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God Save The Wine

God Save The Wine
Author: God Save The Wine
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God Save The Wine è il festival itinerante del vino che, da oltre 10 anni, porta il produttore direttamente al pubblico finale attraverso vere e proprie feste del vino in location 5 stelle a Firenze, Roma, Bologna, Verona, Milano e oltre. In questo podcast ascolterai il direttore artistico Andrea Gori intervistare i vari produttori durante le serate.
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David e Maria Elena sono compagni nella vita …e nella vigna! Sono loro i “fortunati custodi” di un piccolo pezzo di terra toscana al confine con l’Umbria , quattro ettari equamente divisi tra vigneti ed uliveti a Palazzone, frazione di San Casciano Dei Bagni. Nel 2011, dopo varie esperienze maturate nel settore in varie regioni, è stato deciso di intraprendere la strada di vignaioli recuperando un appezzamento appartenuto ai nonni di Maria Elena. Così si è iniziato ad impiantare i nuovi vigneti di Chardonnay , Merlot, Grechetto e Sangiovese, oltre a “restaurare” la vecchia vigna del 1962; lo stesso con gli ulivi, selezionando le migliori varietà autoctone toscane (Correggiolo, Moraiolo, Leccio del Corno , Leccino) per affiancarle alle piante secolari già presenti.
Quella appena passata è stata un’altra annata ricca di soddisfazioni per Berlucchi e per la Franciacorta: nel corso della 11° edizione della Champagne & Sparkling Wine World Championships di Tom Stevenson, Berlucchi Franciacorta ha conquistato nuovi e prestigiosi riconoscimenti: World Champion Brut Nature e Best Franciacorta per il Berlucchi ‘61 NATURE 2016 Magnum.Negli ultimi mesi Berlucchi ha mostrato cosa significa produrre grandi vini iconici senza perdere di vista la “sostenibilità”, ovvero impegnarsi per valorizzare il territorio e promuovere una viticoltura rispettosa della natura, dalla gestione del vigneto fino alla produzione del vino, ridurre l’impatto ambientale e promuovere la biodiversità in azienda. Un percorso di pratiche agricole innovative che rispettano l’equilibrio naturale dei vigneti. Con una serie di video “cinematografici” è possibile seguire i segreti dei vigneti, vigna per vigna, il cambiamento climatico e il suo impatto, l’importanza dell’economia circolare e l’importanza della biodiversità. La visione della Guido Berlucchi si spinge oltre gli aspetti prettamente legati alla produzione enologica e guarda alla complessità delle ricadute socio-culturali sul territorio. Lo scorso maggio all Teatro Grande di Brescia si è svolta la V edizione di Accademia Berlucchi: un evento gratuito aperto al pubblico che ha messo in dialogo cultura, sostenibilità e territorio, con ospiti Daria Bignardi, Francesco Costa, Vasco Brondi e Frida Bollani, dedicato al potere trasformativo della narrazione tra libro e digitale.La storia di questa casa è un grande percorso che ha visto la famiglia pioniera del Metodo Classico e inventore del Franciacorta a partire dal mitico Pinot di Franciacorta nel 1961 (il primo rosè metodo classico italiano l’anno successivo…) fino al continuo e costante impegno nella divulgazione del vino e della sua passione. Su 116 ha. di vigneti propri e sui 450 ha. dei viticultori partner c’è stata una continua lotta all’impoverimento dei suoli con tecniche sperimentali di avanguardia, al contrasto al cambiamento climatico con nuovi approcci enologici e l’utilizzo di varietà indigene più appropriate quali l’Erbamat, alla riduzione del consumo di risorse.
Dietro la nascita di “Badia Crepaldo” c’è la nostra volontà di portare avanti una storia, di raccontarla con le proprie parole, tramandandola con la stessa emozione. Già nella scelta del nome, che rimanda a un passato storico avvolto nel mito, c’è la nostra voglia di iniziare a scrivere una nuova pagina mantenendo le radici nella tradizione. E di fatti, novità e classicità si fondono a pieno nel lavoro dell’azienda “Badia Crepaldo”: lo sguardo rivolto al futuro di giovani vignaioli, unito ai processi produttivi artigianali sono la formula che ha portato alla luce il nostro progetto.Tutta la filiera è caratterizzata dalla componente umana e tradizionale, ogni passaggio della lavorazione, rigorosamente manuale, è curato con attenzione sia nei confronti del vino che nella caratterizzazione delle bottiglie e delle etichette.Ci riuniamo “a veglia” per pianificare la lavorazione, per preparare le bottiglie e per assaggiare i nostri vini, studiando nuovi metodi per migliorare il nostro prodotto.La storia che vogliamo raccontare, anche se è iniziata molti anni prima della nascita di “Badia Crepaldo”, è la nostra storia e la vogliamo scrivere con le nostre idee e con il nostro lavoro: l’unicità di ciò che siamo e di ciò che produciamo si ritrova negli aromi, nel colore, nel primo sorso.
