TORINO: SABATO 13 DICEMBRE MANIFESTAZIONE REGIONALE PER LA PALESTINA E IN SOLIDARIETÀ A MOHAMED SHAHIN
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Mohamed Shahin è ancora detenuto nel CPR di Caltanissetta con un mandato di espulsione e deportazione in Egitto, dopo 21 anni di vita in Italia e in particolare a Torino. La sua “colpa”: avere partecipato in prima fila, mettendoci spesso la faccia e la voce, a due anni di mobilitazioni per la Palestina e contro il genocidio portato avanti per mano israeliana.
Sabato 13 dicembre, a Torino, organizzata una manifestazione regionale per la Palestina e per la liberazione immediata di Mohamed Shahin. L’appuntamento è alle ore 14.30 in Largo Marconi.
Ai microfoni di Radio Onda d’Urto presentiamo l’iniziativa con Sara, compagna di Torino per Gaza. Ascolta o scarica.
Di seguito il comunicato condivso pubblicato:
In Palestina la Pace di Trump non è mai esistita, sono state oltre 400 le violazioni della tregua compiute da Israele, bombardamenti continuano il tanto che basta a impedire di ricostruire, l’esercito israeliano compie esecuzioni in maniera sistematica contro i giornalisti. Il territorio della Striscia resta invivibile, soprattutto adesso che l’inverno è iniziato. Le tende dove vivono gli sfollati si allagano regolarmente a causa delle piogge, così vengono distrutti i pochi beni a disposizione.
I camion di aiuti umanitari non vengono fatti entrare, impedendo di alleviare la vita di centinaia di migliaia di persone. In Cisgiordania i coloni armati aggrediscono e rapinano la popolazione palestinese quotidianamente coinvolgendo anche volontari italiani che sono stati picchiati e derubati dai coloni come ritorsione per il sostegno che il popolo italiano sta dimostrando alla Palestina.
Mohamed Shahin è ancora detenuto nel Cpr di Caltanissetta con un mandato di espulsione e la revoca del permesso di soggiorno, nonostante il tribunale di Torino avesse archiviato il caso valutando le segnalazioni della digos come “non costituenti reato”. Il governo però mente per deportare Mohamed in Egitto, come vendetta verso il movimento per la Palestina degli scorsi mesi.
In Egitto rischia di subire trattamenti disumani poichè è considerato un dissidente politico. Casi come l’omicidio di Giulio Regeni non hanno insegnato nulla al governo italiano.
Solo quest’anno sono 130 le persone coinvolte dalla misura della deportazione, un dato che rivela la matrice razzista e islamotoba che contraddistingue la persecuzione che il governo conduce contro i musulmani ele persone immigrate.
Chiediamo anche la liberazione immediata di Anan, Ali e Mansur, prigionieri palestinesi giudicati al tribunale de l’Aquila, giovani su cui gravano pesantissime condanne (fino a 12 anni) a causa del loro sostegno alla resistenza palestinese.
Non permettiamo che il governo istituisca il reato d’opinione per difendere i suoi interessi bellici e spaventare chi protesta. Le istituzioni preparano leggi e misure ad hoc per colpire chi lotta, e il Dol Delrio e il Dal Gasparri ne sono una dimostrazione. Oggi cominciano con chi ha il permesso di soggiorno, domani chissà. Lottare per la liberazione di Shahin significa lottare per i nostri diritti.
Lottiamo ancora per la giustizia e la libertà, Per la Palestina e per tutte e tutti noi!





