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Charlot

Author: RSI - Radiotelevisione svizzera

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Versatile, curioso e con l’ambizione di regalare qualche sorriso con una pensosa leggerezza. Charlot da Charlie Chaplin prende il nome ma vorrebbe rifletterne anche lo spirito, per diventare un programma che guarda al mondo dello spettacolo come da una scala a chiocciola: con una prospettiva a 360 gradi ma anche qualcuno in più. Perché passare e ripassare da un certo luogo - fisico o mentale - affrontare tematiche e problematiche vicine da punti di vista differenti, alla fine ci regala piccole illuminazioni, impreziosite da accostamenti inediti. Charlot si occuperà di cinema, di teatro, di opera lirica, di serie TV, di musical o di stand-up comedy... Facendoli dialogare tra loro a volte. Altre sfruttando quello che i linguaggi più moderni insegnano a quelli tradizionali. Due ore settimanali per scoprire, riflettere, interrogarsi sul mondo dello spettacolo e le sue prospettive.

227 Episodes
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Per sole donne

Per sole donne

2024-11-2101:56:56

®A fine 2023 ha debuttato allo Spazio Rossellini di Roma “Svelarsi”, l’ultimo progetto teatrale della pluripremiata attrice Silvia Gallerano. Sul palco, otto attrici, fra cui la stessa Gallerano, otto corpi di donne nude, che si raccontano e si confessano, fra senso di inadeguatezza, umiliazioni subite, maternità, canoni di bellezza imposti, identità femminile. In platea… un pubblico di sole donne (o chi si sente tale). Gli spettatori maschi non sono ammessi.Una provocazione che suscita dibattito e che ci invita a interrogarci su quale sia il senso, nel 2024, di un’arte performativa esclusivamente femminile. Una proposta separatista, che enfatizza le differenze fra maschi e femmine, rischia di risultare escludente e autoreferenziale? È superata dalla più recenti istanze queer? Oppure, con la sua provocazione, riaccende un dialogo artistico e politico ancora necessario, rivelando contraddizioni e disparità che ancora sussistono nel mondo dello spettacolo e nella società?Ne parliamo con le attrici e registe teatrali Silvia Gallerano e Monica Ceccardi, animatrice dal 2020 di un laboratorio d’indagine sul femminile per donne presso il Teatro Pan di Lugano, e con Ilenia Caleo, performer e ricercatrice presso l’Università di Venezia, esperta di arte femminista queer.Prima emissione: 2 giugno 2024
Costruttori di pace

Costruttori di pace

2024-11-1701:58:05

«L’arte è pace. La buona arte riesce, in modo meraviglioso, a coniugare l’assolutamente unico con l’universale. Questo approccio è esattamente il contrario rispetto a quello dei conflitti violenti». Così dichiarava il Premio Nobel Jon Fosse in occasione dell’ultima Giornata Mondiale del Teatro, svoltasi il 27 marzo del 2024.Un messaggio, oggi ancora più attuale e urgente, che Charlot raccoglie per una puntata speciale dedicata alla pace, raccontando uomini e soprattutto donne che si sono opposti alla guerra, attraverso le arti dello spettacolo.La pace è infatti al centro della nuova produzione del Teatro Paravento di Locarno: “Ricucire, con il filo della Storia. Voci di donne per la pace”. Di pace parlava la Lisistrata di Aristofane, primo essere umano della storia a ribellarsi – non nel mondo reale, ma in quello immaginifico dell’arte – contro l’orrenda pratica maschile della guerra. Una figura riprese nel corso del Novecento come icona femminista e pacifista e rivisitata nel 2015 da Spike Lee nel film Chi-Raq. E a favore della pace si è impegnata per oltre 20 anni la candidata al premio Nobel Angelica Edna Calò Livne, che in Alta Galilea, regione al confine fra Israele e Libano oggi sotto bombardamento, ha creato la Fondazione Beresheet Lashalom Teatro dell’Arcobaleno, un progetto di teatro e di dialogo interculturale che ha coinvolto centinaia di giovani israeliani, palestinesi e drusi; ebrei, cristiani e musulmani. Con Miguel Angel Cienfuegos (direttore artistico del Teatro Paravento); Simone Beta (professore di Lingua e letteratura greca dell’Università di Siena), traduttore della Lisistrata di Aristofane (Fondazione Lorenzo Valla-Mondadori, 2020) e autore de La donna che sconfigge la guerra. Lisistrata racconta la sua storia (Carocci, 2022); Angelica Edna Calò Livne e Silvia Guetta (professoressa di pedagogia della pace e gestione dei conflitti presso l’Università di Firenze), che a partire dall’esperienza del Teatro dell’Arcobaleno in Alta Galilea hanno messo a punto il metodo pedagogico del “Teatro Umanante”, descritto nel libro: Laboratori e strategie di comunicazione attraverso le arti. Sentieri verso la pace con noi stessi e con gli altri (Aracne editrice, 2024).undefined
Nel 1964 Stanley Kubrick firmava il film “Il dottor Stranamore” che aveva anche un sottotitolo: “Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba”. Si trattava di una commedia nera - che raccontava con un umorismo nero, graffiante, acido, l’assurdità della corsa ad armi sempre più potenti in grado di condurre all’annientamento nucleare dell’umanità.Più o meno in quegli stessi anni Friedrich Dürrenmatt componeva una delle sue pièce più note e rappresentate: I fisici. Un testo per il quale il suo stesso autore usa i termini grottesco e paradossale e che riflette mescolando generi e registri diversi sulla scienza, la conoscenza, il potere e la responsabilità che l’intreccio di questi tre elementi comporta. Un testo che LAC di Lugano e Teatro Sociale di Bellinzona coproducono in questa stagione teatrale per la regia di Igor Horvat.Per Charlot è l’occasione di discuterne con il regista ma anche con la giovane cineasta Agnese Laposi che in collaborazione con Horvat sta curando una versione televisiva della pièce, allargando la riflessione all’ambito cinematografico insieme al prof. Marco Ciardi autore del saggio “Incontri ravvicinati tra scienza e cinema” (Hoepli, 2023).undefined
Minimondi