Una interpretazione nuova diversa e non meno affascinante del terroir bolgherese vi aspetta in spiaggia in Versilia ! Si tratta di Donne Fittipaldi, la più intrigante delle aziende di Bolgheri che ancora non conoscete… La storia ha inizio nel 2004, quando la famiglia Fittipaldi Menarini acquista terreni a Bolgheri e impianta vigne e olivi. La fama dei vini di Bolgheri è ormai consolidata nel mondo, ma non è quello il motivo principale della scelta. “Bolgheri è soprattutto uno stato d’animo”, si legge nella presentazione del Consorzio di Tutela e Maria Fittipaldi Menarini con le sue quattro figlie Carlotta, Giulia, Serena e Valentina se ne rendono immediatamente conto. Restano affascinate dal luogo, dal clima, dall’atmosfera, dalla luce del mare che si riflette sulle vigne, dai panorami struggenti, dai profumi, dai borghi medievali, dalla gentilezza degli abitanti. Decidono di assecondare il genius loci e si indirizzano verso una produzione di assoluta levatura con quei vitigni bordolesi che hanno dimostrato di offrire risultati qualitativi altissimi in questo angolo di Toscana: piantano Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot, Petit Verdot e Malbec.L’Azienda ha sede nella Tenuta la Pineta, sulla Via Bolgherese: 46 ettari nel cuore della DOC Bolgheri. Di questi, 10 ha. sono piantati a vite con progetti di ulteriore espansione. Vi sono poi 1.200 olivi con i quali viene prodotto olio extravergine di oliva. Lo staff tecnico è costituito dall’agronomo Stefano Bartolomei e dall’enologo Emiliano Falsini. La produzione media è di quasi 70.000 bottiglie, commercializzate in parti uguali sul mercato italiano e su quello anglosassone. Donne Fittipaldi è associata al Consorzio per la Tutela dei Vini DOC Bolgheri e DOC Bolgheri Sassicaia. Ognuna delle figlie ha la propria professione, ma tutte sono accomunate da una passione, quella del vino, cresciuta da quando si sono messe in gioco in un settore che è storia, cultura, scienza, arte e filosofia di vita.Proprio il connubio con l’arte consolida la passione di tutte: fin dagli inizi Donne Fittipaldi è legata all’artista e amico Giorgio Restelli, in arte Giores, per la realizzazione di quasi tutte le sue etichette. Di Giores è l’idea del nome “Donne Fittipaldi”, seguita dal progetto ‘Stolen Legs’ dove l’artista trasforma, con un action painting, a base di smalti e acrilici, un suo scatto fotografico, stampato su tela, costantemente rappresentante la sinuosità femminile. Le sue etichette dei rossi sono tre: Bolgheri Rosso Superiore DOC, Bolgheri Rosso DOC e Malaroja IGT Toscana Malbec. A queste si sono affiancate altre due gioiosamente femminili: il Lady F Orpicchio e il “5” Rosato Frizzante Ancestrale. Le ulteriori due etichette sono invece opera di una delle figlie, Giulia. Per il Magnetic, in modo geniale e originale, ha riprodotto il magnetico occhio della madre, così ammaliante che sembra voler carpire le sensazioni dalla mente dell’assaggiatore. L’etichetta del DF rosso 2020, invece, è tanto semplice quanto rappresentativa dello stile Ddonne Fittipaldi.
