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Author: acchiappamappa

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Acchiappamappa è un blog di viaggi, uno spazio dove condividere con altre persone viaggiatrici la nostra smisurata passione per i viaggi e per qualsiasi attività all’aria aperta.

Nasce dalla voglia di raccontare le nostre esperienze, di aiutare altre famiglie attraverso suggerimenti su cose già testate da noi infatti tutto quello che leggerete nel blog è frutto reale delle nostre avventure.
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Pentedattilo è una frazione di Melito Porto Salvo, a metà strada tra mare e monti e a pochi chilometri da Reggio Calabria. Affacciato sul Mar Jonio ma incastonato tra le rocce del Monte Calvario nel Parco dell’Aspromonte e nel cuore dell’area grecanica calabrese. E’ anche soprannominato "La mano del diavolo" per l’imponente roccia che lo sovrasta che ricorda una grossa mano aperta, appartenente forse al diavolo. Il borgo di Pentedattilo diventa disabitato verso fine ‘700 in seguito ad un terremoto. I suoi abitanti sgombrarono pian piano le loro abitazioni per la continua minaccia di alluvioni. Viene poi definitivamente dichiarato inabitabile nel 1971. Negli ultimi anni hanno preso vita progetti di ripristino del borgo per farlo tornare al suo antico splendore. Sono state aperte botteghe artigianali e un ristorante. Alcune vecchie case ristrutturate sono diventate un albergo diffuso e la pavimentazione della strada principale è stata restaurata. La leggenda narra che nel borgo vivevano due famiglie nobili in contrasto tra loro: gli Alberti e gli Abenavoli. il barone Abenavoli voleva sposare Antonietta Alberti, ma la donna era già promessa in sposa al figlio del vicerè di Napoli. Per questo il barone, accecato dalla rabbia, la notte di Pasqua entrò nel castello e si vendicò di tutti graziando solo Antonietta. La leggenda vuole che quando il vento si infila tra le “dita del diavolo” si sentono ancora le urla e i gemiti delle persone uccise al castello. Un luogo davvero suggestivo dove perdersi tra le viuzze, fermarsi ad ascoltare un silenzio surreale e lasciarsi avvolgere da quell’alone misterioso che la sua storia trasmette. Tra le cose da vedere oltre ai ruderi del castello, la Chiesa dei Santi Pietro e Paolo e le tante botteghe artigianali con prodotti tipici.
Tra le meraviglie della Riviera dei Cedri, la Spiaggia dell’Arcomagno a San Nicola Arcella è una tappa obbligatoria. Un imponente arco di roccia nascosto tra le scogliere frastagliate della costa, un mare turchese, una vegetazione selvaggia e dei tramonti che sono difficili da dimenticare. Questa piccola caletta è composta da ciottoli e ghiaia fine ed è bagnata da un mare trasparente che quasi ricorda un’ambientazione esotica. La laguna a forma di mezza luna è lunga circa 25 metri ed è protetta da un arco in pietra che si erge fino a 20 metri di altezza. Il suo nome deriva proprio da questo monumento naturale che contraddistingue la spiaggetta e la rende diversa da tutte le altre. Sul lato sinistro della scogliera trovi anche la Grotta del Saraceno, una cavità formata con il passare dei secoli dall’erosione dell’acqua che conserva al suo interno una sorgente di acqua dolce. Si narra infatti che questa grotta in passato fungeva da rifugio per i Saraceni che arrivavano dal mare per attaccare le coste calabresi. Superati scogli e rocce si nasconde un’altra piccola baia con l'Arco di Enea. Prese il nome di Spiaggia di Enea in quanto la leggenda vuole che l’eroe mitologico passò proprio da queste spiagge dopo la caduta di Troia. Puoi raggiungere la Spiaggia dell’Arcomagno a piedi percorrendo un sentiero che parte dalla contrada Marinella di San Nicola Arcella oppure via mare con una gita in barca o noleggiando pedalò e canoe. Il percorso a piedi risale il promontorio per poi scendere verso l’insenatura e regala panorami meravigliosi sull’intera costa. Il momento più magico da vivere all’Arcomagno è il tramonto. Infatti il sole scende proprio in mezzo all’arco prima di tuffarsi nel mare, lasciando tutte le sue sfumature calde a riflettersi sull’acqua. Quest’atmosfera romantica molto spessa viene rovinata dal sovraffollamento di gente.
