DiscoverRadio Onda d`UrtoCASO ANAN YAEESH: SI FERISCE IN CARCERE COME PROTESTA. L’ACCUSA CHIEDE LA DEPOSIZIONE DI UN RAPPRESENTATE ISRAELIANO
CASO ANAN YAEESH: SI FERISCE IN CARCERE COME PROTESTA. L’ACCUSA CHIEDE LA DEPOSIZIONE DI UN RAPPRESENTATE ISRAELIANO

CASO ANAN YAEESH: SI FERISCE IN CARCERE COME PROTESTA. L’ACCUSA CHIEDE LA DEPOSIZIONE DI UN RAPPRESENTATE ISRAELIANO

Update: 2025-11-17
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Protesta in carcere: il 14 novembre, Anan Yaeesh, 38enne palestinese detenuto nel carcere di Melfi, ha intrapreso una protesta, ferendosi fisicamente per denunciare le continue violazioni dei suoi diritti da parte delle autorità carcerarie italiane.


Nonostante le decisioni favorevoli della giustizia italiana che avevano riconosciuto e autorizzato ad Anan il diritto ad alcuni trattamenti basilari, la direzione del carcere di Melfi ha ostinatamente negato l’accesso a tali diritti, ignorando le sentenze precedenti e impedendogli l’accesso a parte dei suoi effetti personali trasferiti regolarmente dal carcere di Terni, dove aveva soggiornato prima del suo spostamento a Melfi.


“Un gesto volto a denunciare la gravità della situazione detentiva alla quale continua a essere sottoposto” scrive in un comunicato il coordinamento Free Anan “queste violazioni si aggiungono a una lunga serie di abusi già denunciati. Tra tutti, il trasferimento punitivo a centinaia di chilometri di distanza nel pieno del processo, una decisione che ha compromesso la possibilità di incontrare regolarmente i suoi legali, ledendo in modo evidente il suo diritto alla difesa”.


Yaeesh si trova in carcere dal gennaio 2024 ed attualmente coinvolto in un processo in Italia insieme ad altri due cittadini palestinesi, Ali e Mansour, accusati dalle autorità italiane di “terrorismo” per aver, secondo accuse formulate solo dalle autorità israeliane, finanziato la Brigata Tulkarem, attiva nella resistenza palestinese nei territori occupati.


In questo contesto il prossimo 21 novembre si terrà l’ultima udienza del dibattimento presso il tribunale de L’Aquila, il pubblico ministero ha invitato un rappresentante dello Stato israeliano a testimoniare.


“Finora non è emerso alcun elemento incriminante a carico degli imputati. il diritto internazionale e il diritto internazionale umanitario” scrive il comitato Free Anan “la presenza stessa dello stato genocidario di Israele in aula, chiamato dalla procura, è purtroppo coerente con la politica di complicità dell’Italia con l’occupazione israeliana dimostrata anche nel corso di due anni di conclamato genocidio”.


Ai microfoni di Radio Onda d’Urto, gli aggiornamenti con Luigia, del Coordinamento Aquilano Palestina. Ascolta o scarica.

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