Personaggi di Roma

Quali sono i luoghi che rappresentano i più famosi personaggi di Roma? Dove sono cresciuti e quali sono le loro storie? Loquis presenta Personaggi di Roma, un viaggio tra i volti noti della capitale. Loquis dà voce ai luoghi più amati in Italia e nel mondo. - Scarica l'app Loquis per iOS e Android.

Rino e le coincidenze del 60 notturno

Era arrivato a Montesacro da bambino, nel 1967. Qualche anno dopo si trasferì in via Nomentana Nuova, in un palazzone alto e austero con vista sull’Aniene. All’epoca il quartiere era abitato soprattutto da militari e impiegati delle ambasciate. Il giovane Rino Gaetano, non ancora celebre cantante, era un gran frequentatore del bar del Barone e di autobus – come il 60 notturno, tanto da citarli spesso nei suoi testi. Dal 2011 una targa accanto al civico 53 dove visse lo ricorda concisamente: “Grande autore e interprete della canzone italiana”. Di fronte al portone c’è ancora l’edicolante a cui Rino affidava le chiavi della macchina, tornato a casa. “Rientrava spesso alle cinque del mattino quando io aprivo: mi lasciava le chiavi e gli sistemavo l’auto”. Ma il 2 giugno 1981, una di quelle notti passate con gli amici, stava rientrando a casa quando imboccò la tanto cara Nomentana, all’altezza di via Carlo Fea. La macchina sbandò sulla corsia opposta e venne travolta da un camion. In quella tragica notte, ben 5 ospedali lo rifiutarono per mancanza di posti, proprio come aveva scritto lui, nella Ballata di Renzo, quando aveva immaginato un ragazzo investito e successivamente morto per mancanza di posti letto. Da qualche anno, proprio il 2 giugno, lì tra i suoi portici di piazza Sempione una festa del quartiere in suo onore lo ricorda celebrandolo.

02-06
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Una star muta al Grand Hotel

Risiedeva spesso al Grand Hotel, Francesca Bertini, pseudonimo di Elena Seracini Vitiello, attrice diventata famosa ai tempi del cinema muto, inizio del '900. Figlia adottiva del trovarobe napoletano Arturo Vitiello e dell'attrice di prosa fiorentina Adelaide Frataglioni , trascorse l'infanzia a Napoli. Iniziò giovanissima a calcare il palcoscenico interpretando commedie napoletane, e successivamente comparve in un gran numero di film muti recitando parti secondarie. La giovane aveva una sgradevole voce gutturale, ma la sua decisione d'arrivare, unita all'insofferenza per la vita grama da commediante, le diede il coraggio di fare il salto nella capitale. In soli due anni Francesca Bertini raggiunse la notorietà. Il successo più eclatante arrivò nel 1915 con il ruolo della napoletanissima Assunta Spina. La sua notevole bellezza e la capacità di imporre la propria presenza in scena, soprattutto in parti tragiche, fecero di lei il primo esempio di diva cinematografica. Un giorno, durante questo periodo, vide in un teatro di posa della Caesar i nuovi metodi di lavorazione venuti da Torino. Decise di essere diretta da un regista torinese per il suo nuovo film. La Bertini era ancora all'apice del successo quando l'americana Fox avanzò un'allettante offerta (un contratto di un milione di dollari dell'epoca) per recitare in alcuni film, ma la diva rifiutò: aveva appena conosciuto il banchiere svizzero Alfred Cartier che da lì a poco sarebbe diventato suo marito.

07-27
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Prospero Farinacci

È sepolto in questa chiesa di San Silvestro al Quirinale. Giurista della fine del 1500, prese parte come accusa a numerosi processi importanti, nel 1599 assunse la difesa di Beatrice Cenci, accusata con i fratelli dell'omicidio del padre. La fama duratura di questo caso fece sì che anche secoli dopo l'evento il suo nome comparisse nei numerosi manoscritti dedicati al "Caso Cenci" o nei molti romanzi ottocenteschi ad esso dedicati. Nel 1595 iniziarono a circolare voci sulla sua omosessualità, finché venne inquisito per sodomìa (all'epoca un reato capitale) su Berardino Rocchi, un giovane servitore del cardinale Marco Sittico Altemps. Farinacci riuscì ad evitare la condanna solo perché papa Clemente Ottavo decise di concedergli la grazia. Fu in questa occasione che, giocando sul suo cognome, il Papa pronunciò su di lui il giudizio, divenuto poi celebre: "La farina è buona, è il sacco che è cattivo".

