europa brucia lo spettacolo coprodotto dal LAC diretto da Camelo Rifici che lo scorso anno ha conquistato pubblico, critica e importanti premi. Con l’americanista Christian Rocca, il critico cinematografico Mattia Carzaniga e le autrici di De Gasperi L’europa brucia Angela Dematté e Valentina Grignoli. undefined
® Tre fra le massime produzioni cinematografiche e teatrali italiane e svizzere del biennio 2023-24 sono accomunate dall’aver voluto tematizzare e raccontare storie di migrazione contemporanea: il film “Io capitano” di Matteo Garrone (candidato come Miglior film internazionale agli Oscar 2024, Leone d’Argento al Festival del Cinema di Venezia 2023 e vincitore di 7 David di Donatello, fra cui Miglior film e Miglior regia); il documentario “Die Anhörung” di Lisa Gerig (Miglior film alle Giornate cinematografiche di Soletta 2024, Miglior documentario allo Swiss Film Award e vincitore dello Zürcher Filmpreis), e lo spettacolo “Introducing Living Smile Vidya”, scritto e interpretato da Living Smile Vidya (Miglior spettacolo teatrale svizzero 2023).Charlot prende spunto da queste tre opere pluripremiate per interrogarsi su come il cinema e le arti sceniche raccontino le migrazioni odierne. Quali le opportunità? E quali le insidie? E in che modo l’arte scenica può confrontarsi con la questione migratoria non soltanto in quanto “oggetto di rappresentazione e di spettacolarizzazione”, ma coinvolgendo le persone con retroterra migratorio affinché diventino protagonisti attivi di una narrazione condivisa e partecipata?Ne parleremo con la studiosa, dramaturg e docente di arti performative Piersandra di Matteo, curatrice del festival bolognese Atlas of transitions, il primo laboratorio italiano dedicato al rapporto tra arte scenica e migrazione, e presenteremo le tre opere sopraccitate con i loro rispettivi autori: la regista zurighese Lisa Gerig, l’artista e attivista transgender indiana, residente a Lucerna, Living Smile Vidya e il regista italiano Matteo Garrone, in un’intervista esclusiva rilasciata ai microfoni della Rete Due in occasione della sua partecipazione al festival Sconfinare di Bellinzona.Prima emissione 13 ottobre 2024undefined
® Complessità narrativa, ibridazione dei generi, dilatazione del tempo del racconto e sofisticazione di codici e linguaggi sono alcune delle peculiarità della serialità narrativa per immagini. Caratteristiche che nel corso degli ultimi 20 anni hanno portato le serie tv ad affermarsi come espressione della contemporaneità e lo hanno reso uno dei linguaggi audiovisivi a maggiore impatto culturale.La Biennale cinema di Venezia nell’ultima edizione della Mostra appena conclusa ha ospitato nella sua prestigiosa sezione del Fuori concorso 4 serie nella loro integralità, realizzate da grandi maestri come Alfonso Cuaron o Thomas Vinterberg, proponendo maratone di proiezioni lunghe fino 8 ore. Un formato extralarge che solo in apparenza è in contraddizione con il dilagare di minuscoli film consumati in genere su telefoni e tablet a cui è dedicato un festival max3min la cui 4. Edizione è in programma a Milano a inizio ottobre. In entrambi i casi ad essere ripensata è la dimensione temporale e la modalità di fruire il cinema e il racconto per immagini.Ne parliamo A Charlot ne parliamo con il direttore della Mostra del cinema Alberto Barbera, con la studiosa e storica cinematografica Giusi De Santis autrice e curatrice di un volume sull’impatto della serialità televisiva sulla società e la cultura contemporanee e con il critico cinematografico Mattia Carzaniga che fa parte del comitato di selezione di max3min.undefined
Uno spettacolo, un musical e una lista di una decina di chicche cinematografiche. Quella di questa settimana è una puntata di Charlot all’insegna di proposte dal sapore natalizio.Un Natale irriverente e anticonformista anticipato sul palco del LAC dal genere per eccellenza dello spettacolo festivo: il musical incarnato però dall’enfant terrible del genere vale a dire il Rocky horror show che arriva a Lugano in una nuova versione internazionale diretta dal regista di Broadway Sam Buntrock. Ne parleremo in studio con l’attore di origine ticinese Igor Horvat che è stato chiamato a interpretare il ruolo del narratore. Ha un sapore internazionale anche Chi va là, lo spettacolo tragicomico per famiglie in scena al teatro Foce, scritto e interpretato da Igor Mamlenkov, nato in Russia e ora residente a Gordola dopo un master all’Accademia Dimitri.Infine dal teatro a cinema e tv per una lista di film a sfondo natalizio curata dal giornalista cinematografico Mattia Carzaniga. Proposte in cui il Natale compare in modo non scontato e che infrangono schemi e stereotipi delle pellicole che in questa stagione affollano le sale, i palinsesti televisivi e quelli delle piattaforme di streaming.La lista di Mattia Carzaniga:L’appartamento 1960 di Billy WilderFuryo (Merry Christmas, Mr. Lawrence) 1983 di Nagisa ŌshimaRegalo di Natale 1986 di Pupi AvatiMetropolitan 1990 di Whit StillmanEyes Wide Shut 1999 di Stanley KubrickLa promessa dell’assassino 2007 di David CronenbergRacconto di Natale 2008 di Arnaud DesplechinIn Bruges 2008 di Martin McDonaghCarol 2015 di Todd HaynesTangerine 2015 di Sean BakerThe Holdovers 2023 di Alexander PayneE se non bastasse… alcune tra le migliori serie del 2024Expats (Prime Video)The Bad Guy (Prime Video)Feud: Capote vs. The Swans (Hulu - Disney+)Girls5eva (Netflix)The penguin (Sky) Sugar (Appletv) undefined
