Modem

<p>Modem, appuntamento quotidiano (dal lunedì al venerdì) in onda dal 2000, dedicato ai principali temi d’attualità, che vengono analizzati, approfonditi e contestualizzati principalmente attraverso l’apporto ed il confronto di ospiti in diretta.</p><p>Le notizie scorrono veloci, si sviluppano e si perdono, sono abbondanti. Modem, ogni mattina, sceglie e propone un tema di sicuro interesse. Lo racconta con uno stile diverso da quello dell'attualità. Cerca e trova interlocutori di qualità per spiegare e dibattere ciò che è successo e ciò che potrebbe succedere. È la trasmissione che dice i "perché" e aiuta a decodificare gli eventi destinata a tutti gli interessati ad andare oltre la notizia del giorno e che desiderano approfondire in maniera immediata il tema prescelto tramite dibattiti e interviste in diretta, reportage, collegamenti, approfondimenti, schede interne.</p><p>Modem offre regolarmente anche delle rubriche.</p><ul><li><p><b>Modem Evento</b>: una serata-dibattito e di incontro con il pubblico.</p></li><li><p><b>Modem Giovani</b>: su argomenti che riguardano direttamente il mondo giovanile con tra gli ospiti anche i ragazzi.</p></li><li><p><b>Modem Incontro</b>: non un dibattito, ma un'intervista con un solo ospite.</p></li></ul><p>Una puntata al giorno, alle 08.30, per 5 giorni la settimana, da settembre a metà giugno.</p>

Quel 39% che pesa sulla Svizzera

Da inizio agosto il tema svizzero che tiene banco è quello dei dazi imposti da Washington. Dazi che per il nostro paese sono fra i più alti fra quelli annunciati dal presidente Donald Trump. Anche se le conseguenze dei dazi non dovrebbero far deragliare l’economia elvetica, per alcuni settori e regioni sarà un duro colpo. Dopo la visita della scorsa settimana a Washington del consigliere federale Guy Parmelin, titolare del dipartimento dell’economia, resta la speranza di riuscire a limitare i danni entro ottobre con nuove concessioni, ma resta anche l’incertezza.Se da sinistra si chiede un avvicinamento all’Europa, a destra si dà la priorità ai negoziati del Consiglio federale per arrivare ad un accordo con Washington. A modem ne discutono:·        Paolo Pamini, consigliere nazionale UDC·        Fabio Regazzi, consigliere agli stati del Centro·        Intervista registrata con Cédric Wermuth, copresidente del PS svizzero

09-11
30:45

Israele: attacco su Doha

Un attacco aereo israeliano contro un gruppo di alti dirigenti di Hamas, avvenuto in un Paese del Golfo, il Qatar. Israele si muove dunque lontano dai suoi confini nazionali, a 1800 chilometri di distanza, lo fa con i suoi caccia da combattimento, per colpire e indebolire i vertici di Hamas, l’organizzazione responsabile degli attacchi del 7 ottobre e contro cui l’esercito israeliano combatte a Gaza. Uno scenario di guerra mai visto prima, che coinvolge la piccola monarchia del Golfo, un Paese che in questi anni si è ritagliato il ruolo di mediatore, pur ospitando da tempo la dirigenza politica di Hamas.  Israele colpisce dunque dentro i confini nazionali di uno Stato arabo che dal 7 ottobre in poi si è impegnato per creare le condizioni di un cessate-il fuoco a Gaza.  Un emirato che ha anche strette relazioni con gli Stati Uniti, Stati Uniti che a loro volta sono i principali alleati di Israele. L’attacco di ieri è stato condannato da più parti, a cominciare dalle Nazioni Unite, che denunciano la grave violazione del diritto internazionale da parte di Israele. Cosa vuol dire tutto questo per il conflitto israelo-palestinese e più in generale per tutto il Medioriente? Si apre ora una nuova dimensione, un nuovo scenario, per Israele e per l’intera regione? Ne parliamo con tre ospitiNaima Chicherio, giornalista RSI, più volte inviata in MediorienteFrancesca Caferri, giornalista de La Repubblica, esperta di Paesi del GolfoDaniel Bettini, capo redattore esteri del quotidiano israeliano Yediot Aharonot

