DiscoverInternazionale – Radio Onda d`UrtoMOBILITAZIONE AI PORTI DI LIVORNO E RAVENNA. I LAVORATORI: “NESSUN TRAFFICO DI ARMI DAI NOSTRI SCALI”
MOBILITAZIONE AI PORTI DI LIVORNO E RAVENNA. I LAVORATORI: “NESSUN TRAFFICO DI ARMI DAI NOSTRI SCALI”

MOBILITAZIONE AI PORTI DI LIVORNO E RAVENNA. I LAVORATORI: “NESSUN TRAFFICO DI ARMI DAI NOSTRI SCALI”

Update: 2025-09-15
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<figure class="wp-caption aligncenter" id="attachment_199186" style="width: 1028px;"><figcaption class="wp-caption-text" id="caption-attachment-199186">Carro armato al porto di Livorno, 15 settembre 2025</figcaption></figure>

I porti italiani sono sempre più teatro dell’economia bellica che sta trasformando il tessuto produttivo e il settore logistico del nostro Paese.


Al porto di Livorno, così come in altri scali marittimi italiani, passano armamenti e munizioni diretti nei vari teatri di guerra. A denunciarlo i portuali e lavoratori dello scalo toscano: ancora una volta è avvenuto l’imbarco di armi e veicoli su navi che caricano anche passeggeri civili. L’ultimo oggi, sulla Zeus Palace, dove a bordo è salito un carro armato.


Contro la logistica delle armi e le responsabilità italiane nel genocidio in Palestina, lavoratori e lavoratrici dei porti sotto la giurisdizione dell’Autorità di sistema del mar Tirreno settentrionale (Livorno, Piombino, Elba, Capraia) hanno annunciato lo stato di agitazione per la Global Sumud Flotilla. Non solo: il 20 settembre Livorno torna in piazza contro l’economia di guerra e il genocidio del popolo palestinese.


L’intervista a Simone dei GAP, Gruppo Autonomo Portuali di Livorno. Ascolta o scarica.



Dal mar Tirreno, al mare Adriatico. A Ravenna domani, martedì 16 settembre, si svolgerà una protesta contro il passaggio di navi cariche di munizioni e armamenti.


La manifestazione programmata per domani in Darsena, sotto la guida del Coordinamento Bds Ravenna (movimento per il Boicottaggio Disinvestimento Sanzioni a Israele)  è fissata alle 17.30 nei pressi della stazione, per poi dirigersi in corteo verso la sede di Autorità Portuale.


Fuori Israele dal porto di Ravenna: no al traffico di armi, no al progetto Undersec”, recita lo slogan di indizione del corteo a Ravenna. A rafforzare la mobilitazione c’è anche la recente cancellazione del workshop di Undersec, cioè l’Underwater Security finanziato con sei milioni di euro tramite fondi del programma quadro dell’Ue “Horizon” e che doveva ospitare il ministero della Difesa israeliano, una società israeliana che si occupa di armamenti e l’Università di Tel Aviv.


Il Coordinamento sottolinea come l’annullamento del workshop sia dovuto alle pressioni pubbliche e segnala che l’assemblea generale del progetto avrebbe discusso la proposta di espellere i partner israeliani, avanzata da un gruppo di accademici europei.


L’intervista a Axel, operatore portuale e membro del CAP, Comitato Autonomo Portuale di Ravenna. Ascolta o scarica.

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