07-26
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Il primo asilo Montessori

È qui in Via dei Marsi che per un progetto di un Ingegnere progressista, tale Talamo, direttore dell'Istituto Romano dei Beni Stabili, Maria Montessori viene chiamata a realizzare il primo laboratorio educativo di giustizia sociale, per dare anche a mamme non abbienti, la possibilità di dare un'educazione ai propri figli. Maria Montessori è stata un'educatrice, pedagogista, filosofa, medico, neuropsichiatra infantile e scienziata italiana, internazionalmente nota per il metodo educativo che prende il suo nome, adottato in migliaia di scuole materne, primarie, secondarie e superiori in tutto il mondo; fu tra le prime donne a laurearsi in medicina in Italia. Nata a Chiaravalle da famiglia borghese, arriva a Roma all'età di 5 anni.

07-25
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Madama Lugrezzia

Madama Lucrezia (in romanesco Madama Lugrezzia), è una delle sei statue parlanti di Roma, l'unica rappresentante femminile della cosiddetta “Congrega degli Arguti”. Si tratta di un colossale busto di epoca romana, alto circa 3 metri, attualmente posto su un basamento all'angolo tra il Palazzo Venezia e la basilica di S. Marco, nell'omonima piazza. Come per le altre statue, non si è potuta assegnare una identificazione certa, e le ipotesi sul personaggio raffigurato sono molteplici: la più accreditata sembra essere la dea Iside (o una sua sacerdotessa) perché il nodo della veste sul petto è una caratteristica che ricondurrebbe a quel culto. Il busto sarebbe stato donato a Lucrezia d'Alagno, l'amante di Alfonso Quinto d'Aragona, re di Napoli, la quale, dopo la morte di Alfonso, a causa dell'ostilità del suo successore, si trasferì a Roma, ed abitò nei pressi del luogo dove ora si trova la statua. Come le altre cinque è stata la “voce” di diverse pasquinate, le violente e spesso irriverenti satire indirizzate a colpire anche pesantemente e sempre in modo anonimo i personaggi pubblici più in vista nella Roma del quindicesimo secolo. Secondo alcune teorie, il famoso Pie' di Marmo sito nella via che da esso prende il nome avrebbe in origine fatto parte della statua la cui parte superiore è appunto Madama Lucrezia.

07-24
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Giuseppa Tadolini tra opere, gatti e tavolini

Giuseppa era la figlia di Adamo Tadolini, amico e allievo del Canova. Con lui condivideva l'atelier studio a Via del Babbuino. Quando il padre morì, il Pontificio Collegio Greco proprietario dell'immobile, avrebbe voluto affittare lo spazio a un concessionario d'auto ma Giuseppa fece in modo che non accadesse e visse, senza mai sposarsi, tra tarocchi e gatti e, ovviamente opere d'arte. Così fu fino alla sua morte. Poi gli eredi vendettero tutto e oggi l'atelier studio è anche un bar ristorante. Tra busti in gesso e altre sculture si può prendere un caffè e pensare a quella Roma bohemiene che non c'è più

03-20
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Simonetta Tosi un medico per l'autocoscienza

Simonetta Tosi nasce nel 1937. Vive da protagonista gli anni 70, quelli delle battaglie per la contraccezione e l'aborto. Sfida ogni principio conservatore dell'Italia papalina. Nel 1972, Simonetta entrò a far parte del Collettivo femminista di Via Pompeo Magno, poi confluito nel Movimento Femminista Romano, partecipando alle iniziative per la depenalizzazione del reato di aborto. Due anni dopo, aprì nel quartiere romano di San Lorenzo il consultorio autogestito di via dei Sabelli n. 100, che divenne sede del CRAC (Comitato Romano per la liberalizzazione dell'aborto e della contraccezione) e del Collettivo femminista San Lorenzo, espressioni dei gruppi della salute della donna che proliferarono negli anni Settanta

03-20
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Palma Bucarelli: una sovrintendente stravagante