Tra Firenze e Siena, sulle colline del Chianti: queste le coordinate geografiche dell’azienda agricola, a poca distanza dall’antico borgo di San Vincenti a Gaiole in Chianti.La storia di Tenuta San Vincenti è però più che millenaria! Il villaggio originario crebbe intorno al primo oratorio che si trasformò nei secoli in basilica prima e in pieve poi, sede di uno spedale per viandanti e pellegrini, intorno all’anno Mille. Nel 1750 Podere Stignano compare nel catasto Leopoldino con coltivazioni a vigneto. La prima annata in bottiglia è del 1974. La proprietà si estende per 60 ettari. Uno scenario unico: pievi e castelli punteggiano vigne e uliveti, Natura e Storia convivono in armonia. All’orizzonte, le Crete Senesi, il Monte Amiata e la Val D’Orcia. Rispetto per la storia, il territorio e la bellezza della Toscana. La cantina è perfettamente integrata nel territorio, quasi invisibile, costruita sottoterra e con alberi di ulivo in cima. La Villa è già aperta e domani accoglierà anche gli ospiti per la notte.Le viti di Sangiovese e Merlot presentano un’età media di vent’anni; piantate con una densità di 6.000 piante per ettaro e allevate con la tecnica del cordone speronato basso. I vigneti sono su una dorsale collinare, orientata da nord a sud, una propaggine che si sviluppa dal monte Luco, tra i 430 e i 6000 m slm. La composizione dei terreni è riferibile alle rocce di Macigno Toscano: differenziazioni compositive di arenarie con frazioni sabbiose, completate da una percentuale paritaria di limo e argille. La posizione climatica è quella della collina alta e scoscesa, favorita dalla presenza della foresta. I vigneti godono di ventilazione e di ottimo drenaggio naturale. Durante l’estate il caldo non è mai eccessivo. A seconda dell’annata la vendemmia avviene dai primi di settembre a metà ottobre, in modalità manuale. La conduzione agronomica è incentrata sul rispetto della biodiversità autoctona con pratiche volte ad aumentare il tenore di humus nei terreni con azioni di vivificazione rispettando la stratigrafia e incrementando la variabilità e complessità delle essenze erbacee per dare fondamentale importanza all’ecosistema. La vinificazione è svolta rispettando la provenienza dell’uva dei vigneti. La chiave del lavoro in cantina è l’alta professionalità per la massima qualità dei vini rispettando le espressioni aromatiche e trovando un unico denominatore che equilibra ogni vino: l’eleganza.
Radicalmente diverso. E non potrebbe essere diversamente per il vino spagnolo, tra i più attivi nella ridefinizione del gusto della nostra bevanda preferita! Sulla spiaggia della Versilia abbiamo pensato di portarvi un vino rosé e un bianco spumante dai sapori intensi, fruttati e frizzanti. Preparatevi quindi a godere di questa ricetta unica, realizzata con uve della Catalogna ed estratti di frutta e spezie biologici di alta qualità e certificati.La Mundial Clarea Frizzante è uno spumante bianco, prodotto artigianalmente con un tocco frizzante che lo rende ancora più speciale, da una miscela di uve Macabeo e Parellada, coltivate in modo sostenibile in Catalogna.Il Mundial Rosalea frizzante è invece prodotto da un blend di uve Tempranillo e Garnacha. L’acqua che lo completa è acqua proveniente dalle colline del Penedès, zucchero di canna ed estratti di frutta biologica di alta qualità, per ottenere vini autentici, dal sapore fruttato intenso.I gusti e le stagioni cambiano: è vero che i rossi devono cambiare per restare sul mercato? Sui bianchi e rosa quali sono le tue proposte? È naturale che i gusti evolvano con il tempo e le stagioni influenzino le preferenze dei consumatori. I vini rossi, pur restando un punto fermo, possono adattarsi con stili più freschi o versatili per restare attuali. Per bianchi e rosati, punterei su freschezza, bevibilità e tipicità territoriale, valorizzando aromi e leggerezza per intercettare nuove occasioni di consumo.Abbinamento al luogo e/o al piatto: il più bel posto dove vorresti che fosse bevuto un tuo vino in questi mesi estivi e un abbinamento insolito con un piatto che dovremmo provare. Mi piacerebbe che il mio vino fosse bevuto in qualsiasi località di mare, lago o vacanza: quei luoghi in cui il tempo rallenta e ci si gode il momento. È una bevanda fresca, giocosa, perfetta per l’estate e per accompagnare la leggerezza delle ferie. Un abbinamento insolito ma riuscito? Un’insalata di gamberi con mango, lime e menta, oppure dei tacos di pesce con salsa allo yogurt e frutta tropicale. Esalta la parte fruttata e rinfrescante della bevanda, creando un mix davvero estivo.
