Giovedì 9 ottobre, migliaia di persone nelle strade di 15 città dell’Amministrazione Autonoma Democratica della Siria del Nord e dell’Est per chiedere la liberazione di Abdullah Ocalan al grido di “non puoi spegnere il nostro sole” e “non c’è vita senza leader”. Le manifestazioni hanno anche espresso il sostegno della popolazione alle Forze Siriane Democratiche e alla resistenza dei quartieri curdi di Aleppo – Sheiq Maqsoud e Ashrafye – recentemente attaccati dalle milizie jihadiste fedeli al regime di Ahmed Al-Sharaa al potere a Damasco.

Il 9 ottobre, in Kurdistan, è una data molto importante: segna infatti l’inizio, nel 1998, di quello che il movimento di liberazione curdo definisce “il complotto internazionale”, cioè la lunga serie di eventi (riguardanti da molto vicino anche l’Italia) che portarono alla cattura di Abdullah Ocalan, il 15 febbraio 1999.

“Le forze della modernità capitalista, che modellano il Medio Oriente sulla base dei propri interessi e lo sfrutta incessantemente, elaborò questo piano (il rapimento di Ocalan, ndRodu) perché vedeva nella linea di libertà sviluppata dal leader del popolo curdo Abdullah Ocalan un ostacolo per i propri obiettivi capitalisti”, si legge nel comunicato dell’Unione delle Comunità del Kurdistan (KCK) diffuso in questo 27esimo anniversario dalla ricorrenza.

Quest’anno, l’anniversario del 9 ottobre cade inoltre in una fase storica particolare per il Medio Oriente e per lo stesso movimento di liberazione curdo; mentre gli Stati nazione continuano a compiere genocidi, come lo Stato israeliano a Gaza, in Palestina, da ormai più di due anni consecutivi, dall’isola-carcere di Imrali il 27 febbraio 2025 Ocalan ha lanciato il proprio “Appello per la pace e una società democratica”, dichiarando un cessate il fuoco e aprendo una nuova fase di negoziati con lo Stato turco.

“Senza dubbio il successo del processo per la pace e la società democratica avrà successo solo con la liberazione fisica del leader del popolo curdo Abdullah Ocalan. Dobbiamo vedere la sua libertà come il nostro obiettivo fondamentale e intensificare la lotta ovunque”, esorta il comunicato del KCK.

Alcuni inviati di Radio Onda d’Urto si trovano in Rojava, da dove hanno inviato alla Redazione una corrispondenza e alcune interviste realizzate durante le manifestazioni.

Su Radio Onda d’Urto tre audio differenti dal Rojava:

• Il primo comprende la cronaca della giornata del 9 ottobre in Rojava, oltre un approfondimento sul significato storico e politico dell’anniversario del “complotto internazionale” iniziato nel 1998 contro Abdullah Ocalan. Ascolta o scarica


• Una prima intervista con Suad, dell’Istituzione delle Famiglie dei Martiri di Derik, madre di Hevrin Xelef, esponente del Partito Futuro della Siria, assassinata nel 2019 dalle bande jihadiste ora fedeli al cosiddetto “Governo di transizione” al potere a Damasco. Dal 1999 Suad indossa “solo abiti neri; tornerò a indossare altri colori solo quando Ocalan sarà di nuovo libero”. Ascolta o scarica


• Una seconda intervista con Ebdi, del Movimento della Gioventù Rivoluzionaria di Derik e originario di Afrin, città dal 2018 occupata dall’esercito turco e dalle bande jihadiste. Ascolta o scarica

Di seguito, vi proponiamo anche altri scatti della mobilitazione in Rojava di giovedì 9 ottobre 2025 per la liberazione di Abdullah Ocalan, grazie al lavoro degli inviati di Radio Onda d’Urto presenti nei territori dell’Amministrazione Autonoma Democratica della Siria del Nord e dell’Est: