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Comunicazione relazionale e non verbale
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Comunicazione relazionale e non verbale

Author: Sergio Omassi | Formatore e Life Coach

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Benvenuta e benvenuto nel mio podcast nativo in Spotify.
Ogni lunedì mattina alle 7.00, ti porterò argomenti che riguardano la comunicazione relazionale e il linguaggio del corpo.
Mi chiamo Sergio Omassi e sono un formatore e un life coach, con il pallino di facilitare le relazioni, soprattutto quelle fondamentali, ovvero quelle con le persone con cui passiamo la maggior parte del tempo ogni giorno.
Sono specializzato nella lettura del linguaggio del corpo dell'essere umano, che considero la base irrinunciabile per poter capire realmente chi abbiamo davanti, ma anche noi stessi.
38 Episodes
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Dietro il tradimento in una coppia ci possono essere molteplici motivi e spesso è proprio chi è tradito ad arrovellarsi la mente, domandandosi i vari perché e il più delle volte dovendo dribblare tra spiegazioni che il partner racconta, arrampicandosi sugli specchi, una volta scoperto. La dimensione della coppia prevede un rinnovato impegno quotidiano, anche se per molti è aberrante sentir parlare di impegno, perché sono convinti che il vero amore non abbia bisogno di manutenzione. In questo episodio vediamo alcuni dei motivi per cui un partner, a un certo punto, decide di tradire e, spesso, di iniziare una vera e propria doppia vita. Buon ascolto!
Oggi vorrei parlarti dei tre tipi di sguardo più frequenti nella nostra cultura e vedremo insieme in quali contesti vengono usati e in quali dovrebbero essere evitati, per rispettare il codice non verbale dell’ambiente in cui la maggior parte di noi si muove quotidianamente. È dimostrato, da una serie di studi comparati, che la parte del viso o del corpo che guardiamo nel nostro interlocutore può influenzare molto l’esito di un incontro in presenza. Vediamo, quindi, lo SGURDO SOCIALE, lo SGUARDO INTIMO e lo SGUARDO DI POTERE. Buon ascolto.
Esistono numerosi studi e ricerche che dimostrano la naturalezza e l’importanza della prima impressione, che sembra nascere dalla semplice interpretazione soggettiva del viso, ma questo la dice lunga su quanto le nostre semplici espressioni del volto, durante i primi momenti di interazione con qualcuno, inneschino in lui un filtro che porta a catalogare, a mettere un’etichetta, dalla quale farà fatica a spostarsi in seguito, proprio a causa del bias di conferma. Al di là degli aspetti non verbali, contribuiscono alla catalogazione positiva o negativa di una persona durante un primo incontro faccia a faccia, anche l’espressione del volto, il sorriso o la sua assenza, il nostro abbigliamento, la nostra gestualità, le sfumature della nostra voce, ma ci sono anche i suoi atteggiamenti e le sue modalità di interazione verbale a farla da padroni. Quali sono, quindi, le modalità che possono rivelarsi ottimali per lasciare un buon sapore in bocca all’altro, dopo averci passato del tempo insieme la prima volta? Ovviamente sono tantissime, ma ce ne sono alcune fondamentali, che spesso sono sottovalutate. Le vediamo insieme in questo episodio. Buon ascolto!
Uno dei gesti più frequenti da osservare nell’ambito del linguaggio del corpo è il toccamento della nuca e, dopo aver compreso in questo episodio quale indizio offre, potrai capire il motivo della sua frequenza. Si tratta di un atto subliminale che facciamo tutti, spesso più volte durante la giornata, tra i circa 500 che, secondo lo psicologo Stefano Benemeglio, sono la media per ognuno di noi e che, come abbiamo visto insieme più volte, sono l’unico modo che ha il nostro inconscio di esprimersi, dal momento che non può usare le parole, senza il filtro della parte logico-razionale. È facile osservarlo anche nei bambini piccoli e offre delle chiavi di lettura che possono essere utilissime a capire cosa sta provando la persona che lo emette. Oggi vediamo insieme quali indizi emotivi offre il toccamento della nuca. Buon ascolto.
Nell’episodio precedente ti ho raccontato i principali segnali non verbali di natura affettiva, promettendoti che nel successivo sarei tornato sul linguaggio del corpo e ti avrei portato alcune indicazioni su come interpretare le manipolazioni degli anelli e ogni promessa è debito. Hai mai notato che molte persone mentre parlano, o semplicemente sono assorte nei loro pensieri, si toccano l’anello? Magari da oggi ti renderai conto che anche tu in certi momenti, senza pensarci, fai la stessa cosa e potrebbe interessarti conoscere il significato non verbale, ovvero qual è il messaggio emotivo che viene palesato dal nostro inconscio, attraverso la manipolazione degli anelli. Buon ascolto!