Il Pozzo di San Patrizio a Orvieto è un vero e proprio capolavoro di ingegneria nel cuore dell’Umbria. La struttura scavata nella roccia fu costruita tra il 1527 e il 1537 da Antonio da Sangallo il Giovane per volere di Papa Clemente VII. Il Pontefice però non riuscì a vedere realizzata l’opera che fu terminata dal suo successore Paolo III Farnese. La funzione era quella di garantire acqua ai cittadini ogni giorno dell’anno, anche in caso di calamità o in periodi di lungo assedio. Ha forma cilindrica del diametro di 13 metri ed è profondo 58 metri. I gradini del Pozzo di San Patrizio sono 248 illuminati da 72 finestre e sul fondo del pozzo si trova una sorgente naturale che mantiene costante il livello dell’acqua grazie ad un emissario che fa scorrer via l’acqua in eccesso. Per raggiungere il fondo devi percorrere due scale elicoidali a senso unico. In pratica sono due rampe a chiocciola autonome tra loro e accessibili da due porte differenti. Le rampe sono state costruite una sopra l’altra per consentire ai muli che risalivano con l’acqua estratta di non ostacolarsi con quelli che scendevano. Mano a mano che si scende la luce diminuisce nonostante i finestroni creati sulle scale. Una volta raggiunta la sorgente sul fondo puoi attraversare un ponticello per imboccare l’altra scalinata che risale. Mi raccomando, una volta sul ponte non dimenticarti di lanciare in acqua una monetina e di esprimere un desiderio.
La Valle di Predarossa in Val Masino è una delle Riserve Naturali della Lombardia più suggestive e caratteristiche. Il nome “Pietra Rossa” deriva dal tipico colore rossastro delle sue rocce dovuto dall’incontro tra il granito del Plutone del Masino e le serpentiniti della Valmalenco. Predarossa si sviluppa su due piane a livelli differenti circondate da alte cime di rocce rosse e grigie e dalle nevi del ghiacciaio. L’unicità del luogo è data dal fiume Duino che con le sue anse sinuose si snoda per le piane come fosse un grande serpente. La panoramica dall’alto è una di quelle che regala l’effetto “WOW”. Si parte da 1955 metri di altitudine per salire fino agli oltre 2500 metri del Rifugio Ponti in un ambiente di alta montagna dove il Monte Disgrazia, con i suoi 3678 metri, domina l’intera vallata e protegge le nevi perenni del ghiacciaio di Predarossa. Puoi accedere alla riserva solo se hai acquistato online il pass sulla piattaforma www.valmasino.travel. E’ ammesso l’ingresso ad un massimo di 50 veicoli al giorno esclusivamente su prenotazione al costo di 10,00 €. Sia la prima che la seconda piana a mio avviso sono fattibili senza grossi problemi da tutti. Per salire al rifugio valuta il tuo livello di preparazione perché il sentiero diventa più esposto e le pendenze più impegnative.