Innovazioni, etichette, comunicazione nuova e sopra le righe, Nativ nasce da una storia antichissima ma è abituata al presente e alle sfide del futuro del vino…Situata sui pendii delle immacolate colline di Taurasi, in una delle aree più vocate dell’Irpinia, si erge nel cuore di Paternopoli, terra ricca di storia e tradizione. In seguito all’emanazione dell’editto di Costantino, che concedeva libertà di culto in tutto l’impero, sempre più uomini iniziarono ad abbandonare la vita agiata e le ricchezze della città, alla ricerca di luoghi isolati, pacifici, dove poter meditare e pregare. Furono soprannominati “Pater”, sulla scia degli eremiti della Valle del Nilo. Il nome fu dunque coniato in loro onore.Nata con il desiderio di diffondere ed esaltare le origine del proprio territorio, Nativ ha voluto selezionare un luogo così ricco di storia e tradizione come Paternopoli, cuore pulsante dell’azienda, dove si svolgono le attività di vinificazione ed imbottigliamento. Il territorio della Campania fu uno dei primi e più importanti centri per l’insediamento, la coltivazione e la diffusione della vite. L’area appenninica dell’Irpinia divenne la patria dei migliori vini campani, come il Greco di Tufo, il Fiano di Avellino e il Taurasi. L’Irpinia è caratterizzata da una varietà paesaggistica eterogenea: montagne, colline, valli e altipiani. Il territorio ha un’identità forte e unica, peculiarità del sottosuolo e condizioni climatiche. In seguito alla potente eruzione del Vesuvio di migliaia di anni fa, materiali piroclastici trasportati da forti venti dettero vita a uno spesso strato di materiali vulcanici.Oggi, il terroir de presenta una grande ricchezza di micronutrienti minerali. Strati più superficiali sono formati da calcari stratificati, mentre le colline e le valli da depositi di materiali arenacei e argillosi. I terreni mostrano una tessitura ben bilanciata, priva di argilla, con frequenti pietrosità. Il clima mediterraneo espone il territorio a inverni freddi e umidi ed estati calde, con forti escursioni termiche tra il giorno e la notte. Le peculiarità della montagna, per la vicinanza ai monti Picentini, e al clima mediterraneo, determinano forti distinzioni produttive e situazioni di estrema originalità nei vini. L’equilibrio tra clima, vite e suolo è perfetto, sempre più armonico nel corso dei secoli, dando vita a vini dalle caratteristiche supreme, di complessità aromatica, gusto vellutato, pieno ed elegante, aroma intenso e delicato. Con più di 15 ettari di vigneto nelle aree più vocate dell’Irpinia, oggi Nativ è un’azienda solida con un costante aumento di distribuzione in Europa e nel mondo.
La Regina Ribelle del vino toscano che ha impressionato critica e pubblico durante la scorsa anteprima torna con noi sulla spiaggia della Versilia con una delle aziende più spesso sotto i riflettori a San Gimignano. I vini di Casa Luci, sempre più centrati, saporiti e con quel quid di freschezza sapida mai dissociati da un frutto bello nitido e maturo: in pratica tutto quanto oggi il mercato richiede ad un grande vino. La loro storia risale a decine di anni fa… Durante la seconda guerra mondiale il podere fu utilizzato come luogo di rifugio (“sfollare a poggio ai grilli”) da Libanio Lucii. Nel 1948 Teresa e Serafino Lucii insieme a sua moglie Teresa rimisero in piedi l’attività di commercio vini e mosti nella cantina a Certaldo che fin dai primi anni del ‘900 con l’arrivo della ferrovia era un centro di raccolta del vino Chianti per il porto di Livorno con destinazione New York… Il contenitore era il fiasco toscano soffiato, impagliato, riempito e caricato. Negli anni ’80 la nuova cantina, per consentire produzione di vini di qualità conciliando tradizione ed innovazione. Negli anni ’90 è tornata a nuova vita l’antica casa padronale oggi sede aziendale a San Gimignano (Santa Maria a Villa Castelli). La nuova generazione, Luca, Lorenzo, Marta, Michela e Leonardo, vissuta tra terra, cielo e vino, sta apportando con energia e conoscenza nuova linfa vitale all’azienda e alle sue produzioni di eccellenza. La incontrate nella nostra serata e la scoprite nel nuovo negozio online www.casalucii.shop che vende vini ed esperienze.