09-10
31:03

Governo renversé

Aveva chiesto la fiducia sulla sua politica generale, convocando una seduta straordinaria del parlamento, in vista di una legge di bilancio “lacrime e sangue”, così è stata definita, da 44 miliardi di euro tra tagli alla spesa pubblica e aumento delle tasse.Lo ha fatto sapendo che avrebbe rischiato grosso – lo ha detto anche lui – per salvare e ricostruire la FranciaMa al primo ministro francese François Bayrou l’azzardo, così come d’altronde previsto già nei giorni precedenti, non è riuscito. Anzi, ieri si è assistito ad una vera e propria sfiducia da parte del parlamento, che lo ha duramente criticato (avete sentito alcune voci nella copertina)In meno di due anni questo è il quarto Governo in Francia che cadeIl contesto: un debito pubblico fuori controllo e una crisi politica senza sbocco, e quindi impossibilitata a trovare soluzioni.Cosa succede ora? C’è chi come la leader del Rassemblement national, Marine Le Pen, chiede elezioni anticipate, chi come la sinistra radicale diFrance Insoumise, vuole anche la testa del presidente Emmanuel Macron, chi come i socialisti, vuole guidare il nuovo Governo…In attesa di capire le mosse proprio del capo dell’Eliseo, che ha annunciato l’intenzione di nominare a breve un nuovo primo ministro, discutiamo di quanto accaduto a Parigi con due ospitiYVES MENY politologo e autore, tra gli altri, di due volumi: « Le vie della democrazia » e «Sulla legittimità »ANNALISA CAPPELLINI, giornalista, nostra collaboratrice da Parigi

09-09
30:26

Casse malati: un problema, diverse proposte

Un problema, tante possibili soluzioni. La cassa malati, o meglio come pagare i premi della cassa malati, rappresenta secondo diverse inchieste la prima preoccupazione per le famiglie ticinesi. Premi che ogni settembre aumentano, sono raddoppiati negli ultimi vent’anni, con una vera esplosione nell’ultimo triennio. E con ogni probabilità lo faranno anche quest’anno. La politica quindi si interroga e prova ad arginare questi aumenti. Ora, nello specifico, ci sono due proposte concrete sul tavolo e su cui il popolo dovrà esprimersi il prossimo 28 settembre. Oggi discutiamo di una delle due, quella targata Partito Socialista e che chiede che il premio della cassa malati non superi il 10% del reddito disponibile di un’economia domestica.   Ospiti in studio Danilo Forini, granconsigliere PS, favorevole Alessandra Gianella, granconsigliera PLR, contrariaundefined

09-08
31:03

Terremoto in Afghanistan

Continua a salire il bilancio delle vittime del devastante terremoto che ha colpito domenica sera l’est dell’Afghanistan. Secondo l’ultimo aggiornamento diffuso giovedì dal governo talebano, sono almeno 2’205 i morti accertati e 3’640 i feriti. Ma il numero delle vittime potrebbe essere ben più alto, considerato che non sono ancora state raggiunte tutte le zone colpite e tenuto conto delle difficoltà nel raccogliere dati precisi in un territorio segnato da instabilità politica e infrastrutture fragili. Partiamo da qui, dal terremoto di qualche giorno fa, per tornare a parlare di Afghanistan, Paese che sparisce regolarmente dai radar dell’attenzione mediatica e che tra qualche giorno sarà di nuovo “dimenticato”. Sono quattro anni che Kabul è tornata in mano ai Talebani e la situazione della popolazione – il 70 per cento vive al di sotto della soglia di povertà – non fa che peggiorare. Vedremo allora cos’è cambiato in questi 4 anni e cosa ci si può aspettare per il futuro. Lo facciamo con:Claudio Miglietta - Capomissione MSF AfghanistanRiccardo Redaelli - professore ordinario di ‘Storia e istituzioni dell’Asia’ all’Università Cattolica del S. Cuore di Milano, e docente di ‘Geopolitica’ e di ‘Post Confict e gestione delle emergenze’.Giuliano Battiston - giornalista e ricercatore che da anni si occupa di Afghanistan