Nell'episodio di oggi vediamo insieme i segnali non verbali che riguardano la sfera affettiva, e ci offrono indizi sul fatto che, in quell’area, c’è una sorta di appetito inappagato, o un disequilibrio relativo a desideri e bisogni, per la persona che li produce. Un segnale in particolare può evidenziare un certo interesse nei nostri confronti, se viene fatto da una persona che ci sta guardando negli occhi. Buon ascolto.
Il carisma si può imparare, con impegno e costanza ma è fondamentale avere una precisa motivazione intrinseca che non è, come molti potrebbero pensare, raggiungere un potere di fascinazione sugli altri ma, al contrario, preoccuparsi costantemente degli effetti che i propri comportamenti hanno sugli altri e sull’ambiente. Solo la presenza di questa sincera motivazione di fondo garantisce il traguardo del carisma, dal momento che qualsiasi sete di potere fine a se stessa porta inevitabilmente a muoversi in maniera egoriferita e, anziché farci diventare carismatici, ci porta a essere scomodi, noiosi o semplicemente antipatici per gli altri e, alla fine, veniamo evitati. Buon ascolto!
Nello scorso episodio audio abbiamo visto cosa significa, in determinati contesti, il raschiamento della gola e ti ho sottolineato che si tratta di un segnale non verbale eiettivo, ovvero che tende a buttare fuori qualcosa. Oggi vediamo insieme la deglutizione, un segnale del corpo che è localizzato nella gola, come il raschiamento, ma anziché essere "eiettivo" è "introiettivo", perché porta dentro qualcosa, che è la saliva. Buon ascolto!
Forse non hai mai fatto caso a quante volte tu o il tuo interlocutore emettete un raschiamento della gola durante una conversazione. A volte lo emettiamo anche da soli, semplicemente mentre stiamo pensando a qualcosa e il più delle volte non ci si fa proprio caso, ma ha spesso un significato emozionale. A volte è utile per schiarirsi la voce, soprattutto quando ci si è svegliati da poco e sono passate ore dall’ultima parola che hai detto, ma in determinate circostanze è un vero e proprio segnale emotivo, dettato dal nostro inconscio e porta con sé un significato piuttosto interessante, che è utile conoscere. _ MUSICA DI SOTTOFONDO: Marxist Arrow di Twin Musicom - brano concesso in uso tramite licenza Creative Commons Attribution 4.0. https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/ Artista: http://www.twinmusicom.org/
Purtroppo, nella nostra cultura - e in generale in tutte le culture occidentali - c’è da sempre uno scarso interesse riguardo al fatto che ogni giorno, in ogni luogo del mondo in cui esistono interazioni tra esseri umani, il linguaggio del corpo continua a essere una forma di comunicazione, seppur ormai si muova sotto la soglia della nostra coscienza. Anche chi non è in grado di decifrare i vari atti corporei perché non ne ha le chiavi di lettura, può accorgersi di quanto il corpo di ognuno di noi sia in costante movimento, sia quando interagiamo con gli altri, sia quando siamo da soli e pensiamo tra noi e noi. Il linguaggio del corpo di un essere umano ha parecchie sfumature, che vanno dalle microespressioni del volto alla gestualità reiterata, dai pruriti che ci costringono a grattare determinate zone del corpo, alla gestione dello spazio prossemico e, ancora, dalle posture ai toni, ai volumi e ai ritmi del nostro modo di parlare. Ma perché è utile conoscerlo e saperlo leggere su noi stessi e sugli altri? Te ne parlo in questo episodio. Buon ascolto!
Nel 1992 uscì un libro che in trent’anni è arrivato a 11 milioni di copie vendute e si è guadagnato il titolo di New York Times Best Seller. A scriverlo fu Gary Chapman, autore, conferenziere e Counselor, specializzato in relazioni e si intitola “I cinque linguaggi dell’amore”. In questo libro, Chapman parla di cinque comportamenti fondamentali che ognuno dei due partner dovrebbe offrire per far funzionale al meglio il legame. Trattandosi di “linguaggi”, si evince che ognuno di noi, sul piano inconscio, ne promuove soprattutto uno e che non sempre è esattamente lo stesso che parla e che capisce il partner, quindi, in mancanza di un’apertura mentale e di una buona consapevolezza, può succedere, e spesso succede che, parlando linguaggi diversi, la coppia incontri delle difficoltà sul piano della comunicazione. In questo episodio vediamo brevemente questi 5 linguaggi, anche se ti consiglio di leggere il suo libro, e mi permetto di aggiungerne un sesto, tremendamente sottovalutato ma, a mio avviso, fondamentale per poter utilizzare e accogliere gli altri cinque. Buon ascolto!
