Mario Soldati e il Borgo Nuovo
Update: 2022-01-07
Description
E’ nato nel 1906 in via dell’Ospedale, ora via Giolitti. Ha studiato al «Sociale», l’istituto dei Padri Gesuiti, in via Arcivescovado, ricevendone un’impronta indelebile. A loro lo riconduceva ogni meditazione sulla fede, che nelle stagioni risalterà come «nostalgia della fede». Ha i confini dei portici, la Torino di Mario Soldati, «il termine estremo di Torino borghese e ottocentesca» là dove si incontrano corso Vinzaglio e corso Vittorio. Il mondo di ieri che lì non si arenava, che si apriva alle nuove energie sociali, lasciandosi «abbracciare volentieri da Torino operaia» (il non lontano Borgo San Paolo), «sua gloria, sua ricchezza e sua difesa». Mario prediligeva «la quiete e la solitudine di certe vie, specialmente del Borgo Nuovo», amava pranzare al Cambio («Tutto oro specchi e vetri dipinti»), si smemorava davanti alla statua innevata di Gioberti in piazza Carignano. Soldati era l’anima più mozartiana, più versicolore di Torino, se nello stesso nome della città scorgerà, invisibile agli occhi comuni, ma non a «coloro che vi sono nati, o che vi sono vissuti a lungo, qualcosa di rosso che ride», così archiviando ogni grigia nomea.
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