Katowice, il capoluogo della regione Slesia, è una città che negli anni ha vissuto una vera trasformazione da simbolo dell’industria pesante a un moderno centro di agglomerazione di due milioni di abitanti, sempre più verde, pulito e sostenibile. In questa città i segni del passato si intrecciano in modo armonioso con la modernità, il cui simbolo più caratteristico è la sala concerti Spodek (“disco volante”) che ospita importanti eventi di musica e non solo. Katowice è la città più “musicale” della Polonia, infatti dal 2015 appartiene alla rete internazionale delle Città Creative UNESCO. Infatti, sempre a Katowice, si trova la sede dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Radio Polacca costruita nell’ultimo decennio sul territorio dell’ex-miniera di carbone. Ma uno dei luoghi più magici e sorprendenti di questa città è l’antico quartiere dei minatori Nikiszowiec, edificato nei primi anni del XX secolo. Ancora oggi mantiene il suo aspetto originario con le tipiche abitazioni in mattoni rossi che ricordano vecchie città inglesi in una chiave più popolare. Questi edifici sono stati creati all’inizio del ventesimo secolo appositamente per i minatori della vicina miniera Wieczorek e per le loro famiglie. È un angolo veramente affascinante di Katowice, che nel 2011 è stato inserito dell’elenco dei monumenti storici. Come molti luoghi di questo tipo anche Nikiszowiec è soggetto alla riqualificazione e oggi è un ambiente modaiolo, ricco di ristoranti tipici, gallerie d’arte e tante iniziative culturali. Nel quartiere, oltre case residenziali, sono state create anche le scuole, negozi o una chiesa. Giszowiec, invece, è una pittoresca città-giardino il cui creatore presupponeva necessità di costruire un quartiere con un ampio numero di piazze, parchi e aree verdi, ad una certa distanza dalla città. Le case degli operai della Miniera Giesche presentano un’architettura interessante e sono posizionate nel mezzo di una foresta. Oggi è possibile visitare in loco uno storico laminatoio di zinco oppure la Locanda della Slesia che nel passato era simbolo e luogo di relax e riposo per i minatori e le loro famiglie. Durante il periodo comunista quasi tutto l’ex complesso residenziale fu demolito e al suo posto le autorità decisero di costruire enormi palazzi di cemento. Per un viaggio nella storia, per fomentare la curiosità di chi vuole conoscere il mondo e per scoprire quante meravigliose realtà possono esistere tutte nello stesso posto: questa è la Polonia.
Il Castello reale di Varsavia, si trova nella piazza del Castello presso l’ingresso della Città Vecchia ed è stata, molto tempo fa, la sede ufficiale dei monarchi polacchi. Il Castello ha rappresentato il luogo d’incontro dei parlamentari ma anche il centro amministrativo e culturale dell’intero paese. L’importanza del Castello è dovuta anche al fatto che al suo interno nacque la Costituzione del 3 Maggio nel 1791, la prima in Europa e la seconda nel mondo. Le origini del Palazzo Reale risalgono al XIV secolo, durante il ducato di Masovia. Una delle prime strutture costruite è la Torre Grande, oggi denominata Torre Grodzka. L’ampliamento e la risistemazione del palazzo risalgono al XVII secolo quando il palazzo divenne residenza di Zygmunt III Waza (Sigismondo III Wasa), sovrano della dinastia dei Waza. Il compito del restauro venne affidato ad alcuni architetti italiani e tutto il palazzo ricevette la forma poligonale, che tuttora possiede. Nel Settecento, sotto il regno di Augusto III, venne ristrutturata l’ala orientale del palazzo in stile barocco, denominata “ala sassona”. Durante la II guerra mondiale il Castello fu totalmente distrutto. Tra il 1971 e 1984 fu ricostruito in stile barocco con l’utilizzo di alcuni frammenti superstiti. Il Castello Reale, oggi svolge una funzione museale e contiene al suo interno diverse collezioni d’arte. Particolare attenzione meritano i quadri originali di Rembrandt e di Canaletto. A quest’ultimo la città di Varsavia deve molto perché le sue vedute della stessa Varsavia, del XVIII secolo, hanno costituito un importante punto di riferimento per la ricostruzione della città rasa al suolo alla fine della guerra. All’interno del Castello si tengono anche numerosi eventi musicali ed artistici. Un luogo pittoresco che ha avuto più di una vita, senza arrendersi alle intemperie, come solo un Castello degno di questo nome può fare.