09-05
30:03

Nuovo ordine mondiale

In questi giorni la Cina ha accolto decine di capi di stato e di governo, prima per il vertice dell’Organizzazione di cooperazione di Shanghai (SCO) poi per la grande parata militare in occasione dell’ottantesimo anniversario della vittoria cinese sul Giappone e la fine della Seconda guerra mondiale in Asia. Eventi che hanno permesso a Pechino di mettersi al centro della politica globale riunendo vari paesi in conflitto con quelli Occidentali. Fra loro autocrazie, come la Russia, interessate a cambiare gli equilibri globali attraverso nuove organizzazioni internazionali o la riforma di quelle esistenti. Una tendenza che si è rafforzata dopo l’invasione russa dell’Ucraina e con il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. Trump che con le sue politiche commerciali ha scontentato alleati e antagonisti spingendo paesi come l’India a riavvicinarsi alla Cina. Raffaella Baritono, Professoressa ordinaria di Storia e politica degli Stati Uniti all’Università di Bologna  Lorenzo Lamperti, collaboratore RSI dall’Asia Orientale Ulrich Schmid, Professore di studi Sull’Europa Orientale all’Università di San Gallo

09-04
31:24

Valore locativo, sì o no?

Servirà la doppia maggioranza di Popolo e Cantoni per decidere se mantenere o meno questo reddito (fittizio) che fa aumentare l’imposizione fiscale dei proprietari di case. Per i favorevoli alla sua abolizione si tratta di una misura fiscale ingiusta, vecchia di quasi 100 anni, che penalizza chi, con i propri risparmi, è riuscito a comprarsi una casa. Chi si oppone, difende il sistema come lo conosciamo oggi, costruito per garantire una parità di trattamento tra inquilini (che non possono dedurre il loro affitto dalle imposte) e proprietari che sì, pagano il valore locativo, ma possono, ad esempio, dedurre gli interessi ipotecari e le spese per i lavori di ristrutturazioneSullo sfondo, le incognite sul peso che questa riforma potrebbe avere sulle casse della confederazione. Per evitare perdite fiscali troppo importanti (la stima è di quasi 2 miliardi), il parlamento ha deciso di dare la possibilità ai Cantoni d’introdurre un’imposta sulle residenze secondarie. Per i favorevoli, un buon compromesso, per i contrari, un paracadute bucato, difficile da introdurre e che in ogni caso non compenserà le perdite per la collettività Ne dibattono Per il Sì, Paolo Pamini, Consigliere nazionale UDCPer il NO, Greta Gysin, Consigliera nazionale dei Verdiundefined

09-03
30:56

Il futuro dei treni merci

Discuteremo della decisione di FFS Cargo di ripensare il trasporto delle merci su rotaia in Svizzera, FFS Cargo che abbandonerà diversi terminal del traffico combinato (due in Ticino) e sopprimerà entro fine anno 65 posti di lavoro (40 in Ticino). L’annuncio, della scorsa primavera, aveva provocato l’indignazione di sindacati e di Pro Alps (l’ex Iniziativa delle Alpi) che si sono fatti nuovamente sentire lo scorso venerdì con una manifestazione di protesta indetta a Mendrisio. Nel frattempo, FFS Cargo ha precisato le sue intenzioni: ha garantito che i 40 posti soppressi in Ticino non si tradurranno in licenziamenti e che almeno uno dei due terminal che si intendeva abbandonare (quello di Cadenazzo) resterà in funzione, ma sarà gestito dalla Posta. Resta però una perdita annuale di 80 milioni di franchi che FFS Cargo deve in qualche modo affrontare e resta la domanda: quale futuro immaginare per un trasferimento delle merci dalla strada alla rotaia che la popolazione elvetica continua a chiedere, che FFS Cargo giudica in seria difficoltà (almeno per quanto concerne il traffico interno nazionale) e di cui Pro Alps e sindacati ci dicono che lo si sta in qualche modo smantellando? Ne discutiamo con: Roberta Cattaneo, direttrice regionale FFS Regione SudThomas Giedemann, segretario sindacale SEVNara Valsangiacomo, presidente Pro Alps e gran consigliera in Ticino per i VerdiBruno Storni, consigliere nazionale PS, membro della commissione dei trasporti del Consiglio nazionale