In questo episodio vediamo insieme come capire se una persona è a suo agio oppure è a disagio mentre parla con noi, grazie alla lettura del suo linguaggio non verbale. Buon ascolto!
Sembra che stringersi la mano all'inizio di un incontro o in fase di presentazione abbia avuto origine nel medioevo, quando tra cavalieri era un modo per mostrare di aver la mano destra disarmata e quindi essere inoffensivi, ma sul piano emotivo il braccio teso di entrambi, durante la stretta di mano, permette di stabilire una ragionevole distanza che, soprattutto tra soggetti maschili, è molto importante rispettare, ma lo è anche tra un maschio e una femmina, se si sono appena conosciuti. In questo episodio vedremo insieme alcune sfumature sulla stretta di mano e sulle varie impressioni che ne possono nascere a seconda di come viene data. Buon ascolto!
In un mondo che corre velocissimo, dove veniamo spinti da mille sollecitazioni e da continui oggetti di desiderio, il mood del TUTTO E SUBITO sta ormai contaminando anche la sfera della seduzione, che è diventata a sua volta una cosa da raggiungere subito. La seduzione si è trasformata da un investimento di risorse, che un tempo richiedeva tempo e impegno ed era appannaggio soprattutto dei maschi, a una sorta di lotteria in cui, per arrivare alla conquista, anche le donne ormai tendono a puntare velocemente e su più ruote, per ampliare le possibilità. Questa dimensione, che vede, appunto, una messe continua di occasioni, spesso si insinua anche all’interno della coppia consolidata, e la porta, dopo i primi mesi in cui tutto è fluido e la passione faceva da collante, a ridurre l’impegno e a cedere al pensiero che, quando le cose non funzionano più come prima, si può sempre cambiare prodotto. Anche in questo caso l’arte della seduzione viene meno, quando invece dovrebbe essere mantenuta quotidianamente per nutrire la coppia. Ma cos’è la seduzione, e come si può risultare seduttivi oggi?
Gli esseri umani sono dotati di un complesso sistema di comunicazione che va ben oltre le parole, infatti, buona parte dei nostri atti comunicativi avvengono attraverso segnali non verbali, come la gestualità, le espressioni facciali, le posture e i toni di voce, e nel mio archivio trovi molti video, contrassegnati da un pallino verde accanto al titolo, che possono aiutarti a saperli cogliere su di te e sui tuoi interlocutori. Questi segnali, come sai se mi segui da un po’, sono spesso involontari e possono rivelare molto sul nostro stato emotivo, inclusi eventuali segnali di insicurezza. L'insicurezza è un sentimento molto diffuso, che può manifestarsi in diverse forme e situazioni, sia nella vita personale che professionale. Talvolta, può essere difficile riconoscerli in noi stessi o negli altri, ma imparare a farlo può aiutarci a comprendere meglio le dinamiche interpersonali e a migliorare le relazioni. In questa puntata, esploreremo i segnali non verbali di insicurezza più comuni, come riconoscerli e come gestirli. Pur avendo a disposizione solamente una decina di minuti, cercherò di fornirti una panoramica spero soddisfacente sui segnali non verbali di insicurezza e sul loro impatto sulla comunicazione e sul benessere personale.
Viviamo in un’epoca che Zygmunt Bauman ha definito sapientemente società liquida, fatta di amori liquidi portati avanti da persone che da un lato vogliono entrare in relazione, dall’altro vorrebbero rimanere libere di esplorare più di una relazione contemporaneamente. Oggi molti di noi, quando decidono di stare definitivamente con qualcuno, provano al contempo una sensazione di perdita, perché tale scelta impedisce di poter scegliere altro. Avviene qualcosa di simile quando acquistiamo un prodotto, magari dopo aver valutato per bene i pro e i contro della nostra scelta. In quel preciso momento, non solo stiamo scegliendo un prodotto, ma stiamo anche decidendo di non pensare più a tutta la seduzione che a loro volta esercitano su di noi gli altri prodotti simili. In questo ambiente, fortemente voluto, progettato e perpetuato dal capitalista, quando una coppia incontra le prime difficoltà, spesso accade che uno dei due partner voglia la cosiddetta “pausa di riflessione”. Buon ascolto.