Il percorso all’interno del Museo Diocesano di Rossano si divide in due parti: il primo dedicato al Codice Purpureo, mentre il secondo alla storia della Diocesi cittadina attraverso l’esposizione di oggetti e opere d’arte. Si tratta del primo museo diocesano istituito in Calabria nel 1952. I codici purpurei sono libri liturgici formati da pergamene intinte nella porpora con i testi scritti in oro e argento. Erano definiti oggetti di lusso utilizzati solo dalle classi nobili per gli eccessivi costi di realizzazione. Più nello specifico il Codice purpureo di Rossano si presume abbia origini greche risalenti al VI secolo. Secondo alcuni studiosi fu realizzato in Siria e giunto a Rossano in seguito alle migrazioni dei monaci basiliani in fuga dall’Oriente. Infatti il Codex viene citato solo dall’800 in alcuni documenti storici di Rossano. E’ costituito da 188 fogli di pergamena che raccoglie i vangeli di Marco e Matteo. Inoltre conserva integralmente 15 miniature che rappresentano Marco e alcuni atti della vita di Gesù. Attualmente il documento è conservato in una teca climatizzata che assicura lo stato di conservazione dell’opera. Nel 2015 il Codex di Rossano diventa Patrimonio UNESCO nella categoria “Memory of the World”.
Il museo Giorgio Amarelli nasce nel 2001 e ancora oggi è l’unico museo al mondo dedicato al mondo della liquirizia. L'obiettivo è quello di raccontare la storia della liquirizia e dell’attività della famiglia Amarelli iniziata nel XVIII Secolo. Il percorso all’interno del Museo della Liquirizia di Rossano Calabro si snoda tra antichi strumenti di lavoro, stampi in bronzo, abiti, oggetti e documenti legati alla famiglia Amarelli che da secoli tramanda la produzione della celebre liquirizia. Si può comprendere i segreti dell’estrazione, della lavorazione e della commercializzazione della radice da cui si ricava la liquirizia, pianta che cresce spontanea sulla costa ionica. Al termine della visita guidata è prevista una degustazione di liquirizia in tutte le sue forme accompagnata da un calice di birra artigianale aromatizzata alla radice di liquirizia calabrese. La visita guidata è gratuita ed è accompagnata costantemente dal dolce profumo di liquirizia che appassiona grandi e bambini.
Corigliano Calabro è un autentico borgo della Calabria immerso nel Parco Naturale della Sila, in provincia di Cosenza. Il suo centro storico sorge su una collina ed è dominato dall’imponente Castello Ducale, simbolo della città. Il maniero risale al XI secolo e ancora oggi custodisce il suo fascino. Un immenso patrimonio storico e artistico che racchiude oltre mille anni di storia in cui da fortezza difensiva si è trasformato in residenza signorile. La struttura ha una forma quadrangolare con quattro torri cilindriche agli angoli, mentre gli interni sono davvero incantevoli e ricchi di statue, affreschi e vetrate colorate. La visita parte attraversando il ponte levatoio per poi catapultarsi in un mondo d’altri tempi. Tante le stanze e cimeli da ammirare ma ti consiglio di non perdere: • Prigione del Monaco: chiamata così perché ospitò per 2 anni un monaco Carmelitano che violentò una diciottenne nella Chiesa del Carmine. A fine ‘800 il locale venne adibito a dispensa per la conservazione dei cibi. Attualmente all’interno della prigione sono visibili degli strumenti di tortura come la “gogna” e la “sedia chiodata”. • Salone degli specchi: un meraviglioso locale caratterizzato da grandi specchi incorniciati da stucchi e decorazioni dorate. A completare l’eleganza elaborata del barocco divani in raso, dipinti ed enormi lampadari in cristallo. La stanza fu decorata da Ignazio Perricci da Monopoli e la particolarità è che lo stesso maestro, poco dopo, venne chiamato per realizzare il Salone degli Specchi del Quirinale, attenta riproduzione di quello coriglianese. • Torre Mastio: La prima torre di avvistamento costruita intorno agli anni 1000 dai Normanni. Verso la fine del 1600 sul primo nucleo fu costruita una torretta ottagonale e nel 1800 il pittore Girolamo Varni affrescò i vari livelli. Non perderti la salita su scala elicoidale in ghisa posizionata al centro della torre. Con i suoi 134 gradini permette una bella vista sulla città e sui territori circostanti.
