Filastrocca di Gianni Rodari

tratta da "Filastrocche lunghe e corte"

Narrata da Maurizio Mosetti.

Filastrocca corta e matta:

il porto vuole essere la porta;

la viola studia il violino;

il mulo dice: “Mio figlio è il mulino”;

la mela dice: “Mio nonno è il melone”;

il matto vuole essere un mattone.

E il più matto della terra

sapete che vuole?

Fare la guerra!

La filastrocca gioca sull’assonanza e sulla somiglianza delle parole: porto/porta, viola/violino, mulo/mulino, mela/melone, matto/mattone. Questo crea un effetto comico e surreale, tipico delle filastrocche “nonsense”, in cui le relazioni logiche sono sostituite da giochi linguistici. Ogni verso presenta un accostamento assurdo: oggetti o esseri viventi che rivendicano legami impossibili solo perché i nomi si assomigliano. Questo meccanismo mette in risalto l’arbitrarietà del linguaggio e il piacere infantile del suono.

Il tono è leggero e divertente fino all’ultimo verso, dove compare un improvviso cambio di registro: il “più matto della terra” vuole fare la guerra. Il nonsense diventa così una piccola morale implicita: la vera follia non è nei giochi di parole buffi, ma nella violenza e nella distruzione.

In sintesi, la filastrocca usa l’umorismo linguistico per trasmettere un messaggio pacifista: la guerra è l’unica cosa davvero insensata.

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