Parole Magiche - Jonah Berger #81

Parole Magiche - Jonah Berger #81

Update: 2023-11-30
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EPISODIO 81 - PAROLE MAGICHE - JONAH BERGER


 


SITO - www.libriperilsuccesso.com


PARLA CON DAVIDE -https://libriperilsuccesso.com/migliora/ 


CORSO DI LINGUAGGIO DEL CORPO -https://libriperilsuccesso.com/courses/impara-le-basi-del-linguaggio-del-corpo/ 


 


TRASCRIZIONE DEL PODCAST


 


L’argomento di oggi sono le Parole. trovo di un importanza estrema prendere coscienza di quello che diciamo, le parole descrivono il tuo mondo, se ascolti qualcuno che parla e analizzi le parole che sceglie puoi capire tantissimo di questa persona. E le parole sono uno strumento di creazione, di invocazione, non è un caso che nell’immaginario collettivo certe parole sono associate alla magia, il mago dice abracadabra, che vuol dire creo quello che dico, più magico di cosi, sono invocazioni. E come parli definisce chi sei. 


Siamo all’episodio 81 di libri per il successo, crescita personale da strada, un podcast di Davide Mastrosimone. Oggi prendiamo spunto dal libro Le parole magiche di Jonah Berger  professore di marketing e esperto di linguaggio. Questo libro mi è stato suggerito e regalato da Andrea della casa editrice Egea a Milano quindi lo ringrazio di cuore


Vorrei riuscire a farvi prestare attenzione a quello che dite, credici o noi, ha un impatto sulla tua vita. Garantito. Le parole sono come un boomerang che esce dalla nostra bocca non ce un cazzo da fare tornano indietro, hanno degli effetti sulla realtà, piccoli grandi invisibili trascendentali, ma hanno degli effetti. Il libro di oggi entra direttamente nel percorso che stiamo facendo perché ci da strumenti importanti per identificare alcune parole che creano magia


Partiamo subito con una carrellata di esempi pratici, da usare subito nella vostra vita.


Dite perché


Fecero un esperimento sulla persuasione in un università americana.Un membro del team si è seduto a uno dei tavoli della biblioteca in attesa che qualcuno cominciasse a fare fotocopie. Quando l’aspirante fotocopiatore appoggiava il materiale sulla macchina, il ricercatore entrava in azione. Si avvicinava al malcapitato, lo interrompeva e gli chiedeva di passare davanti e usare lui per primo la fotocopiatrice. I ricercatori hanno sperimentato diversi approcci. Ad alcuni hanno fatto una richiesta diretta: «Mi scusi, ho cinque pagine. Posso usare io la fotocopiatrice?». Con altri hanno aggiunto la parola «perché» («Mi scusi, ho cinque pagine. Posso usare io la fotocopiatrice, perché vado di fretta?»). I due approcci erano presso-ché identici. In entrambi i ricercatori hanno detto con gentilezza «Mi scusi», in entrambi hanno chiesto di usare la fotocopiatrice e in entrambi hanno parlato delle cinque pagine da fotocopiare. Anche l’imposizione era la stessa. In entrambi i casi l’aspirante fotocopiato-re ha dovuto interrompere la sua attività, togliere il materiale dalla fotocopiatrice e girarsi i pollici mentre chi gli era passato davanti terminava il suo compito. Ma i due approcci, pur essendo simili, hanno sortito effetti molto diversi. L’aggiunta della parola «perché» ha fatto aumentare di oltre il 50 per cento il numero di persone che hanno permesso al ricercatore di saltare la fila. Ogni  volta che esprimete una volontà un desiderio o chiedete qualcosa a qualcuno chiarite il perché. Vi farà aumentare le possibilità di essere ascoltati.  Fate un esperimento al supermercato, chiedete a quello che sta davanti a voi se potete passargli davanti, vedete che succede, e il giorno dopo andate di nuovo e chiedete a quello che sta davanti posso passare davanti a lei nella fila perché sono di fretta e devo scappare a casa. Fate una prova.  Osservate le reazioni, lasciate a casa la vergogna fregatevene, divertitevi provate sperimentate. Solo cosi si impara                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                             


 


 


Trasforma il verbo in identità


 


Se dici a un bambino di sistemare la stanza la possibilità che non lo faccia è altissima, ma se dici al bambino, vuoi farmi da aiutante mentre sistemiamo la casa, tu potresti iniziare dalla tua stanza mentre io faccio la cucina e il bagno, gli hai dato un identità, ora è un aiutante


