DiscoverRadio Onda d`UrtoPALESTINA: IN VIGORE IL CESSATE IL FUOCO A GAZA. CORRISPONDENZE DALLA STRISCIA E ANALISI SUL (COSIDDETTO) “PIANO DI PACE”.
PALESTINA: IN VIGORE IL CESSATE IL FUOCO A GAZA. CORRISPONDENZE DALLA STRISCIA E ANALISI SUL (COSIDDETTO) “PIANO DI PACE”.

PALESTINA: IN VIGORE IL CESSATE IL FUOCO A GAZA. CORRISPONDENZE DALLA STRISCIA E ANALISI SUL (COSIDDETTO) “PIANO DI PACE”.

Update: 2025-10-10
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Palestina. A mezzogiorno di venerdì 10 ottobre 2025, dopo 735 giorni di genocidio per mano israeliana contro l’intero popolo palestinese, è ufficialmente entrato in vigore il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, come mediato negli incontri dei giorni scorsi a Sharm El Sheikh, in Egitto.


Solo nella notte è arrivata la ratifica del governo israeliano (contrari i ministri fascisti dei coloni), mentre nelle ore successive Israele ha continuato a colpire diverse aree della Striscia, in particolare a Khan Younis e Gaza City. Qui, nella tarda serata di giovedì 9 ottobre, aerei da guerra israeliani hanno bombardato un edificio residenziale di proprietà della famiglia Ghaboun nel quartiere di Al-Sabra, dove circa 40 persone sono rimaste intrappolate sotto le macerie, sotto cui si scava ancora. Per ora estratti 9 cadaveri, che si sommano ad altri 26, trovati dalle squadre di soccorso in altre zone della stessa Gaza City.


Poco prima di mezzogiorno di venerdì 10 ottobre, Tel Aviv ha fatto sapere di avere completato “il ritiro delle truppe sulla linea gialla di Trump”. Le forze occupanti israeliane “si sono posizionate – dicono gli stessi militari – nelle ultime linee di schieramento, in conformità con quanto previsto dall’accordo. Il Comando Meridionale resta tuttavia dispiegato nella zona e continuerà a operare per eliminare qualsiasi minaccia immediata”, aggiunge a mo’ di minaccia lo Stato Maggiore israeliano. Via social, il portavoce dei militari di Tel Aviv ha aggiunto:  “Il movimento da sud a nord nella Striscia di Gaza è consentito solo attraverso le vie Rashid e Salah al-Din. Ai residenti viene segnalato che nel nord della Striscia è estremamente pericoloso avvicinarsi alle aree di Beit Hanoun, Beit Lahiya, Shejaiya, e a qualsiasi zona in cui vi sia una concentrazione di truppe…a sud invece è estremamente pericoloso avvicinarsi all’area del valico di Rafah, al corridoio Filadelfia, e a qualsiasi concentrazione di truppe nella regione di Khan Yunis”. Limitazioni pure sul mare, con l’esercito occupante israeliano che parla di “alto rischio per pescatori, bagnanti e subacquei, ai quali si raccomanda di non entrare in mare nei prossimi giorni….non iniziate a spostarvi fino a quando non sarà stata concessa un’autorizzazione ufficiale”.


Nonostante le minacce, sono decine e decine di migliaia i palestinesi che stanno cercando di tornare verso quel che resta delle loro case, le loro terre e i loro affetti.


Dalla Striscia di Gaza e su Radio Onda d’Urto la corrispondenza, negli istanti in cui è entrato effettivamente in vigore il cessate il fuoco, con Sami Abu Omar, cooperante di numerose realtà solidali italiane attive nella Striscia, del Centro italiano di scambio culturale Vittorio “Vik” Arrigoni e nostro storico collaboratore.  Ascolta o scarica


La tregua è quindi formalmente in vigore. Lunedì o martedì è atteso il via allo scambio tra i 20 prigionieri israeliani ancora in vita e i 1.950 – su oltre 11mila – prigionieri palestinesi, tra cui però non ci sarà Marwan Barghouti, popolarissimo leader di Fatah sepolto in carcere. Sorte analoga anche per un altro popolare leader palestinese, Ahmad Saadat, segretario FPLP, mentre sono circa 150 i camion di aiuti umanitari, in attesa al valico di Rafah e a quello di Kerem Shalom.


IL “PIANO” TRUMP – “Credo che si sia effettivamente registrato un impasse”, afferma su Radio Onda d’Urto il professor Luigi Daniele studioso di diritto internazionale. “Da un lato si era esaurita la possibilità militare dei gruppi palestinesi modestamente armati di continuare a combattere, dall’altro c’era questo esaurimento del supporto politico all’amministrazione Netanyahu sempre più isolata e al centro delle mobilitazioni internazionali sempre più larghe. Non si può però parlare di pace – prosegue il docente – perchè  secondo il diritto internazionale finché perdura l’occupazione tecnicamente è un conflitto armato e ciò consegue la funzione costituzionale nell’ordinamento internazionale del principio di autodeterminazione. Il piano ipotizzato a Sharm El Sheikh, inoltre, ha un chiaro sapore coloniale; sembra che Gaza si trasformi in un vicereame di Donald Trump e di Tony Blair.”.


Su Radio Onda d’Urto la valutazione complessiva sul cosiddetto “piano Trump” con:


Cecilia Dalla Negra, giornalista di OrientXXI e autrice di diverse pubblicazioni su Palestina e Medio Oriente, tra cui “Questa terra è donna”, uscito pochi mesi fa. Ascolta o scarica


Luigi Daniele, docente di diritto internazionale all’Università del Molise, esperto di diritto e leggi umanitarie in conflitti armati e scenari di guerra. Ascolta o scarica


FLOTILLE – Infine, l’aggiornamento relativo alle 145 persone che mercoledì 8 ottobre sono state assaltate in acque internazionali da Israele mentre erano a bordo delle 9 imbarcazioni di Freedom Flotilla Coalition e di Thousand Madleens To Gaza. In mattinata alcune delle persone con passaporto italiano, 7, sono state deportate con un volo Turkish Airlines a Istanbul e da lì, in serata, saranno in diversi aeroporti in Italia. Altri 2 attivisti non hanno invece voluto firmare il decreto di espulsione e restano in carcere; andranno a processo. Per loro il ritorno in Italia dovrebbe slittare, forse domenica 12 ottobre. Prosegue, al riguardo, la pressione dei legali di Adalah e quella internazionale.


Su Radio Onda d’Urto l’aggiornamento con Michele Borgia, del Media Group di FFC Italia.  Ascolta o scarica


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