Il parco fluviale Sentierelsa è uno dei percorsi naturalistici più belli di tutta la Toscana. Il Sentierelsa trail è molto semplice da percorrere e non è ad anello. Quindi una volta percorsi i 2km dell’andata devi tener conto degli altrettanti 2 km per ritorno. Si procede al fresco della vegetazione costeggiando il fiume Elsa dove puoi rilassarti oppure fare il bagno. Dopo essere scesi per 200 mt circa lungo il percorso ti trovi davanti la cascata del Diborrato. Una rapida di 15 metri di altezza che si getta in una grande pozza profonda oltre 10 metri e circondata da pareti rocciose ricoperte da vegetazione, quasi fosse un luogo esotico. Il fiume Elsa supera dislivelli, vasche naturali calcaree e piccole rapide create da massi bianchi. Il cammino attraversa più volte il fiume con ponticelli e guadi in pietra messi in sicurezza da corde per facilitarne il passaggio. Oltretutto il parco fluviale di Colle Val d’Elsa è soggetto a fenomeni idrotermali sotterranei che lasciano tracce di zolfo e altri minerali. La deposizione del carbonato di calcio causa la formazione di vasche bianche calcaree che donano al fiume il suo caratteristico colore turchese.
Bagnacavallo è un piccolo borgo medievale visitabile a piedi in qualche ora, ma ricco di gioiellini nascosti. Ecco le cose da non perdere. Piazza della Libertà: su cui si affacciano i principali edifici cittadini. Puoi ammirare quindi Palazzo Comunale, lo splendido Teatro Goldoni, Palazzo Vecchio e la sua Torre Civica. Teatro Goldoni: una vera chicca del centro storico. Viene costruito tra 1839 al 1845. Al suo interno puoi notare la sua forma a ferro di cavallo, tanto da essere chiamato “Piccola La Scala”. Meravigliosi i parapetti e le volte decorate con stucchi e affreschi. Il sipario che vedi è ancora l’originale dipinto a tempera. Piazza Nuova: Un bel piazzale ovale e porticato del 1758 ancora oggi perfettamente conservato. In origine la piazza aveva uno scopo commerciale e ospitava mercati di carne, pesce e olio. Oggi invece al suo interno sorge un’osteria tipica con i tavolini che occupano l’intero perimetro ed alcune botteghe artigianali. Vicolo degli Amori: stretta viuzza pavimentata in cotto e illuminata di sera da lampioncini che regalano ancora più fascino al luogo. Giardino dei Semplici: orto botanico di Palazzo Graziani dove puoi passeggiare nel più totale silenzio ammirando viti, rose e altri fiori rampicanti ma anche conoscere piante da frutto, erbe officinali e destinate alla cucina. Pieve di San Pietro in Sylvis: appena fuori da centro trovi l’antica chiesa battesimale degli inizi del VII secolo in cui puoi ammirare meravigliosi affreschi trecenteschi attribuiti a Pietro da Rimini e alla sua scuola. Convento di San Francesco: il più antico monastero di Bagnacavallo e uno dei primi conventi in Italia nati dopo la morte del santo. Oggi è di proprietà statale e in parte ospita un’elegante struttura ricettiva e in parte è destinato a ospitare eventi, spettacoli, meeting e cerimonie.
Votigno di Canossa è un borgo medievale tra i più antichi e meglio conservati d’Italia che custodisce al suo interno “La Casa del Tibet”. Un agglomerato di case in pietra, un’originale piazzetta con scacchiera, suggestive statue del Buddha disseminate qua e là e altri simboli della religione tibetana. Il borgo ha origini medievali quando Matilde di Canossa aveva un ruolo fondamentale nelle vicende storiche. Si pensa infatti che questo centro abitato protetto e nascosto tra le colline veniva usato come rifugio per i soldati di Matilde, come si deduce dalla torre di avvistamento che svetta sopra gli altri edifici. Questo permetteva di attaccare a sorpresa il nemico proteggendo il castello della contessa poco distante. Dagli anni ’60 grazie a volontari ed artigiani è tornato al suo originario splendore rispettando storia e cultura del posto e diventando uno dei Patrimoni UNESCO. Solo nel 1990 invece è stata fondata La Casa del Tibet ad opera di Stefano Dallari con il benestare del Dalai Lama che venne a visitare il borgo nel 1999. Questo monastero buddista è l’unico in Italia ed anche il primo in Europa.
La Piana di San Tomaso si trova nel comune di Valmadrera, in provincia di Lecco. Si tratta di una terrazza naturale a 580 metri di altitudine con uno splendido panorama sui laghi e sulle montagne lecchesi. Questo pianoro è una meta perfetta per famiglie con bambini. Infatti una volta raggiunto San Tomaso puoi rilassarti in un grandissimo prato incorniciato da mandorli che in primavera danno il meglio di sé con la loro fioritura. Hai tanto spazio per giocare con i bambini oppure per fare un picnic. Proprio al centro del prato si trova la chiesetta che si affaccia sulla valle. E’ possibile pranzare e rinfrescarsi al Ristoro OSA che mette a disposizione diversi tavoli all’aperto. Per raggiungere il pianoro puoi scegliere tra 3 sentieri: 1. La semplice mulattiera che parte dalla località Belvedere in centro a Valmadrera 2. Il sentiero dei massi erratici, un classico cammino di montagna dove puoi ammirare grossi massi caduti in seguito allo scioglimento dei ghiacciai. L’imbocco del percorso è al cimitero nuovo. 3. Il Sentiero delle Vasche, percorso attrezzato con catene, staffe e passaggi esposti adatto ad escursionisti esperti. Si parte dalla Chiesa di San Martino, proprio sopra al cimitero nuovo.
Il Sentiero delle Vasche a Valmadrera è un’escursione che attraversa la forra del torrente Inferno risalendo le sue rapide tra guadi e valichi rocciosi. Lungo il percorso trovi un susseguirsi di pozze limpide, salti d’acqua e cascate dove rinfrescarti. La partenza è presso il Santuario di San Martino dove trovi i cartelli che indicano l’inizio del cammino. La prima parte del Sentiero delle Vasche è costituita da massi da superare, vari attraversamenti del torrente e salite su gradoni scavati nella roccia. Nel secondo tratto le difficoltà diventano decisamente maggiori. Devi percorrere passaggi esposti messi in sicurezza da catene, superare massi granitici con l’aiuto di staffe e corde metalliche. Puoi osservare anche un’incisione rupestre su un masso erratico ben segnalata da un cartello. Il percorso termina in località Taja Sass, a 623 mt dove in passato venivano tagliati i massi erratici per ricavare lastre di pietra pregiata. Ti accorgi di essere arrivato in zona quando ti trovi davanti un grosso masso già tagliato ma inutilizzato a causa di una frattura interna della roccia. Qui è stata installato un tavolo con panchine per una pausa pic nic.
Per l’escursione al Rifugio Bietti Buzzi si percorrono i sentieri del Parco Regionale della Grigna Settentrionale. Si parte dal Cainallo a Esino Lario per arrivare al rifugio in circa due ore. Dal parcheggio imbocca il sentiero n. 24 che nel primo tratto attraversa una fresca faggeta in costante salita. Dopo circa 40 minuti risali gli alti gradoni fino ad uscire dal bosco nei pressi della Bocchetta di Prada con davanti uno splendido panorama sul Monte Croce. Questo valico a 1653 mt era usato come avamposto dai partigiani durante la guerra di Liberazione. Prendendo il sentiero di sinistra dopo pochi minuti raggiungi il bivacco 89a Brigata Poletti, dedicato ai Caduti dove trovi alcune panchine per una sosta. Riparti lungo il saliscendi del sentiero che ora si sviluppa lungo il crinale panoramico da cui ammirare scorci sul Lago di Como e sui monti che lo circondano. Finalmente raggiungi il simbolo della Grigna Settentrionale, la Porta di Prada immersa in un meraviglioso scenario. Si tratta di una formazione rocciosa a forma di arco con al centro una croce. Il percorso da questo punto si fa più roccioso con alcuni ghiaioni da attraversare. Ti servirà ancora circa un’ora di cammino per raggiungere il Rifugio Bietti Buzzi a 1719 metri di altitudine. Ammira la bella vista panoramica sul Lago di Como da un lato e sulle pareti del Grignone dall’altro.
