DiscoverNews – Radio Onda d`UrtoMOUSSA DIARRA: LA PROCURA DI VERONA CHIEDE L’ARCHIVIAZIONE PER L’OMICIDIO DEL GIOVANE MALIANO
MOUSSA DIARRA: LA PROCURA DI VERONA CHIEDE L’ARCHIVIAZIONE PER L’OMICIDIO DEL GIOVANE MALIANO

MOUSSA DIARRA: LA PROCURA DI VERONA CHIEDE L’ARCHIVIAZIONE PER L’OMICIDIO DEL GIOVANE MALIANO

Update: 2025-11-05
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La Procura della Repubblica di Verona ha chiesto l’archiviazione nei confronti dell’assistente capo coordinatore della Polizia di Stato, indagato per l’omicidio di Moussa Diarra, il migrante maliano di 26 anni, ucciso dall’agente della Polfer nell’ottobre 2024 davanti alla stazione di Porta Nuova.


Al termine delle indagini, oltre un anno, la Procura sostiene l’agente della Polfer avrebbe agito per legittima difesa perché “aggredito con un coltello”, ma come sottolinea il Comitato Verità e Giustizia per Moussa, i video che lo provano non sono mai arrivati ai legali della famiglia, al medico legale e ai periti di parte.


“Siamo sinceramente sconcertati dall’atteggiamento della Procura della Repubblica di Verona che, mentre richiede alla famiglia del povero Moussa Diarra, sparato a morte da un agente di Polizia, 8 euro per poterli mettere a conoscenza delle motivazioni che hanno fondato la richiesta di archiviazione, ritiene di poterle compendiare in un comunicato stampa da fornire ai giornalisti”. Cosi’ gli avvocati della famiglia di Moussa Diarra Fabio Anselmo, Paola Malavolta, Silvia Galeone e Francesca Campostrini in un comunicato diffuso all stampa, dove aggiungono: “Ancora una volta, la famiglia e gli affetti del morto, la dignità degli stessi e il necessario rispetto verso il loro bisogno di conoscere le cause e le condizioni della tragica morte di Moussa, oltreché i loro diritti di difesa, passano in secondo piano rispetto all’esigenza di informare la stampa e la politica. Questa difesa ha correttamente rispettato l’ordine di secretazione degli atti imposto dal pm in fase di indagini, ed anche per questo riteniamo fosse dovuto mettere prima a conoscenza le persone offese delle ragioni della procura, piuttosto che privilegiare l’opinione pubblica”.


Le considerazioni di Daniele Todesco Osservatorio Migranti Verona Ascolta o scarica


COMUNICATO STAMPA: IL QUARTO COLPO PER MOUSSA DIARRA QUANDO LA VERITA’ E LA GIUSTIZIA SI ALLONTANANO

Come se fosse un quarto colpo. Così è giunta in un rimbalzare di fonti giornalistiche la notizia della richiesta di archiviazione nei confronti dell’assistente capo coordinatore della Polizia di Stato A.F. accusato di omicidio colposo. Un anno di silenzio, tutto secretato e poi in un giorno la Procura fa i miracoli e propone, in tutta evidenza, l’archiviazione per chi ha ucciso Moussa Diarra. Incredibilmente i difensori della famiglia non hanno ancora nulla in mano. E questa fretta comunicativa appare senza rispetto né per Moussa né per la verità e la giustizia. Da indiscrezioni parrebbe che la perizia balistica, in attesa della quale il corpo di Moussa è drammaticamente ancora in cella frigorifera, sia stata depositata solo in questi giorni, e i legali non hanno ancora potuto prenderne visione. Se fosse vero, sarebbe l’ennesima anomalia che si aggiunge alle numerose altre, prima tra tutte il comunicato congiunto di Procura e Questura che lo stesso giorno dell’uccisione di Moussa, il 20 ottobre 2024, si affrettava ad assolvere, come oggi, l’anonimo (l’uso delle sole iniziali A.F. lo rendono ancora tale) assistente capo coordinatore della Polizia.  Il comunicato della Procura si affretta ad annunciare che la “difesa” era “senza alcun dubbio proporzionata all’offesa”. E per giustificare tale affermazione si dilunga ad equiparare in modo assurdo “un coltello da cucina avente una lama seghettata della lunghezza pari a circa 11 cm” con una pistola. Perchè il coltello “non è meno letale della pistola perché un’arma da fuoco richiede tempo di estrazione e mira.” Non rendendosi conto di aggravare così la situazione del poliziotto A.F., che parrebbe aver sparato a caso per ben 3 volte rischiando di compiere una strage oltre ad uccidere Moussa. Il comunicato frettoloso e seriamente ridicolo fornisce anche un altro elemento stridente. Chiediamo a tutti di prendere un coltellino da cucina con lama seghettata di 11cm, certamente presente in ogni casa, e di osservarlo. Sicuramente ognuno potrà arrivare alle proprie conclusioni. Noi non abbiamo mai visto le foto del “coltellino” seghettato con lama di 11cm, ma quella fornita dalla Procura è una descrizione assolutamente ridicola e offensiva. Nessun accenno alle responsabilità dell’intero sistema, ad esempio della centrale operativa, per la mancanza di intervento nelle due ore precedenti all’uccisione di Moussa. Purtroppo siamo certi che non emergeranno mai, visto che è la stessa polizia che ha indagato su se stessa. Nessuna spiegazione sulla lungaggine investigativa, che sarebbe dovuta ai familiari prima ancora che all’opinione pubblica. E quelle famose telecamere accese/spente? Difficile dire altro, a parte lo sconcerto davanti ad un comunicato come quello della Procura. Il dispiacere espresso nel comunicato “Resta inalterato per noi il senso di dolore per la morte così drammatica di un giovane di 27 anni” risulta penoso e puzzolente quando la colpa viene scaricata tutta sulla vittima per il suo “comportamento così aggressivo”. Vogliamo giustizia, non pietismi. La Procura con questo suo modus operandi invece pare non garantire né rispetto né terzietà.

Il comitato Verità e Giustizia per Moussa Diarra

Comunità Maliana


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