Palma Bucarelli è stata una critica d'arte, storica dell'arte e museologa italiana. Il suo nome è legato alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma, museo del quale fu storica direttrice e sovrintendente dal 1942 al 1975. Fu una strenua promotrice dell'astrattismo e dell'informale. Nel luglio del 1941 assunse la direzione della Galleria Nazionale d'Arte Moderna. Nel corso della guerra lavorò al salvataggio delle opere d'arte, dividendole tra i nascondigli di Castel Sant'Angelo di Roma e il Palazzo Farnese di Caprarola. Intellettuale, raffinata, coraggiosa è stata protagonista di una rivoluzione culturale: Con l'acquisizione del Grande sacco di Burri, esplode clamorosamente la polemica tra astrattismo e il più consolidato realismo. La soprannominarono la Palmina degli Stracci. Vogliamo ricordarla anche per il divertente scandalo delle scatolette di Piero Manzoni esposte come opere d'arte con l'etichetta "merda d'artista". Era il 1971. Provocazione contro l'Italia del consumismo. Palma Bucarelli è morta a Roma nel 1998, all'età di ottantotto anni. Il Comune di Roma ha dato il suo nome a una via in prossimità della Galleria Nazionale d'Arte Moderna, fra Viale delle Belle Arti e Viale Antonio Gramsci.

03-20
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L'Atelier Fontana

Le sorelle Fontana, con il loro atelier, furono le prime a dare un vivace impulso al Made in Italy, rendendo così famoso lo stile italiano nel mondo, nel 1943. Nel 1938 a Traversetolo, comune della provincia di Parma, le tre sorelle Zoe, Micol e Giovanna iniziano col mestiere sartoriale seguendo la tradizione familiare. Decidono poi di trasferirsi a Roma. Durante la seconda guerra mondiale, fondano una maison, inizialmente specializzata in abiti di alta moda. La loro prima cliente importante è Gioia Marconi, figlia di Guglielmo Marconi. Nel 1943 il laboratorio viene spostato in un palazzetto a tre piani, in Via Liguria. La fine della guerra decreta l’inizio del vero successo per le tre sorelle. Roma, vive la fortunata stagione del neo-realismo e di Cinecittà, che comporta la massiccia presenza dei registi e dei divi americani. Nel 1948 la nota attrice di Hollywood, Mirna Loy acquista dalle Fontana il guardaroba completo per il film "Il caso di lady Brook". Nel 1949 vengono richieste dall'attrice americana Linda Christian per farsi confezionare l'abito da sposa, in occasione delle sue nozze a Roma con l'attore Tyrone Power, rispettivamente madre e padre di Romina. È la consacrazione di una celebrità destinata a durare per un ventennio. Anche Maria Pia di Savoia, in occasione del suo matrimonio, si vestirà dalle Fontana. Le tre stiliste vestono con le loro creazioni varie attrici tra cui Gina Lollobrigida, Sofia Loren, Liz Taylor, Audrey Hepburn, Grace Kelly, Kennedy Onassis, Joan Collins, Ursula Andress, Soraya e Ava Gardner. Sono le costumiste di Anita Ekberg nel film La dolce vita e delle assistenti di volo Alitalia. Alcune creazioni sono esposte al Metropolitan, al Guggenheim a New York e al Louvre di Parigi.

03-20
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Marisa Muso

Marisa Musu abitava in Via Orazio, con la sua famiglia antifascista. Frequentava il liceo Mamiani. Nel 1942, a sedici anni e ancora studentessa del liceo classico Mamiani, tramite Lucio Lombardo Radice, Marisa entra nell'organizzazione clandestina del Partito Comunista Italiano insieme ad Adele Maria Jemolo, sua compagna di studi e futura moglie di Lombardo Radice. Si iscrive alla facoltà di fisica dell'Università di Roma. Sin da giovanissima svolge attività illegali contro il fascismo e, dopo l'armistizio, partecipa alla battaglia per la difesa di Roma facendo la staffetta del comando militare. È la più giovane della formazione partigiana (diciotto anni). Il giorno 3 marzo 1944, è presente all'assassinio di Teresa Gullace. Nel trambusto che segue, la "gappista" Carla Capponi estrae la pistola e la punta contro l'uccisore ma è subito circondata dalle donne presenti ed arrestata dai tedeschi. Nella confusione, Marisa ha la prontezza di sottrarle l'arma e di infilarle in tasca la tessera di un'associazione fascista, grazie alla quale la Capponi riesce a convincere l'ufficiale che la interroga della sua estraneità all'azione e riacquistare la libertà.

