E’ quello che può accadere dopo le sentenze della giustizia amministrativa. La Giunta è corsa ai ripari indicendo una gara che avrebbe dovuto fare 12 anni fa. Ma i ricorsi fioccano ancora, tutti ricorrono contro tutti, tutti chiedono i danni, si chiede la nomina di un commissario. Cosa succede se i Podini vincono la gara? E se non la vincono? Per ascoltare altri podcast visitare: https://www.salto.bz/it/podcasts
Così, sia i giudici del Tar, sia quelli del Consiglio di Stato, definiscono non solo la scelta della location del centro commerciale, ma l’intero processo amministrativo e le decisioni prese all’interno di esso. Le sentenze sul Twenty sono un durissimo atto di accusa contro Provincia e Comune. I due enti vengono letteralmente demoliti per mancanza di trasparenza, arbitrarietà e pressapochismo. E il potere politico intanto ha nominato giudice del Tar il dirigente provinciale che ha seguito per l’avvocatura la causa Twenty. Per ascoltare altri podcast visitare: https://www.salto.bz/it/podcasts
Ovvero sia: come poche righe inserite furtivamente in commissione da Helmut Tauber e approvate in aula a mezzanotte poco prima del Natale 2021 diventano il contrafforte normativo finito di costruire all’ultimo secondo prima del crollo dell’edificio. Un’azione di semi-spionaggio amministrativo della quale nessuno vuole prendersi il merito nonostante abbia salvato 500 posti di lavoro. Forse è perché contestualmente si sono senza motivo ridotte anche le sanzioni per i privati e di conseguenza le entrate per i Comuni? Voci: Andy Odierno, Peter Faistnauer e Riccardo Dello Sbarba. Per ascoltare altri podcast visitare: https://www.salto.bz/it/podcasts
Ecco come, ignorando una sentenza del Tar che invalidava le prime licenze commerciali per il Twenty, si è arrivati a procedere su due binari paralleli, facendo in modo che il secondo potesse condurre a realizzare il centro commerciale dove l’amministrazione pubblica aveva deciso di farlo, in violazione di norme e principi di vario tipo. Per ascoltare altri podcast visitare qui: https://www.salto.bz/it/podcasts
Il 6 ottobre 2022 il Consiglio di Stato ha dichiarato illegittimo l’ampliamento del centro commerciale Twenty. Qualcuno ha finto sorpresa ma il Twenty può fortunatamente restare aperto (e le 500 persone che vi lavorano all’interno possono tirare un sospiro di sollievo) unicamente grazie ad un cambiamento di legge apportato alle 3 di notte nella finanziaria 2022 senza che quasi nessuno sapesse cosa stava votando. Ora la Giunta Kompatscher è, però, costretta a bandire la gara che avrebbe dovuto bandire 12 anni fa la Giunta Durnwalder e si aprono, comunque, mille incognite rispetto ai diversi possibili scenari. Leggendo le carte e le dichiarazioni dell’epoca si scopre che questo grave pasticcio amministrativo altro che non è che l’emblema del modo di intendere l’esercizio del potere di Luis Durnwalder. Dagli atti risulta chiaro che la decisione di fare in via Galilei il centro commerciale fu presa prima di iniziare il procedimento amministrativo. Per ottenere il risultato finale si sono piegate tutte le regole che era necessario piegare sperando forse nella clemenza del Tar. Ma il tribunale amministrativo in due occasioni (la prima completamente dimenticata) è stato molto duro e ha censurato pesantemente il mancato svolgimento della gara. Nel podcast ripercorreremo l’intera vicenda, dalle prime incaute dichiarazioni pubbliche di Durnwalder, al primo pronunciamento dei giudici fino all’ultima sentenza. Ma nel podcast si cerca di spiegare come funzionava il sistema Suedtirol fino al 2013, la divisione del potere fra Durnwalder e la famiglia Ebner, e come sono cambiate nel tempo le alleanze con i Podini e il costruttore Tosolini. Si vedrà anche che esiste pure un legame con la vicenda SAD-Freunde im Edelweiss. Partendo dalle incaute dichiarazioni di Durnwalder e Widmann nell’estate 2010 che prefiguravano già il centro commerciale al Twenty, si arriva alla decisione di non fare una gara e al primo pronunciamento del TAR dimenticato da tutti nel quale si scopre che la targa con il numero civico 20 fu fatta spostare di notte da un edificio a fianco per poter svolgere il commercio al dettaglio. Il Comune, pur avendo avuto ragione dai giudici, abbandonò la causa perché nel frattempo aveva dato la nuova licenza.