Umano a chi? - K-PAX di Gene Brewer (Accento)
Update: 2025-05-29
Description
Concludo questo libro con le sensazioni con cui dovrebbe concludersi un buon libro: con sorpresa. Mi capita di rado di partecipare attivamente alle conversazioni tra i personaggi, ma più volte in questa vicenda mi sono trovata a pensare “Te l’ha già detto” “ma come fa ad essere così preciso, forza” “abbandona l’approccio psichiatrico e credigli”. Non è una storia da cardiopalma e colpo di scena, non è una storia di fantascienza, piuttosto racconta della presunzione tutta umana di sapere il massimo dello scibile, di avere la chiave giusta; se dovessi pensare a questo libro come un grafico sarebbe una sinusoide, un saliscendi di certezze che si indeboliscono, poi si fortificano per poi disgregarsi e ricompattarsi. Da fan di Doctor Who - un signore del tempo con sembianze umane e due cuori proveniente dal pianeta Gallifrey - non ho avuto alcuna esitazione a dar fiducia a prot e a ciò che raccontava; credere è un atto di fede e nel rapporto con gli altri spesso tendiamo a dare ascolto alla storia che ci è più familiare e che ci fa impazzire meno, quando ci approcciamo a qualcosa di alieno affrontiamo l’altro con interazioni già conosciute ignorando che ce ne possano essere di diverse, di misteriose, nuove, fresche - del resto siamo umani, cerchiamo forme di vita intelligente nell’universo ma non accettiamo la diversità. prot è un abitante di K-PAX o un paziente psichiatrico che ha inventato una storia quasi convincente? E quanto vale la pena indagare nelle vite degli altri portando avanti la nostra idea?
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