Minimondi

2024-11-0301:57:32

®Non è facile immaginare spettacoli per un pubblico con età compresa tra 1 e 4 anni.Eppure nella sua ultima edizione il festival internazionale di narrazione di Arzo ne ha proposti ben due realizzati da compagnie teatrali che hanno posto al centro della loro ricerca la prima e la primissima infanzia. Una ricerca che nel 2004 ha dato vita a Visioni di futuro, visioni di teatro, un festival internazionale di teatro e cultura per la prima infanzia, che propone spettacoli per bambini da 0 a 6 anni, presentati da compagnie italiane e straniere. Proprio per riflettere sull’importanza, sulle sfide e sugli interrogativi che solleva pensare e fare un teatro così particolare, Arzo ha riservato quest’anno a questo tema una sezione speciale che oltre agli spettacoli teatrali, prevedeva laboratori per famiglie e per operatori e una tavola rotonda realizzata in collaborazione con Rete Due che è diventata questa puntata speciale di Charlot.Oltre agli artisti presenti al Festival che lavorano da anni a una drammaturgia rivolta ai più piccoli (Elisa Semprini e Andrea Buzzetti per Baracca Testoni e Riccardo Colombini per Schedia Teatro) i protagonisti della tavola rotonda sono lo psicologo dell’età evolutiva Dieter Schürch, allievo di Jean Piaget che alle influenze dell’arte e della cultura nello sviluppo infantile ha dedicato gran parte della sua ricerca, e la responsabile della mediazione culturale del LAC Isabella Lenzo che per il centro culturale luganese ha sviluppato programmi culturali per le famiglie e per il pubblico più giovane.Prima emissione: 8 settembre 2024
Le arti performative dialogano con la città. Non soltanto perché piazze, agorà, parchi e strade possono essere scelti come luoghi di rappresentazione alternativi ai teatri, ma soprattutto perché la coreografia espansa e la performance artistica possono partecipare attivamente alla costruzione dello spazio urbano, interrogandolo, intessendo relazioni, inventando nuove forme di publicness. Come?Lo chiediamo a uno dei nomi più interessanti e importanti della scena coreografica italiana contemporanea: la coreografa, performer e ricercatrice Elisabetta Consonni, ospite a Mendrisio dell’incontro annuale di Isadora. Piattaforma danza, che da oltre dieci anni indaga e inventa format che espandono la pratica coreografica a strumento capace di intessere relazioni nello spazio pubblico e di incidere sulle politiche urbane e sociali.Vi raccontiamo poi di due iniziative locali che, proprio attraverso l’arte performativa, hanno interrogato il nostro territorio svizzero italiano: il laboratorio transdisciplinare dell’Accademia di Architettura di Mendrisio Transversal Territory , che con gli studenti dell’Accademia e del CISA e la popolazione esplora Mendrisio e dintorni, e l’happening teatrale notturno Notti future, svoltosi fra i parcheggi della città di Lugano durante la Biennale Svizzera del Territorio. Ne parliamo con i relativi curatori di questi due progetti: i docenti dell’Accademia di Mendrisio Antoine de Perrot e Mansoureh Aallaai e la scenografa e drammaturga luganese Maria Clara Castioni.undefined
Fallimento o capolavoro?

Fallimento o capolavoro?