Il Birrificio del Forte di Pietrasanta quest’anno compie 14 anni! Guidato da Francesco Mancini, ha ricevuto nuovamente la Chiocciola da Slow Food, per la sua forte identità produttiva. Ha vinto uno dei 9 premi speciali sull’ultima guida dedicata alla birra artigianale, il Premio Costanza. Diverse birre del birrificio sono segnalate come “etichette imperdibili”, tra cui la Birrasanta, la Cintura d’Orione, Il Tralcio, la Mancina, la Regina del Mare e la Saison del Villaggio.Francesco, che avete imparato a conoscere anche alle nostre serate, ha espresso grande soddisfazione per questi riconoscimenti, attribuendoli alla sua passione per la birra, al lavoro di squadra e alla fedeltà dei clienti e alla scelta di puntare sulla qualità senza compromessi. Del resto ormai dai premi alla World Beer Cup – le Olimpiadi della birra fondate dall’Association of Brewers dal presidente Charlie Papazian – con la loro “La Mancina”, una stupenda Belgian Strong Ale, ne sono passati di birre sotto i ponti!L’avventura del Birrificio del Forte nasce da lontano nel 2010. La forte passione per la birra artigianale ha fatto conoscere Francesco e i suoi soci e li ha entusiasmati fino a coinvolgerli come organizzatori dei più importanti eventi e concorsi a livello locale e nazionale. Negli anni la loro esperienza e conoscenza è aumentata fino a far maturare le competenze necessarie per dar vita al loro progetto di un birrificio artigianale in Versilia. I loro prodotti si legano alla storia del Forte in maniera inossidabile… e anche al Chianti Classico e al vino con la linea di Italian Grape Ale, IGA grazie al legame sentimentale con Sara Mori, proprietaria dell’azienda La Bruscola di San Casciano. Da questa collaborazione nate le birre della Linea del Birrificio ovvero “Le radici” ed il Tralcio, Un intreccio tra mosto di malto d’orzo e mosto d’uva da vino, due tipi di lieviti diversi, uno brassicolo e l’altro enologico, la portano a raggiungere una gradazione alcolica molto vicina a quella dei vini spumantizzati.
Priore FranciacortaDal 1904 3 le generazioni della famiglia Mingotti si sono succedute alla guida dell’Azienda Agricola Priore. Oggi l’attività è diretta da Bruno e Alessandro con un mix di tradizione e innovazione. Il lavoro è ancora svolto con quella passione, cura e responsabilità che hanno imparato fin da piccoli. Passione per la terra e i suoi frutti, cura del prodotto finito e responsabilità nei confronti delle generazioni future; ma anche con innovazione, cercando sempre di aggiornare il modo di lavorare, migliorando il prodotto venduto e l’offerta per il cliente. Dal 1991 l’Azienda fa parte del neonato Consorzio per la tutela dei vini Franciacorta; nel 1999 apre, caso unico in Franciacorta, la Macelleria FATTORIE PRIORE per la vendita delle carni dall’azienda al consumatore diretto. Nel 2007 c’è l’apertura dell’Agriturismo LE FATTORIE con la volontà di chiudere il cerchio produttivo e offrire ai clienti piatti basati sui prodotti derivanti dall’attività dell’azienda agricola e infine nel 2011 l’agriturismo CORTE PRIORE per un’offerta sempre più completa e la possibilità di realizzare cerimonie e banchetti con stile.