Se cerchi un punto panoramico spettacolare dove ammirare Como e il suo lago dall’alto ti consiglio il Faro Voltiano di Brunate. Dalla sommità del faro hai una vista pazzesca che spazia dalle Alpi fino alla Pianura Padana. Nelle giornate più limpide lo sguardo riesce a raggiungere il Monte Rosa da una parte e persino la Madonnina del Duomo di Milano dall’altra. Il Faro Voltiano si trova a Brunate in località San Maurizio, proprio in cima al Monte Tre Croci. Venne costruito nel 1927 da un’idea dell’ingegnere Gabriele Giussani come omaggio ad Alessandro Volta a 100 anni dalla sua morte. L’inventore della pila elettrica era nativo proprio di Como. Si tratta di una torre a pianta ottagonale alta 29 metri al cui interno si snoda una scala a chiocciola che permette di raggiungere due balconate circolari. La prima la trovi dopo qualche rampa di scale, mentre la seconda dopo aver scalato tutti i 143 gradini e aver raggiunto la lanterna sulla cima esterna. Da Como raggiungi con la funicolare Brunate e poi prosegui a piedi sulla mulattiera per San Maurizio per una mezz’ora abbondante fino ad arrivare ai piedi del faro. Il biglietto d’ingresso per il faro costa 2,00€, mentre i bambini pagano 1,00€.
Il Sentee di Sort è un trekking panoramico sopra il Lago di Como. Questo sentiero del Triangolo Lariano è breve e piuttosto semplice. Si snoda su mezza costa tra boschi, terrazzamenti, antiche costruzioni a secco e vecchie cave di pietra. Con i bambini devi prestare però sempre la massima prudenza perché seppur il percorso è prevalentemente pianeggiante con qualche saliscendi ci sono dei passaggi stretti e senza protezioni in cui magari i bimbi hanno bisogno di un aiuto. In un punto sono state installate delle catene per facilitare il transito. Il percorso parte da Rovenna, frazione di Cernobbio per arrivare a Moltrasio. E’ lungo 2,5 km con 250 m di dislivello. Noi ci abbiamo impiegato circa un’ora considerando anche le pause per immortalare i panorami meravigliosi che si presentavano davanti ai nostri occhi. E’ molto scenografico e alterna tratti di terra battura a lastroni in pietra e scaloni. Attraversa ruderi di antiche cascine, stalle diroccate per animali e muri a secco fino ad arrivare alla località Niasc dove si trovano le vecchie cave di Pietra di Moltrasio.
Sant’Agata Feltria è un piccolo borgo medievale dell’entroterra riminese ben conservato, ricco di arte, storia e magia. Il simbolo del paese è Rocca Fregoso, fortificazione arroccata sulla roccia che domina l’intera valle del Savio. Al suo interno trovi il Museo delle Fiabe che è riuscito a catturare l’attenzione dei bambini e far fantasticare anche noi grandi. All’interno del centro storico di Sant’Agata Feltria siamo andati alla ricerca delle tre fontane decorate a mosaico realizzate dal mosaicista ravennate Marco Bravura. Un piccolo gioiello del borgo è il teatro Angelo Mariani del 17 secolo e costruito completamente in legno di castagno. In cima al Sasso del Lupo sorge Rocca Fregoso, fortezza arroccata a strapiombo sulla roccia che domina l’abitato e la Valle del Savio. Al suo interno il museo permanente Rocca delle Fiabe, dedicato alle storie e ai temi delle favole. L’esposizione si sviluppa lungo un percorso guidato che passa attraverso diverse stanze piene di libri, oggetti a tema, monitor touch screen e videoproiezioni che sanno stupire i bambini e fanno riflettere noi adulti riuscendo a scavare nel significato vero delle fiabe.