Funziona anche al contrario pensate che in Spagna a casa avevo cambiato  il fornitore della fibra e mi avevano installato tutto e dopo un po di mesi cera da cambiare mi pare il modem e fatto sta che la fattura di questo cambio non entrava nell’addebito bancario che avevo in automatico e per qualche ragione non la scalarono era tipo 9 euro una cazzata, e mi chiamarono dandomi del moroso, ma pezzi di merda per nove euro un moroso, mi incazzai tantissimo, divenni un demonio ti pago tutti i mesi centinaia di euro perfettamente e perché tu non ti sei scalato i soldi dal conto che avevi mi chiami moroso, buahh me li son mangiati, tanto che poi mi hanno regalato il modem, mi avevano dato un identità. Che non mi piaceva, ma se avessero detto devi pagare 9 euro lo facevo e me ne stavo zitto, ma se mi chiami moroso mi offendi,.È come quando uno fa un imbroglio o è un imbroglione, è molto diverso, sei uno che corre o sei un corridore, usate le parole che vi danno un identità, che danno un identità agli altri, nel bene e nel male hanno effetti potentissimi, se volete incoraggiare qualcuno a fare o non fare qualcosa. Se ti dicono non evadere le tasse, ma sai, su via, ma se ti dicono sei un evasore eh brutto


 


Dire «non lo faccio» invece di «non posso farlo» 


È stupefacente come il linguaggio sia in grado di incoraggiare le azioni desiderate. il linguaggio fa anche qualcos’altro: indica chi ha il controllo. 


Di fronte alle tentazioni, spesso diciamo «non posso». Quel tirami- sù ha un aspetto delizioso, ma non posso mangiarlo perché sto a dieta. Vorrei fumare quella sigaretta ma non posso. Un minuto dopo ce l ha in bocca.  Mi piacerebbe andare in vacanza con te, ma non posso perché sto cercando di risparmiare. Diciamo automaticamente non posso perché ci consente di descrivere facilmente il motivo per cui non siamo in grado di fare qualcosa. noi abbiamo obiettivi che cerchiamo di raggiungere. Fare più esercizio fisico e perdere un po’ di peso. Ma spesso  ci risulta difficile raggiungere i risultati che invochiamo. La tentazione è uno dei principali colpevoli. 


Tuttavia alcuni esperimenti hanno dimostrato che se cambia il non posso, che allude a una volontà repressa di farlo, non posso ma ovviamente voglio, e lo sostituiamo non non faccio, i risultati nella realtà sono migliori, non mangio quella torta, non fumo, provate a dire non posso perché, il motivo che ne sussegue è sempre una costrizione esterna non una volontà, ma se dite non mangio perché, è una scelta vostra, il vostro corpo la vostra mente si irradia di un controllo di una gestione delle emozioni che con il linguaggio precedente non riuscivate a raggiungere. 


 


Trasformare i dovrei in potrei 


 


Se siete davanti a un problema, una sfida, vi invito a chiedervi non cosa dovreste fare, ma cosa potreste fare. Ce un abisso tra il tipo di risposta che viene fuori se ti chiedi cosa dovrei fare a cosa potrei fare, lo sentite proprio sulla pelle, il dovrei è un dovere, un sottostare alle regole, ai processi, va fatto cosi, punto, il potrei apre a delle soluzioni diverse, ti stai dando la possibilità di andare fuori dagli schemi, di avere un illuminazione, di guardare il problema da una angolatura diversa, io lo sento addosso, provatelo ora, pensa. Un problema che ti sta assillando prova a chiederti cosa dovrei fare, e poi cambiarlo in cosa potrei fare, lo sentite che la mente accelera, va a un marcia in più, è incredibile. E poi aggiungo io una parolina magica, non dite come posso risolvere il problema, ma dite come posso aggiustare il problema, aggiustare, usate questa parola davanti ai problemi, risolvere o superare o affrontare, ingigantiscono il problema, aggiustare, magari basta un giro di cacciavite per sistemare tutto. 


 


 


Parlate con voi stessi 


Il linguaggio ci permette anche di distanziarci e potenziarci, pensate al giorno prima di un esame, o quei minuti che precedono una presentazione un avvenimento importante per voi, state per entrare in scena, e ricordatevi la vita è uno spettacolo che non permette prove, si fa in diretta senza prova generale. Siete pronti, avete studiato scritto fatto memorizzato vi siete preparati, ma continuate ad avere ansia, vi state cacando sotto, succede sempre, ecco come le parole possono venire a soccorrerci in questi momenti, pensate quando voi non siete chi deve fare questo esame o questa presentazione, chi vi vuole bene vi dirà andrà tutto alla grande, non preoccuparti, sei bravo a parlare in pubblico e per giunta ti sei pure preparato…perché

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Parole Magiche - Jonah Berger #81

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Davide Mastrosimone