Sopot si trova tra Danzica e Gdynia e, negli anni novanta del ventesimo secolo, si è sviluppata velocemente grazie al turismo. La città è conosciuta soprattutto per il Festival della Canzone che si tiene al teatro all'aperto Opera Leśna, ma anche per il suo molo in legno, il più lungo in Europa. Il Molo di Sopot raggiunge circa 512 metri di lunghezza. E' una delle maggiori attrazioni della Tripla Città nonché un importante luogo di incontri e di intrattenimento. Dalla fine di aprile fino a quella di settembre, il molo diventa il "palcoscenico" sul quale vengono organizzati svariati concerti e tanti altri eventi. Sul molo si trova il ristorante Meridian Molo, aperto tutto l'anno che offre buon cibo e vista spettacolare. Il ponte del molo è stato costruito nel 1827 e aveva una lunghezza di 31 metri e mezzo. Successivamente e a più riprese, venne allungato ed ampliato. Nel 1910 superava già i 300 metri. Inizialmente, il Molo di Sopot rappresentava il punto d’approdo per le imbarcazioni locali, ma poi fu trasformato in un luogo molto popolare sul quale venivano organizzati eventi mondani. La forma che ancora oggi possiede, risale invece al 1927. Ogni anno si nota il crescente numero di visitatori che affollano la zona del pontile. Il Molo è un luogo ideale non soltanto per i più curiosi che vogliono ammirare dal ponte i pittoreschi paesaggi, ma anche il luogo in cui gli abitanti locali trascorrono il tempo e passeggiano in tutta tranquillità. Un rettilineo che alterna la pace alla musica e al divertimento, da non perdere assolutamente.
Il Giardino Giapponese a Breslavia si trova nel Parco Szczytnicki. Questo luogo incantevole è stato progettato in occasione dell'Esposizione Universale del 1913, dal conte Fritz von Hochberg e dal suo aiutante, il maestro dell'arte del giardino giapponese Mankichi Arai. Al termine dell'Esposizione, il Giardino è stato chiuso e abbandonato, ma il tempo non ha rimosso alcuni suoi elementi caratteristici, come la forma del laghetto, la disposizione dei sentieri, e la collina con una vegetazione particolare. Nel 1974, nel giardino è stata costruita una cascata e il laghetto è stato riempito nuovamente d'acqua. Il vero e proprio lavoro di ricostruzione, però, è avvenuto a partire dal 1994, grazie all'aiuto dell'Ambasciata del Giappone di Varsavia, un gruppo di specialisti giapponesi e polacchi, guidati dal professore Ikuya Nishikava e Yoshiki Takamura. Da quel momento, in meno di tre anni il giardino ha ripreso a vivere, e oggi rappresenta l’unico esempio di cultura giapponese in Europa. Il Giardino rispetta l'arte del giardino giapponese sin dai minimi particolari e cambia volto assieme alle stagioni dell’anno, cambiano i colori e i profumi, lasciando immutati solo gli elementi dell’architettura. Un viaggio nel viaggio, dalla Polonia al Giappone e viceversa, immersi nel verde, tra roseti e arboreti. Pensavate fosse possibile? Ebbene, lo è.
Varsavia, la capitale della Polonia, è considerata insieme a Helsinki, tra le città più verdi d’Europa, con oltre il 30% della superficie della città ricoperta da aree verdi ed è l'unica capitale europea che confina con un parco nazionale - il Parco Nazionale di Kampinos (Kampinoski). Nota per essere una capitale economica ed amministrativa con numerosi luoghi di interesse, Varsavia è anche un paradiso per gli appassionati di natura. Ci sono molte aree verdi anche nel centro della città, come il giardino Sassone, il parco Mokotowskie o i giardini sui tetti della Biblioteca dell'Università di Varsavia. La biblioteca popolare è uno degli edifici più interessanti in Polonia. La combinazione di cemento grezzo, vetro verde e vegetazione lussureggiante che cresce sulla facciata della biblioteca, è di grande impatto visivo. Luogo non solo ideale per la ricerca, la lettura e lo studio, ma anche ricco di negozi, caffè e ristoranti.. L'attrazione più grande dell’edificio è l'imponente giardino sul tetto, uno dei più grandi e più belli del suo genere in Europa. Il giardino universitario è disponibile dalla primavera all'autunno. Dai ponti e dalla piattaforma di osservazione non solo si ha vista su tutta Varsavia ma anche una a volo d'uccello dell'interno della biblioteca. A questi luoghi pieni di fascino e natura, si aggiungono i Giardini Reali Łazienki: un parco in cui è inglobato un palazzo, che all’epoca veniva utilizzato dal re Stanislao II Augusto come residenza estiva. In estate, nel parco si tengono dei concerti gratuiti di pianoforte per onorare Chopin. Se si ama passeggiare con il cinguettio degli amici volatili in sottofondo, non si può non lasciarsi andare e vagare per i numerosi sentieri del parco Skaryszewski, il più antico parco di Varsavia. Ma Varsavia non è l’unica città della Polonia ad essere green. Ci sono anche Bydgoszcz, la città che vanta il più grande parco municipale della Polonia e Breslavia, città famosa per le sue aree verdi e per le possibilità di praticare il turismo sostenibile. Amanti del verde, della quiete, della natura, che cosa state aspettando?
