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NON INCLUDERE MA FARSI INCLUDERE – ASU PER TUTTI

NON INCLUDERE MA FARSI INCLUDERE – ASU PER TUTTI

Update: 2024-12-17
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Di Marco Mascioli





Questa frase, pronunciata da Chiara Candelotto responsabile del progetto disabilità dell’A.S.U. (associazione sportiva udinese) ha davvero fatto colpo. Dalla sua esperienza la difficoltà maggiore riscontrata con gli atleti disabili non è tanto riuscire a farli includere dal restante gruppo di atleti, bensì di far includere noi nel loro mondo che quasi sempre è chiuso e inviolabile.





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Al di là dei risultati eclatanti che l’ASU riporta continuamente nelle competizioni a tutti i livelli. Solo lo scorso fine settimana la società bianconera ha visto impegnati, fra Italia ed estero, ben 104 atlete e atleti di ginnastica artistica (femminile e maschile), ginnastica ritmica e scherma. Molti atleti per molte gare, e soprattutto tantissime medaglie: ben ventuno ori; dieci argenti e undici bronzi.





Il motivo di questa riunione però era un altro: il progetto “Sport e disabilità” e l’argomento principale era la difficoltà di reperire personale tecnico qualificato per la gestione degli atleti disabili.





L’ASU da molti anni è infatti al centro di un movimento che punta a rendere l’attività sportiva fruibile a tutti e, per farlo, si è spesa, grazie al sostegno di numerosi partner, anche nella formazione di tecnici che possano essere di supporto ai portatori di disabilità, nel contesto sportivo. Anche nel corso del 2024 l’attività, grazie al progetto “Sport e disabilità” (che fa da cappello a molte progettualità, come “A proprio agio”; “Giornata dello sport inclusivo”; “Ginnastica inclusiva Eisi”), è stata trasversale e per presentarla, assieme a tutte le progettualità future, la dirigenza ha deciso di organizzare una conferenza a cui hanno partecipato il presidente dell’ASU, Alessandro Nutta, il direttore generale, Nicola Di Benedetto; il presidente di Fondazione Friuli, Giuseppe Morandini; Marina Pittini, presidente della Fondazione Pietro Pittini; Giuliano Clinori, vicepresidente Csen nazionale, presidente della delegazione Fvg e direttore di Special Olympics Fvg oltre che membro della commissione Scuola dello sport del Coni.





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Per questa ragione, come già fatto in passato, ASU e i suoi partner (CSEN e Scuola dello sport del Coni) stanno lavorando per organizzare (nei primi mesi del 2025) un nuovo corso di formazione gratuito per chiunque, con riconoscimento del titolo nazionale sportivo.





La formazione sarà condotta da un gruppo di specialisti (psicologi, medici ed educatori professionali), rivolta a operatori del settore sportivo che desiderano ampliare le proprie competenze sulla disabilità, ma anche e soprattutto, a educatori o insegnanti di sostegno delle scuole dell’infanzia o primarie, persone che, per esperienza e formazione, hanno la giusta predisposizione all’accompagnamento e alla formazione di disabili. L’inserimento del disabile all’interno del gruppo sportivo sarà poi coordinato con l’esperto referente del corso, cercando, di volta in volta, la soluzione più adeguata all’atleta. Il personale qualificato così formato avrà il compito di educatore, in affiancamento al tecnico docente referente del corso, al fine di accompagnare la persona con bisogni speciali all’interno di un percorso sempre più condiviso con gli altri utenti. Una progettualità che però non si intende far restare solo di ASU, coinvolgendo attivamente anche altre associazioni e società sportive, afferenti ad altre discipline, con i loro istruttori e presso le loro sedi.





Quello che è emerso è quindi la necessità di individuare nuove maestranze per lavorare con bambini e ragazzi con disabilità. Personale adeguatamente formato per rispondere a esigenze speciali e assolutamente personali (non esistono due persone con le medesime esigenze): «Siete tutti invitati a partecipare, ha sottolineato il dg, il corso sarà gratuito anche grazie al sostegno di partner fondamentali come la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, attraverso l’Ente di Promozione Sportiva E.I.S.I. (Ginnastica inclusiva, un progetto sperimentale di lavoro di gruppo), la Fondazione Pittini (A proprio Agio/Giornata dello sport inclusivo) e la Fondazione Friuli (Bando Welfare/A proprio Agio), che per prima ha sostenuto questo progetto.





“A proprio agio” (progetto dell’ASU, organizzato in collaborazione con Csen Fvg, Special Olympics Fvg, scuola regionale dello Sport Coni Fvg, e sostenuto da Fondazione Friuli) è coordinato da Chiara Candelotto. Ha già dato i suoi frutti nel corso di questi anni e nel 2024 in particolare, ha visto l’inserimento di bambini con disabilità all’interno dei corsi; il personal training per portatori di disabilità gravi e il monitoraggio di piccoli con disabilità, ma capaci di stare all’interno del gruppo senza affiancamento.





Accanto a ciò è continuata la formazione, con un ciclo di conferenze e il reclutamento di personale, che però tutt’ora non è sufficiente. Ora, dunque, l’ambizione è quella di crescere per poter fornire questo importante servizio a più persone possibili.





«Nell’ultimo anno – ha affermato, in una nota, Mario Anzil, Vicepresidente e Assessore regionale alla cultura e allo sport – abbiamo rivolto grande attenzione ai progetti di sport inclusivo, come quello dell’ASU, a cui va il nostro plauso. Uno degli obiettivi che ci poniamo è sicuramente quello di continuare su questa linea, stanziando risorse e lavorando per rimuovere le barriere che impediscono alle persone con disabilità di partecipare attivamente all’attività sportiva. Parallelamente, pensiamo sia indispensabile intervenire sulla formazione e sulla sensibilizzazione del personale, affinché ogni operatore sia messo nelle condizioni di accompagnare in modo consapevole e responsabile qualsiasi atleta».





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