Il Vermentino dei Colli di LuniScovare il giusto mezzo tra Toscana e Liguria e saper crescere il Vermentino in un luogo che unisca gli influssi del mare (indispensabili per questo vitigno) e le dolci colline di Luni è stata un’impresa non da poco, ma oggi i vini di Diego Bosoni e della sua famiglia sono arrivati a portare l’idea del vino di una delle più antiche zone etrusche fino ai giorni nostri. E se pensate che questa zona sia solo “bianca” allora forse non conoscete i vitigni rossi Pollera Nera e Massareta, e scommetto pensate anche che non esista un Vermentino nero…tempo di ricredersi! Il territorio è quello dei Colli di Luni nel Levante ligure, il vitigno è il Vermentino e l’idea è quella di Paolo Bosoni che sin dagli anni ’60 ha creduto nell’eccellenza e unicità di questa terra e dei suoi frutti. Oggi il Vermentino dei Colli di Luni è il principe dei vini bianchi del Mediterraneo e a Lvnae si declina in una collezione capace di leggere le sfumature dei suoli e interpretare le potenzialità del tempo. Oggi, alla quarta generazione, la famiglia Bosoni guarda ancora lontano e con la nuova cantina, inaugurata a luglio 2023, vuole riflettere ancora più profondamente sul significato di tempo, “casa”, natura, uomo e continuare a “coltivare il futuro”. Le vigne salgono nell’entroterra fino a 300 metri slm, e poi toccano quasi la spiaggia con appezzamenti a soli due km dal mare. Un arco di appena 10 km in linea d’aria. E agli estremi, non a caso, ci sono vigneti di Vermentino. Ogni vigneto esige i suoi tempi, i suoi gesti e standardizzare è impossibile. La complessità è la grande costante della gestione dei vigneti di Lvnae. Ad oggi circa 30 ettari dei vigneti di proprietà sono condotti in biologico. Un percorso di conversione reso possibile dalla collaborazione con l’agronomo Ruggero Mazzili. Il Vermentino ama il mare, la brezza, il sole e la macchia mediterranea. Il triangolo magico della sua produzione tocca Liguria, Toscana del Nord e Sardegna. In ogni territorio acquista caratteristiche peculiari ma è nella zona dei Colli di Luni, con la sua combinazione di suoli e microclima, che trova la sua terra di elezione e diventa Vermentino dei Colli di Luni.
Dai nobili fiorentini del 1500 agli attuali proprietari: Tenuta Maryamado porta con sé anni di un’affascinante storia di vera passione per la terra toscana che presentiamo in anteprima alla nostra manifestazione!Si trova nel cuore delle colline toscane, una terra intrisa di storia e tradizione agricola. Ogni prodotto nasce come autentica espressione del territorio, frutto di dedizione, rispetto per la natura e maestria artigianale tramandata nel tempo.Quest’area riveste una singolare importanza, situata su un crinale collinare che si estende dalla chiesa di Santa Cristina a San Quirico in Collina. I terreni pliocenici di questa cresta, tra i più rinomati della regione nei dintorni di Firenze, sono il risultato di una fase di subsidenza verificatasi milioni di anni fa, che portò a una inondazione marina seguita da una successiva regressione. Durante tale processoì si accumularono sedimenti argillosi, sabbiosi e ciottolosi. Pertanto, viene dedicata attenzione al terreno in tutte le fasi delle operazioni agricole, riducendo al minimo le lavorazioni e rispettando il delicato equilibrio tra vite, microrganismi e suolo. L’impegno della Tenuta è raggiungere l’eccellenza e far vivere attraverso i vini l’intenso connubio di storia, territorio e amore per il vino.I vini Toscana IGT esaltano l’essenza dei terroir di origine, valorizzando la ricca diversità varietale. Accanto al vino, vengono prodotti sette pregiati oli extravergine di oliva: cinque monovarietali e due blend, lavorati a freddo nel frantoio per preservarne l’eccellenza. Oltre al vino e all’olio extravergine d’oliva, prodotta anche pasta di grano duro, miele e prodotti agricoli tipici, simboli della bellezza e unicità di questa terra, in armonia con la natura e la tradizione. Il microclima unico e le molteplici esposizioni dei vigneti conferiscono a questa zona una particolare idoneità alla coltivazione di varietà toscane come Sangiovese, Colorino e Canaiolo, ma anche Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Merlot.
Una grande tenuta di 100 ettari di cui 30 a vigneto che Giuseppe Passoni cura con attenzione e rispetto per il territorio pur concedendosi esperimenti con vitigni internazionali e cercando di dare un anima anche al sangiovese di queste colline. Ma sono le Vernaccia che riescono davvero a esprimere emozioni e sensazioni territoriali ed eleganti, di nuovo in auge in questi anni e in questa Estate!