In Bassa Slesia, poco lontano dal capoluogo, Breslavia, a Jawor e Świdnica ci sono delle chiese che affondano le loro radici nella storia e nella pace. Queste, infatti, si chiamano chiese della pace e sono chiese luterane costruite nel XVII secolo, in seguito alla Pace di Vestfalia (1648), per simboleggiare la fine della lunga e sanguinosa Guerra dei trent'anni. Si tratta dei più grandi edifici religiosi in legno dell'intera Europa. Costruite nell’immediato dopoguerra e a causa della guerra stessa, vennero edificate con materiali “poveri” come il legno, la paglia e l’argilla. Le risorse finanziarie dell’epoca erano limitate ma c’era anche la volontà di ripristinare "l'equilibrio" religioso ancora turbato dalle influenze e dai conflitti esterni. Le chiese, nonostante il loro aspetto modesto, all'interno vennero curate in maniera esemplare, infatti, tutt'ora, i ricchi ornamenti barocchi le rendono piacevoli ed accoglienti. Tra le altre caratteristiche, la capienza: le chiese possono ospitare migliaia di persone. La chiesa a Jawor, per esempio, può accogliere fino a seimila fedeli, mentre, quella di Świdnica, può contenere fino a 7500 persone. Se ce n’è una della cui visita non si può fare a meno è la chiesa della Pace di Świdnica, ubicata sul cimitero evangelico, e resa onirica e fiabesca dai dipinti presenti sui soffitti e sulle mura che si rifanno alla visione di S. Giovanni dell'Apocalisse. In questa chiesa, dotata di particolari organi, viene organizzato anche il festival di musica di Johann Sebastian Bach. Anche la chiesa di Jawor contiene dei circa centottanta meravigliosi dipinti che raffigurano immagini tratte dal Vecchio e dal Nuovo Testamento. Queste chiese sono state iscritte nella lista dell'UNESCO nel 2001 come beni appartenenti al patrimonio della cultura mondiale dell'umanità. Storia, religione, arte, semplicità e bellezza, tutto all’interno di singoli edifici che hanno bisogno di essere apprezzati per la narrazione che portano con sé.
In Polonia esiste un tempio scandinavo; si tratta del Tempio Wang che è stato edificato all’inizio del XIII secolo nella città di Vang, in Norvegia, dalla quale prende il nome. Venne poi trasferito e ricostruito nel 1842 nei Monti dei Giganti a Karpacz. Tutta l’arte scandinava è racchiusa in questo tempio: il legno norvegese imbevuto di impregnante, i capitelli decorati con figure floreali, vichinghi scolpiti dalle lingue biforcute, draghi e molti altri dettagli caratteristici e ricchi di storia. La torre, invece, è costruita in granito di Slesia e ha il compito di riparare il tempio dal vento che proviene dal monte Sniezka. Il tempio si trova nella regione della Bassa-Slesia, a circa 120 chilometri da Breslavia. La chiesa evangelica conosciuta come Tempio Wang è considerata la chiesa di legno più antica della Polonia. Questo tipo di edifici sacrali, chiamati stavkirke, sono costruiti con una tecnica particolare: senza chiodi, interamente in legno strutturale e la struttura dei muri è costituita da assi verticali. Tutte le stavkirke esistenti si trovano in Norvegia: questa, a Karpacz, è un'eccezione. Nel XIX secolo, durante i lavori di ricostruzione, alla chiesa è stato aggiunto un campanile. Ancora oggi, il Tempio Wang rappresenta un luogo di culto della chiesa evangelica. Se la religione vi appassiona, la storia, e i luoghi esoterici, il Tempio Wang è pronto ad accogliervi e donarvi un po’ di antica serenità.
In Polonia ci sono vulcani, bacini d’acqua colorati e un deserto e sono, per la maggior parte, opere di madre natura stessa. Il periodi perfetti per osservare queste peculiarità sono le stagioni della primavera e dell’autunno. Le dune mobili fanno parte dei posti unici che dipingono la Polonia. Si trovano sotto la tutela del Parco Nazionale Slowinski, situato nella parte centrale della costa polacca, tra Leba e Rowy, in Pomerania. Si tratta della più grande area in Europa dove sono presenti le sabbie erranti: una superficie di cinquecento ettari che ricorda un deserto di sabbia. Le più altre tra queste raggiungono vette di qualche decina di metri come Lacka Gora che si issa per 42 metri. Il Parco Nazionale Słowiński con le sue dune è testimone di alcuni chilometri quadrati dove si svolge da tempo uno spettacolo della natura davvero unico. In una giornata serena, una leggera brezza marina sposta la sabbia granello dopo granello, mentre altre volte un forte vento solleva grosse nubi sabbiose. Così le gigantesche dune, si spostano di alcuni metri l'anno, inghiottendo il bosco circostante e talvolta scoprendo invece resti di antichi boschi millenari, conservati dalla sabbia e dall’acqua salina. Le dimensioni delle distese sabbiose e la loro superficie scavata dal vento durante una giornata calda e secca le fanno sembrare un vero e proprio deserto. La costa polacca stupisce dal punto di vista naturalistico. Per ben 770 km, la Polonia viene bagnata dalle acque del Mar Baltico che, pur essendo un mare generalmente freddo, sa regalare esperienze ed emozioni piene di calore e senso di libertà. La maggior parte delle spiagge polacche sono infatti spiagge libere, spesso selvagge e isolate, dove si può passeggiare, correre o cavalcare senza alcuna limitazione. La costa del Mar Baltico è bella e variegata: le località marittime sono separate dalle spiagge da dune selvatiche o dirupi pittoreschi. Tra dune mobili, mare e natura, per poi alzare gli occhi al cielo e sentirsi soddisfatti: è l’esperienza che fa per voi.
