DiscoverRadio Onda d`UrtoECUADOR: BOCCIATI TUTTI I REFERENDUM PROPOSTI DAL PRESIDENTE CONSERVATORE NOBOA
ECUADOR: BOCCIATI TUTTI I REFERENDUM PROPOSTI DAL PRESIDENTE CONSERVATORE NOBOA

ECUADOR: BOCCIATI TUTTI I REFERENDUM PROPOSTI DAL PRESIDENTE CONSERVATORE NOBOA

Update: 2025-11-18
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Il presidente dell’Ecuador, l’esponente di destra Daniel Noboa, ha riconosciuto la pesante quanto inattesa sconfitta nella consultazione refendaria da lui promossa domenica 16 novembre.


Il “no” ha prevalso in tutti e quattro i quesiti, a partire dal primo, relativo alla richiesta di eliminare “il divieto di istituire basi militari o installazioni straniere per scopi militari e di cedere basi militari nazionali a forze armate o di sicurezza straniere”, con esplicito riferimento agli accordi politici tra Noboa e il suo sodale Trump, negli Usa, per la riapertura della base di La Manta, nel Pacifico, e di quella (nuova) ipotizzata nell’arcipelago delle Galapagos. In questo caso, i no hanno raggiunto il 61%, contro il 39% di sì.


Il secondo quesito, il B, era relativo all’eliminazione delle “risorse del bilancio generale dello Stato alle organizzazioni politiche”, riducendo ancora di più così la partecipazione popolare. In questo caso, i no sono arrivati al 58%, contro il 42% di sì. Lievemente più combattuto – 54% di no, 46% di sì – il quesito C, che chiedeva di ridurre i parlamentari. Nettissima infine, la bocciatura arrivata sul quesito D, con cui Noboa puntava a convocare “un’Assemblea Costituente…per redigere una nuova Costituzione della Repubblica dell’Ecuador”. In questo caso, il 62% dei votanti ha respinto l’istanza, contro un 38% di favorevoli al progetto noboista di “riscrivere una Carta costituzionale con una chiara matrice neoliberista e rivolta alle privatizzazioni” scrive su Pagine Esteri Davide Matrone, docente universitario e ricercatore italiano, da Quito.


Dietro lo stop a Noboa, rieletto trionfalmente come presidente solo pochi mesi fa, nell’aprile 2025, ci sono anche le contraddizioni sociali e politiche dell’Ecuador, che lo stesso Matrone identifica in particolare nel durissimo sciopero nazionale durato 30 giorni a seguito al taglio del sovvenzionamento statale alla benzina, in ossequio ai diktat dell’FMI e contestata radicalmente da sindacati, studenti e comunità native; mobilitazioni a cui esercito, polizia e governo hanno reagito con “l’uso spropositato delle armi, l’abuso di potere e la prepotenza […] la repressione e l’unilateralità di Noboa non gli hanno giovato in questa tornata elettorale”.


Su Radio Onda d’Urto la corrispondenza, da Quito, con lo stesso Matrone, nostro collaboratore.  Ascolta o scarica



 

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