03-20
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Marcella Ficca Monaco

È stata un'antifascista e partigiana italiana, medaglia d'argento al valor militare. Insieme al marito Alfredo Monaco che, nel 1943, aderisce al Partito Socialista Italiano. Dopo l'occupazione tedesca di Roma, Marcella Monaco svolge attività partigiana in qualità di staffetta, addetta al trasporto di armi e dando asilo ai partigiani ricercati e feriti nella casa di Via della Lungara 28B, situata all'interno di Regina Coeli ed assegnata al marito in quanto medico del carcere. Tale circostanza, il 24 gennaio 1944, le permette di portare a termine positivamente l'evasione da Regina Coeli di Sandro Pertini, Giuseppe Saragat e di altri cinque prigionieri politici, tutti condannati a morte per attività antifascista. Ricercata dalle SS, Marcella Monaco entra in clandestinità fino al giorno della Liberazione di Roma, mentre i suoi due figli, Giorgio di sei anni e Fabrizio di due, vengono nascosti presso istituti religiosi extraterritoriali. Con l'avvento della Repubblica ritorna alla sua attività di moglie e madre.

03-20
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Madre Coraggio Oro al Valor Civile

Rosa Guarnieri Calò Carducci è stata una donna italiana, decorata con medaglia d'oro al valor civile. Fu uccisa mentre tentava di opporsi all'arresto di un figlio, poco dopo l'Armistizio di Cassibile proprio in questa via dove lei stessa abitava. Le fu data la medaglia al valor civile con questa motivazione: «Sulla porta della sua casa affrontava, con intrepido coraggio, una pattuglia nemica di tedeschi e fascisti, che ricercavano il suo figliolo per trarlo in arresto quale reo di antifascismo e, sfidando le armi puntate sul suo petto e le crudeli minacce, si opponeva con tutte le sue forze ai ferri degli aguzzini. Colpita da più colpi di pistola e di moschetto cadeva esanime al suolo ed immolava la vita dando un nuovo, luminoso esempio del patriottismo e del coraggio della donna e della madre italiana". Era il 7 ottobre del 1943. A Rosa Guarnieri è stata intitolata una strada di Roma e, nel suo paese natale, una piazza. Porta il suo nome anche un asilo di Grosseto.

03-20
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Emma Castelnuovo, la matematica contro le leggi razziali

Laureatasi in matematica nel 1936 con una tesi sulla geometria algebrica, ha iniziato a lavorare come bibliotecaria presso l'Istituto matematico dell'Università di Roma, che oggi porta il nome del padre. Nell'agosto del 1938, vinse la cattedra di insegnante di scuola media ma, essendo di religione ebraica, alcuni giorni dopo fu sospesa dal servizio a causa delle leggi razziali. Dal 1939 al 1943 insegna nella scuola israelitica. Poichè gli Ebrei potevano frequentare solo scuole ebraiche, in un appartamento in affitto a Via Celimontana vengono portati banchi e sedie e alcuni insegnanti ebraici ed ariani, tra i quali Emma, in men che non si dica danno il via a una serie di corsi scolastici. Perchè la cultura può salvare la vita. Nel 1943 la famiglia Castelnuovo sfugge ai rastrellamenti nazisti, rifugiandosi presso amici, ospedali, istituti religiosi. Fu reintegrata al servizio solo dopo la guerra, ed ha insegnato presso la scuola media Torquato Tasso di Roma fino al 1979. Nel 1944 fonda l'Istituto Romano di Cultura matematica che organizza conferenze per insegnanti, attivo fino al 1949.

03-20
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La Maestra antifascista Cesira Fiori

Abitava in Via del Colosseo la giovane Cesira Fiori, ed era il 1933 quando venne arrestata con il sospetto che fosse una sovversiva contro il regime fascista. Quel giorno era andata a insegnare a Velletri, in stanzone umide e maleodoranti, faceva la maestra anche se il Governatorato di Roma l'aveva espulsa per incompatibilità politica. Lei quel 27 aprile tornava nella sua casa a Via del Colosseo dove viveva con il figlio adottivo, Mario, nato da una precedente relazione con il suo compagno che era morto poco prima delle loro nozze. Non trovarono alcune prove della seppur vera attività clandestina di Cesira nel Partito Comunista. Venne comunque arrestata e trascorse 10 anni in diversi carceri italiani fino al 1944.

03-20
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Maria Campi e la "mossa" sexy

Era paffutella, non slanciata, insomma non una bellezza da capogiro eppure Maria Campi ha mandato per anni in visibilio le platee maschili. Erano gli anni '30 del 1900. Il varietà imperversava soprattutto a Parigi, ma arriva come format anche in Italia. Maria nasce da famiglia povera, inizia a ballare e cantare in locali trasgressivi di varietà. La sua fortuna arriverà grazie alla cosiddetta "mossa", cioè un ancheggiare sciantoso che Maria inventò. Uno dei teatri che la vide protagonista fu il Salone Margherita, ancora attivo e dedicato a commedie e varietà contemporanei.

