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GAZA: ANCORA STRAGI ISRAELIANE IN VIOLAZIONE DEL CESSATE IL FUOCO

GAZA: ANCORA STRAGI ISRAELIANE IN VIOLAZIONE DEL CESSATE IL FUOCO

Update: 2025-11-20
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Dal tardo pomeriggio del 20 novembre l’esercito israeliano ha compiuto l’ennesimo massacro nella Striscia, uccidendo 28 palestinesi e ferendone decine tra Khan Yunis e Gaza City. Ancora una volta le forze di occupazione hanno giustificato la violazione del presunto cessate il fuoco sostenendo che i raid aerei sarebbero stati una risposta ad attacchi della resistenza palestinese. In realtà, le violazioni della finta pace trumpiana sono quotidiane: anche stamattina le bombe israeliane hanno ucciso 4 persone a est di Khan Yunis.  Sull’ennesima strage di ieri sera in un comunicato Hamas parla di “terribile massacro” e nega la versione israeliana, definita “un debole e palese tentativo di giustificare i loro continui crimini e violazioni”. Nelle ultime 24 ore, gli attacchi israeliani hanno ucciso 33 palestinesi nella Striscia. 


Intanto oggi è la Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, nella Striscia di Gaza calpestati e cancellati da oltre due anni di genocidio per mano israeliana. Per l’occasione, Oms, Unicef e Unrwa fanno sapere di aver vaccinato 10 mila bambini di Gaza contro diverse patologie e di volerne vaccinare altri 30mila. Dal 7 ottobre 2023, però, a Gaza l’esercito occupante israeliano ha ucciso almeno 19mila studenti e ne ha feriti almeno 28mila. Inoltre, centinaia tra scuole, asili, università, centri giovanili sono stati distrutti.


In generale, la situazione umanitaria della popolazione della Striscia continua a essere tragica oltre ogni immaginazione e non è migliorata in modo significativo dall’inizio del cosiddetto “cessate il fuoco”, perché Israele continua a bloccare i valichi da cui dovrebbero entrare i camion degli aiuti. Dalla Striscia di Gaza sentiamo il nostro storico collaboratore Sami Abu Omar, che collabora con diverse iniziative umanitarie sul campo.Ascolta o scarica


Nella Cisgiordania occupata stamattina i coloni israeliani hanno attaccato alcuni palestinesi a Khirbet Naba’ Ghazal al-Farsiyah, nella Valle del Giordano. I coloni hanno tentato di impedire ai pastori di far pascolare il bestiame nei prati vicino alle loro tende e li hanno aggrediti. I militari occupanti hanno poi fatto irruzione nella zona per difendere i coloni. Le forze di occupazione hanno poi arrestato 56 palestinesi nella provincia di Hebron.


Gli arresti hanno interessato soprattutto la città di Beit Ummar, a nord di Hebron, dove sono in corso incursioni dei militari israeliani da almeno due giorni, con continue violenze e vessazioni di ogni genere contro i residenti. A Nablus, invece, segnalato il ferimento di un uomo durante l’ennesimo raid israeliano ma anche gli attacchi di alcuni gruppi armati della resistenza palestinese in risposta all’assedio senza fine cui le forze di occupazione sottopongono la città.


In questo scenario l’ong Human Rights Watch ribadisce che lo sfollamento forzato effettuato dal governo israeliano nei confronti dei residenti dei campi profughi in Cisgiordania nel gennaio e febbraio 2025 costituisce un crimine di guerra e contro l’umanità. Il rapporto afferma che le autorità israeliane hanno impedito a 32.000 persone sfollate dai campi di Jenin, Tulkarm e Nur Shams di tornare alle loro case, molte delle quali sono state nel frattempo demolite. Infine, stamattina l’ambasciatore Usa in Israele Mike Huckabee ha definito “terrorismo” le violenze dei coloni in Cisgiordania, ma l’obiettivo delle sue dichiarazioni è quello di sostenere che si tratta di una minoranza di persone che – dice – “non sono nemmeno veri e propri coloni” ma comuni “delinquenti” che “arrivano lì per creare scompiglio”.

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