Nella regione sud-ovest della Polonia, la pittoresca Slesia Bassa di cui capoluogo è Breslavia, si nasconde una modesta cittadina resa però celebre dal suo prodotto unico nel mondo: la ceramica. Bolesławiec, perché è questo il nome della città, è diventato praticamente un marchio grazie all'originalità e, allo stesso tempo, alla semplicità delle sue creazioni. La tradizione della ceramica artigianale di Bolesławiec risale ai tempi del Medioevo e, nonostante siano passati secoli, la tecnica della produzione non è cambiata. Le stoviglie continuano a essere dipinte a mano oppure con il metodo “a timbro”. Ed è proprio questo che le rende un prodotto artigianale unico nel mondo per la sua particolarità. Questo tipo di ceramica è caratterizzata da disegni folk che, grazie al metodo della loro realizzazione, rendono ogni pezzo diverso dall'altro. E sebbene le forme possano variare leggermente, il motivo predominante resta quello dei pois blu sullo sfondo bianco o al contrario. A cui si aggiungono, in altri casi, disegni geometrici o spesso floreali. Nonostante la varietà di decorazioni, la gamma coloristica predominante è sempre la stessa. Così, dalle sfumature di marroncino al blu scuro, è possibile abbinare facilmente le stoviglie di servizi diversi, addobbando ogni tavola con un tocco di eleganza e originalità. L'altissima temperatura della cottura della terracotta permette l'uso della ceramica non solo a scopi decorativi: è pratica per farne utilizzo in cucina. Al contempo il materiale con cui viene prodotta non rilascia sostanze nocive. Se alla vostra casa manca ceramica o artigianato, questo può essere il regalo perfetto da farvi.
Il cioccolato: buono e antidepressivo. Una delle fabbriche di cioccolato più famose della Polonia, abita da molti anni nel distretto di Praga senza mai smettere di funzionare. Quando si passa davanti alla fabbrica, si è spesso tentati dal buonissimo aroma che si diffonde nell’aria. Wedel, tuttavia, è particolarmente noto per i suoi caffè con cioccolata calda e negozi di cioccolato dall’atmosfera particolare. Si può gustare una tazza di cioccolata calda, classica o in uno dei tanti gusti a disposizione, ma anche le praline o la classica torta al cioccolato Wedel. E. Wedel conduce la sua attività in Polonia e all'estero da 170 anni, offrendo prodotti iconici come Ptasie Mleczko, Torcik Wedlowski, cioccolatini ripieni o Mieszanka Wedlowska. Oltre alla ben nota offerta, produce sempre nuovi prodotti che includono anche il gelato di E. Wedel in una coppa, in un cono o nella forma del Czekotubka. E. Wedel è anche gioia e piacere, Wedel è una leggenda. Un marchio associato al cioccolato di qualità eccezionale e un piacere da gustare. La sua storia risale al 1851 ed è indissolubilmente legata alle tre generazioni Wedel che hanno costruito una delle più potenti aziende polacche. Se amate la cioccolata, c’è più di un aroma a vostra disposizione per regalare un po’ di dolcezza alla vacanza.