09-02
31:00

Non chiamatela “bigiata”

Dopo diversi altri cantoni svizzeri, anche il Ticino riapre le sue scuole. Un ritorno tra i banchi su cui pesa un fenomeno che sta sempre più prendendo piede, quello dell’assenteismo scolastico. Allieve e allievi che per vari motivi non riescono più a recarsi a scuola per un periodo prolungato. Un tema che ha spinto “Lehrer Schweiz”, l‘associazione mantello degli insegnanti della Svizzera tedesca, a lanciare un allarme, all’inizio del mese di agosto: occorrono misure coordinate per aiutare questi ragazzi a tornare a scuola. In Ticino il Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport ha condotto un monitoraggio su oltre 80mila allievi, ed è giunto alla conclusione che negli anni successivi alla pandemia c’è stato un incremento di queste assenze, nel corso del 2024 è stata raggiunta e superata la soglia del 5%. Un dato che preoccupa i responsabili della scuola ticinese e di cui discuteremo con:·        Tiziana Zaninelli, responsabile dell’insegnamento nelle scuole medie in Ticino·        Ilario Lodi, direttore di Pro Juventute nella Svizzera italiana·        Ilan Gheiler, responsabile terapeutico presso la Comunità Arco di Riva San Vitale

09-01
30:20

Arrocchino, scontro in aula

Il dibattito in Gran Consiglio, in trasferta al Palacongressi di Lugano, sulla questione del cosiddetto “arrocco” all’interno del Consiglio di Stato si è trasformato in un duro faccia a faccia tra Parlamento e Governo. Una discussione voluta per capire le ragioni di questo cambio di marcia, che riguarda i due “ministri” leghisti, Norman Gobbi e Claudio Zali, (quest’ultimo ha disertato la riunione), e tre ambiti dell’amministrazione cantonale: Giustizia, Polizia e Divisione delle costruzioni. Un confronto che è sembrato un dialogo tra sordi: per il governo l’arrocco nella sua versione light ha un senso, in particolare per quanto riguarda le riforme di cui da troppo tempo necessita la magistratura ticinese e affidate ora a Zali. Per il Parlamento, Lega esclusa, si tratta invece di una mossa mal comunicata e inefficace per l’azione dello Stato, una scelta legata solo a motivi partitici della stessa Lega, alla ricerca di nuovi slanci in vista della prossima sfida elettorale dell’aprile 2027.Una crisi istituzionale di cui discuteremo con:- Alessandro Speziali, presidente del PLR- Maurizio Agustoni, capo-gruppo del Centro- Ivo Durisch, capo-gruppo del PS- Alessandro Mazzoleni, deputato della Lega dei Ticinesi- Matteo Pronzini, deputato dell’MpS- Tuto Rossi, deputato UDC

08-26
50:13

Usa, Iran, Israele e il “martello di mezzanotte”

Non due settimane ma due giorni, Donald Trump ha giocato d’anticipo e ha inviato i suoi bombardieri a lanciare una pioggia di bombe “anti-bunker” su tre basi del programma nucleare iraniano. Un’operazione militare che lo stesso Trump ha definito “magnifica” e che è stata applaudita da diverse cancellerie occidentali ma soprattutto dal premier israeliano Benjamin Netanyahu, che da giorni premeva per poter ottenere l’appoggio statunitense. Un attacco che cambia le carte in tavola, dal punto di vista militare ma anche da quello geo-politico, sia a livello regionale che internazionale. Di questa nuova configurazione, che chiama in causa anche Russia e Cina, gli alleati storici dell’Iran, parleremo con:·      Duccio Basosi, docente di storia delle relazioni internazionali all’università Ca’ Foscari di Venezia·      Alessandro Colombo, docente di relazioni internazionale, Università statale di Milano ·      Farian Sabahi, docente di storia all’università dell’Insubria·      Rossella Tercatin, giornalista del “Times of Israel” a Gerusalemme·      Rosalba Castelletti, inviata di Repubblica a Mosca·      Guido Santevecchi, giornalista del Corriera della Sera e per anni corrispondente a Pechino

