La vittoria di Donald Trump e il futuro dell'Europa: parla Giulio Tremonti
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La vittoria di Trump "è la fine dell'utopia della globalizzazione. Barack Obama quando si insediò disse: non c'è più il passato, ma solo il futuro. Ecco, mi pare la conferma che quella politica fosse errata". È quanto ha dichiarato nei giorni scorsi alla Stampa il presidente della commissione Esteri della Camera Giulio Tremonti (FdI). "È probabile che Trump replichi l'impostazione del primo mandato - afferma - Una colossale deregolamentazione, detassazione degli utili d'impresa, dei rimpatri di capitali, e poi più dazi, anche sui prodotti europei.
La fiscalità sugli scambi non si limita ai dazi. Perfino nel regolamento doganale europeo l'Iva sulle importazioni viene considerato un dazio. Ora si aprirà un'enorme trattativa fra Bruxelles e Washington su questo: è probabile che Trump ne tenga conto per tarare i dazi sui prodotti europei".
Sulle divisioni dell'Europa "il contesto è drammatizzato dalla guerra. Oggi il grande problema dell'Europa non è più e non solo l'economia. Ipotizziamo che la guerra in Ucraina si trasformi in una nuova Corea. Se così fosse, ne uscirà vincente Putin. E se accadrà, che succederebbe agli equilibri politici nei nostri confini? Pensi per esempio ai Balcani. Credo che la pressione dei russi e dei loro alleati crescerà: Cina, Corea del Nord, Iran. L'Europa si è occupata a lungo di allargamento ad est, in modo paternalistico e fiscale, Putin a sua volta vuole l'allargamento a ovest. Il futuro dell'Unione passa dunque dalla costruzione di una vera difesa comune, che può essere allo stesso tempo fattore di unità politica e una leva per la crescita. Nel 2003 la presidenza italiana dell'Unione propose l'introduzione degli eurobond per infrastrutture e spese militari. Vent'anni dopo ci stiamo arrivando".
Giulio Tremonti, deputato (FDI) e presidente della commissione Affari esteri ed europei della Camera, ex ministro dell'Economia governi Berlusconi, Aspen Institute Italia.