03-20
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La Prima Reginetta di Roma era Trasteverina

Era il 1911 e Roma era tutto un fermento per la celebrazione del cinquantenario della repubblica. Il Sindaco Nathan istituisce non senza polemiche, il primo Concorso di Bellezza per eleggere la Reginetta di Roma. I 18 rioni iscrivono le loro "più belle" e dai costumi esemplari. Verrà eletta con uno scarto di oltre 2000 voti, Palmira Ceccani, una bella mora, formosa trasteverina.

03-20
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Giuseppina Le Maire una vita tra i libri

Josephine, poichè era di origine francese, fa di tutto perchè le donne possano avere un'istruzione perciò a Piazza Nicosia organizza diverse biblioteche al femminile. Le donne devono versare una piccola quota per potervi accedere che serve per raccogliere e manutenere i tanti volumi. Giuseppina e le sue biblioteche, per donne colte, per attrici e per operaie. Ma non solo, perchè lei crede che solo la cultura può far emancipare le donne quindi organizza diversi eventi e situazioni per raggiungere le donne e coinvolgerle. Non si tratta solo di nascente femminismo. Nel 1908 si svolge a Roma il primo congresso nazionale delle donne italiane e Giuseppina interviene su diversi temi. Purtroppo il fervore bellico della Prima Guerra Mondiale e il dilagante fascismo frenano ogni fermento femminista. Giuseppina si ritira in Calabria in una colonia a curare orfani e feriti.

03-20
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Anna Fraentzel Celli e la lotta alla malaria

Anna nasce a Berlino nel 1878 da una famiglia di medici. Si trasferisce a Roma per iniziare una vita più accessibile per una donna e frequenta Angelo Celli un igienista che diventa il protagonista scentifico della lotta alla malari nelle paludi pontine. Anna affianca il marito che le dà dei compiti molto importanti come quello di organizzare l'infermeria dell'Ospedale Santo Spirito o l'ambulatorio pediatrico de La Scarpetta a Trastevere. Ma l'opera omnia dei due coniugi sarà proprio il centro anti malaria nel Casale della Cervelletta.

03-20
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Cristina Trivulzio di Belgioioso una milanese per Roma

Cristina Trivulzio di Belgiojoso (Milano, 28 giugno 1808 – Milano, 5 luglio 1871) è stata una patriota, giornalista e scrittrice italiana che partecipò attivamente al Risorgimento. Accorsa come molti altri volontari in difesa della Repubblica. È l’aprile 1849, serve soccorrere i feriti. Cristina di Belgioioso, nominata direttrice generale delle ambulanze militari da Mazzini, allestisce il suo alloggio nell’Ospedale della Trinità dei Pellegrini e si butta anima e corpo nell’impresa. Rimedia tutto quello che serve e coinvolge le donne romane in un'opra di volontariato. Caduta la Repubblica Cristina deve fuggire a Malta, in Grecia, si ferma in Turchia e li acquista una tenuta. Poi la sua vita avventurosa e impegnata continua in giro per l'Italia.

03-20
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Una madre prima di tutto, Teresa Narducci

Era il 1849, quando alcuni patrioti insorgono per l'indipendenza di Roma. Un anno è passato dall’uccisione di Pellegrino Rossi, il ministro dell’Interno pontificio. Da quell’azione, e dalla fuga di Pio IX a Gaeta, è partito il cancan di eventi che ha portato alla rivoluzione. Ma a luglio la Repubblica è caduta, e la restaurazione è stata pesante. Solo a sentir parlare di patrioti alla polizia papalina si drizzano le baionette. Figuriamoci quando le autorità vengono a sapere che qualcuno festeggia l’anniversario della morte del primo ministro con un allegro banchetto. È la madre del primo caduto per la difesa di Roma: Paolo, diciannove anni, studente di architettura, sottotenente di artiglieria. Lo ha visto morire, il 30 aprile 1849, il fratello Pietro, tredicenne, anche lui combattente per la libertà nel Battaglione della Speranza, una formazione di adolescenti. Lei è Teresa Narducci, un’ardente repubblicana. Lo sanno i patrioti ma lo sa anche la controparte, che la bolla come sovversiva e non la lascia in pace. A metà novembre del 1849 come ogni anno si ricordano i militari pontifici caduti. La cerimonia si svolge a Sant’Ignazio, con il ministro delle Armi e una schiera di ufficiali in pompa magna. «Pace agli eroi morti per la patria», si sente gridare. La voce è di donna. È di Teresa che verrà per questo arrestata.

03-20
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