FEMMINICIDIO DI SAMAN ABBAS: NUDM DI REGGIO EMILIA SULLA SENTENZA: “GRAVE NON SIA STATO RICONOSCIUTO IL CONTESTO DI PATRIARCATO FAMIGLIARE IN CUI E’ MATURATO”
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Condannati all’ergastolo i genitori, 14 anni di carcere per lo zio, cugini assolti.
E’ la sentenza della Corte d’Assise di Reggio Emilia nel processo per il femminicidio della 18enne Saman Abbas, trovata sepolta sotto un rudere a Novellara dopo essere stata uccise tra il 30 aprile e il primo maggio 2021.
Ridimensionate le accuse di sequestro e premeditazione, il padre Shabbar Abbas, detenuto dopo l’estradizione, e la madre Nazia Shaheen, latitante in Pakistan, sono stati condannati all’ergastolo.
Lo zio, Danish Hasnain, è stato condannato a 14 anni e i due cugini, Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq, in custodia cautelare da maggio 2021 e febbraio 2022 dopo essere stati rintracciati in Spagna e Francia, sono stati assolti.
Respinta ogni richiesta risarcitoria da parte del fidanzato e del fratello della giovane. Risarcimenti concessi invece alle associazioni a sostegno delle donne, alle associazioni islamiche, all’Unione Comuni Bassa Reggiana e al Comune di Novellara.
Con noi Carla Ruffini, di Non Una Di Meno Reggio Emilia, che ha seguito fin dall’inizio la vicenda, anche giudiziaria. “Grave il fatto che non siano state riconosciute alcune responsabilità dei famigliari, importanti per sancire Le responsabilità del patriarcato famigliare in cui è maturato questo femminicidio”. Ascolta o scarica





