DiscoverNews – Radio Onda d`UrtoRIETI: AGGUATO MORTALE AI TIFOSI DI PISTOIA. AGLI ARRESTI TRE NEOFASCISTI DELLA “ROCCAFORTE”. DOMENICA FIACCOLATA IN MEMORIA DI RAFFAELE MARIANELLA
RIETI: AGGUATO MORTALE AI TIFOSI DI PISTOIA. AGLI ARRESTI TRE NEOFASCISTI DELLA “ROCCAFORTE”. DOMENICA FIACCOLATA IN MEMORIA DI RAFFAELE MARIANELLA

RIETI: AGGUATO MORTALE AI TIFOSI DI PISTOIA. AGLI ARRESTI TRE NEOFASCISTI DELLA “ROCCAFORTE”. DOMENICA FIACCOLATA IN MEMORIA DI RAFFAELE MARIANELLA

Update: 2025-10-22
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Tre neofascisti, tifosi della Sebastiani Basket Rieti, in arresto. Sono accusati di omicidio ai danni del secondo autista del pullman dei tifosi del Pistoia, il 67enne Raffaele Marianella, con il lancio di mattoni da un cavalcavia. Fanno parte della cosiddetta “Comunità La Roccaforte”, riferimento neofascista per il reatino.


L’accusa è omicidio volontario, una quarta persona è indagata a piede libero. Il Questore di Rieti, Pasquale Fiocco, ha intanto emesso i Daspo per 9 tifosi della Sebastiani basket Rieti. I 9 Daspo riguardano quanto è accaduto al PalaSojourner durante l’incontro tra la Sebastiani e Pistoia, in particolare durante la pausa tra secondo e terzo quarto quando c’erano stati momenti di tensione con l’intervento di Polizia e Carabinieri.


La durata del Daspo, riferisce la Polizia, “sarà di 5anni per 8 tifosi, mentre uno di loro, già sottoposto ad analogo divieto, oltre a rispondere della violazione delle relative prescrizioni, non potrà assistere a manifestazioni sportive per 8 anni”. Ai tre fermati nell’ambito delle indagini successive all’omicidio , invece, “verrà notificato in carcere l’avvio del relativo procedimento amministrativo finalizzato all’emissione del Daspo”.


A una settimana dagli eventi, domenica 26 ottobre, promossa dalla Curia di Rieti si svolgerà una fiaccolata in memoria di Raffaele Marianella. L’appuntamento è alle 18.15 a Contigliano (Rieti), in via Polletti, nei pressi del Centro Pastorale diocesano. “Da lì – si legge in una nota – percorreremo insieme il tratto di strada che conduce al luogo dello scontro. Sarà un modo per affrontare uniti lo sgomento e il dolore, per essere accanto a quanti sono stati feriti in modo indelebile, per ritrovarci e riflettere su ciò che abbiamo trascurato, su quanto non abbiamo compreso, su ciò che richiede la nostra cura. Questo momento potrebbe segnare un nuovo inizio. È indispensabile. Lo faremo in silenzio, perché anche il linguaggio va pacificato, lasciando spazio alla preghiera nei cuori”.


Il punto con Michele Gambirasi giornalista de Il Manifesto che sta seguendo la vicenda Ascolta o scarica 


È stata fissata per domani alle 15 l’udienza di convalida dei tre fermi eseguiti dalla Polizia di Rieti davanti al gip del Tribunale di Rieti, Giorgia Bova. Lo stesso gip, dopo la convalida, procederà ad affidare l’incarico peritale per l’esecuzione dei test del Dna necessari per provare a dare un nome a chi ha scagliato la pietra che ha causato la morte dell’autista Raffaele Marianella, la cui autopsia sarà compiuta sempre domani pomeriggio. La Procura di Rieti, come annunciato questa mattina dal procuratore capo Paolo Auriemma, chiederà la convalida dei fermi e la custodia cautelare in carcere a carico di tutti e tre gli indagati.


Non mancano le speculazioni politiche. Una consigliera comunale di FdI ha additato Ilaria Salis come responsabile morale dell’accaduto. Il commento di Nicoletta Ciferri, segretaria Sinistra Italiana Rieti Ascolta o scarica 


“Quello che è successo a Rieti, ve lo dice una che ci è nata e cresciuta in quella città, è uno specchio brutale ma senza filtri delle condizioni di una buona parte della realtà di provincia e di periferia di questo Paese, di quello che si annida nelle viscere nascoste di luoghi marginali di cui nessuno ricorda il nome o la collocazione geografica e che minaccia di diventare un problema enorme se ci si ostina a ignorarlo. Il mondo non finisce a Roma, a Napoli o a Milano. L’Italia è fatta di una miriade di comuni minori, luoghi sfilacciati, abbandonati persino dalle narrazioni sull’identità, svuotati di energie e prospettive, in cui resta solo chi ha le risorse per permetterselo o chi non ha alternative per evitarlo. Piccoli agglomerati pieni di persone che sono così angosciate e disorientate dalla scomparsa di un’idea di futuro, di un senso di sé e di collettività, da finire col rinchiudersi o lasciarsi rinchiudere in recinti paludosi, dalle dinamiche sempre più tribali forzosamente garantite da ritualità vuote, dove anche uno sport generalmente estraneo ad episodi di violenza conclamata quale è il basket, diventa un pretesto per sfogare frustrazioni irrisolte. Queste sono il frutto marcio e più evidente dell’incapacità di misurarsi con il minimo senso di sconfitta in cui il sistema che abbiamo costruito ci ha precipitato, così tanto da trasformare quella è che una componente naturale dell’esistenza, in un fastidio intollerabile, inammissibile, inaccettabile. Se non usciamo al più presto da questa condizione strutturalmente tossica, per cui non esiste altro che la performatività attraverso cui si vince, si domina, si distrugge l’altro, la violenza tracimerà e diventerà lo standard diffuso dell’interazione tra persone. Credo che chiunque non si voglia rassegnare a vivere in un mondo del genere, fatto di agguati fascisti della domenica sera, priorità sballate, depressione, ansia e sopraffazione, debba impegnarsi con più intensità e convinzione per mettere in discussione l’esistente in modo sano ma deciso. O anche i piccoli, semi-sconosciuti, silenziosi centri che chiamiamo “casa” finiranno per assomigliare ad una desolata terra di nessuno che non ci appartiene e alla quale non apparteniamo più”.


Cosi Eleonora Moronti reatina di nascita laureata in Storia e Civiltà Orientali e in Archeologia e Culture del Mondo Antico all’Alma Mater Studiorum di Bologna dove oggi vive Ascolta o scarica 


Qui la trasmissione intera Ascolta o scarica 


 

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