Sembra che nella nostra società e in altre ancora di più, le persone di una certa età vedano molto strano l’essere single, con un particolare accanimento verso le donne. Fa pensare, ad esempio, che una femmina single venga tranquillamente etichettata con l’appellativo “zitella”, che ha un’accezione piuttosto negativa e suggerisce che nessuno la vuole, mentre un uomo che non sta con nessuno venga chiamato Don Giovanni o “scapolo”, aggettivo che deriva dall’espressione latina “ex-capulus”, ovvero “senza il cappio”. Che siano “vecchie zitelle” o “scapoli d’oro”, eccoli quindi i single dei nostri tempi a doversi destreggiare tra una messe di giudizi che li vedono fuori dai giochi tradizionalmente accettati da una cultura che si porta dietro dei retaggi ormai vecchi e petulanti. In questo episodio proviamo insieme a guardare questo fenomeno, ormai sempre più frequente, da altri punti di vista. Buon ascolto. _ Ho anche un canale YouTube
È normale e sano aspettarsi il meglio dal proprio partner, tuttavia, molte persone permangono nella triste dimensione di attendere che cambi certi atteggiamenti disturbanti e si ritrovano a vivere una relazione non appagante, o addirittura svilente. Purtroppo, una persona cambia solamente se è attratta da qualcosa, mentre è difficile che lo faccia se viene spinta al cambiamento da qualcuno. Vivere l’aspettativa che il partner migliori in qualche area della relazione, rimanendo in una posizione di accettazione nonostante il malessere che ci provoca, può avere sostanzialmente due dimensioni: una attiva e una passiva. La posizione attiva spinge chi aspetta a dimostrare apertamente il suo malessere nella relazione, a parlarne con il partner, spesso andando incontro a momenti di confronto accesso, oppure a promesse di cambiamento che poi non vengono mantenute. Alcune persone, invece, attuano una strategia passiva, ovvero non dicono nulla e si mettono semplicemente nel ruolo di spettatori, sperando che un giorno il partner capisca autonomamente che certe sfumature dei suoi comportamenti, o certe visioni che ha, non ci fanno stare bene. Oggi vediamo insieme, in maniera molto concisa, cosa comporta, spesso, vivere l'aspettativa che il partner cambi. Buon ascolto.
L’autostima è ormai diventata una sorta di prodotto da banco, acquistabile in pillole e banalizzato da una serie di para-guru che ne hanno fatto un business, dal momento che mai come nella nostra epoca questa dimensione si dimostra essenziale in ogni aspetto della vita. Chi è carente di autostima difficilmente può apprenderla con l’iscrizione a un corso intensivo, o camminando sui carboni ardenti, poiché l’autostima è un caleidoscopio di doti e ha varie sfumature che troppo spesso vengono svilite o addirittura confuse con l’orgoglio o con l’essere performanti. E partirei proprio da qui, ovvero dalla differenza sostanziale tra autostima e orgoglio. L’autostima riguarda la consapevolezza delle nostre capacità e del nostro valore e, quando ci troviamo di fronte a qualcosa che dobbiamo fare ci porta a pensare “sono in grado di farlo”. L’orgoglio, invece, considera ciò che è già stato già fatto e dice “sono stato in grado di farlo, ce l’ho fatta”. È una differenza che può sembrare di poco conto, ma questo approccio di pensiero è una delle basi più importanti dell’autostima: ci fa capire quanto l’orgoglio dipenda direttamente da una buona autostima, poiché se penso di non farcela, molto probabilmente non ce la farò e non avrò accesso al premio emotivo per il traguardo raggiunto e, quindi, non assaporerò l’orgoglio di avercela fatta. Ma l’autostima non si riduce a questo, è un insieme di varie e squisite qualità personali e ha molto a che vedere con il concetto di gestalt: l’insieme funziona meglio delle singole parti che lo compongono, come un piatto di lasagne appena sfornato è più appetitoso di quanto può esserlo un singolo ingrediente della ricetta. ____ Musica di sottofondo: Cold Funk - Funkorama di Kevin MacLeod è un brano concesso in uso tramite licenza Creative Commons Attribution 4.0. https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/ Fonte: http://incompetech.com/music/royalty-free/index.html?isrc=USUAN1100499 Artista: http://incompetech.com/
Purtroppo, la società occidentale tende a classificare l’introversione come un tratto caratteriale invalidante e lo stesso accade con altre sfumature di personalità, che spesso sono strettamente imparentate con l’introversione e parlo di timidezza, serietà e sensibilità. Ma è vero che un introverso è una persona di serie B? Sembra proprio di no e tra un attimo vediamo insieme i punti salienti che, grazie alla ricerca di Susan Cain, rimettono gli introversi in una luce positiva.
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