DiscoverCultureland Germany - Storie di arte, design e musicaForma segue funzione - Turingia, Weimar e il Bauhaus
Forma segue funzione - Turingia, Weimar e il Bauhaus

Forma segue funzione - Turingia, Weimar e il Bauhaus

Update: 2025-03-31
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Ripensare e ridisegnare il mondo. È possibile che io non vivessi in una narrazione che meritavo, è possibile che io fossi solo un personaggio secondario; oppure il contrario, la narrazione non meritava me. Io, Walter Adolph Gropius, ammetto d’essere incline alla seconda ipotesi. Per un uomo che giunge a questa conclusione, la libertà rimane l’unica soluzione. La forma segue la funzione: la geometria tramutata al fine di un’architettura razionale, priva di decorazioni e superfluo. Questa la mia libertà.
Quando arrivai a Weimar, il terreno era fertile. Con la carica di direttore, insieme al primo maestro Feininger e altri luminari del nostro tempo, in contrasto a Medioevo, Rinascimento, Barocco e Classicismo, fondammo il Bauhaus. Ne sottoscrissi il manifesto nel 1919, a Weimar, e sempre a Weimar, ispirandoci all’aura di grandezza tessuta da Goethe, ci presentammo al mondo. Nel 1923 le idee si concretizzarono nel progetto di Georg Muche, il più giovane dei maestri del Bauhaus, pioneristico, che creò il modello di abitazione contemporanea, la Haus am Horn: l’esempio di come immaginavamo la vita e il lavoro collettivi futuri, una risposta alla carenza di alloggi, modulare ed economico, una pianta orientata all'uso integrato alla tecnologia moderna. Progetto, costruzione, attrezzatura. Punto, linea, superficie; primo tassello di un’idea che avrebbe dovuto coprire tutto il pendio nelle vicinanze della casa-giardino di Goethe.
Ma fummo derisi. Incompresi e ridicolizzati da menti che non comprendevano i bisogni di una società che doveva ancora venire.
Tuttavia, forte del mio contratto con l’Ufficio del Maresciallo di Corte, che mi qualificava come consulente per le questioni artistiche all'interno dello Stato, non demordemmo. Il nostro gruppo si allargava, e l’elenco degli iscritti brillava: Kandinsky e le sue opere all’avanguardia, insieme all’amico Paul Klee Paul Klee, sempre in proficua produzione d’opere; Itten, con il suo peculiare sguardo analitico dietro gli occhiali tondi, tra i più influenti nel nostro movimento; Schlemmer, arrivato l’anno dopo la fondazione, e che dopo tre anni fece esordire il suo Balletto Triadico.
Non potevamo più essere fermati, tanto che il nostro stile superò i confini di Weimar, diffondendosi in tutta la Turingia, con la Haus Auerbach a Jena Iena, la Haus Schulenburg a Gera, il complesso Haus des Volkes a Probstzella.
Ma il nostro manifesto lo dichiarava apertamente: io, Walter Gropius, insieme agli altri derisi, non potevamo più essere relegati, limitati; arte e industria dovevano collaborare, bisognava creare un nuovo linguaggio visivo basato su funzionalità e semplicità, che entrasse nelle vite di tutti, la nostra era un’idea più grande dell’architettura. È per questo che Keler, influenzato da Kandinsky, creò la Bauhaus-Wiege, la culla a dondolo trasversale presentata nella camera dei bambini della casa modello Am Horn in occasione della mostra del Bauhaus del 1923; è per questo che Alma Siedhoff-Buscher progettò le costruzioni in legno colorato sempre come parte della cameretta per bambini nella casa modello “Am Horn”; e anche per questo che il maestro di forma Moholy-Nagy presentò la rielaborazione dell’iconica lampada da tavolo WG 24 Wagenfeld.
Il resto, poi, rimane storia, lo spostamento a Dessau, le grandi opere, l’acclamazione, ma la sete, la sete di piegare la narrazione, di essere protagonista della propria società, traghettatore di menti e luce che mostra le ombre, quella rimane, trasmessa, evoluta e voluta da altri, dopo di me.
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