06-23
52:27

Le nuove generazioni al lavoro

Lavorare e nel contempo andare a scuola. È la formula duale su cui si basa l’apprendistato in Svizzera. Un doppio impegno per i ragazzi che dalla scuola dell’obbligo a tempo pieno vengono catapultati nel mondo adulto. Ma quanto è difficile a 15 anni scegliere il mestiere per la vita? Il mercato del lavoro riesce a realizzare le aspirazioni professionali dei giovani? E scuola e datori di lavoro comunicano per venire incontro alle reciproche esigenze? Quello del lavoro è un mondo in continua evoluzione, che sperimenta anche nuovi modelli per meglio conciliare vita lavorativa e aspirazioni private, pensiamo solo alla settimana lavorativa di 4 giorni, per fare un esempio, o all’aumentata richiesta di tempi parziali, che interessa particolarmente le nuove generazioni.Proprio con alcuni esponenti di queste nuove generazioni, ovvero la 2D della scuola Professionale Artigianale Industriale SPAI di Mendrisio, discutiamo delle aspirazioni, dei dubbi, degli ostacoli cui sono confrontati i giovani che entrano nel mondo del lavoro. Insieme alla classe di apprendisti installatori elettricisti tre ospiti:Andrea Gehri - presidente della Camera di commercio del Canton Ticino (Ccia-TI) e imprenditoreSiegfried Alberton - responsabile regionale della formazione continua alla Scuola universitaria federale per la formazione Professionale SUFFPIsmael Camozzi - coordinatore del Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti SISA

06-20
54:28

Vacanze affollate

Domenica scorsa a Barcellona i residenti che hanno protestato con pistole ad acqua contro il sovraffollamento turistico non erano in molti: circa 600. Ma il malcontento per un turismo considerato esageratamente invadente nella capitale catalana e in altre città spagnole ed europee dura da tempo. E si riproporrà certamente in futuro. Il fenomeno ha un nome: “overtourism”, sembra essersi accentuato dopo la pandemia e pone il problema della sostenibilità di un’economia che un numero crescente di residenti percepisce oramai più come un danno che come una risorsa. Perché? Cosa non funziona nel turismo di oggi? Come migliorare la convivenza tra industria turistica e popolazione locale nelle località più gettonate?Ne discutiamo con: Mariangela Paone, giornalista, Madrid Claudio Visentin, docente di storia culturale del turismo all’Università della Svizzera italiana Angelo Trotta, direttore Ticino turismo Alessandro Rapinese, sindaco di Como

06-19
32:27

Cantoni interi e Cantoni a metà

Con la Costituzione federale dal 2000 i semicantoni non esistono più: i due Appenzello, Obwaldo, Nidwaldo e i due Basilea son stati promossi al rango di Cantoni. Una promozione solo formale che non ha modificato il fatto che questi Cantoni hanno un solo rappresentante al Consiglio degli Stati e quando in votazione popolare si calcola la maggioranza dei Cantoni il loro voto vale la metà.I tentativi di cambiare le cose vengono regolarmente respinti, così come altre modifiche tese a differenziare il peso dei Cantoni, l’inclusione delle grandi città nel Consiglio degli Stati o la modifica della suddivisione fra Cantoni o ancora l’aumento del numero dei Consiglieri Federali.Tutti segnali che il federalismo elvetico non riesce a rinnovarsi, o più semplicemente queste modifiche non sono necessarie?A Modem ne discutono:·      Mauro Poggia, Consigliere agli Stati ginevrino per il MCG, parte del gruppo UDC·      Bruno Storni, Consigliere Nazionale ticinese per il PS·      Sacha Zala, storico e direttore del centro di ricerca Documenti diplomatici svizzeri·      Inoltre, un’intervista registrata con Eva Herzog, Consigliera agli Stati di Basilea Città per il PS