2024-10-2001:55:09

Fin da quando è stato presentato a Cannes Megalopolis ha creato una contrapposizione netta tra chi lo considera l’ultimo capolavoro di Francis Ford Coppola e chi lo ritiene un delirante assemblaggio di citazioni, sollecitazioni e inserti digitali che lo rendono un “magnifico disastro”.Il film è uscito anche nelle sale della Svizzera italiana il 16 ottobre, in contemporanea con la distribuzione italiana e con la presenza a Roma del regista in occasione della Festa del cinema e del tributo della città alla sua carriera culminato nell’inaugurazione negli Studios di Cinecittà di viale Francis Ford Coppola.Al di là della riuscita o meno della pellicola, questo film ha comunque il pregio e la capacità di sollevare una serie di interrogativi sul nostro presente e su quello del cinema e di interrogarci sul senso di fare film oggi in un universo dove l’immagine sembra proliferare senza più controllo e senza più un centro.Per parlarne Charlot ha invitato la collega e critica cinematografica Chiara Fanetti responsabile editoriale di Cult +, il direttore del Locarno Film Festival Giona Nazzaro, e Niccolò Castelli regista e direttore artistico delle Giornate cinematografiche di Soletta.undefined
Back to school 4

Back to school 4

2024-10-1304:58

Raccontare le migrazioni

Raccontare le migrazioni

2024-10-1301:57:31

Tre fra le massime produzioni cinematografiche e teatrali italiane e svizzere del biennio 2023-24 sono accomunate dall’aver voluto tematizzare e raccontare storie di migrazione contemporanea: il film “Io capitano” di Matteo Garrone (candidato come Miglior film internazionale agli Oscar 2024, Leone d’Argento al Festival del Cinema di Venezia 2023 e vincitore di 7 David di Donatello, fra cui Miglior film e Miglior regia); il documentario “Die Anhörung” di Lisa Gerig (Miglior film alle Giornate cinematografiche di Soletta 2024, Miglior documentario allo Swiss Film Award e vincitore dello Zürcher Filmpreis), e lo spettacolo “Introducing Living Smile Vidya”, scritto e interpretato da Living Smile Vidya (Miglior spettacolo teatrale svizzero 2023).Charlot prende spunto da queste tre opere pluripremiate per interrogarsi su come il cinema e le arti sceniche raccontino le migrazioni odierne. Quali le opportunità? E quali le insidie? E in che modo l’arte scenica può confrontarsi con la questione migratoria non soltanto in quanto “oggetto di rappresentazione e di spettacolarizzazione”, ma coinvolgendo le persone con retroterra migratorio affinché diventino protagonisti attivi di una narrazione condivisa e partecipata?Ne parleremo con la studiosa, dramaturg e docente di arti performative Piersandra di Matteo, curatrice del festival bolognese Atlas of transitions, il primo laboratorio italiano dedicato al rapporto tra arte scenica e migrazione, e presenteremo le tre opere sopraccitate con i loro rispettivi autori: la regista zurighese Lisa Gerig, l’artista e attivista transgender indiana, residente a Lucerna, Living Smile Vidya e il regista italiano Matteo Garrone, in un’intervista esclusiva rilasciata ai microfoni della Rete Due in occasione della sua partecipazione al festival Sconfinare di Bellinzona.undefined
Back to school 3

