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GRANDI TERME DI AQUILEIA, NUOVE STRAORDINARIE SCOPERTE

GRANDI TERME DI AQUILEIA, NUOVE STRAORDINARIE SCOPERTE

Update: 2024-12-03
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Description

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Un’abside (ambiente semicircolare) monumentale di circa 30 metri di ampiezza, una decina di parti di statue di divinità e di imperatori, o alti dignitari, e frammenti di colonne, tra cui una colossale del cosiddetto marmo africano (l’odierna Turchia). Sono le principali scoperte fatte nell’area delle Grandi Terme di Aquileia dagli archeologi dell’Università di Udine nell’ultima campagna di scavi. Gli studiosi dell’Ateneo friulano hanno inoltre scoperto che la costruzione del complesso è iniziata intorno al 300 d.C., cioè almeno un decennio prima di quanto finora ipotizzato. E questo grazie all’analisi radiocarbonica di un palo di ontano utilizzato dai romani per la bonifica dell’area al momento della costruzione dell’edificio e portato alla luce durante gli scavi.





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La missione è condotta su concessione ministeriale, in accordo con la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per il Friuli Venezia Giulia, con la collaborazione scientifica e il supporto finanziario della Fondazione Aquileia.





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Le ricerche sono condotte da un team di archeologi del Dipartimento di Studi umanistici e del patrimonio culturale dell’Università di Udine guidato da Matteo Cadario, insieme a Marina Rubinich e Antonio Dell’Acqua, e con la collaborazione scientifica della Fondazione Aquileia e del suo direttore, Cristiano Tiussi. Agli scavi hanno partecipato anche 35 studenti dei corsi di laurea triennale e magistrale dell’Ateneo e della Scuola di specializzazione in beni archeologici.





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«Le novità portate alla luce sono di valore straordinario sia per lo stato di conservazione delle strutture che per il significato dei reperti rinvenuti per la ricostruzione della funzione dell’edificio» sottolinea il direttore degli scavi Matteo Cadario.





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Nel corso dei 23 anni di scavo dell’area, iniziato nel 2002, l’Ateneo friulano sta progressivamente mettendo in luce la grandiosità e lo sfarzo delle Grandi Terme, confermando anche l’importanza strategica di Aquileia durante l’impero romano.





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La Soprintendenza





«Le evidenze emerse e i nuovi dati acquisiti grazie agli scavi dell’Università di Udine – dichiara la Soprintendente, Valentina Minosi – dimostrano l’importanza della collaborazione proficua che si è da anni instaurata fra Università e Soprintendenza e che si esplicita attraverso l’affidamento in concessione delle attività di scavo da parte del Ministero della cultura e attraverso il costante confronto fra le Istituzioni sulle indagini conoscitive svolte e per assicurare le attività di tutela».





Le immagini





In tre video si possono vedere alcune fasi delle ricerche nell’area delle Grandi Terme e una panoramica delle scoperte: 1) Studenti al lavoro nel caldarium e panoramica dell’abside del frigidarium, https://youtu.be/mLkFxhd6KNE ; 2) L’abside del frigidarium, https://youtu.be/g_7_xiPNIak ; 3) Panoramica dell’abside del frigidarium, dell’aula del frigidarium e della campagna di scavo in corso nel caldarium, https://youtu.be/tUbS36ov1S8 .





La grande abside del frigidarium





La scoperta dell’abside di 30 metri, muri compresi, è avvenuta nell’area del percorso balneare delle terme. Era infatti aperta sulla grande aula del frigidarium (la zona destinata ai bagni in acqua fredda). Pavimentata in lastre di marmo e di calcare, l’abside chiude a est l’asse centrale delle terme. Trova una perfetta corrispondenza nella più piccola abside del caldarium (la zona destinata ai bagni in acqua calda), larga 15 metri, situata sul lato opposto e messa in luce tra il 2021 e il 2023. Le fondazioni dei muri dell’abside, larghe più di 5 metri, dovevano sostenere un imponente alzato a più piani che doveva contenere nicchie per statue e serviva anche da facciata monumentale delle terme verso la città di Aquileia.





«È una novità eccezionale – spiega il professor Cadario – che conferma ulteriormente lo splendore e la maestosità dell’edificio e consente di comprenderne meglio la pianta. Come si comprende dai confronti con le terme Erculee di Milano e con le Kaiserthermen di Trier, il modello è caratteristico delle terme imperiali di età tetrarchica, ossia costruite tra il 293 e il 305 d.C., quando l’impero fu governato da quattro imperatori».





Le statue e la colonna





Nel corso dello scavo è stata scoperta anche una decina di frammenti di statue di epoche diverse. Le statue furono riunite all’inizio del IV secolo d.C. per ornare adeguatamente il frigidarium, che si presentava quindi come la sala più splendida dell’edificio. Spiccano due parti di statue maschili in toga, una in origine colossale, e una statua con indosso la corazza di dimensioni pari al vero, probabilmente raffiguranti in origine imperatori o alti dignitari. Ma sono stati trovati anche alcuni frammenti di statue di divinità, tra cui la parte inferiore di un Esculapio, dio della medicina, e una probabile statuetta di Giove con egida (la pelle della capra Amaltea che il dio usava come mantello).





Sono stati portati alla luce anche diversi elementi dell’architettura dell’edificio, che spesso dovevano essere stati recuperati da edifici più antichi per essere riusati.





«Il frigidarium doveva ospitare colonne colossali di marmo africano – commenta Antonio Dell’Acqua – e basi riccamente decorate, simili a quelle impiegate nelle terme inaugurate da Caracalla a Roma nel 216 d.C.»





Dalla stessa zona proviene anche la statua di Diomede scoperta dagli archeologi dell’Ateneo friulano nel 2003 a conferma della ricchezza dell’arredo scultoreo che contribuiva a trasformare le terme imperiali tardoantiche in “musei”.





Le indagini proseguir

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