La Rocca di Manerba sorge all’interno di una riserva naturale di circa 90 ettari in cui oltre ai resti della fortezza si trovano anche il promontorio del Sasso, proprio sotto la rocca e tutta la fascia costiera tra Pisenze e Dusano. Il nostro trekking alla Rocca di Manerba è a misura di famiglie con bambini con un dislivello di 250 mt. Una volta entrato nella Riserva Naturale si percorre un sentiero che costeggia uliveti e poi attraversa un bosco, sempre con il canto delle cicale a far da sottofondo. Il percorso ti porta al Quadrivio della Piana. A destra sali direttamente alla Rocca di Manerba, mentre a sinistra raggiungi Punta Sasso dopo pochi minuti di salita. Punta Sasso è un promontorio caratterizzato da affascinanti falesie di 150 metri che si gettano a picco nel lago. Per salire alla rocca ti aspetta una scalata su gradoni che si inerpicano sul costone roccioso. Una volta arrivato in cima a 216 metri di altitudine trovi le rovine della Rocca di Manerba e avrai davanti ai tuoi occhi un panorama a 360 sul Lago di Garda che va dalle spiagge sottostanti alla rocca alle isole dai colori caraibici. Verso est invece puoi scorgere il Monte Baldo e la penisola di Sirmione. Grazie alla sua posizione strategica questo tratto di costa del Lago di Garda è stato un punto di riferimento per gli insediamenti dell’uomo sin dalla Preistoria. Ad esempio sono state ritrovate testimonianze di un abitato risalente al periodo Mesolitico, ma anche resti di una villa romana sul versante sud-ovest dell’altura.
Sai che puoi ammirare una colonia di fenicotteri rosa a Milano? Sbirciando tra le inferriate di Villa Invernizzi, antica dimora del creatore del formaggino Mio, trovi una decina di fenicotteri rosa che passeggiano per il giardino, si bagnano nel laghetto, si puliscono le piume oppure mangiano incuranti di avere addosso gli occhi dei passanti. L’indirizzo di Villa Invernizzi Milano è Via dei Cappuccini, 7 nell’elegante Quadrilatero dei Silenzio di Milano. Ti accorgi di essere nel posto giusto perché vedrai inevitabilmente gruppetti di persone ferme davanti ai cancelli intenti a scattare foto. Ma come ci sono finiti questi animali esotici in centro città? I fenicotteri rosa arrivano a Milano grazie al Cavalier Invernizzi, il proprietario della villa che oltre ad essere un abile imprenditore era amante di natura ed animali. L’unico motivo che convinse l’uomo a trasferirsi a Milano fu l’importazione dal Sud America di una colonia di fenicotteri rosa direttamente nel suo giardino. L’idea di poterli ammirare dalle finestre del suo studio lo faceva stare in pace con sé stesso. I fenicotteri rosa di Milano appartengono a delle specie africane e cilene. Quelli che vedi oggi sono tutti nati in cattività e sono i discendenti degli esemplari importati negli anni ’70 da Cile e Africa. Vengono nutriti con crostacei e vitamine per conservare la brillantezza delle piume e in più non possono prendere il volo perché la lunghezza delle loro ali viene costantemente controllata e regolata. La villa dopo la morte dell’imprenditore è passata nelle mani della Fondazione Invernizzi e non è visitabile all’interno.