06-18
29:25

Di contratti collettivi e salari minimi

Nel mondo del lavoro svizzero, che cosa deve contare di più: un contratto collettivo (CCL) a livello nazionale con i suoi vincoli anche salariali oppure gli stipendi minimi votati dal popolo a livello cantonale?In discussione a Berna torna la proposta del consigliere agli Stati obwaldese Erich Ettlin del Centro: secondo lui i CCL nazionali devono prevalere in ogni caso, anche quando prevedono stipendi inferiori ai salari minimi in vigore in un determinato cantone.In gioco c’è il rispetto della volontà popolare ma anche la salvaguardia del partenariato sociale, con le sue spesso dure trattative che coinvolgono padronato e rappresentanti dei lavoratori. Materia per un faccia a faccia tra i nostri due ospiti, consiglieri nazionali ticinesi:·      GRETA GYSIN – I Verdi e presidente del sindacato Transfair·      ALEX FARINELLI – PLR e vicedirettore della Società svizzera impresari costruttori, sezione Ticino

06-17
29:32

Netanyahu l’intramontabile

Tra alti e bassi, tensioni interne e guerre lungo i confini del suo Paese, Benjamin Netanyahu è alla guida del governo israeliano da quasi un trentennio. Un potere sempre più ampio che sul fronte interno gli ha permesso finora anche di respingere i tentativi della giustizia di porre fine alla carriera politica. Sul fronte miliare, la guerra contro l’Iran è solo l’ultima di una serie di altre operazioni che hanno permesso ad Israele di indebolire i suoi nemici più immediati, a partire dal 7 ottobre del 2023.Prima Hamas, poi Hezbollah, poi il regime di Assad in Siria, tutti collegati e sostenuti dal regime teocratico di Teheran, hanno subito gravi perdite militari ad opera dell’esercito israeliano. Fronti aperti contro i quali il premier israeliano si muove con un potere che sembra illimitato. Nessun Paese al mondo è al momento In grado di limitare il margine d’azione di Netanyahu. Neppure gli Stati Uniti di Trump, che almeno a parole miravano a raggiungere con Teheran un accordo sul programma nucleare iraniano e che ora continuano a rifornire l’esercito di Tel Aviv. Da dove deriva questo grande potere di Netanyahu? Cosa gli permette di muoversi indisturbato, calpestando anche il diritto internazionale? E quali gli equilibri interni e regionali che il conflitto con l’Iran rischia ora di sconvolgere? Argomenti e interrogativi che affronteremo con: Francesca Caferri, analista e specialista dei Paesi del GolfoLorenzo Trombetta, giornalista e collaboratore RSI sul MediorienteNicola Pedde, direttore dell’Institute for Global Studies di Roma

06-16
31:49

13esima AVS, c’è da far di conto

13esima mensilità AVS: l’ha voluta il popolo nel marzo 2024, sarà versata ogni mese di dicembre a partire dal 2026, ma come finanziarla? Ieri il Consiglio degli Stati ha deciso che gli oltre 4 miliardi di franchi necessari saranno raccolti sia aumentando l’IVA che aumentando i contributi salariali, anche se in misura minima. La soluzione si distanzia da quella suggerita dal Consiglio federale e renderebbe meno urgente la prossima grande riforma del primo pilastro, ma non piace alla destra che cercherà di ribaltarla alla Camera del popolo. Il dibattito sul finanziamento della tanto discussa 13esima AVS e, più in generale, sulle prospettive finanziarie dell’Assicurazione vecchiaia e superstiti è rilanciato. Ne discutiamo con: Anna Giacometti, consigliera nazionale PLR Giorgio Fonio, consigliere nazionale CentroInterviste registrate a: Vania Alleva, presidente sindacato UniaGian Luca Lardi, vicepresidente Unione svizzera degli imprenditori