Con il tempo le persone stanno imparando a mangiare meglio, a volersi più bene. La Polonia è particolarmente legata al concetto del buon cibo che si può trovare in tutte le località. Varsavia, in particolare, è stata nominata come la sesta città più vegan-friendly del mondo da Happy Cow, la guida internazionale per i ristoranti vegan. È il terzo anno consecutivo che la capitale della Polonia ha raggiunto la top ten. Varsavia è in prima linea nel mondo per quanto riguarda il numero di ristoranti vegani e vegetariani. Questo tipo di cucina è diventato così popolare perché sempre più persone seguono una dieta senza carne, facilmente digeribile e sana. Tra i luoghi vegani di Varsavia ci sono fast food e kebab bar, oltre a pizzerie, bar con piatti polacchi regionali e pasticcerie. "La scena vegana di Varsavia continua a fiorire e crescere", scrive Happy Cow, che narra la presenza di 50 ristoranti vegani nel raggio di cinque miglia nel centro della città. Oltre al numero di ristoranti completamente vegani, la classifica di Happy Cow tiene conto anche di quanti altri ristoranti offrono opzioni vegane e vegetariane e della complessiva importanza vegana nella città in termini di festival, meetup e una comunità vegana. I bistrot vegan di Varsavia sono una vera e propria esperienza in cui vengono offerte versioni senza carne di classici polacchi come pierogi o costolette di maiale. Si possono trovare anche prelibatezze come polpette di verdure e spinaci, pesto di mandorle e piatti e zuppe di verdure di stagione: zucca, fave, cavolfiore e cavolo. Anche la catena di ristoranti Krowarzywa è estremamente popolare. I clienti abituali lodano i loro hamburger, che hanno persino conquistato i carnivori incalliti. Se vi piacciono i dolci, non mancano le pasticcerie come quella di Dela Krem o Słodki Bez, che vantano dolci e dessert preparati esclusivamente con ingredienti biologici. Anche chi segue una dieta senza glutine troverà qualcosa di adatto. Vi è venuta fame? Avete voglia di deliziarvi con cibo sano e accuratamente lavorato? Ebbene, siete nel posto giusto.
Polonia in estate o in primavera significa fuga dalle spiagge caotiche, dalle temperature folli, dai prezzi alti. Non che non possa far caldo ma certamente l’esperienza in cui potete calarvi è diversa. Ci si può rinfrescare sulle rive dei Mille Laghi di Masuria, praticare sport acquatici, sentire il brivido del vento ad alta quota durante il trekking in montagna, nascondersi nell’ombra dei boschi che ricoprono quasi il 30% del territorio polacco. Oppure visitare le città storiche, partecipare alle sagre assaggiando le genuine specialità locali, assistere ai concerti e festival con star di fama mondiale. La Polonia è vitale e la sua vitalità deriva spesso dalle feste locali, dalle sagre, dai festival, dal buon cibo e dalla musica. In città come Varsavia, la visita si trasforma in un vero piacere e la cordialità dei cittadini verso i visitatori è certamente d’aiuto. Non ci si può annoiare, specialmente se gli alberi sono in fiore e il sole vi riscalda. La Primavera è la stagione perfetta per scoprire luoghi e sapori, il fiume Vistola, i concerti sulle note di Chopin. C’è persino un mercato per i più golosi e curiosi che si differenzia da tutti gli altri. A Varsavia, seguendo l’esempio dei varsaviani, non si può non visitare uno dei “mercati della colazione”, il trend della colazione sociale con prodotti freschi e a km 0, acquistati e consumati direttamente dai fornitori locali, all’aria aperta e in un’atmosfera di completo relax. I “mercati della colazione” si svolgono ogni fine settimana in vari quartieri di Varsavia: tra i più forniti, vi è quello nel quartiere Mokotow che si tiene ogni sabato e domenica a partire dal 5 maggio e quello di Zoliborz, che si tiene tutti i sabati a partire dal dal 5 maggio. Questi mercati vengono organizzati durante la bella stagione e ogni fine settimana, negli spazi verdi della capitale. Quindi, la vostra giornata alla scoperta del territorio, può iniziare proprio come d’abitudine: con una bella colazione, nel verde e in un mercato che non avete mai visto.
Negli ultimi anni, in Polonia, si ritorna allo street food. Tradizione associata un tempo alla preparazione di cibi economici in condizioni di igiene non ottimali, e oggi alternativa trendy per gustare varie pietanze all'aperto. Così, da un'attività quasi clandestina dei furgoni gastronomici (food truck), ai giorni d’oggi si è passati a celebrare questo tipo di cucina con una serie di eventi a tema. Tra i più sentiti, in Polonia, c’è il festival Żarcie na kółkach a Varsavia che si svolge solitamente a giugno.Nell’occasione si possono gustare all’aperto piatti e bevande da tutto il mondo. Le zapiekanki, considerate da anni “regine” dello street food polacco, continuano a dominare imperterrite gli stand di Varsavia. Si tratta di una baguette calda e croccante che tradizionalmente viene condita con funghi e formaggio filante. Sempre a Varsavia c’è Nocny Market, il Mercato Notturno, aperto nel 2016, il più grande mercato di street food della Polonia, situato sui binari dell’antica stazione ferroviaria di Varsavia: Warszawa Główna. Una sorta di mecca per gli amanti delle varie esperienze culinarie, dei prodotti locali e delle cucine di tutto il mondo. Il luogo preferito da chi è innamorato dei neon, del miglior cibo di strada servito sotto il cielo, vista stelle e luna. Un altro giorno importante per lo street food in Polonia è la Festa di Onnisanti. I dintorni dei cimiteri si riempiono di piccole bancarelle con venditori ambulanti che offrono specialità, soprattutto dolci, ai visitatori affamati dopo le passeggiate nel freddo novembrino. In più, nella Maczanka Krakowska, è possibile degustare cibi tradizionali in ogni angolo della città in cui regna lo street food che non è particolarità solo di Varsavia ma della Polonia tutta: si pensi al quartiere Kazimierz a Cracovia. Quanto detto è letteralmente un assaggio rispetto alla miriade di possibilità culinarie che legano la Polonia allo street food, quindi se si ha fame bisogna affrettarsi, la fila è assai lunga!
