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IMMIGRAZIONE: IL CONSIGLIO DELL’UE APPROVA L’ENNESIMA SVOLTA REPRESSIVA

IMMIGRAZIONE: IL CONSIGLIO DELL’UE APPROVA L’ENNESIMA SVOLTA REPRESSIVA

Update: 2025-12-09
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Il Consiglio dell’Unione europea, nella sessione che riunisce i ministri dell’interno, ha approvato proposte di modifica  liberticide e illiberali al regolamento sul trattamento delle persone che giungono in Europa. Si tratta di modifiche che potrebbero portare a rifiuti automatici delle domande di protezione internazionale e sono in palese contrasto con la Convenzione di Ginevra. 


Queste modifiche, che hanno visto l’opposizione di Francia, Spagna, Portogallo e Grecia, arrivano con il sostegno del Partito popolare e non ci si aspettano grandi cambiamenti nel prossimo passaggio per l’approvazione finale, ovvero il voto nel Parlamento Europeo, dove avranno sicuramente il sostegno dei partiti di estrema destra. 


Con Gianfranco Schiavone, presidente del Consorzio italiano di solidarietà-Ufficio rifugiati onlus di Trieste, abbiamo approfondito ai microfoni di Radio Onda d’Urto soprattutto due aspetti.


La nozione di Paese d’origine sicuro, con la creazione di una lista composta da Bangladesh, Colombia, Egitto, India, Kosovo, Marocco e Tunisia. In questo caso la modifica serve a creare una sorta di rifiuto quasi automatico per le domande di asilo provenienti da questi paesi. Sebbene ogni domanda debba comunque essere esaminata, l’inserimento in lista comporta l’applicazione della procedura accelerata di frontiera, che riduce notevolmente le garanzie di esame . “Soprattutto si verifica un’inversione dell’onere della prova“, sottolinea Schiavone: “è il richiedente a dover dimostrare le ragioni per cui, nonostante il paese sia ritenuto sicuro in generale, non lo è nel suo caso specifico”. Il governo italiano ha insistito molto a mettere in questa lista paesi da dove c’è una forte immigrazione, ma dove le garanzie del rispetto dei diritti democratici sono lontanissime dall’essere soddisfatte. Secondo Schiavone comunque “qualunque giudice che esamini la conformità della qualificazione data al paese non potrà che rimettere la questione alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, sollevando l’evidente contraddizione” del fatto che un paese non diventa sicuro solo perché viene inserito in una lista.


La modifica più “sorprendente” e, per Schiavone, “incredibile” riguarda l’ampliamento della nozione di Paese Terzo Sicuro. Un concetto che fino ad oggi era applicabile “solo in via residuale, per pochissimi casi” solo se il richiedente asilo avesse “legami significativi” con tale paese (come proprietà o familiari), che rendessero ragionevole il suo ritorno. Invece ora con questa modifica un paese diventa “sicuro” anche se una persona richiedente asilo vi ha semplicemente transitato prima di arrivare nell’UE. “Questo è visto come una limitazione geografica mascherata, esplicitamente proibita dalla Convenzione di Ginevra del 1951 e dal Protocollo di New York del 1964”, ricorda Schiavone. A questo si aggiunge la possibilità di riconoscere come paese terzo sicuro anche paesi con cui l’Unione Europea stringesse accordi per inviarvi i richiedenti asilo, anche se questi non vi hanno mai transitato . Questa seconda ipotesi, estremamente grave, “richiama immediatamente alla mente la vicenda fallita dell’accordo Gran Bretagna-Ruanda, che fu dichiarato illegale”.


Ascolta l’intervista completa con Gianfranco Schiavone, Consorzio italiano di solidarietà-Ufficio rifugiati onlus di Trieste. Ascolta o scarica

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