Se vuoi conoscere una Milano più nascosta e poco conosciuta dai turisti segui questo itinerario tra le case particolari da vedere a Milano. Casa Galimberti Via Malpighi, 3: uno dei palazzi liberty più belli di Milano. La particolarità che lo fa emergere dagli altri è la sua facciata rivestita in piastrelle di ceramica raffiguranti figure maschili e femminili con decori floreale e balconcini in ferro battuto. Casa dell’edere Via Majino: un edificio quasi fiabesco completamente ricoperto da piante rampicanti. Siamo in una delle zone più esclusive e care di Milano. Infatti qui hanno abitato personaggi come Donatella Versace e Umberto Veronesi. Palazzo Berri Meregalli Via Cappuccini, 8: eclettico palazzo che ricorda l’architettura catalana di Gaudì. L’edificio è un mix di generi diversi: dal romanico al gotico e dallo stile liberty a quello rinascimentale. Un insieme di elementi che si alternano tra putti, affreschi e decori in ferro battuto. Villa Invernizzi Via Cappuccini, 7: Ti segnalo questo edificio tra le case più insolite di Milano non tanto per la sua architettura in classico stile liberty, ma per i suoi giardini in cui gira liberamente un’intera colonia di fenicotteri rosa del Sud America. Case colorate di Via Lincoln: Un quartiere dalle case color pastello con fiori sulle facciate che mettono il buonumore in cui gli abitanti sembra mettersi in competizione tra loro a suon di pennelli e vernici. Uno dei posti più instagrammabili di Milano. Casa Sola Busca Via Serbelloni, 10: chiamata anche Casa dell’Orecchio. Si tratta di una semplice costruzione in stile liberty eretta verso la fine degli anni ’20 e contraddistinta da un grande orecchio in bronzo con tanto di padiglione auricolare e condotto uditivo esterno posto alla destra del portone d’ingresso che fungeva da citofono. Case Igloo Via Lepanto (Quartiere Maggiolina): Tra le case più curiose di Milano impossibile non citare le case a forma di igloo progettate negli anni ’40 dall’ingegner Mario Cavallè. L’idea è nata ispirandosi a tecniche di costruzione americane. Edificate con mattoni rossi misurano tutte 45 metri quadri con ingresso, bagno, camera e cucina distribuite su due piani. In origine erano 12, ma oggi ne sono rimaste solo 8. Casa delle Fate Via degli Odescalchi, 3: estrosa villa degli anni Novanta che ricorda le case tipiche delle favole dei Fratelli Grimm. Si dice che negli anni ’90 era una sorta di casa di appuntamenti con tanto di piscina a cuore.
Il Parco Giardino Sigurtà si trova a Valeggio sul Mincio, in provincia di Verona. Nel 1941 inizia la proprietà della famiglia Sigurtà che segna la nascita del parco grazie ad opere di riqualificazione che trasformarono aride colline in verdeggianti prati e ricche vegetazioni. Tutto ebbe inizio con il Dottor Giuseppe Carlo Sigurtà, industriale farmaceutico che abbellì e ristrutturò le opere storiche del parco. Oggi il giardino è passato nelle mani degli eredi che continuano a curarlo e ad ottenere riconoscimenti importanti. Ogni stagione regala emozioni e colori diversi. In primavera puoi fare il pieno di colori con diverse fioriture, tra cui la più attesa quella dei tulipani. Durante i mesi estivi invece nei 18 specchi d'acqua del parco fioriscono piante acquatiche come ninfee e fiori di loto. Le attrazioni più belle del parco sono il Viale delle Rose, il labirinto, la Valle dei Daini, i giardini acquatici e la fattoria didattica per i bambini. Può essere girato in diversi modi: a piedi, in trenino, in golf cart o in bicicletta. Una volta uscito dal parco ti consiglio una visita a Borghetto sul Mincio, distante poco più di 2 km. Questo villaggio medievale è incluso nella lista dei Borghi più belli d’Italia e non sarà difficile innamorarsi dei suoi mulini ad acqua e dei suoi giardini fioriti che si affacciano sul fiume Mincio.
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