I pierogi sono il piatto polacco più famoso e più apprezzato dagli italiani. Si tratta di una pasta ripiena, simile a quella dei ravioloni, in versione dolce e salata. Lo scrittore Richard Paul Evans una volta disse: "Dopo madame Curie, i pierogi sono il più grande dono dei polacchi all'umanità". Certamente la Polonia ha tanto da offrire ma i pierogi, piatto tipico condito in varie salse, oltre che andar tastato, va amato, perché è impossibile non trovare la combinazione giusta per i propri gusti. I pierogi possono essere sia dolci che salati, sia ripieni di carne, crauti e funghi che di formaggio fresco, patate o frutta. Non c’è un limite all’immaginabile. L’occasione migliore per conoscere questa prelibatezza è la sagra che si tiene a Cracovia che si svolge tutti i mesi di agosto. In questo festoso contesto è possibile assaggiare i pierogi nei vari stand dei produttori locali, con tutti i ripieni possibili. Tra le versioni più classiche regnano i ruskie, ovvero i ravioli con patate e formaggio fresco chiamato twaróg, poi quelli con la carne e quelli con crauti e funghi che costituiscono uno dei tradizionali piatti polacchi della vigilia di Natale. L’impasto può essere sia all’uovo che non, quindi pur essendo un piatto tradizionale, i pierogi hanno la potenzialità di essere anche al 100% vegan friendly. Tradizionalmente l’uovo non si utilizzava ma con l’influenza italiana del Rinascimento ha preso parte alla ricetta. Come si può dire di no di fronte a un piatto che accontenta anche i palati più difficili? Non si può.
Ci sono alcuni bar dove si lascia il cuore, magari ci si trascorre poco tempo, ma tanto basta per sentirsi a casa, per prendersi un momento per sé, per farsi una coccola. In Polonia, un’esperienza certamente da fare se si è amanti dei bar, è mangiare in un autentico "bar mleczny". Si tratta di una vera e propria istituzione della Polonia socialista, di piccoli ristoranti, o ancor meglio tavole calde, dai prezzi politici e dall’aspetto modesto. Sono luoghi che sanno di autenticità e passato, ancora oggi molto amati e che devono il loro successo ai prezzi contenuti uniti al cibo genuino. Dopo la caduta del comunismo, il numero dei bar mleczny è diminuito, ma alcuni resistono ancor oggi. Uno di questi è bar mleczny Prasowy a Varsavia, aperto nel 1956, che - nonostante la ristrutturazione in chiave moderna - ha mantenuto tutti gli elementi tipici: il menù è riportato su tabelloni appesi al muro, ognuno ha un suo vassoio si sceglie il proprio piatto per poi trovare un tavolo libero.Le specialità da assaggiare sono i classici della cucina polacca, senza troppi abbellimenti: i pierogi, simili ai comuni ravioli, le zuppe, le crepes dolci e salate, le cotolette e tutto ciò che può essere accompagnato dal Kompot, una bevanda fatta di frutta. I bar mleczny sono aperti solo di giorno, ideali per una siesta dopo una mattinata trascorsa tra i misteri e le meraviglie della magica Polonia.
