SUDAN: I PARAMILITARI DELLE RSF ANNUNCIANO UNA “TREGUA UMANITARIA”. IN DARFUR INTANTO MASSACRI E CIVILI IN FUGA.
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Le Forze Rapide di Supporto, i paramilitari ex janjaweed in guerra con l’esercito del Sudan dall’aprile 2023, hanno annunciato di aver accettato una proposta di tregua umanitaria avanzata dai mediatori, ossia Usa, Egitto, Emirati e Arabia Saudita. Il governo sudanese, allineato all’esercito, ha invece dichiarato all’inizio di questa settimana che avrebbe proseguito la guerra a seguito di una riunione interna su una proposta di cessate il fuoco Usa. Intanto il Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite si riunirà in sessione straordinaria il 14 novembre per esaminare “la situazione dei diritti umani” a Al-Fashir, nel Sudan occidentale, dove l’Onu ha segnalato massacri, stupri, saccheggi e spostamenti massicci di popolazione. Questa seduta consentirà di esaminare “la situazione dei diritti umani a Al-Fashir e dintorni, nel contesto del conflitto in corso in Sudan” tra l’esercito e i paramilitari , ha indicato il Consiglio dei diritti umani in un comunicato.
Già settimana scorsa c’era stata una sessione straordinaria sul Sudan a New York, stavolta del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, che “tuttavia ha dichiarato la propria impotenza nell’osservare il massacro di civili e la pulizia etnica in corso in Darfur dopo la conquista di El Fahser da parte dei miliziani delle Forze Rapide di Supporto”, dice a Radio Onda d’Urto Stefano Mauro, giornalista freelance e collaboratore, su questioni africane, del quotidiano “Il Manifesto”.
Il conflitto civile sudanese ha anche importanti addentellati internazionali: a sostenere i paramilitari sono infatti gli Emirati Arabi Uniti, mentre l’esercito è affiancato soprattutto dall’Egitto.
L’intervista di Radio Onda d’Urto al giornalista Stefano Mauro sul Sudan. Ascolta o scarica