La tenuta si trova nel cuore pulsante della Toscana più autentica, a sud di Montepulciano ed a pochi km da Chianciano. L’azienda vitivinicola è stata creata grazie all’amore e alla passione di Tania, aiutata da un team giovane, internazionale e appassionato. Questo lembo magico di Toscana è famoso fin dall’antichità per le sue ricche terre agricole, dove si incontrano strade affascinanti in cui perdersi, circondate da una natura incontaminata composta soprattutto da cipressi, ulivi e viti.Dal 2015 è cominciata una nuova ricerca per scoprire ed isolare la microflora delle uve: vengono usati così soltanto lieviti ottenuti direttamente dalla buccia dell’uva, saccaromiceti e non-saccaromizi che danno vita ai vini. I lieviti, del resto, rappresentano il fattore principale nella vinificazione. L’obiettivo della ricerca, dunque, è stato quello di descrivere la microfolora di questa uva (microrganismi), moltiplicare i lieviti e lasciarli fermentare nei mosti. Una vera espressione naturale del terroir! Passione, conoscenza, attenzione e amore: ecco il modo migliore per definire lo stile Poggio del Moro.
Podere Scurtarola, Massa, Toscana Da oltre 150 anni la famiglia Lorieri produce vino dai vigneti dei Colli di Candia. La produzione include Vino Bianco D.O.C. Candia dei Colli Apuani, Vini Bianchi e Rossi ad Indicazione Geografica Tipica Toscana oltre a Spumante, Grappa, Olio e Aceto, Miele di Acacia e di Castagno. Nell’agriturismo presso il Podere Scurtarola è possibile durante tutto l’anno, su prenotazione vengono preparate interessanti degustazioni enogastronomiche. Il nome del podere deriva dal termine dialettale “Scurtarola“, usato per indicare la scorciatoia; è indicato come “viottolo della scurtarola” lo stradello che congiunge, passando attraverso i vigneti del Candia, la periferia di Massa con la città di Carrara. Passando proprio accanto alla casa costruita da Federico, bisnonno di Pierpaolo Lorieri attuale proprietario e conduttore. La tenuta si estende su un terreno di oltre 5 ettari, situati in collina, questi sono, per antica tradizione, coltivati a vigneto. Le caratteristiche del suolo, costituito da arenarie quarzoso-feldspatiche intercalate a siltiti e argille, un microclima favorito dalla presenza del mare e la felice esposizione a mezzogiorno dei vigneti in cui da sempre si cerca la valorizzazione dei vitigni tradizionali, vermentino bianco e nero in primis.
Garuti dal 1920, ModenaIl 25 novembre 2020 ha compiuto 100 anni Cantina Garuti, un secolo di attività per questa storica cantina modenese nelle campagne di Sorbara, cuore della produzione del Lambrusco e tra i più vocati per la coltivazione di questo antico vitigno grazie alla sua origine alluvionale, ideale per la crescita della vite.Furono Dante Garuti e la moglie Valentina a raggiungere Sorbara nel 1920, dando origine al primo nucleo dell’azienda agricola. Con l’ingresso in azienda dei figli Romeo e Elio il primo ampliamento e la sede spostata in Via per Solara, dove si trova oggi. Negli ultimi decenni la proprietà è cresciuta e attualmente i vigneti coprono una superficie di una trentina di ettari; altrettanti sono dedicati a frumento, erba medica, sorgo e altre colture. Alla cantina si affiancano un’acetaia, con trecento barili certificati per la produzione di Aceto Balsamico Tradizionale di Modena Dop, e dal 1993 anche un agriturismo, otto camere con vista sui vigneti e un ristorante nel quale i piatti della tradizione modenese.Cantina Garuti è anche museo, ricavato da un recente restauro conservativo della cantina storica e dedicato all’accoglienza dei turisti, per immergersi nelle atmosfere del secolo scorso grazie a stanze arredate con antichi oggetti di famiglia e acquistare i vini e i prodotti dell’azienda al wine shop.
Inizio della bella stagione con il vento in poppa per Vallepicciola, sponsor della Fiorentina e in grande spolvero tra punteggi e premi nazionali e internazionali sul vino culminati con il loro Chianti Classico 2021 nella top 100 di Wine Spectator del vino mondiale. Situata nel cuore delle colline senesi, è una giovane realtà che si è distinta grazie alla visione della famiglia Bolfo, fondatrice dell’azienda, del lavoro della squadra creata dalla mente lungimirante dell’Amministratore Delegato Alberto Colombo, e naturalmente dal “Dream Team” guidato da Alessandro Cellai, enologo e direttore generale: l’agronomo Francesco Beni, il responsabile di cantina Erasmo Mazzone e la hospitality manager Tamara Marini.In pochi anni, si è affermata come punto di riferimento nel panorama vitivinicolo: dall’inaugurazione della nuova cantina nel 2016, gioiello architettonico, al lancio della linea di Grandi Cru nel 2023. Attualmente si estende su 275 ettari di cui 107 vitati, caratterizzati da 6 varietà di vitigni per una produzione annua di 500.000 bottiglie divise in 15 etichette. Si produce e distribuisce anche vinsanto, grappa, champagne e oli, grazie a 4.000 piante di ulivo. Nei 70 ettari vitati grazie alla varietà dei suoli troviamo Sangiovese, destinato prevalentemente alla produzione di Chianti Classico, ma anche vitigni internazionali quali Pinot Nero, Merlot, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Petit Verdot e Chardonnay. Tra questi per ora pinot nero e merlot sono i vitigni che hanno messo in luce un legame davvero particolare con il terroir della Berardenga dando luce a vini davvero ricchi di personalità.