La Slesia è una delle regioni più piccole della Polonia ma con una forte identità che include una vera ricchezza di tradizioni, usanze e culture, spesso molto diverse tra loro. Per quanto riguarda i sapori della Slesia, questi hanno subito molte influenze sia interne che esterne: in particolar modo quelle tedesche e della Repubblica Ceca. In tutti i casi, esistono due tipologie di cucina: quella montanara e quella rurale. In generale, la cucina polacca è la sua varietà all’influsso di diverse etnie che nel corso dei secoli hanno convissuto, per ragioni storiche, sul territorio dell’attuale Polonia: ebrei, ucraini, bielorussi, lituani, russi, tedeschi, cechi, austriaci e anche italiani. Di spicco, i prodotti tipici, regionali, DOP e IGP e le ricette antiche rivisitate in chiave moderna. All’estero, la gastronomia polacca è conosciuta soprattutto per le diverse tipologie di affettati e per la vodka. Ma è molto più di questo. Oggi, la Polonia è nel pieno di una vera e propria rivoluzione gastronomica. Un viaggio nella cucina polacca è come un viaggio attraverso le regioni, gli spazi e il tempo, dove i piatti riflettono la specificità del territorio e le contaminazioni subite, dando origine ad una diversità di cibi che rende la cucina polacca un’esplorazione di sapori. Le 16 regioni della Polonia hanno tutte le loro peculiarità, la loro varietà naturalistica, paesaggistica e i passati diversi che hanno influito sulla creatività degli chef. Tra i piatti più famosi del territorio della Slesia, non si può non menzionare Kluski śląskie – il piatto più conosciuto della regione. Si tratta di gnocchi di patate e fecola di patate, rotondi, un po’ schiacciati, con un caratteristico buchetto al centro. Solitamente vengono serviti con degli involtini di manzo e verza rossa soffritta, condita in modo particolare, con cipolla, pancetta e mela. Si dice che per la prima volta siano apparsi nella città slesiana di Racibórz nel 1241. Le cittadine li avrebbero usati come “arma” contro gli invasori mongoli che assediavano la città. Secondo i minatori, invece, kluski śląskie sarebbero stati inventati nel diciannovesimo secolo proprio per loro, come piatto che lasciava la sensazione di sazietà per più tempo rispetto alle classiche patate. La Zuppa wodzionka, invece, è una delle zuppe più semplici e veloci che si possono immaginare, a base di pane raffermo, aglio e strutto: ingredienti che non mancavano in nessuna casa. Wodzionka è un piatto della tradizione povera ma gustoso e caldo. La Slesia è quindi colma di ricette tradizionali, ma anche di reinterpretazioni in stile new ancient cuisine, legata ai giovani chef che cercano ispirazione nei boschi, nelle montagne, nelle zone di laghi e al mare. Una cucina che è il riflesso di una complessità naturale e dell’oltre tempo.
Il Castello Ogrodzieniec di Podzamcze è stato costruito ai tempi del re Casimiro il Grande sul punto più alto della Jura Krakowsko-Częstochowska. Si trova nel parco paesaggistico caratterizzato da formazioni calcaree e una ricca vegetazione, chiamata la Jura di Cracovia e Czestochowa. Il ruolo più importante nella crescita del maestoso edificio è da attribuirsi a Seweryn Boner che ha ristrutturato il castello a metà del sedicesimo secolo, conferendogli uno stile rinascimentale. Si tratta del castello più caratteristico dell’Itinerario dei Nidi d’Aquila. Conquistato, saccheggiato e bruciato dagli svedesi nel 1655, il Castello subiva trasformazioni dettate dagli uomini e dal tempo, cadeva in rovina e poi si rialzava più signorile di prima. Nel 2012, il Castello è stato premiato con il Certificato d’Oro dell’Ente Nazionale Polacco per il Turismo, e riconosciuto come il miglior prodotto turistico in Polonia. Oggi è gestito dalla società "Zamek" che si occupa dell'organizzazione delle visite e degli eventi turistici. L'Itinerario dei Nidi d'Aquila è uno dei percorsi più suggestivi della Polonia tutta. I castelli dei Nidi d'Aquila sono famosi per il loro imporsi dolce e romantico in un ambiente misterioso e suggestivo. I castelli dell’itinerario furono edificati principalmente sulla cima delle colline di origine calcarea, per limitare ulteriormente l'accessibilità: da qui il nome di Nidi d'Aquila. Non troppo lontano dal Castello Ogrodzieniec, a 65 chilometri, si trova Cracovia, perla del patrimonio culturale e antichissima città polacca, una volta capitale e sede dei re della Polonia. In questa zona bellissima, conosciuta in polacco come Jura Krakowsko-Częstochowska, il paesaggio incanta in tutte le stagioni. Le preferibili sono la primavera e l’autunno quando lo spettacolo della natura è aperto a tutti e nel suo pieno splendore. Ma non c’è mai un tempo giusto per lasciarsi trasportare da rocce e monumenti che, attraverso i secoli di vita vissuta, raccontano storie antiche percepibili anche nei fruscii delle foglie arancioni.
Polonia, paese di montagne, di fiumi, di fiabe e leggende ma anche paese di deserti. Ebbene sì, nel centro della Polonia ci sono anche deserti. Uno di questi, il Deserto Błędów, è legato da sempre ad una leggenda che coinvolge le forze oscure, il Mar Baltico e l'antica Miniera di piombo, argento e zinco di Tarnowskie Góry; di recente entrata a far parte del Patrimonio dell’Umanità UNESCO. La città di riferimento è Katowice. Molto tempo fa, nella regione della Slesia, alcuni abitanti del luogo, scoprirono i giacimenti di zinco, piombo e di argento ed iniziarono a scavare alla ricerca di risorse. Sottoterra, a loro insaputa, vivevano degli abitanti alquanto particolari: i diavoli, che di giorno riposavano e di notte custodivano i loro tesori, soprattutto l’argento che, stando alla legge degli inferi, apparteneva ad un altro mondo. Ai diavoli non piaceva affatto la presenza di quei mortali che li derubavano dei loro tesori più cari e li privavano del sonno con tutti quei rumori. Così, le forze maligne si riunirono e si decise di porre fine a questa situazione riempiendo le miniere di sabbia, in modo da chiudere definitivamente l’accesso agli umani. Detto, fatto: un diavolo partì in missione sulle spiagge del Mar Baltico con un sacco enorme, lo riempì con tutta la sabbia che trovò e tornò nella Slesia. Al ritorno, però, stanco per il lungo viaggio, il diavolo si agganciò con il sacco pieno al campanile di una chiesa. In questo modo, il campanile si strappò, e tutta la sabbia finì sui campi circostanti. Così, dalle sabbie del Mar Baltico, nacque il Deserto Błędów.