06-13
30:25

Cassis: chiarimenti cercansi

La settimana politica svizzera è iniziata con un comunicato stampa a sorpresa. Martedì il dipartimento federale degli affari esteri ha fatto sapere che il suo responsabile, Ignazio Cassis, stava per partire alla volta di Israele e dei Territori palestinesi occupati, per una visita ufficiale. Una viaggio a quanto pare previsto da tempo, ma annunciato all’ultimo momento, proprio poco prima della partenza del capo della nostra diplomazia. Nel giro di 24 ore, il viaggio si è concluso oggi nel pomeriggio, Cassis ha incontrato i ministri degli affari esteri di Israele e dell’Autorità palestinese per discutere della guerra e della crisi umanitaria a Gaza ma anche, più in generale, delle tante tensioni che attraversano l’intero Medioriente. Un viaggio che avviene in un momento in cui, sul fronte politico interno, il Consigliere federale ticinese deve far fronte a una raffica di critiche per la sua posizione sulla guerra a Gaza, considerata da più parti troppo debole nella condanna a Israele e in difesa del diritto umanitario internazionale. Per calmare queste tensioni, a poco sembrano servire le prese di posizione del governo, che, ad esempio lo scorso 28 maggio, è tornato a chiedere l’”accesso umanitario illimitato e un’immediata fine delle ostilità”. La Svizzera e la guerra a Gaza, tanti interrogativi e parecchie critiche, che ruotano anche attorno al concetto di neutralità e che affronteremo con:Simone Gianini, consigliere nazionale PLR/TICarlo Sommaruga, consigliere agli Stati PS/GE

06-12
33:11

Blatten, quali aiuti dopo una catastrofe?

È lunga 2 chilometri, larga 400 metri, profonda 200: sono le dimensioni della colata di pietre, fango e ghiaccio che ha travolto lo scorso 28 maggio il comune di Blatten in Vallese. Le ha ricordate il consigliere federale Albert Rösti durante la sessione straordinaria del Consiglio degli Stati convocata martedì per esaminare la richiesta di un aiuto federale d’urgenza di 5 milioni di franchi da destinare agli abitanti della località nella Lötschental. La richiesta è stata approvata (giovedì sarà sottoposta al Consiglio nazionale), ma alcuni senatori vorrebbero ora che si facesse di più: che si creasse una base legale a livello federale con cui affrontare non solo l’evento di Blatten, ma anche le future catastrofi naturali che il cambiamento climatico sembra annunciare. Sul tavolo c’è pure la proposta Regazzi di istituire in fondo speciale per le catastrofi naturali simile ai fondi che già ci sono per finanziare la rete stradale e quella ferroviaria. Ne discuteremo da Berna con: Fabio Regazzi, consigliere agli Stati Il Centro, Ticino Bruno Storni, consigliere nazionale PS, TicinoE con un’intervista registrata a Michael Graber, consigliere nazionale Udc, Vallese

06-11
29:37

Estate calcistica al femminile

Manca meno di un mese al più grande evento di sport femminile mai organizzato in Svizzera. Oltre mezzo milione di biglietti venduti, 190 paesi si sono assicurati i diritti per trasmettere le 31 partite in diretta per – si stima – mezzo miliardo di telespettatori.  Stiamo parlando di Womens Euro – gli europei femminili di calcio, evento faro dell’estate agonistica 2025. Eppure ancora oggi ci chiediamo... ma ce ne siamo davvero accorti? Quanto è grande l’entusiasmo in Svizzera per questo evento? Quanto ancora lo sport femminile deve remare per competere davvero con la passione e l’entusiasmo che circondano gli eventi maschili? Stiamo giocando ad armi pari? Ne parliamo a Modem con Serena Bergomi, giornalista sportiva RSIMarialaura Scatena, giornalista sportiva, esperta di questioni di genere nello sportTamara Crivelli, responsabile del programma Ticino Legacy, promozione del calcio femminileMaggiori informazioni sul Girls Summer Camp organizzato dalla Federazione ticinese di calcio al sito https://ftc.football.ch/federazione-ticinese-di-calcio.aspx

06-10
30:55

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