È uno dei registi di maggior successo commerciale della storia del cinema (i suoi film hanno incassato oltre 4 miliardi di dollari), ma allo stesso tempo tutti gli riconoscono un ruolo da autore e uno stile personalissimo e rigoroso e quasi tutti i suoi lavori, da quelli d’esordio dalla distribuzione travagliata a quelli realizzai per le Majors, sono oggetto di culto sia per i fan sia per larga parte della critica e dei cinefili.Tim Burton, il suo universo creativo e il suo cinema sono i protagonisti di una mostra appena inaugurata alla Fabbrica del Vapore di Milano, realizzata in collaborazione con lo stesso Burton e che ha già viaggiato da Madrid a Parigi, toccando Bruxelles, Barcellona e Berlino.Per Charlot è l’occasione di dedicare al regista americano una puntata monografica che da un lato ne ripercorre la carriera e dall’altro ne analizza spunti e temi ricorrenti anche attraverso inedite chiavi di lettura. Con Gianmario Longoni, Simone Spoladori, Alessandro De Rosa e Francesca Rosso.undefined
La prostituzione è davvero – come si suol dire – il mestiere più antico del mondo? Forse no, ma di certo è il più controverso. Fra autodeterminazione e sfruttamento. Mercificazione del corpo e rapporti di potere fra i generi. Legalità e condanna da parte del buoncostume. Piacere, sesso a pagamento... e amore.È arrivato nelle sale cinematografiche della Svizzera italiana il film, Palma d’oro a Cannes, “Anora” di Sean Baker, che ribalta la parabola alla Cenerentola di Pretty Woman, la prostituta cinematografica più famosa di Hollywood.A partire da “Anora” Charlot compie un viaggio alla scoperta di prostitute e lavoro sessuale raccontati, filmati, cantati, portati sul palcoscenico, partendo proprio dal cinema di Baker, cineasta statunitense indipendente che da sempre indaga nei suoi film figure di sex workers, ovvero lavoratrici e lavoratori del sesso. Nella canzone d’autore italiana degli anni Sessanta, poi, la prostituta rappresenta un vero e proprio topos: da Enzo Jannacci a Edoardo Bennato, da Gino Paoli a, ovviamente, Fabrizio De Andre’. Approderemo infine a teatro, con lo spettacolo “Dentro Emilia” del collettivo teatrale “Le Notti”, nato dopo tre anni di volontariato all’interno di un’associazione a supporto delle vittime di tratta e sfruttamento sessuale lungo la Via Emilia, una delle principali arterie della prostituzione sulla strada dell’Emilia-Romagna.Con la responsabile del Centro Cinema e letteratura RSI Moria Bubola, lo storico Paolo Carusi, autore del saggio Nella società degli uomini. La rappresentazione della prostituta nella canzone italiana (Giornale di storia, 2020) e le attrici-autrici di Dentro Emilia Flavia Bakiu e Alice Gera.undefined
“Non si è mai troppo vecchi finché si desidera sedurre e, soprattutto, finché si desidera essere sedotti” scriveva Charles Baudelaire. Eppure, il desiderio, l’eros e la sessualità nella terza e nella quarta età sono un forte tabù sociale, che si ripercuote nella cultura contemporanea della comunicazione e dello spettacolo: cinema, televisione, giornalismo, pubblicità, social media. Soprattutto nei confronti delle donne. Basti pensare al sistema industriale hollywoodiano, che fino a pochi anni fa non prevedeva ruoli (se non secondari, fortemente stereotipati e “desessualizzati”) per le attrici più mature.Ad alzare un velo sulla “scandalosa” vita sessuale degli anziani è il pluripremiato drammaturgo francese Mohamed El Khatib, maestro del teatro-documentario, con La vie secrète des vieux, presentato a Lugano nell’ultima edizione del FIT Festival. Il suo lavoro ci offre lo spunto per una puntata dedicata a vecchiaia e invecchiamento e a come queste vengano raccontate nelle arti scenica e nel cinema, per scardinare cliché, narrazioni edulcorate e discriminazioni di genere.Ospiti di questa puntata di Charlot: Rubidori Manshaft, artista e regista teatrale, autrice dello spettacolo Alcune cose da mettere in ordine, nato da un lavoro di ricerca all’interno delle case di cura per anziani del Canton Ticino; il drammaturgo francese Mohamed El Khatib; Norma Bargetzi, membra del consiglio direttivo dell’associazione “Anziane per il clima” e fondatrice del movimento “AvaEva”, che nel 2018-19 ha creato un gruppo di riflessione sulla sessualità fra donne anziane; e la storica del cinema Valentina Carla Re, docente presso la Link University di Roma, fra le curatrici del libro Aging girls. Identità femminile, sessualità e invecchiamento nella cultura mediale italiana (Meltemi, 2021) e del fascicolo Aging, sessualità e cinema nella cultura italiana del secondo Dopoguerra (Schermi, 2022).In occasione della Giornata mondiale della lotta contro l’AIDS (1° dicembre) presentiamo anche la nuova serie radiofonica della Rete Due Droga, yoga e HIV con il suo autore Daniele Bernardi.undefined