La cucina della regione Wielkopolska è ricca di particolarità e nomi buffi come pesci ciechi o zuppe di sangue, o ancora cornetti IGP da duecentocinquanta grammi. Il tutto accompagnato dalla frizzante birra ambrata che in questa zona vanta una tradizione millenaria. Wielkopolska, con il capoluogo a Poznań, è una delle regioni più grandi della Polonia e svolse un ruolo enorme nella storia della nazione polacca. È proprio qui che il primo sovrano della Polonia, il duca Mieszko I, si fece battezzare nel 966, contribuendo, negli anni a venire, all’istituzione di uno Stato polacco moderno. Wielkopolska è sempre stata una regione benestante e ordinata, con terre ricche di materie prime. La sua economia ha raggiunto un alto livello di sviluppo percepibile, sin da subito, nella cucina regionale, prevalentemente borghese. Cucina che prevedeva grandi quantità di carne, suina e bovina, e di verdure. Per anni, grazie alla sua collocazione geografica, non è stata invasa. Nel diciottesimo secolo, però, fu governata dal potere prussiano. Per questo motivo, nella cucina della Wielkopolska sono presenti tante pietanze ispirate alla cucina tedesca, e che vedono le patate al centro di ogni ricetta. Uno dei piatti più conosciuti a base di patate, sono le patate in camicia con gzik, una crema di formaggio fresco polacco twaróg, cipolla, erba cipollina e panna acida. Altre specialità sono: i cosiddetti prażoki, nella forma più o meno simili ai classici pierogi, fatti di patate lesse e conditi con burro o ciccioli di carne; plindze, frittelle di patate; gnocchoni di patate ripieni di carne o frutta. A distinguere la Wielkopolska dalle altre regioni polacche è anche la zuppa czernina, una delle più antiche zuppe polacche, piuttosto rara in altre parti del Paese. Viene preparata con il sangue di oca o anatra, frattaglie e verdure. Ha un sapore agrodolce perché accompagnata da zucchero e aceto e a volte anche del miele o dalle spezie. Un tempo, la czernina veniva servita agli ospiti indesiderati oppure ai corteggiatori sgraditi, in segni di rifiuto. Voi a chi la offrireste?
A Poznań, l’undici novembre, si festeggia l’indipendenza della Polonia, ma si celebra anche San Martino. Per gli abitanti della regione Wielkopolska, detta Grande Polonia, la ricorrenza assume un importante valore locale che trova la sua espressione nel famoso cornetto di San Martino. Un giorno particolarmente dolce in cui si consumano i cornetti di San Marino IGP, ripieni di papavero bianco, vaniglia, scorza d'arancia, crema, uvetta e fichi secchi. Secondo l’antica leggenda, la tradizione della preparazione dei cornetti di San Martino a Poznań, risale all’anno 1891. Pochi giorni prima della festa del santo, Don Jan Lewicki, allora curato della parrocchia di San Martino di Poznań, chiese ai suoi fedeli di preparare qualcosa da mangiare per i meno abbienti e di portare il cibo in chiesa, in modo che il patrono venisse onorato con un gesto semplice nella sua realizzazione, ma profondo nel significato. Uno dei pasticcieri più conosciuti di Poznań, Józef Melzer, preparò tre teglie di cornetti e le lasciò all’ingresso della chiesa. Negli anni seguenti altri fornai e pasticcieri seguirono il suo esempio. La Chiesa in quel giorno abbondava di cornetti, in modo che tutti i poveri della città potessero sfamarsi. I poveri li ricevevano gratis mentre i ricchi potevano ricevere quelle leccornie, ma dovevano pagare. È molto probabile che questa tradizione risalga ai tempi del paganesimo, quando si sacrificavano buoi agli dei. In seguito, questo sacrificio venne sostituito dalla realizzazione di un dolce che veniva arrotolato, prendendo così la forma di corna di bue. Dopo la seconda guerra mondiale la tradizione stava per andare perduta, ma venne ripristinata grazie agli sforzi di Zygmunt Wasiński. Gli abitanti della città, in questo giorno di festa, consumano una quantità incredibile di cornetti. Ma a prescindere dall’undici novembre, si può sempre visitare il Museo Vivo del Cornetto di San Martino, in qualsiasi momento dell’anno visto che si tratta della specialità della zona. Quindi gli amanti dei dolci possono accarezzarsi la pancia e dormire sonni tranquilli.