Fabio De Pandi: Ucciso A 11 Anni In Via Catone Da Una Pallottola Vagante
Update: 2021-02-05
Description
E’ il 20 luglio 1991 e Fabio e Stefania De Pandi stanno trascorrendo una splendida serata di giochi in compagnia dei figli degli Alfano, amici di famiglia da cui sono andati a cena insieme ai genitori.
Risate e divertimento hanno fatto trascorrere il tempo velocemente, tanto che papà Gaetano e mamma Rosaria decidono che è ora di riportare a casa i piccoli per metterli a letto.
Salutati gli amici, escono dal portone in via Catone e si dirigono verso la loro macchina, parcheggiata a pochi metri dall’abitazione. E’ sera tarda e in strada non c’è quasi nessuno. A popolare quella via solo un gruppetto di tre ragazzi, tutt’altro che tranquilli perché hanno tutti precedenti penali e si guadagnano da vivere vendendo droga e sigarette.
Proprio mentre i De Pandi si affrettano a raggiungere la macchina, un’auto sfreccia nella via e dal finestrino partono alcuni colpi di pistola, indirizzati proprio a quella poco raccomandabile comitiva che si era messa a smerciare droga in una zona già presidiata. Una resa dei conti in piena regola, dunque, che farà però perdere la vita solo a un piccolo innocente. L’unico ad essere colpito da quei proiettili vaganti è infatti Fabio De Pandi che viene colpito al braccio da una pallottola che conclude però la sua corsa nel petto.
«Mi brucia il braccio». Questa l’ultima frase che pronuncia il bambino prima di perdere conoscenza e morire nel suo trasporto verso l’ospedale.
In quella zona comanda il clan Puccinelli, quei proiettili erano indirizzati a personaggi il cui stile di vita era lontano anni luce da quello della famiglia De Pandi. Non è la prima volta, però, che nella guerra della malavita a rimetterci la vita sono dei poveri innocenti.
Risate e divertimento hanno fatto trascorrere il tempo velocemente, tanto che papà Gaetano e mamma Rosaria decidono che è ora di riportare a casa i piccoli per metterli a letto.
Salutati gli amici, escono dal portone in via Catone e si dirigono verso la loro macchina, parcheggiata a pochi metri dall’abitazione. E’ sera tarda e in strada non c’è quasi nessuno. A popolare quella via solo un gruppetto di tre ragazzi, tutt’altro che tranquilli perché hanno tutti precedenti penali e si guadagnano da vivere vendendo droga e sigarette.
Proprio mentre i De Pandi si affrettano a raggiungere la macchina, un’auto sfreccia nella via e dal finestrino partono alcuni colpi di pistola, indirizzati proprio a quella poco raccomandabile comitiva che si era messa a smerciare droga in una zona già presidiata. Una resa dei conti in piena regola, dunque, che farà però perdere la vita solo a un piccolo innocente. L’unico ad essere colpito da quei proiettili vaganti è infatti Fabio De Pandi che viene colpito al braccio da una pallottola che conclude però la sua corsa nel petto.
«Mi brucia il braccio». Questa l’ultima frase che pronuncia il bambino prima di perdere conoscenza e morire nel suo trasporto verso l’ospedale.
In quella zona comanda il clan Puccinelli, quei proiettili erano indirizzati a personaggi il cui stile di vita era lontano anni luce da quello della famiglia De Pandi. Non è la prima volta, però, che nella guerra della malavita a rimetterci la vita sono dei poveri innocenti.
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