Il Sāṃkhya-Yoga è davvero realista? L'interpretazione fenomenologica di Burley
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In questo episodio di FilososfIndia affrontiamo una domanda che, alla prima impressione, suona accademica, ma che porta con sé conseguenze pratiche profondissime: che cosa intendono, davvero, Sāṃkhya e Yoga quando parlano di realtà, esperienza e liberazione?
Per molti la risposta è semplice e familiare: Sāṃkhya e Yoga descrivono un universo che nasce da una materia primordiale —prakṛti — e da un principio cosciente separato — puruṣa — e il loro sistema sarebbe una sorta di cosmologia antica, una «storia» dell’emergere delle cose.
Mikel Burley, però, nel suo bel libro “Classical Saṃkhya and Yoga. An Indian Metaphysics of Experience” (Routledge 2007) ci invita a cambiare radicalmente prospettiva: e se Sāṃkhya e Yoga fossero, prima di tutto, una metafisica dell’esperienza —un’analisi delle condizioni che rendono possibile l’esperienzastessa — più che una mera descrizione di un mondo là fuori?