Da tre generazioni questa azienda si impegna con amore, passione e dedizione contribuendo a portare Montepulciano e il suo territorio ai vertici dell’enologia Italiana dove tra l’altro risiede da secoli. Tutto è cominciato con Angelo Jacorossi, noto imprenditore romano, con un forte legame con la terra che lo spinse ad investire in questa attività. La principale cantina per l’affinamento in legno è nel cuore del centro storico di Montepulciano, nei sotterranei di due dei più antichi palazzi della città: Palazzo Tarugi e Palazzo Sinatti. Una visita alle cantine è un viaggio nel tempo, fino al 1500. Le gallerie, costruite in mattoni, presentano un affascinante alternarsi di volte e nicchie che ospitano le botti, in un’atmosfera unica e suggestiva. Un ambiente suggestivo che costringe il visitatore ad un atteggiamento di rispetto e riverenza per la forza che la storia trasmette attraverso queste mura. Lo stesso rispetto e la stessa riverenza che l’azienda mette nel coltivare i vigneti e nel produrre vini di qualità.
Tra Firenze e Siena, sulle colline del Chianti: queste le coordinate geografiche dell’azienda agricola, a poca distanza dall’antico borgo di San Vincenti a Gaiole in Chianti. La storia di Tenuta San Vincenti è però più che millenaria! Il villaggio originario crebbe intorno al primo oratorio che si trasformò nei secoli in basilica prima e in pieve poi, sede di uno spedale per viandanti e pellegrini, intorno all’anno Mille. Nel 1750 Podere Stignano compare nel catasto Leopoldino con coltivazioni a vigneto. La prima annata in bottiglia è del 1974. La proprietà si estende per 60 ettari. Uno scenario unico: pievi e castelli punteggiano vigne e uliveti, Natura e Storia convivono in armonia. All’orizzonte, le Crete Senesi, il Monte Amiata e la Val D’Orcia. Rispetto per la storia, il territorio e la bellezza della Toscana. La cantina è perfettamente integrata nel territorio, quasi invisibile, costruita sottoterra e con alberi di ulivo in cima. La Villa è già aperta e domani accoglierà anche gli ospiti per la notte.
Gianni Panizzi arriva per vacanza a San Gimignano come molti lombardi negli anni ‘70 e trova il suo Paradiso acquistando il podere con attorno la Vigna Santa Margherita che contribuisce al vino annata e riserva dal 1989 (prima annata) fino al 2003 quando comincia ad uscire come selezione. Non prima però che nel corso degli anni, studiando vinificazioni e uso accorto del legno (la famigerata barrique, forse il purgatorio?), siano usciti tanti capolavori come il sospirato e meritatissimo Tre Bicchieri per la Riserva con la vendemmia 1998, in tempi dove il vino bianco prestigioso in Italia ad essere premiato era quasi esclusivamente da uve chardonnay. Il suo lavoro sul vitigno e al Consorzio come Presidente è di preziosissimo supporto per la denominazione e oggi che lui non c’è più prosegue il suo lavoro con energia, mente fresca e mano salda Walter Sovran, enologo e direttore.E’ lui che ci racconta che specie nelle annate giuste la magia di questo vitigno e del territorio si manifestano intensamente: i vini si spogliano di sole, grassezza e divengono lineari. Emergono le note minerali che si evolvono, le note di idrocarburo che si sentono sulla Riserva : questa è l’anima, l’elemento che sta dentro una Vernaccia di San Gimignano e la rende unica e particolare quando invecchia. Nella nostra serata la splendida e ricchissima 2014 viene messa a confronto con la recente giovanissima 2021.