Back to school 3

2024-10-0605:28

Arte e attivismo al FIT

Arte e attivismo al FIT

2024-10-0601:53:13

Secondo il regista svizzero Milo Rau, fra i massimi artisti attivisti della scena teatrale contemporanea, il “teatro è un luogo di resistenza e di democrazia”. Come ha recente dichiarato nel suo discorso inaugurale dell’annuale Congresso dell’ITI (l’International Theatre Institute): “laddove la politica fallisce, laddove rincorre i vantaggi del discorso nazionale, solo l’arte può fornire un rimedio”.Contemporaneamente, il FIT, il Festival internazionale del teatro e della scena contemporanea di Lugano, avvia la sua 33esima edizione con un ricco programma incentrato su tre parole chiave: Democrazia, diritti e libertà. Charlot coglie l’occasione per proporvi una puntata “militante”, dedicata all’ARTIVISMO, ovvero a quelle proposte e a quelle opere artistiche contemporanee che veicolano esplicitamente un contenuto e un valore sociopolitico. Ne parleremo con la direttrice artistica del FIT Paola Tripoli e con due protagonisti della 33esima edizione del festival: l’artista attivista bielorusso-israeliano Arkadi Zaides (già vincitore nel 2023 del Premio Emile Zola per le arti dello spettacolo per il suo impegno a favore diritti umani) e l’attrice e autrice italiana Elena Cotugno, che arriva a Lugano con una rilettura della Medea, in cui il mito antico si contamina con la tragedia contemporanea delle donne straniere che, giunte nei nostri Paesi, finiscono nel racket della prostituzione e della schiavitù sessuale.undefined
®Quarant’anni sono un traguardo importante. A maggior ragione se a compierli è una compagnia teatrale come la Compagnia Finzi Pasca che vede la luce nel 1983, quando di ritorno da un viaggio in India, Daniele Finzi Pasca all’epoca diciannovenne, insieme a Maria Bonzanigo e Marco Finzi, dà vita al Teatro Intimo Sunil poi diventato Teatro Sunil. È l’inizio di un’avventura rocambolesca e inimmaginabile che, dal primo spettacolo del 1984 intitolato “Rituale” e portato in scena a Pregassona, li condurrà fino alla creazione delle Cerimonie olimpiche di Torino nel 2006 e di Sochi nel 2014.“Durante questi 40 anni abbiamo disegnato sin dal principio un modo di vivere insieme, viaggiare insieme e viaggiando abbiamo incontrato tanti che si sono uniti a questa nostra avventura, arricchendola, influenzandola e difendendola negli anni a seguire.Le strade di alcuni tra di noi si sono divise, altri la vita ce li ha strappati via.Abbiamo avuto fortuna, quella che ci ha fatto incontrare persone che ci hanno preso per mano e ci hanno spinto lontano, aperto porte, condotto in luoghi sconosciuti, insegnato e trasmesso i segreti della nostra arte.”Un’arte in cui Daniele Finzi Pasca e la sua Compagnia hanno unito elementi di teatro, danza, acrobazia, circo, opera e documentari, arrivando a creare un loro personalissimo stile che ogni volta si ritrova identico, in una magia che si rinnova di spettacolo in spettacolo.A Charlot celebreremo quest’anniversario con quattro dei cofondatori della Compagnia Finzi Pasca: il regista e attore Daniele Finzi Pasca, vincitore dell’Anello Hans Reinhart nel 2012, con la compositrice e coreografa Maria Bonzanigo, con lo scenografo e attore Hugo Gargiulo e il produttore e attore Antonio Vergamini. Prima emissione: 12 novembre 2023
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2024-09-2204:37

La vertigine della scena

La vertigine della scena

2024-09-2201:56:55

Stanno per riaprirsi i sipari sulle scene dei teatri della Svizzera italiana e non solo e per Charlot è l’occasione di riflettere su quanto i cartelloni di due dei maggiori teatri ticinesi e di un importante teatro milanese propongono nella loro prossima stagione. Soprattutto però è l’occasione di discutere di cosa significhi costruire la stagione di un teatro, pubblico o privato che sia, di interrogarsi su quali equilibri occorra trovare tra repertorio classico e drammaturgia contemporanea per mantenere vivace e attuale una scena teatrale in grado di essere innovativa e di parlare a pubblici diversi. Su quanto insomma il teatro possa ancora dire a un mondo che conosce ormai infinte altre forme di performances.Ne parliamo con i direttori artistici del teatro sociale di Bellinzona Gianfranco Helbling, del Lac Lugano arte culture Carmelo Rifici e dell’Elfo Puccini di Milano Elio de Capitani, e con la storica e critica teatrale Maddalena Giovannelli.undefined
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2024-09-1505:07

Very long, very short

Very long, very short

2024-09-1501:55:54

Complessità narrativa, ibridazione dei generi, dilatazione del tempo del racconto e sofisticazione di codici e linguaggi sono alcune delle peculiarità della serialità narrativa per immagini. Caratteristiche che nel corso degli ultimi 20 anni hanno portato le serie tv ad affermarsi come espressione della contemporaneità e lo hanno reso uno dei linguaggi audiovisivi a maggiore impatto culturale.La Biennale cinema di Venezia nell’ultima edizione della Mostra appena conclusa ha ospitato nella sua prestigiosa sezione del Fuori concorso 4 serie nella loro integralità, realizzate da grandi maestri come Alfonso Cuaron o Thomas Vinterberg, proponendo maratone di proiezioni lunghe fino 8 ore. Un formato extralarge che solo in apparenza è in contraddizione con il dilagare di minuscoli film consumati in genere su telefoni e tablet a cui è dedicato un festival max3min la cui 4. Edizione è in programma a Milano a inizio ottobre. In entrambi i casi ad essere ripensata è la dimensione temporale e la modalità di fruire il cinema e il racconto per immagini.Ne parliamo A Charlot ne parliamo con il direttore della Mostra del cinema Alberto Barbera, con la studiosa e storica cinematografica Giusi De Santis autrice e curatrice di un volume sull’impatto della serialità televisiva sulla società e la cultura contemporanee e con il critico cinematografico Mattia Carzaniga che fa parte del comitato di selezione di max3min.undefined
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