Per la Palestina, contro l’occupazione coloniale e contro il sionismo diverse le iniziative solidali oggi, sabato 11 ottobre 2025, in mezza Europa.

Cortei di massa ad Amsterdam, Oslo (in concomitanza con la partita di calcio tra Norvegia e Israele, che martedì sarà a Udine). E ancora: Berlino e Londra (in foto), con centinaia di migliaia di persone nel centro della capitale inglese. A Bruxelles invece oltre 100 arresti in un’azione diretta dentro ArcelorMittal, “complice – spiegano attiviste-i dal Belgio –  del genocidio”.

In Italia cortei a Milano, Bologna, Firenze, Arezzo, Termoli, tra le città mobilitate.

Le corrispondenze su Radio Onda d’Urto:

Da Milano, Elio del Centro Sociale Vittoria. Ascolta o scarica.

Da Torino Emma, del Collettivo Universitario Autonomo. Ascolta o scarica.

Da Bologna Federico della Redazione Emilia-Romagna di Radio Onda d’Urto. Ascolta o scarica.

Le valutazioni conclusive della mobilitazione di Milano con Falastin di API – Associazione dei Palestinesi in Italia. Ascolta o scarica.

Oltre ai cortei, per la Palestina, libera dal fiume al mare, una miriade di altre iniziative dal basso, tra assemblee – per capire come portare avanti il movimento “Blocchiamo Tutto” – e appuntamenti solidali di varia natura. A Brescia la due giorni “Insieme per la Palestina” al Csa Magazzino 47; già sold out la cena di stasera, con 130 persone prenotate per sostenere le spese sanitarie delle persone –giovanissime – colpite nelle cariche di piazza Repubblica del 22 settembre. Porte aperte invece domenica, fin dalle ore 15.30, con una giornata tra workshop, bancarelle di prodotti palestinesi e, alle ore 18, la presentazione del libro di Gaza FreeStyle. “Rompere il muro. 10 anni di carovane solidali a Gaza”.

Da ultimo, domani, domenica, in Umbria, c’è la marcia pacifista Perugia – Assisi, dedicata in parte alla Palestina, ma più in generale ai conflitti in giro per il mondo, secondo i temi classici della nonviolenza “per la pace e la fraternità”, lo slogan 2025.

PALESTINA – In Palestina, intanto. il rilascio dei prigionieri potrebbe avvenire nella notte tra domenica e lunedì, per garantire la…passerella mediatica a Trump, atteso lunedì prima a Tel Aviv e poi in Egitto, per la firma formale dell’intesa sul cessate il fuoco. Resta tuttavia alta la tensione sui prigionieri: Tel Aviv rifiuta di liberare, Marwan Barghouti – popolarissimo leader laico e progressista di Fatah – e Ahmad Saadat, segretario FPLP. Anche il dottor Hussam Abu Safiya, direttore dell’ospedale Kamal Adwan rapito a dicembre, non dovrebbe essere rilasciato, al pari del dottor Marwan Al Hams, direttore degli ospedali da campo di Gaza, dove salgono a 155 i cadaveri ritrovati solo oggi sotto le macerie; erano morti da giorni.

L’Onu, intanto, ha ricevuto il via libera per iniziare a far entrare aiuti a Gaza a partire da domenica. Già oggi un centinaio di camion, del Comitato Egiziano per Gaza, sono entrati da Rafah, a sud. A nord è in corso un regolamento di conti tra Hamas e le milizie Abu Shabaab, Helles, al-Mansi e al-Astal, alleate di Israele. Si parla di arresti e anche di uccisi, ma non ci sono al momento dati precisi. Sempre Hamas ha tuttavia fatto sapere di aver richiamato in servizio 7.000 membri delle proprie forze di sicurezza, nominando 5 nuovi governatori, tutti con esperienza militare. Unità armate di Hamas si sono già schierate in diversi distretti, alcune con abiti civili e altre invece con le uniformi blu della polizia di Gaza…esattamente come accadeva prima del genocidio, quello che in teoria avrebbe dovuto – nella narrazione distorta di Tel Aviv – “sradicare” Hamas dalla Striscia.