L'introvabile Isola Bianca di Danilo Conti
Description
Lipari e l’introvabile Isola bianca di Danilo Conti.
Pubblicato in win in Sicily il 4 ottobre 2018 di Francesco Pensovecchio.
Il vino è una faccenda di luoghi e di uomini (o donne). La prima attiene all’elemento geografico: sul dove nasce e cresce il frutto, ovvero il clima, il sole, il suolo, il vento, l’aria, la vegetazione, i profumi e tutto ciò che c’è attorno. Nel caso di un’isola, ad esempio, il mare.
La seconda attiene al carattere e alla personalità degli uomini che lo fanno.
Il caso della Azienda Agricola San Bartolo di Danilo Conti, di casa a Lipari, nello sfavillante arcipelago eoliano, mi colpisce e mi tocca da vicino.
Pur essendo il carattere di Danilo generoso, energico, con questo intendendosi un temperamento diritto, per nulla incline a deviazioni di comodo o elementare opportunismo, al contrario, verso i suoi luoghi ha sempre adottato una pazienza e tolleranza paragonabile solo al più profondo amore paterno.
Il suo progetto di viticoltura non ha mai avuto fretta o necessità di bruciare le tappe, probabilmente influenzato dalla sua prima attività, quella di selezionatore e distributore nelle Eolie dei migliori vini di Sicilia, così come d’Italia e del mondo, presso la sua Vineria & Dispensa.
In data 3 ottobre 2018, dopo lunghi anni di attesa, assaggio all’Hotel Signum di Salina, l’unico posto in Europa dove poter trovare questa etichetta, la Malvasia secca Isola Bianca 2016 di San Bartolo. È un secondo incontro, un primo convincente assaggio lo avevo fatto proprio con lui nel maggio scorso. Le vigne, condotte con scrupolo e senza l’utilizzo di chimica di sintesi, si trovano a Lipari, i vitigni sono quelli storici dell’arcipelago eoliano, malvasia e corinto nero. Parte di esse recuperano appezzamenti secolari ormai abbandonati, una porzione si trova all’interno di un vulcano spento. Preziosi consigli e un sostanziale aiuto sono arrivati da un amico, Paolo Vòdopivec, produttore di vini nel Carso.
Isola bianca 2016, di sola Malvasia, è di colore giallo oro brillante con qualche riflesso orange. Appassionanti i profumi del vitigno, di macchia mediterranea e salsedine, tipici di questo vitigno e queste isole. Ma il vino – netto, pulito e senza quelle sbavature che molti perdonano ai “naturali”. Supera l’ovvio e rilancia verso una aromaticità ancora più intensa, quasi equatoriale, spalleggiata da spezie verdi e sentori finemente mielati. Al palato non è caldo come ci si aspetterebbe, anzi, si notino gli 11 gradi e mezzo. Il vino si manifesta con una trama fitta, eppure incredibilmente lieve e piacevole. Senza compromessi, senza storture, forte, come chi lo ha immaginato e cresciuto in famiglia. Il nome “Isola bianca” è un chiaro riferimento a Lipari e ai suoi colori chiari per la pietra pomice, diversa dalle altre isole quasi tutte con colori scuri e lavici.