Global Sumud Flottilla, diario di bordo #6
Update: 2025-09-07
Description
Global Sumud Flottilla, giorno 6.
A Gaza oggi hanno raso al suolo un altro grattacielo nel cuore della città, presentato come «punto di osservazione di Hamas». Le autorità locali ribattono: erano torri civili, luoghi di vita dove restavano famiglie che non hanno più dove tornare. Nel frattempo il ministero della Salute segnala almeno 68 morti nelle ultime 24 ore, altri numeri che scivolano su un mondo assuefatto al rumore di fondo della guerra.
C’è un dato che buca l’aria: sei persone sono morte di fame tra ieri e oggi. La fame come arma, come assedio, come programma. Regina Rania ha usato parole nette: «Israele sta affamando un intero popolo». Le Nazioni Unite definiscono «unilaterale» la nuova “zona umanitaria” decisa da Israele, geometrie burocratiche che non spostano di un millimetro la realtà sotto le macerie.
Save the Children calcola oltre 20.000 bambini uccisi in 23 mesi, più di uno ogni ora. È un totale che si somma al conteggio generale dei morti fornito da Gaza: 64.368 persone dall’inizio dei bombardamenti, un intero registro anagrafico cancellato, casa per casa. Numeri che, per chi vuole, dicono già tutto: sproporzione, punizione collettiva, sfondamento di ogni limite umano e giuridico.
Sulla riva del Mediterraneo, l’Europa si specchia e volta lo sguardo. Si discute di ricostruzione mentre si demolisce, si evocano “zone sicure” mentre si prosciugano gli ospedali, si promettono indagini mentre si colpiscono i palazzi. Anche oggi, a Gaza City, a Khan Yunis, a nord e a sud, la cronaca è una lista dei caduti con la firma in calce dell’indifferenza.
Per questo gli equipaggi della Global Sumud Flottilla lo ripetono senza enfasi e senza retorica: proprio perché le notizie peggiori non smettono di arrivare, oggi siamo ancora più determinati.
#LaSveglia per La Notizia
Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/la-sveglia-di-giulio-cavalli--3269492/support.
C’è un dato che buca l’aria: sei persone sono morte di fame tra ieri e oggi. La fame come arma, come assedio, come programma. Regina Rania ha usato parole nette: «Israele sta affamando un intero popolo». Le Nazioni Unite definiscono «unilaterale» la nuova “zona umanitaria” decisa da Israele, geometrie burocratiche che non spostano di un millimetro la realtà sotto le macerie.
Save the Children calcola oltre 20.000 bambini uccisi in 23 mesi, più di uno ogni ora. È un totale che si somma al conteggio generale dei morti fornito da Gaza: 64.368 persone dall’inizio dei bombardamenti, un intero registro anagrafico cancellato, casa per casa. Numeri che, per chi vuole, dicono già tutto: sproporzione, punizione collettiva, sfondamento di ogni limite umano e giuridico.
Sulla riva del Mediterraneo, l’Europa si specchia e volta lo sguardo. Si discute di ricostruzione mentre si demolisce, si evocano “zone sicure” mentre si prosciugano gli ospedali, si promettono indagini mentre si colpiscono i palazzi. Anche oggi, a Gaza City, a Khan Yunis, a nord e a sud, la cronaca è una lista dei caduti con la firma in calce dell’indifferenza.
Per questo gli equipaggi della Global Sumud Flottilla lo ripetono senza enfasi e senza retorica: proprio perché le notizie peggiori non smettono di arrivare, oggi siamo ancora più determinati.
#LaSveglia per La Notizia
Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/la-sveglia-di-giulio-cavalli--3269492/support.
Comments
In Channel