“SONO ANCH’IO UN PALESTINESE”: MONI OVADIA INTERVIENE ALLA DUE GIORNI PER LA MEZZALUNA ROSSA
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Si è svolta sabato 18 e domenica 19 maggio a Nazzano (Roma), un’iniziativa di raccolta fondi a favore dell’organizzazione umanitaria del Movimento Internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa nello Stato di Palestina, intitolata “Chiamata alle arti per la Mezzaluna Rossa Palestinese”.
Un evento a cui hanno partecipato artisti, artigiani e cittadini.e attivi.e, che hanno testimoniato “con le loro opere e il loro impegno l’opposizione netta e chiara a tutte le forme di dominazione criminale e di genocidio dei popoli”.
“La Mezzaluna Rossa Palestinese è un presidio medico e di primo soccorso. I medici, gli infermieri, gli ausiliari, i volontari rischiano ogni giorno in prima persona e con pochi mezzi a disposizione nel tentativo di salvare le ultime vite rimaste, sono continuamente osteggiati, bombardati ed aggrediti dall’esercito israeliano”.
Alla due giorni è intervenuto anche Moni Ovadia. Negli audio che vi proponiamo, Ovadia ha invitato a non allentare la tensione e l’attenzione, sottolineando la necessità di rimanere attivi, come attivisti e attiviste, di mettere in campo delle iniziative anche concrete “per le difficoltà che il popolo palestinese dovrà continuare ad affrontare nei prossimi anni” in seguito al genocidio.
L’attore, cantante e scrittore italiano di origine ebraica sefardita, ha sottolineato che “il fatto che gli ebrei abbiano subito la Shoah, non legittima nessuna forma di oppressione, di brutalità, di violenza, di crudeltà e di cinismo”. Ovadia, ha ricordato un principio che definisce ineludibile: “non c’è peggiore disgrazia per una società e per un popolo che diventare carnefice di un altro popolo” e che “bisogna smetterla con il vittimismo”, sentimento legato alla “perversione della memoria” di cui si fa “un uso strumentale e criminale”, riprendendo le parole di Norman Finkelstein, figlio di sopravvissuti all’olocausto e autore del libro “L’industria dell’olocausto”.
Moni Ovadia si schiera anche “contro l’assunzione della memoria dell’olocausto da parte degli israeliani, poiché si tratta di un popolo diverso” da quello sterminato dai nazisti: “le vittime della Shoah erano ebrei della diaspora, indifesi, calunniati (…) gli israeliani invece nella loro storia sono sempre stati sostenuti, armati e hanno avuto l’esercito più potente del Medio Oriente… non è un’eredità che automaticamente si può assumere”.
Vi proponiamo un estratto dell’intervento di Moni Ovadia. Ascolta o scarica
Il nostro collaboratore Stefano Bertoldi ha chiesto a Moni Ovadia se avesse notizie di dissidenza in terra di Palestina e Israele. Ascolta o scarica







